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LE OPERE

Realizzato da:

Raffaele Miosi

Francesco Stuppia

Francesco Buzzotta

Mattia Guarneri

Anyta Testagrossa

Una vita per la poesia

ESIODO

Ciò che sappiamo sulla vita di Esiodo ci è narrato tramite i suoi versi, in veste autobiografica. Il padre riuscì ad accumulare una dignitosa fortuna, che alla sua morte doveva essere spartita tra Esiodo e il fratello Perse. I due entrarono in una contesa giudiziaria e Perse corruppe i giudici per vincere la causa.

L'INVESTITURA POETICA

L'avvenimento più importante della sua vita è riportato nel proemio della Teogonia: l'incontro con le Muse mentre pascolava vicino al monte Elicona. In seguito a tale evento si ipotizza che sia diventato un rapsodo di professione.

Investitura Poetica

UNA DIFFICILE CRONOLOGIA

Probabilmente visse tra l'VIII e il VII secolo a.C. e fu contemporaneo di Omero; si dice che abbia partecipato all'agone poetico di Calcide, in base ad un frammento in cui si parla del funerale di un certo Anfidamante, che sarebbe avvenuto in un periodo proprio riconducibile all'età arcaica.

Una Difficile Cronologia

LA MORTE

Per quanto riguarda la morte del poeta si narra un episodio leggendario non avendo notizie certe. Dopo che l'oracolo disse a Esiodo di tenersi lontano dal bosco di Zeus Nemeo, egli, identificando quella località con Nemea fu ucciso presso il tempio di Zeus Nemeo. Il suo corpo fu gettato in mare e trasportato dai delfini alla riva di Ascra, dove fu sepolto.

La Morte

LE OPERE

Vengono attribuite a Esiodo la Teogonia e le Opere e i giorni, probabilmente composte e diffuse oralmente, anche se non è da escludere la composizione fin da subito scritta delle opere. Prima, nella Teogonia, si parla di una sfera divina; in seguito il poeta narra di materia etnica all'interno del Catalogo delle donne, e di argomento etico nelle Opere e giorni.

Teogonia

TEOGONIA

Si ritiene che fra tutte le opere sia quella più antica e che la sua composizione sia collocata in un momento preciso della vita del poeta, ovvero in occasione dei giochi funebri in onore di Anfidamante a Calcide.

All'interno dell'opera v'è la narrazione delle divinità seguendo una struttura genealogica, in cui i legami padre-prole sono basati sulla somiglianza o sulla differenza. All'interno è possibile rintracciare l'idea della percezione della presenza del divino nei fenomeni del mondo che ci circonda.

Proemio

Il poema si apre con un lungo proemio nel quale Esiodo rievoca il proprio incontro con le Muse sul monte Elicona; è la prima volta in cui si assiste ad una scena di investitura poetica. Esiodo era fermamente convinto che l'incontro fosse avvenuto realmente. Altro aspetto innovativo consiste nel fatto che sono le Muse ad incoronare Esiodo poeta e richiedergli di cantare per loro; mentre prima era l'aedo a rivolgersi alle Muse per aiutarlo nel canto e la loro presenza era testimonianza della veridicità di quanto veniva detto, questa volta il poeta cita se stesso come controprova della correttezza del canto.

Il proemio

Struttura

E' scritta in 1022 esametri in cui viene narrata la generazione delle divinità descrivendo le prerogative di ogni divinità. Esiodo vuole descrivere la loro struttura genealogica.

Struttura

IL CATALOGO DELLE DONNE

Il Catalogo delle Donne: si pensa che sia un'opera che continua la Teogonia e dunque c'è chi pensa che formasse un'opera unitaria. Una parte della critica pensa che non sia stato scritto da Esiodo e un'altra la attribuisce a lui, perchè quest'opera condivide con la Teogonia la struttura catalogica e il contenuto. Fu diviso in cinque libri, dei quali il primo parla di Ifigenia, il secondo di Io, le Danaidi ed Europa, il terzo e il quarto parlano di Alcmena, madre di Ercole e della stirpe degli Atridi, l'ultimo parla di Elena e della guerra di Troia.

OPERE E GIORNI

Nelle opere e giorni si analizza il mondo umano e la sua quotidianità indagando le leggi e i comportamenti ai quali uomo si deve attenere. Nel poema si crea l'intreccio tra uomo e lavoro e si indagano le ragioni del destino dell'uomo.

Esiodo descrive con minuziosa attenzione i lavori agricoli stagionali, parla del commercio per mare, attività pericolosa, e dei giorni che scandiscono le stagioni. Inoltre viene messo in risalto il rapporto tra lavoro e giustizia e come l'agiatezza debba derivare dal lavoro onesto e la fatica, e non dai mezzi corrotti dell'aristocrazia. Vengono dunque abbandonati gli eroi e i protagonisti diventano i contadini.

Struttura dell'opera

Struttura

Si tratta di un poemetto di 828 esametri con esplicito contenuto didascalico, fattore che lo distacca dalla tradizione epica, al contrario di altri elementi, come il proemio e l'uso dell'esametro.

Finalità

Per questi motivi può essere considerato un poema didascalico con fine pedagogico, che deve educare gli uomini a perseguire la giustizia, oltre a fornire consigli pratici utili ad ogni mestiere.

Finalità

Proemio

Il poeta dà avvio al canto con l'invocazione alle Muse, alle quali si rivolge affinché facciano un inno per il loro padre Zeus. Proprio per questo il nome di Zeus ricorre più volte con espressioni formulari, e alla fine del proemio Esiodo si rivolge direttamente a Zeus, chiedendogli di ascoltarlo e definendo il suo ruolo come garante della giustizia, sia il proprio ruolo da poeta.

TESTI

Esiodo spiega un meccanismo tipico del mondo umano: la presenza in uno stesso concetto di aspetti diversi e contrastanti, positivi e negativi.

I medesimi principi vengono utilizzati per spiegare la componente malvagia e quella buona del mondo umano.In tal senso la Contesa, considerata come malvagia quando distrae l'uomo dalla sua attività più importante, il lavoro, ed è considerata buona quando suscita desiderio di migliorare la propria condizione; in questo modo il poeta vuole attribuire un significato personale alla vicenda, richiamando le liti su questioni di eredità che ricorrono fra lui e il fratello Perse. L'intento del poeta è quello di ricondurre dunque il fratello alla Contesa buona.

La Contesa Buona e la Contesa Malvagia

La creazione della donna: Pandora

Esiodo spiega l'origine del male nel mondo riprendendo prima il mito di Prometeo, già presente nella Teogonia, e, adattandolo, narra della creazione di Pandora, la donna responsabile della presenza del male nella Terra. Narra di Zeus, che, per vendicarsi dell'inganno di Prometeo invia tra gli uomini Pandora; questa è capace di ammaliare l'uomo con la bellezza e la parola ed è artefice non solo dei mali ma si rende colpevole della loro dispersione nel mondo.

E' così la prima donna ad attrarre e disseminare sventure sulla Terra.

Il mito delle stirpi umane

Esiodo parla del male che è presente tra gli uomini, dunque inizia a illustrarci di un passaggio di stirpi che caratterizzano l'umanità. Si passa dalla stirpe aurea, che passava le giornate senza fatiche e stando in pace, dopodiché si passa alla stirpe d'argento, nella quale gli uomini divennero violenti e smisero di onorare gli dei. Dopo questa stirpe, si passa alla stirpe di bronzo, gli uomini iniziarono ad avere a cuore la guerra e ad essere insensibili e avevano grande forza. Poi c'è la stirpe degli eroi, i cosiddetti semidei, che furono tutti uccisi durante le guerre a Tebe e a Troia. Infine vi è l'ultima stirpe nella quale rientra Esiodo e i suoi contemporanei. A questa stirpe gli dei daranno grandi mali, i figli inizieranno a disprezzare i genitori, e non ci saranno più gli ideali di giustizia, rispetto e bene.

Le ragioni della giustizia

In questo testo Esiodo deve giustificare il realizzarsi del male nella realtà quotidiana. Inizia perciò raccontando una breve favola che ha per protagonisti uno sparviero e un usignolo. Quest'ultimo finito tra gli artigli del primo, piange; lo sparviero dimostra la sua superiorità e l'inutilità dell'usignolo. Vuole trasmettere il messaggio secondo cui il più debole viene sopraffatto dal più forte, facendo emergere la forte contrapposizione tra violenza e giustizia che domina la società. E' un chiaro invito rivolto nuovamente al fratello Perse a seguire la giustizia e non la violenza.