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Questo prodotto chimico ad esempio tra i vari impieghi possibili viene utilizzato anche per saldare oro e altri metalli. Perché il processo possa effettuarsi c’è necessità di calore per scaldare il metallo e permettere alla lega d’apporto di fondere ed insinuarsi tra le parti da saldare; questo calore è dato principalmente da una fiamma proveniente da un cannello alimentato a gas (metano, propano o acetilene) e ossigeno. In questo processo il gas è il combustibile e l'ossigeno il comburente.
Un effetto del calore sul metallo è l’ossidazione, che impedisce alla lega saldante di scorrere, per cui è necessario proteggere le superfici interessate con un fondente, quello più usato è il borace sciolto in acqua. Le leghe utilizzate per la saldatura sono composte principalmente da oro, argento, rame, e zinco. Queste leghe si possono preparare direttamente in laboratorio o reperire nelle apposite forniture.
La tecnologia ha portato grandi novità in questo ambito: la saldatura TIG e quella laser. La prima consiste nel far fondere le parti di metallo a contatto di un elettrodo di tungsteno, il quale attraversato da corrente elettrica fa scoccare un arco voltaico sotto
protezione di un gas inerte; la seconda produce lo stesso effetto utilizzando, però, un raggio laser. In entrambi i casi avremo una “saldatura autogena” anziché una “brasatura”.