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PENSIERO

VITA

OPERE

NICCOLO' MACHIAVELLI

RAFFAELLA ILLIBATO 3c

CENNI SULLA VITA

1

APPROFONDIAMO...

APPROFONDIAMO

la famiglia d’origine di Machiavelli era antica, ma decaduta, e fin dall’adolescenza il giovane ha dimestichezza con i grandi classici latini. La prima notizia certa che si ha di Machiavelli risale al 1498 e riguarda una lettera nella quale lo scrittore esprime pareri molto duri in merito all’operato di Girolamo Savonarola. Sarà proprio in seno al governo della repubblica fiorentina, alla caduta di Girolamo, che Machiavelli inizierà la sua carriera politica come secondo segretario della Cancelleria della Repubblica e, in seguito, segretario del consiglio dei Dieci.

"PRUDENTIA ET ARMI"

Anni e anni di osservazioni permisero a Machiavelli di scrivere molto riguardo alla politica, a come dovrebbe essere un buon governante e il suo impegno nei confronti dello stato fiorentino diede come frutto il dotarsi di un esercito proprio, non più fatto di mercenari. Machiavelli era convinto che la situazione italiana dell’epoca richiedesse un nuovo tipo di politica, basato su “prudentia et armi”, saggezza ed armi.

PRUDENTIA ET ARMI

LE OPERE PRINCIPALI

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Passiamo ora ad elencare quelle che vengono considerate le opere principali di Machiavelli:

Discorso fatto al magistrato de’ Dieci sopra le cose di Pisa (1499)

Parole da dirle sopra la provvisione del danaio (1503)

Descrizione del modo tenuto dal Duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il Signor Pagolo e il duca di Gravina Orsini (1503)

De natura Gallorum (1510)

Ritratto delle cose di Francia (1510)

Ritratto delle cose della Magna (1512)

Il Principe (1513)

Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio (1513 –1519)

Dell’arte della guerra (1519 – 1520)

La vita di Castruccio Castracani da Lucca (1520)

Istorie fiorentine (1520 – 1525)

Discorso o dialogo intorno alla nostra lingua (pubblicato nel 1730)

Decennali

La mandragola (1518) - commedia teatrale

Belfagor arcidiavolo (1518 - 1527)

Epistolario (1497 – 1527)

L’asino (1517)

IL PRINCIPE

La più famosa di tutte queste, “Il Principe”, venne scritta tra il 1513 e il 1514, ma fu pubblicata solamente nel 1532. Con questo componimento, frutto del suo lavoro diplomatico in giro per l’Europa, Machiavelli analizza i vari generi di eserciti e principati con cui ha avuto a che fare lungo il suo percorso, cercando di tracciare l’identikit del buon Principe, quello con tutte le qualità necessarie per conquistare e mantenere il potere in uno stato, ottenendo l’appoggio dei sudditi.

IL PENSIERO...

Il pensiero di Niccolò Machiavelli ha un peso fortissimo negli studi sull’organizzazione politica e giuridica. Questo grazie a un’elaborazione di pensiero politico che, all’epoca, era considerata parecchio originale e che lo ha portato, come già accennato, a porre su piani nettamente separati la politica, la morale e la religione.

Con questa sua scienza politica, Machiavelli è stato il primo a teorizzare l’emancipazione dell’uomo dalle influenze di elementi fantastici e soprannaturali; egli affianca al concetto di Fortuna (o provvidenza), il quale regge le cose umane, quello di uomo creatore della storia grazie al suo spirito e alla sua intelligenza.

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Per quanto riguarda il pensiero di Machiavelli sulle istituzioni, anche in questo caso Machiavelli era avanti rispetto alla logica del suo tempo. Al concetto di Feudo sostituisce il concetto di Stato, più ampio e moderno, che deve essere rigorosamente separato dal potere religioso (quindi laico). Qualunque stato che voglia agire secondo la logica dello scrittore fiorentino, non potrebbe subordinare le proprie azioni ad autorità ecclesiastiche. Machiavelli pone quindi i primi semi rispetto all’idea che sia la Chiesa a dover essere subordinata allo Stato, non viceversa.

LE ISTITUZIONI

MACHIAVELLISMO?

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Cosa si intende quando si parla di machiavellismo? Ancora oggi, in parte erroneamente, si intende una tattica politica che, non rispettando la morale, prova ad ingrandire il proprio potere e benessere. Da qui nasce il famoso motto “il fine giustifica i mezzi”, anche se pare che Machiavelli non lo abbia mai pronunciato.

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