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1469-1527

NICCOLO' MACHIAVELLI

BIOGRAFIA

  • Niccolò Machiavelli nasce il 6 maggio del 1469.
  • Quando viene alla luce, i Medici sono praticamente già i signori della città.
  • Gli è stata trasmessa un'educazione solida e tradizionale, fondata sul latino ma ignara di greco.
  • Muore il 20 giugno 1527 all'età di 58 anni.

PRIMO INCARICO

SEGRETARIO DELLA SECONDA CANCELLERIA

  • Il 19 giugno 1498 Niccolò Machiavelli viene nominato segretario della Seconda cancelleria del Comune, quella che si occupa degli affari interni alla città.
  • Si tratta di un incarico prestigioso e ben retribuito e non è chiaro come Machiavelli sia riuscito ad ottenerlo.
  • L'incarico dura dal 1498 al 1512.
  • Dopo 15 anni una deliberazione della Signoria rimoveva Niccolò dal suo incarico di segretario e presto viene condannato al confino.

VIAGGI

VIAGGI

  • In Francia è ospite presso la corte di Luigi XII nel 1500.
  • A Urbino e a Imola nel 1502.
  • A Roma nel 1503.
  • In Tirolo presso l'imperatore Massimiliano nel 1507.

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LE OPERE

OPERE

Le opere di Niccolò Machiavelli si distinguono in:

  • opere politiche (idee e discussioni relative alla politica);
  • opere storiche (circa la storia del suo tempo e dei secoli precedenti);
  • opere letterarie (ritraggono alcuni aspetti della vita gaia di Firenze).

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IL PRINCIPE

  • E' un trattato in 26 capitoli che viene tradotto sin da subito in tutte le lingue europee.
  • Il Machiavelli distingue, nel primo capitolo, i sistemi politici in repubbliche e principati.
  • Nei capitoli successivi passa a parlare delle qualità del principe: intelligente, scaltro, astuto e furbo.
  • <<Il fine giustifica i mezzi>> è la sintesi delle teorie di Machiavelli.

STRUTTURA

STRUTTURA

  • Il Principe può essere scandito in 6 parti, di diseguale estensione.
  • La prima va dal I all'XI capitolo e si esamina dettagliatamente la varia tipologia dei principati (essi possono essere ereditari, misti, civili o ecclesiastici).
  • La seconda, che va dal XII al XIV, prende in considerazione le ragioni di forza o debolezza degli Stati.
  • La terza, dal XV al XIX compreso, si sofferma sulla personalità morale del principe.
  • La quarta, XX-XXIV, si occupa di problemi tecnici del principato.
  • La quinta affronta il tema della fotuna.
  • La sesta contiene l'esortazione finale a liberare l'Italia dai barbari.

L'opera circola in origine in forma manoscritta e non viene mai stampata ufficialmente dell'autore. La prima edizione è postuma e risale al 1532.

SCOPO

SCOPO

  • Il Principe rappresenta il primo frutto del forzato ozio di San Casciano e il primo tentativo da parte dello scrittore di riaffacciarsi sulla scena pubblica della sua città.
  • La dedica ai Medici conferma questo scopo immediato e pratico dell'opera.
  • La rigorosa struttura concettuale dimostra la volontà di dominare una incadescente materia storica e ideologica.

<<IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI>>

<<IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI>>

  • Con questa etichetta il pensiero di Machiavelli è noto all'opinione corrente.
  • Il machiavellismo legge le opere del segretario fiorentino come se fossero un incitamento a separare la politica dalla morale.
  • Machiavelli, quindi, consiglia di non preoccuparsi del giudizio del popolo ("vulgo").
  • L'espressione è stata coniata dagli studiosi successivi a Machiavelli.

CESARE BORGIA

CESARE BORGIA

  • Machiavelli incontra Cesare Borgia durante i suoi anni di Segretariato.
  • Dall'incontro ne scaturisce una forte ammirazione per quella che è consociuta come <<ferocità>> del duca Valentino.
  • A tale proposito, Machiavelli cita Borgia all'interno di una disamina delle sorti che toccano a due diversi tipi di principato.
  • Cesare Borgia, dunque, rappresenta il caso tipico di un principato facile da impiantare all'inziio, ma minato da una intriseca fragilità.

STILE

STILE

  • Il linguaggio del Principe si caratterizza per due tendenze opposte ma concomitanti: una spinta tecnificante e una spinta affettiva.
  • Machiavelli, in questo modo, tende ad utilizzare un linguaggio caricato di significati molto specifici e tecnici.
  • Allo stesso tempo è frequente l'utilizzo del ricco linguaggio metaforico, dove le immagini vogliono incidere potentemente un'idea politica.

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I DISCORSI

  • Sono un'opera in tre libri. Il Machiavelli vuole commentare gli avvenimenti narrati da Tito Livio nella prima deca perché ritiene che nessun popolo abbia mai avuto tanta capacità politica quanta quello romano.
  • Si può comunque dire che nel I libro tratta degli elementi e delle forze che costituiscono lo Stato; nel II dell'organizzazione militare dello Stato; nel III del mantenimento, dello sviluppo e del decadimento degli Stati.
  • A fondare lo Stato è necessaria l'opera di uno solo, a reggerlo è valido il sistema repubblicano in cui si equivalgono le ambizioni e le esigenze di tutti.

I DIALOGHI SULL'ARTE DELLA GUERRA

I DIALOGHI SULLA GUERRA

  • Machiavelli immagina che questi dialoghi (in 7 libri) si siano temuti nel palazzo Rucellai a Firenze.
  • In quest'opera per la prima volta egli adotta il genere letterario del dialogo umanistico.
  • Il libro interessa per i richiami alle condizioni dell'Italia e per i riferimenti alle altre opere.

VITA DI CASTRUCCIO

VITA DI CASTRUCCIO CASTRACANI

  • Si tratta di un esempio di vita di un principe al servizio delle idee del Machiavelli.
  • Riprende il modello delle biografie di stampo classico e umanistico dei cosiddetti "uomini illustri", descrizione dell'aspetto fisico e del carattere, discorsi e aneddoti.
  • Il Personaggio in sé assume rilievo di tono narrativo e drammatico ma comunque di forte stampo politico. L'autore riflette nel condottiero del '300 l'ideale del Principe "virtuoso".

ISTORIE FIORENTINE

LE ISTORIE FIORENTINE

  • Esse constano di otto libri, nel primo dei quali il Machiavelli tratta la storia d'Italia fino al 1440, nei successivi tra la storia di Firenze dalle origini al 1434, gli ultimi quattro parlano dei Medici fino alla morte di Lorenzo.
  • Dunque, Machiavelli ha il compito di redigere le cronache relativa alla sua città natale.
  • I fatti storici sono sempre ridotti a fatti dimostrativi delle sue esigenze.
  • Viene a mancare l'obiettività storica, ma ne guadagna la <<verità della storia>> che consiste nella narrazione dei fatti in funzione di un ideale.
  • Le Istorie sono anche un libro di nobile prosa ove Machiavelli non nasconde la sua disposizione critica nei confronti del sistema di governo.

VERITA' STORICA

OPERE LETTERARIE

  • La Mandragola;
  • L'asino d'oro;
  • Decennali;
  • Dialogo intorno alla lingua.

LA MANDRAGOLA

  • Si tratta di una commedia in prosa in 5 atti composta nel 1518.
  • E' di efficacissima forza espressiva e rappresentativa.
  • Tratta dell'amore di Callimaco per la nobile Lucrezia, moglie dello sciocco Nicia.
  • La commedia trasforma una trama in fondo convenzionale in uno spaccato morale livido e sinistro.

LA MANDRAGOLA

L'ASINO D'ORO

  • L'asino (impropriamente conosciuto anche come L'asino d'oro) è un poema satirico scritto da Niccolò Machiavelli nel 1517 e rimasto incompiuto.
  • Viene pubblicato la prima volta postumo nel 1549.
  • Il poema consta di otto capitoli, scritti in terzine dantesche, e può essere considerato una versione moderna del famoso Asino d'oro di Apuleio, di cui riprende il tema della metamorfosi.
  • L'opera è permeata di episodi grotteschi ed allegorici, cui fanno riscontro riferimenti autobiografici e accenni velati alla vita politica del tempo.

L'ASINO D'ORO

DECENNALI

  • I Decennali di Niccolò Machiavelli sono due cronache in terzine dantesche sulle vicende fiorentine.
  • Il Decennale I ritrae le sventure dell'Italia dal 1494 al 1503.
  • Il Decennale II rimane incompleto.
  • Occorre tuttavia osservare come, per il particolare carattere dei Decennali, l'autore assuma la veste di araldo della signoria, e non di libero pensatore.

DIALOGO INTORNO ALLA LINGUA

  • Il Discorso o dialogo intorno alla nostra lingua è un'opera di Niccolò Machiavelli composta, secondo gli studiosi, nel 1524 o 1525.
  • In quest'opera, Machiavelli è contro il Trissino e la teoria del Bembo in quanto egli è per una lingua fiorentina viva e parlata, quella che a suo avviso viene usata dai grandi artisti del Trecento (Dante, Petrarca e Boccaccio).

DIALOGO INTORNO ALLA LINGUA

CONCLUSIONE

LAVORO ELABORATO DALL'ALUNNO VASSALLO ALFREDO CLASSE: 3^ SEZIONE: A LICEO PLURICOMPRENSIVO "RENATO CARTESIO"

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