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"La morte risolve tutti i problemi, nessun uomo, nessun problema"
1917-1924
• Dopo l’abdicazione forzata dello Zar, Lenin prende potere con la rivoluzione d’Ottobre
• Guerra civile tra i rossi e bianchi
• Le rivolte vengono represse col sangue
• Periodo del biennio rosso “1919-1920”
• NEP e nuovi rapporti internazionali
• Nasce l’URSS (1922)
• Muore Lenin nel 1924
Biografia
(1878-1953)
Iosif Vissarionovič Džugašvili Stalin nasce in Georgia, di umili origini, si dimostra sin da subito uno spirito ribelle. Dopo l’espulsione dal seminario entra nel Partito rivoluzionario georgiano. Viene arrestato e in prigione legge le Tesi di Lenin diventando un gran sostenitore delle sue tesi. Nel 1922 diventa segretario del PCUS e si contraddistingue per il suo forte carisma. Vince il confronto con Trockij all’interno della dirigenza del partito dopo la morte di Lenin. Si sposa con Ekaterina, e avrà un figlio, il quale sarà catturato dai tedeschi.
"Stalin è troppo grossolano, e questo difetto, del tutto tollerabile nell'ambiente e nei tra noi comunisti, diventa intollerabile nella funzione di segretario generale. Perciò propongo ai compagni di pensare alla maniera di togliere Stalin da questo incarico e di designare a questo posto un altro uomo che, a parte tutti gli altri aspetti, si distingua dal compagno Stalin solo per una migliore qualità, quella cioè di essere più tollerante, più leale, più cortese e più riguardoso verso i compagni, meno capriccioso, ecc.”
La rivalità con Trockij
Commissario del popolo agli Affari esteri, firmò la Pace di Brest-Litovsk (1918); commissario del popolo per l'Esercito e la Marina (1918-25), durante la guerra civile guidò l'Armata rossa. Dal 1923-24 entrò in urto con Stalin, assertore della strategia del 'socialismo in un solo paese', cui T. oppose quella della 'rivoluzione permanente'. Espulso dal partito (1927) e costretto a lasciare l'URSS, fu aspro critico dello stalinismo e tentò di organizzare i comunisti antistalinisti nella Quarta Internazionale (1938). Condannato a morte in contumacia già nel 1936, nel 1940 fu ucciso in Messico da un sicario di Stalin
1. Obiettivi
2. Mezzi
3. Esiti
-autosufficienza economica
-reggere confronto paesi capitalistici occidentali
-dimostrare validità dell’ideologia
a - abbandono NEP
b - collettivizzazione campagne
c - piani quinquennali
d - mito stacanovista
-approvvigionamento città e crescita esportazioni
-“guerra ai kulaki”
-sanzioni repressive
-violenze
-“carestie artificiali”
-requisizione delle terre
-meccanizzazione
-redistribuzione coatta della popolazione
-kolchoz
- 1928
-obiettivi da raggiungere ogni 5 anni io ogni campo economico
-industria pesante (metallurgia, siderurgia, armamenti)
- dal minatore Aleksej Stachanov reso leggendario per fini propagandistici
-competizione tra lavoratori, “eroe del lavoro”
-tasso di crescita della produzione industriale impressionante: 50% dopo il primo piano e -120% dopo il secondo
-da paese agricolo a industriale
-pessime condizioni di lavoro
-mito dell’eroe del lavoro è in contrasto con l’ideologia comunista
Caratteri del regime:
viene identificato come difensore della "patria del socialismo"
Minacce:
1. potenze borghesi e capitalistiche
2. impetuosa avanzata del nazifascismo
Assaltato il primo dicembre 1934 da un esponente dell'opposizione comunista a Stalin, fu l'accadimento che fece cominciare le grandi purghe, che si trasformarono in strumenti di eliminazione fisia dell'opposizione.
Sergej M. Kirov era capo del partito a Leningrado, strettamente legato a Stalin.
Parte degli storici avanzano l'ipotesi che dietro l'omicidio Kirov ci fosse lo stesso Stalin: eliminare un possibile rivale + accentuare la repressione
Stalin giunse a diffidare di chiunque all'interno del partito, sospettando che tra i massimi quadri dell'apparato militare e partitico vi fossero spie e traditori
attuò delle epurazioni sistematiche
= le "grandi purghe"
I membri del partito sospettati, o sospettabili di essere spie o traditori venivano processati pubblicamente
con false prove e false testimonianze venivano tutti condannati a morte e fucilati
L'NKVD
Nato nel 1917 quando i bolscevichi presero il potere, divenne il ministero per la sicurezza dello stato. Comprendeva la Cekà, la polizia segreta
Svolgeva attività di spionaggio, ma era anche l'ente preposto al giudizio e la condanna dei "nemici del popolo" che potevano essere uccisi o mandati dei gulag. Ha sede nel palazzo della Lubjanka
Le vittime principali tra le decine di milioni che furono, si annoverano in diverse comunità etniche (estoni, lettoni, tatari, ucraini ecc.), gruppi professionali (medici, ingegneri ecc.) e negli stessi gradi dell'NKVD. Negli anni 30 infatti vennero condannati a morte quasi tutti i comandanti che operavano nel ministero.
I processi duravano una media di 7 min e 30s
I Gulag e la Lubjanka
Acronimo per "direzione centrale dei campi di lavoro correttivi" i gulag erano campi-prigioni dove i detenuti venivano impiegati, ai lavori forzati, per realizzare grandi opere infrastrutturali
Situata in piazza della Lubjanka, a Mosca, è stata la prigione più importante del regime stalinista. Qui vennero torturati, interrogati, giudicati, condannati e giustiziati i presunti traditori del regime.
Il caso Tuchacevskij
Michail Tuchacevskij, di estrazione nobile, era uno dei comandanti dell'Armata Rossa, detto anche "Napoleone Rosso".
Il massacro di Katyn
3 aprile - 19 maggio 1940
Esecuzione di massa da parte del NKVD di 15.000 persone, di cui solo 432 superstiti.
Stalin invade al Polonia il 17 settembre del 1939 e 230.000 ufficiali vengono schedati e divisi in gruppi destinati a tre dei primi gulag. Per ordine di Stalin stesso ai prigionieri venne fatto credere di stare per essere liberati.
Le famiglie delle vittime vengono tutte deportate nei gulag. La NKVD spara con pistole tedesche a un ritmo di 300 uomini per notte.
Vsevolod Mejerchold
Regista di miliare importanza nella fondazione del teatro russo moderno, venne accusato di essere un trotskista, ebreo, controrivoluzionario. Venne arrestato a Leningrado, imprigionato nella prigione della Lubjanka fino al 26/11/1939, trasferito alla prigione Butirskaja e giustiziato il 2/2/1940.
Il processo avvenne a porte chiuse, e dissero alla famiglia che venne codannato a 10 anni di reclusione. Dopo anni in cui la famiglia sperava nel suo ritorno venne comunicata la sua morte in data 17/3/1942.
La sua situazione, come quella di molti altri, venne alla luce solo dopo il crollo dell'URSS, con la riabilitazione delle vittime.
Nei gulag del regime staliniano finirono numerosi esponenti della comunità intellettuale e artistica della Russia del primo novecento
L'esperienza più significativa, perché largamente documentata, è quella del romanziere Aleksandr Solženicyn, che divenne all'estero l'emblema della tragedia dei gulag siberiani. Significativa è anche la testimonianza della scrittrice Evgenija Ginzburg
Altro autore che si dovette confrontare con il controllo gravoso del regime sulla società fu Arthr London, politico e scrittore cecoslovacco, che rese la sua testimonianza nel romanzo "La confessione".
Nel 1951 fu arrestato insieme a Rudolf Slánský ed entrambi furono costertti ad ammettere reati mai commessi