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L'imperialismo romano è contemporaneamente ECONOMICO, OPPORTUNISTICO, MILITARISTA...
I Romani erano da sempre molto semplici, nei costumi e nei consumi. Il "MOS" prevedeva assolutamente una certa morigeratezza. Niente sprechi, niente esagerazioni.
"In medio stat virtus"
Quando i romani incontrano il mondo greco, si trovano davanti una società decadente ed infiacchita, senza gusto per il lavoro (lasciato agli schiavi) e amore per la libertà.
Alcuni però non ne trassero una lezione. Tutt'altro, lo stile di vita comodo, raffinato, le case spaziose, le vesti eleganti, i cibi elaborati e i servi ben addestrati.
Marco Porcio Catone "il censore" è l'avversario perfetto, attaccato alla sobrietà antica e all'attaccamento a famiglia e alla terra.
L'afflusso di ricchezze dalle province a tutto vantaggio dell'arisocrazia senatoria, come bottino di guerra giunto dall'esproprio delle terre coquistate.
I senatori, quindi, si ritrovano con poderi enormi, lontani dalle loro case, gestite da "fattori", ma estesi oltre ogni limite, lavorati dagli schiavi. Possessi che s'ingrandivano anche per la sottrazione dei terreni di piccoli e medi proprietari, impegnati spesso in conflitti e costretti a vendere le terre.
Tornati dalle guerre, preferivano lavorare a giornata, piuttosto che riprendere terre incolte.
E allora, chi fa la guerra?
Fino a quel momento, per amor di patria, per speranza di ingrandire i propri possedimenti, ci andavano i medi proprietari che potevano assicurarsi l'armamentario.
L'impoverimento di parte della popolazione, rischiava di ridurre la base dell'esercito.
Ma molto spesso a questi, venivano preferiti gli schiavi.
Tra la classe dominante, composta dalle famiglie principali, e la plebe, rimasta fuori dalla politica, emerge una nuova classe sociale, di modesta origine ma ricca:
gli Equites (i cavalieri)
Sono i cavalieri che, durante le campagne militari, intessono rapporti e relazioni commerciali con i paesi "conquistati", sfruttando la legge che a Roma impone ai senatori il
divieto di esercitare attività imprenditoriale, commerciale e di esazione delle tasse
Si tratta di un'aristocrazia del denaro, che genera una frattura nella società romana
I problemi sorti con le conquiste territoriali e con la nascita di una nuova classe sociale degli Equites, richiedevano riforme fondamentali per:
- Ripopolare le campagne e far tornare a respirare le città
- Ricostruzione morale e politica dello Stato
Quando Tiberio chiede di destinare il tesoro di Attalo III di Pergamo, donato a Roma, per dare sostegno ai poveri, fu accusato di piani tirannici.
Per evitare di andare a processo, contro la legge vigente, si ricandidò come tribuno per l'anno successivo, aumentando ire e sospetti dei senatori.
Colto di sorpresa in una assemblea dei comizi tributi, venne ucciso insieme a 300 suoi fedeli
Eletto tribuno della plebe, propone una sua riforma:
- 250 ettari di terra (1000 iugeri) come massimo di possesso permanente e garantito.
- Redistribuzione delle terre in esubero tra i cittadini poveri, per allontanare le masse dalle città ed evitare tumulti e disordini.
Ovviamente, i latifondisti patrizi si appellarono all'altro tribuno, Marco Ottavio, per bloccare la riforma di Tiberio.
Tiberio richiede la deposizione del collega
Incredibilmente, le tribù votano la sostituzione
L'estensione della cittadinanza alienò però l'appoggio della plebe romana, che non voleva dividere i privilegi con gli italiani.
Scoppiarono una serie di tumulti e alla fine Gaio decise di farsi uccidere da un servo, per sfuggire ai propri avversari.
Il senato si era dimostrato prepotentemente il centro di potere ma i problemi politici, sociali ed economici, restano.
Nel 123 a.C. il fratello di Tiberio, Gaio, viene eletto come Tribuno della Plebe.
Gaio riprende la riforma di Tiberio, cercando l'appoggio dei cavalieri, dando loro il controllo del lavoro dei governatori delle province. In questo modo gli Equites diventavano il perfetto contraltare del Senato
In più aumentò le tasse sulle province (nasce "la decima") e incentivò l'emigrazione, creando nuove colonie e cercando di estendere il diritto di cittadinanza alla popolazione italica.
Si formano 2 partiti:
OPTIMATES
Principali famiglie nobili
POPULARES
Plebei ed Equites
Re di Numidia (Nord Africa), dopo aver eliminato i propri cugini, corrompendo il senato per ottenere l'approvazione del suo operato.
La guerra però si trascina stancamente per la disonestà dei comandanti, che si fanno corrompere da Giugurta, e per la difficoltà di affrontare non un esercito, ma bande armate.
La situazione è critica ma nessuno riesce a prendere in mano le redini di Roma
Un "homo novus", appartenente ai populares, ottiene l'appoggio di masse popolari e cavalieri quando, da Console, elimina il requisito del "possesso della terra" per accedere all'esercito, dove per la prima volta si viene stipendiati.
L'innovazione si rivelerà però assolutamente una serpe in seno: soldati fedeli ai propri comandanti.
Le vittorie di Gaio Mario contro Giugurta, Teutoni e Cimbri, lo porteranno ad essere riconfermato per 5 volte console, ottenendo "l'onore del trionfo"
Nobile, si oppone all'homo novus Gaio Mario, negli anni delle guerre più atroci:
- La guerra sociale (contro i socii italiani, che vogliono avere maggiori diritti)
- La guerra contro Mitridate VI nel Ponto (Turchia)
- La guerra civile, nella quale Silla usa l'esercito romano in modo personale, contro un tribuno, Gaio Mario.
La Repubblica romana comincia ad entrare in crisi:
- Tiberio, Gaio, Gaio Mario e Silla, si sentono superiori al sistema, tanto da piegarlo alla loro ambizione personale.
- Lo scontro tra Optimates e Populares, diventerà lo scenario tra scontri personali, tra i singoli capi, che si pongono come arbitri del mondo repubblicano.
Silla in particolare, dopo aver sconfitto Gaio Mario e Mitridate, si fa attribuire illegalmente la magistratura di Dittatore a tempo indeterminato:
- Liste di proscrizione per avversari politici
- Accresce il potere del senato, che passa da 300 a 600 membri (ovviamente a lui favorevoli)
- Svuota la magistratura del "tribuno della plebe", rendendola poco ambita.
Il Pomerio era il confine sacro entro il quale non si poteva entrare "in" armi.
Per evitare in futuro quanto da lui stesso fatto, viene esteso alle coste del Mediterraneo (sud) e nella parte meridionale dell'Emilia Romagna (tra i fiumi Magra e Rubicone). In questo territorio, nessun console può marciare con il proprio esercito.
In realtà Silla, che dopo aver preso in mano Roma, temeva per le conseguenze dei suoi gesti in futuro, aveva aperto la strada a chi gli sarebbe succeduto.
Se gli uomini di cui abbiamo parlato hanno inferto singolarmente, in tempi diversi, colpi al sistema repubblicano, quelli che appartengono al primo e al secondo triumvirato gettano le basi per la conclusione dell'esperienza e per il passaggio ad una nuova forma di gestione del potere: l'IMPERO
La carriera di tre uomini si sviluppa all'interno della costante lotta tra gli Optimates (aristocratici, patrizi, membri del senato) e Populares (equites, plebei)
I tre sfruttano guerre, battaglie, repressioni di rivolte, per ottenere successo e tornare a Roma da salvatori della patria.
Nell'ordine, Gneo Pompeo sconfigge nel 76 a.C. Quinto Sertorio (rivoltoso populares in Spagna), nel 73-71 a.C. Spartaco e i gladiatori (forti di un esercito di 70 mila uomini), i pirati provenienti dall'Asia minore nel 67 a.C. ed infine Mitridate nel 66 a.C.
Proprio dopo la vittoria contro Spartaco, Pompeo e Crasso si accordarono per candidarsi entrambi al Consolato, nonostante Pompeo non avesse mai ricoperto alcuna magistratura.
All'opposizionie del senato, i due si concentrarono sui populares dai quali ottennero sostegno ed infine la carica di Consoli.
Intanto a Roma non mancano tumulti e corruzione, favorite dalla crisi delle istituzioni, sempre più in balia di uomini forti.
In particolare la Repubblica è messa in crisi da Lucio Sergio Catilina che ordisce una congiura per prendere il potere in modo assoluto.
Celebre è il discorso dell'oratore Marco Tullio Cicerone che denuncia il nobile davanti a tutti.
Tra i tre è quello meno "evidente", ma porta con sé un sostegno molto forte tra i populares.
Membro della gens Julia, tra le più antiche di Roma, e sostenitore di Gaio Mario contro Silla, si pone come nemico giurato degli optimates.
Stipula un patto con Pompeo e Crasso per aiutarsi reciprocamente: il primo triumvirato del 60 a.C.
Non è una vera magistratura, ma un patto tra 3 cittadini privati, che portavano con loro, ognuno, una porzione diversa di "sostegno":
Pompeo: esercito
Cesare: schieramento dei plebei
Crasso: schieramento degli equites
Eletto console, Cesare fa approvare le leggi già proposte da Pompeo e Crasso, ma non disdegna l'idea di ottenere un certo prestigio militare e procurarsi l'appoggio di un esercito privato.
Al termine del consolato, si fa nominare proconsole per 5 anni in Gallia (Francia), per restare a contatto con Roma.
Ha però il tempo di allontanare i suoi avversari del partito senatorio da Roma (Cicerone e Marco Porcio Catone)
56 a.C.
Cesare, Pompeo e Crasso rinnovano il loro patto e stabiliscono di farsi attribuire dai comizi il governo di alcune province per cinque anni:
- Pompeo si prende Africa e Spagna
- Crasso si prende la Siria
- Cesare si prende la Gallia
Ciò dimostra che ormai i tre hanno in scacco la Repubblica
Crasso, invidioso dei successi militari di Pompeo e Cesare, prova ad attaccare i Parti (Mesopotamia) dalla Siria, ma la battaglia si risolve in una clamorosa sconfitta e lui stesso vi trovò la morte (53 a.C.)
A Roma, muore Giulia, la figlia di Cesare data in sposa a Pompeo.
Questo evento spezza il legame che teneva uniti i due, lasciando spazio a gelosie e rivalità.
nel 52 a.C. Pompeo viene nominato console senza collega per riportare l'ordine a Roma. A quel punto riesce ad isolare l'avversario Cesare, disponendo dell'esercito e delle entrate di Stato.
Pompeo convince il Senato a togliere la Gallia a Cesare e a costringerlo a tornare a Roma da privato cittadino come "nemico della patria".
Cesare invece disobbedisce e con una sola legione, attraversa il Rubicone entrando a Roma in armi, all'interno del Pomerio.
Alea iacta est!
Colto alla sprovvista, Pompeo si rifugia prima a Brindisi e poi in Grecia.
Lo scontro principale avvenne a Farsalo (48 a.C.) dove l'esercito di Cesare ebbe la meglio.
Fuggito in Egitto, Pompeo viene fatto uccidere dal giovane faraone Tolomeo XIII, per conquistare il favore di Cesare.
Così non fu, con Cesare che tolse il trono a Tolomeo, per affidarlo a sua sorella Cleopatra
Tornato a Roma, furono molti i provvedimenti attuati da Cesare, tra cui:
Campo sociale:
- distribuisce terre ai veterani
- opere pubbliche per dare lavoro agli ultimi
- incentiva lo sviluppo delle attività agricole e commerciali
Campo giuridico-politico
- Punisce il delitto politico
- Raddoppia il numero dei magistrati
- Eleva il numero dei senatori da 600 a 900 per ottenere una parte dei consensi.
Roma, secondo Cesare, aveva bisogno di un governo forte ed unitario, atto ad interpretare le esigenze di tutti, concentrando su di sé il potere.
Non accetta la corona di Re, ma si fa nominare dittatore a vita per restare nell'ottica della Repubblica, con il titolo di "imperator"
15 marzo 44 a.C. una congiura ordita dal partito degli Optimates, con a capo il figliastro di Cesare, Marco Giunio Bruto, assale e accoltella Cesare con 23 pugnalate.
A prendere le redini di Roma alla morte di Cesare sono in 3:
Marco Antonio sostenitore di Cesare e amico
Ottaviano figlio adottivo di Cesare, appena diciottenne
Lepido generale al soldo di Cesare
Si forma quindi un nuovo triumvirato (43 a.C.), che diventa una vera e propria magistratura, per sconfiggere una volta per tutte il partito degli Optimates e i congiuranti.
Ottaviano, neanche ventenne, marcia su Roma e pretende di essere nominato Console
Il triumvirato consiste in una magistratura quinquennale, con poteri straordinari, per ridare una sostanza e una forma ad una Repubblica ormai agonizzante.
I Triumviri:
- Fanno uccidere senatori (tra i quali Cicerone) e cavalieri che si opponevano e che militavano tra le file degli Optimates
- Sconfiggono i congiuranti nella battaglia di Filippi (42 a.C.)
- Si spartiscono le province, come fatto dai primi 3 triumviri.
Giunto in Egitto, Marco Antonio perde la testa per Cleopatra e il prestigio agli occhi dei Romani.
A quel punto Ottaviano "scarica" Lepido, a cui affida la carica onorevole ma senza potere di pontifex, e dichiara guerra a Cleopatra e all'Egitto.
Nel 31 a.C. Ottaviano sconfigge ad Azio (nelle acque greche) Antonio, che inseguito dalle truppe avversarie, si suicida con Cleopatra.
La battaglia segna la fine dell'esperienza repubblicana e la nascita dell'Impero.
Roma è troppo grande per essere governata come una Polis