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Platone

politica

La finalità politica della teoria delle idee

Con la dottrina delle idee, Platone intende offrire ai contemporanei uno strumento capace di consentire di uscire dal caos delle opinioni e dei costumi, fonte di disordine e violenza politica

  • L’assolutismo della teoria delle idee rappresenta a tal proposito il mezzo principale contro il relativismo politico e contro l’anarchia sociale
  • Da ciò l’equivalenza indissolubile tra la conoscenza delle idee, la fondazione di una scienza politica universale, la costruzione di una società caratterizzata dalla pace e dalla giustizia tra gli uomini

filosofi al potere

Se i filosofi sono quelli capaci di attingere ciò che è sempre uguale a se stesso e se invece quelli che non sono capaci di questo e vanno vagando nel molteplice e nel mutevole non sono filosofi, quali bisogna che siano i governanti dello Stato? Cosa bisognerà dire, domandò, per rispondere giustamente? - Quelli che si rivelano capaci di custodire le leggi e conservare lo Stato dovranno essere posti come custodi. - Giusto, disse. - Non è forse chiaro, ripresi, chi bisogna scegliere tra un cieco ed uno dalla vista acuta per farne il custode di una cosa qualsiasi? - È certamente chiaro, rispose – […] Sarebbe certo assurdo, disse, scegliere altri, se non sono inferiori ad alcuno neppure nelle altre cose: giacché hanno sugli altri il vantaggio di questa conoscenza che è ciò che più conta

Platone, Repubblica, VI, 484b

lo stato ideale

Nella Repubblica - uno dei dialoghi più importante della produzione platonica - il filosofo delinea i caratteri principali dello Stato ideale, indicando lo scopo di una comunità così costituita:

  • La giustizia
  • La Repubblica, a tal proposito, è esplicitamente diretta alla determinazione della natura della giustizia
  • Secondo Platone, nessuna comunità umana può sussistere senza giustizia, condizione fondamentale per la nascita e la vita dello Stato

le tre classi

Nell’ideale platonico, lo Stato deve essere costituito da tre classi:

1. Governanti

  • Virtù caratteristica: saggezza
  • È sufficiente che, a tal proposito, i governanti siano saggi perché tutto lo Stato lo sia

2. Guerrieri

  • Virtù caratteristica: coraggio

3. Lavoratori

  • Virtù caratteristica: temperanza (governo della ragione sui sensi)

giustizia

Secondo Platone, in uno Stato la giustizia si ha quando ciascun cittadino attende al proprio compito e ha ciò che gli spetta in relazione alla classe d’appartenenza

  • La giustizia, dunque, garantisce l’unità e la forza dello Stato

giustizia

la tripartizione dell'anima

Una delle ragioni della tripartizione dello Stato risiede nella sua capacità di replicare, a livello macroscopico, la tripartizione che caratterizza ciascun individuo

  • L’anima individuale, infatti, si divide, secondo Platone, in tre parti (o meglio: funzioni):

1. Razionale

2. Irascibile

3. Concupiscibile

  • Anche nell’uomo singolo, come nello Stato, la giustizia si avrà quando ogni parte dell’anima svolgerà la propria funzione, coerentemente con l’indole individuale

la funzione razionale

la funzione razionale

La funzione razionale dell'anima:

  • Ha sede nel cervello
  • Si occupa di ragionare e dominare gli impulsi
  • È la funzione preponderante nei governanti

la funzione irascibile

La funzione irascibile dell'anima:

  • Ha sede nel petto
  • Si occupa di lottare per ciò che la ragione comanda
  • È la funzione preponderante nei guerrieri

la funzione irascibile

la funzione concupiscibile

La funzione concupiscibile dell'anima:

  • Ha sede nel ventre
  • È il principio di tutti gli impulsi corporei
  • È la funzione preponderante nei lavoratori

giustizia individuale e sociale

La realizzazione della giustizia nell’individuo e nello Stato, dunque, non può che procedere in parallelo:

  • Lo Stato è giusto quando ogni individuo attende al compito che gli è proprio, armonizzando coerentemente le sue parti
  • L’individuo è giusto quando attende al compito che gli è proprio, armonizzando coerentemente le sue parti

giustizia individuale e sociale

appartenenza sociale

La preponderanza di una funzione dell’anima sulle altre garantisce l’appartenenza degli individui a una certa classe

  • Ciò implica una distinzione sociale svincolata dai natali e invece frutto delle differenti attitudini naturali
  • Attenzione, tuttavia: solo eccezionalmente, secondo Platone, si assisterebbe a una significativa mobilità sociale:
  • La regola, infatti, prevede che i figli tendano a somigliare ai padri

Ordinariamente, voi generate figli simili a voi

Platone, Repubblica, III, 415

comunismo è felicità

Affinché lo Stato funzioni bene e si realizzi concretamente la giustizia, Platone suggerisce l’eliminazione della proprietà privata e la comunanza dei beni per le classi superiori:

  • In questo modo, esulando dai propri interessi, i governanti e i guerrieri possono attendere efficacemente, senza alcuna distrazione o egoismo, alla gestione della cosa pubblica
  • Soltanto la classe dei lavoratori non viene esclusa dalla proprietà privata dei mezzi di produzione, così da incentivare la produzione di beni

una sola famiglia di governanti

Per le stesse ragioni per cui è preferibile che i governanti non possiedano beni privati, alla classe al potere viene preclusa la possibilità di avere una famiglia:

  • In una società nella quale le donne godono di una completa uguaglianza rispetto agli uomini e partecipano in maniera paritaria alla vita dello Stato, le unioni matrimoniali sono temporanee e stabilite dallo Stato in base a criteri eugenetici volti alla procreazione di figli sani
  • Tutti i bambini, poi, saranno tolti fin dalla nascita ai loro genitori naturali, i quali condivideranno indistintamente l’educazione della prole comune

la felicità sociale

la felicità sociale

A parere di Platone, una società così regolata sarà in grado di garantire la felicità dei propri cittadini:

  • Ognuno, infatti, proprio in ragione del ruolo che svolgerà, contribuirà all’armonia complessiva dello Stato, partecipando alla sua realizzazione
  • I governanti, inoltre, identificandosi con i filosofi, godranno della beatitudine più alta, la conoscenza delle idee, tanto da non ricercare beni materiali per la propria realizzazione
  • In tal modo, Platone delinea quel modello ascetico di filosofo che avrà larga fortuna nel successivo immaginario collettivo e letterario

le degenerazioni dello stato

Platone è convinto che lo Stato da lui descritto rappresenti un ideale, da utilizzare come modello per migliorare gli Stati esistenti e giudicarne le alterazioni

  • A tal proposito, varie possono essere le degenerazioni dello Stato e, parallelamente, le corrispondenti degenerazioni (vizi) del singolo

timocrazia

La timocrazia è il governo fondato sull’onore

  • Nasce quando i governanti si appropriano di terre, di case e di cariche
  • Ad essa corrisponde l’uomo ambizioso e desideroso di onori

oligarchia

L'oligarchia è il governo fondato sul censo

  • Nasce quando prendono il potere, al posto dei sapienti, i ricchi
  • Ad essa corrisponde l’uomo avido di ricchezze

democrazia

La democrazia è il governo fondato sulla libertà individuale

  • Nasce quando ad ognuno è concesso di fare ciò che vuole
  • Ad essa corrisponde l’uomo che si abbandona ai desideri smodati

tirannide

La tirannide è un governo fondato sulle passioni del tiranno

  • Nasce dall’eccessiva libertà della democrazia, con il tiranno che finisce per circondarsi degli individui peggiori
  • Ad essa corrisponde l’uomo schiavo di passioni egoistiche, alle quali si abbandona disordinatamente

platone e la democrazia

La riflessione politica platonica prende le mosse da una sostanziale ostilità nei confronti della democrazia

  • Non a caso, Platone critica non soltanto i sofisti, ossia i teorici della nuova pólis, ma anche gli uomini politici che avevano attuato riforme della città in senso democratico: Temistocle, Cimone, Aristide, Pericle

áristoi vs démos

Per essere correttamente intesa, la proposta politica di Platone va collocata nel contesto sociale della sua epoca, segnata dallo scontro tra gli áristoi (i nobili) e il démos (il popolo)

  • Tale scontro non implica soltanto una contrapposizione di interessi, ma anche l’antitesi tra due opposte concezioni della vita associata e della giustizia:
  • Secondo la concezione aristocratica, infatti, a reggere le sorti della cosa pubblica devono essere i migliori (áristoi), ossia una minoranza che eccelle sui molti
  • Secondo la concezione democratica, invece, il governo della pólis deve essere partecipato da tutti

platone vs democrazia

platone

vs democrazia

Nello scontro tra áristoi e démos, lo Stato platonico presenta una fisionomia strutturalmente antidemocratica

  • La divisione in classi, ad esempio, non obbedisce a un semplice criterio funzionale, ma all’idea politica della necessità di un rigida diversificazione delle attività
  • È questo uno schema di coesione sociale statico, gerarchico e organicistico, basato su ruoli fissi e nettamente differenziati e in cui tutto è rigidamente prestabilito
  • Il tutto prevale sulle parti, con i subalterni che non hanno alcuna possibilità di sovvertire o anche solo controllare l'ordine costituito

platone pro sofocrazia

platone

pro sofocrazia

Pur incarnando un ideale evidentemente aristocratico, lo Stato platonico non deve essere confuso con quello aristocratico tradizionale:

  • I governanti, infatti, non sono tali per casato, forza o ricchezza, bensì per il possesso del sapere
  • La vera novità dell’aristocraticismo platonico si condensa nel tentativo di costruire una forma di sofocrazia (governo dei sapienti), con la ragione al potere e i filosofi al governo

una forma di totalitarismo?

Una delle questioni che ancora oggi pervade il dibattito sulla riflessione politica platonica, tuttavia, è quella che ruota attorno all’idea secondo la quale lo Stato delineato nella Repubblica rappresenti o meno il paradigma di un regime autoritario e totalitario, cifra di regimi statalisti (di destra o di sinistra) che hanno attraversato i secoli

  • Cfr. Karl Popper, La società aperta e i suoi nemici (1945)
  • Cfr. Bertrand Russel, Saggi impopolari (1950)

Attenzione: Quello abitato da Platone è un paradigma totalmente diverso da quello contemporaneo

  • Andrebbe dunque giudicato secondo le categorie proprie del tempo in cui è stato partorito
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