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Transcript

Bevini Aurora, Mattioli Sofia, Zanni Nicoletta.

ECOMONDO

FINE PRESENTAZIONE

RICICLO LEGNO

RICICLO LEGNO

Il legno è al materiale più ecosostenibile che l’uomo conosca, con un ciclo vitale pressoché infinito, se trattato nel modo corretto: il suo riciclo permette infatti di risparmiare energia, di migliorare la qualità dell’aria che respiriamo ed evita, soprattutto, lo spreco di risorse naturali fondamentali per la nostra vita.

Il rifiuto legnoso recuperato può essere destinato agli impianti di produzione per l’industria del mobile, di compost,di blocchi-cemento e per la produzione di energia e calore.

SAVIOLA

SAVIOLA

è il piu importante trasformatore di rifiuti di legno del mondo con una capacità di riciclo di 1,5 milioni di tonnellate di legno post-consumo all'anno. Da oltre trent'anni ha sposato la filosofia dell'"economia circolare ": sistema capace di sosteneri da solo,dove le risorse non diventano rifiuti ,dove tutto ricomincia.

SAVIOLA

DI COSA SI OCCUPA?

SI OCCUPA DI RECUPERARE E RIUTILIZZARE UNA MATERIA PRIMA SECONDARIA, CHE PUO' RINASCERE CON UNA LOGICA DI PROCESSO ECONOMICAMENTE ED ECOLOGICAMENTE SOSTENIBILE.

UTILIZZANO UN PROCESSO PRODUTTIVO DI QUALITA' E UNICO AL MONDO, SUPPORTATO DA UN IMPEGNO COSTANTE A LIVELLO DI RICERCA, INNOVAZIONI E PROCESSI.

LE TECNOLOGIE DI TRASFORMAZIONE DEL GRUPPO SAVIOLA SONO IN GRADO DI TRATTARE TUTTE LE TIPOLOGIE DI RIFIUTI LEGNOSI.

ATTRAVERSO LA RETE DI CENTRI DI RACCOLTA ECO-LEGNO SAVIOLA E' IN GRADO DI RACCOGLIERE OGNI ANNO OLTRE 1,5 MILIONI DI TONNELLATE DI LEGNO USATO CHE ALIMENTANO IL PROCESSO.

SECONDO IL MIO PUNTO DI VISTA SAVIOLA E' UN'AZIENDA SOSTENIBILE IN QUANTO SCEGLIE DI NON UTILIZZARE PER LA PROPRIA PRODUZIONE ALBERI VERGINI MA SOLO LEGNO POST-CONSUMO.

INOLTRE CON LA FILOSOFIA DELL'ECONOMIA CIRCOLARE E' CAPACE DI SOSTENERSI DA SOLO,DOVE LE RISORSE NON DIVENTANO RIFIUTI.

ECOSOSTENIBILE

UNILEGNO

Unilegno Narni Srl è una struttura attrezzata che trasforma il legno verde o il legno rifiuto in combustibile da inviare alle centrali a biomassa per il verde, o ai cementifici / calcifici per il legno rifiuto.

La loro attività consiste nel:

  • ricevere separatamente il legno: verde o rifiuto.

Il legno verde, dopo un’accurata selezione e macinazione viene inviato alle centrali a biomassa.

Il legno rifiuto, dopo una verifica del materiale viene prima triturato e poi macinato, alle pezzature richieste dai clienti, e viene utilizzato come combustibile alternativo nei cementifici e calcifici.

  • produttorre multistrato di betulla

COSA FANNO?

Multistrato Betulla

Wiremesh

Multistrato Betulla

EXT

Multistrato Betulla

INT

ASSOCIAZIONE ASSORECUPERI

ASSORECUPERI è UN'ASSOCIAZIONE CHE SI OCCUPA DI salvaguardare l'ambiente, aiutiando le aziende( come unilegno) a rispettare la legge, a essere al passo coi tempi, in continuo processo di rinnovamento e a promuovere il modello dell'ECONOMIA CIRCOLARE;

riciclaggio della carta

La carta è un materiale riciclabile. La carta recuperata può essere trattata e riutilizzata come materia seconda per la produzione di nuova carta.

In Italia carta e cartone rappresentano circa il 30% del totale dei rifiuti e sono una risorsa perchè possono essere utilizzati per produrre carta riciclata. E’ sufficiente recuperare una

tonnellata di materiale cellulosico per salvare 3

alberi alti 20 metri, riducendo l'impatto ambientale

e risparmiando le fonti di energia.

RICICLO CARTA

UNIRIMA

E' un' associazione autonoma.

Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri, si occupa di IMPIANTI DI RICICLO,RICICLO CARTA,COMMERCIANTI DI CARTA DA MACERO.

CON IL 90% DELLE QUANTITA' DI CARTA DA MACERO GESTITA SU UN TOTALE DI

CIRCA 6,6 MILIONI DI TONNELLATE, UNIRIMA E' LA PRINCIPALE E PIù GRANDE

FEDERAZIONE ITALIANA DI IMPRESE DI TALE SETTORE INDUSTRALE E SI PONE COME PUNTO

DI RIFERIMENTO DI QUESTO COMPARTO STORICO DELL'INDUSTRIA GREEN

ITALIANA CHE FIN DALLA SUA ORIGINE HA RAPPRESENTATO UN PERFETTO

ESEMPIO DI ECONOMIA CIRCOLARE RIUTILIZZANDO GLI SCARTI E IL

MACERO PER LA PRODUZIONE DI NUOVA CARTA.

UNIRIMA

(Con il termine carta da macero o fibre di recupero si intende quella carta che ha già servito allo scopo per la quale è stata fabbricata e che viene riutilizzata nel ciclo produttivo. Caratteristica fondamentale della cellulosa è infatti quella di poter essere sottoposta a ripetuti utilizzi, vale dire che un foglio di carta una volta usato può essere reimpiegato per produrre nuova carta)

UNIRIMA

UNIRIMA si pone come interlocutore nei confronti dei soggetti pubblici e privati per sostenere, promuovere e tutelare le istanze degli associati, pertanto e' presente in ambito nazionale ed internazionale ai più importanti tavoli istituzionali del settore, sia tecnici che politici. cura l'elaborazione di Rapporti di settore, di analisi costi-benefici sulle raccolte differenziate, di studi sull'assimilazione. si occupa dell'elaborazione dei documenti di posizione sulle problematiche e sulle opportunità di sviluppo del settore del recupero del macero.

FORMAPERTA

Formaperta è specializzata nell'ecodesign e produzione di allestimenti innovativi, sostenibili nel loro intero ciclo di vita.

Per le sue produzioni Formaperta utilizza principalmente cartone riciclato proveniente dalla nostra raccolta differenziata e certificato per la sua sostenibilità.

®

Nata nel 2010 dall'esperienza di un grande gruppo cartotecnico, l'azienda è via via cresciuta anche grazie alla partnership agli eventi sistematici di Slow Food e Legambiente, di cui integra obiettivi e politiche di riduzione di impatto delle manifestazioni.

Formaperta sostiene il suo impegno per lo sviluppo sostenibile con misurazioni e certificazioni di parte terza, non solo parole. I suoi allestimenti, oltre ad essere 100% riciclati e riciclabili, sono certificati FSC a tutela delle foreste e degli ecosistemi. Il marchio FSC è tra i più riconosciuti al mondo da consumatori ed operatori come garanzia di gestione responsabile delle foreste e di completa tracciabilità dei materiali.

Dal 2013 l'azienda è tra i soci fondatori della Rete per il Packaging Sostenibile: 100% Campania, formata dalle principali industrie campane della filiera della carta e che ha come obiettivi primari lo sviluppo dell'economia circolare, la sostenibilità ed innovazione di produzione e processi, lo sviluppo di progetti di riduzione di impatto lungo la filiera in collaborazione dei clienti, consumatori e fornitori.

®

FORMAPERTA

ESPOSITORI

Formaperta ha sottoposto i suoi prodotti a studio del ciclo di vita (LCA - life cycle assessment) ed è quindi in grado si conoscere l'impatto ambientale, in termini di CO2 equivalente, dei suoi allestimenti secondo un dato che i nostri clienti possono comunicare ed integrare con i loro obiettivi di sostenibilità.

Tutti i prodotti sono realizzati con carte riciclate e certificate, utilizzando tecniche ad incastro senza l’utilizzo di colle, supporti sostenibili e facilmente riciclabili.

SEDUTE

PRODOTTI

TOTEM E PROMOSTAND

CESTINI

COLLEGAMENTO SCUOLA

PROCESSI DI FABBRICAZIONE DELLA CARTA

FABBRICAZIONE CARTA

In sintesi il processo di fabbricazione consiste in vari stadi che portano alla formazione della carta a partire dal legno. I principali stadi sono:

  • Preparazione delle fibre: spappolamento
  • Sbiancamento
  • Formazione del foglio e pressatura
  • Trattamenti superficiali vari
  • Essiccamento

Il legno è formato indicativamente da:

  • Cellulosa (circa 45%)
  • Emicellulosa (circa 30%)
  • Lignina (circa 20%)
  • Estraibili vari: terpeni, resine, acidi grassi (circa 5%).

Cellulosa ed emicellulosa costituiscono le fibre del legno, mentre la lignina è l'interfibra che le tiene unite. Nell'industria cartaria il materiale più comunemente usato è la polpa di legno o di cellulosa, solitamente legno tenero come per esempio l'abete o il pioppo, ma - a seconda degli usi - si possono utilizzare anche altre fibre come cotone, lino e canapa, oltre che, ovviamente, carta riciclata.

Preparazione delle fibre: spappolamento

Considerando il processo partendo dal legno, in questa fase il legno viene scortecciato e ridotto in chip, successivamente si formano delle paste rompendo in vari modi il legame della lignina. La materia prima è trasformata in polpa, una miscela concentrata di fibre in sospensione nel liquido. La separazione delle fibre avviene con metodi sia fisici (sbattimento, calore) che chimici (alcali). Poiché le fibre derivano da fonti naturali, sono necessari diversi passaggi di separazione e lavaggio.

SPAPPOLAMENTO

PASTE CHIMICHE

La lignina viene sfibrata chimicamente (con soda caustica e solfuro di sodio) e selettivamente, lasciando intatte le fibre di cellulosa: si ottiene una pasta marrone che richiede molti sbiancanti, ma la carta finale è molto resistente (kraft, in tedesco forte). Il processo ha degli svantaggi ambientali (lo zolfo genera odore di uova marce, e ci sono molti scarti acquosi) e di resa (solo il 50% del legno viene trasformato in pasta, anche se molti scarti vengono bruciati e l'energia viene recuperata).

Paste meccaniche e termomeccaniche

PASTE MECCANICHE E TERMOMECCANICHE

La lignina viene sfibrata con uno sminuzzamento esclusivamente meccanico (grinding), o termo-meccanico. La polpa è molto impura: le fibre poco raffinate rendono la carta così prodotta meno resistente alle sollecitazioni meccaniche, vista la difficoltà delle fibre a formare ponti idrogeno; inoltre, a causa dell'elevato residuo in lignina, il prodotto finale esibisce scarsa stabilità alla luce, con conseguente tendenza al facile ingiallimento. Il processo ha dei vantaggi di resa (il 95% del legno viene trasformato in pasta), ma richiede molta energia meccanica, anche se la pasta meccanica prodotta è più economica di quella chimica. Per queste sue caratteristiche, essa è generalmente usata in tutte quelle applicazioni in cui non è richiesta grande resistenza meccanica né fotostabilità: carta da giornale, elenchi telefonici, ecc.

Paste semichimiche (CTMP)

Il processo di formazione della pasta è intermedio: il legno viene trattato chimicamente e trattato successivamente con vapore e meccanicamente (Chemo Thermo Mechanical Pulping). Il trattamento separa buona parte delle fibre, ma la purificazione è solo parziale, in dipendenza dalla durata e dell'intensità.

La carta prodotta è più forte di quella ottenuta da paste meccaniche e intermedia rispetto a quella prodotta con paste chimiche. Essa può essere utilizzata per produrre carte patinate.

PASTE SEMICHIMICHE

Preparazione delle fibre: sbiancamento

SBIANCAMENTO

Le paste vengono sbiancate in genere con cloro o biossido di cloro.

Sistemi a minore impatto ambientale utilizzano ossigeno e idrogeno perossido.

Il pH finale della carta normalmente varia da 4 a 7.

Dopo questi trattamenti si è ottenuta una pasta che consiste in una sospensione di fibre epurate. Da qui si possono produrre balle di cellulosa (che saranno poi utilizzate come materie prime dalle cartiere, necessitando quindi di essere di nuovo miscelate in pulper) o si passa direttamente alla formazione dei fogli.

Formazione del foglio e pressatura

FORMAZIONE E PRESSATURA

Nelle moderne cartiere in continuo si procede facendo drenare la soluzione di cellulosa dalla cassa di flusso attraverso una fessura larga quanto la macchina su una tela che scorre in continuo: le fibre si concentrano e si compattano (allineandosi preferenzialmente in senso macchina) formando il foglio iniziale (ca. 80% acqua). La velocità della tela in rapporto alla velocità di deflusso delle fibre dalla cassa di flusso determinano la "quadratura" della carta, cioè l'orientamento delle fibre. Segue la pressatura che viene eseguita in continuo nella seccheria con dei rulli dotati di feltri: le fibre si compattano maggiormente e il foglio subisce una laminazione perdendo ancora acqua e arrivando a una concentrazione del 3-4%.

Trattamenti superficiali

TRATTAMENTI SUPERFICIALI

La carta grezza ottenuta pressando la polpa è piuttosto assorbente e non presenta una superficie adatta per la scrittura o per altre applicazioni come la stampa. Per questo motivo viene utilizzata un'ampia gamma di additivi per ottenere le proprietà desiderate. Questi vengono applicati come rivestimento sulla superficie, formando la patina.

Gli agenti patinanti sono di solito polimeri studiati per ottenere una migliore superficie su cui scrivere. Sono impiegati l'amido, il poliacetato di vinile (PVA) e molti altri prodotti per realizzare tipi diversi di carta. La patinatura può anche migliorare la superficie lisciandola. La matrice di fibra è rugosa e per renderla liscia si utilizza spesso il caolino. L'aspetto lucido (per esempio delle copertine delle riviste) è aggiunto successivamente alla stampa, applicando uno strato trasparente (come uno smalto) sulla pagina stampata, e non è quindi una caratteristica originale della carta.

Essiccamento

ESSICAMENTO

La carta in genere esce dal trattamento di sizing con un'umidità ancora alta. Il foglio viene quindi essiccato facendolo passare ancora per una seccheria e poi calandrandolo attraverso uno o più rulli riscaldati (generalmente in acciaio) che impartiscono una certa pressione al foglio, rendendolo relativamente liscio dalla parte a contatto con i cilindri (carta calandrata).

PERCHè LA CARTA INGIALLISCE?

PERCHé LA CARTA DIVENTA GIALLA?

La carta ingiallisce perché alcuni dei componenti si degradano in seguito a reazioni chimiche di ossidazione (perdita di elettroni) e idrolisi (scissione di composti) che causano la formazione di ossidi e acidi, principali responsabili del cambiamento di colore.

Fattori interni: Il degrado è favorito da particolari sostanze contenute nella carta e da agenti esterni. Le sostanze che creano maggiori alterazioni sono la lignina, che si trova nel legno, e i metalli come il ferro e il rame, talvolta presenti nell’acqua dell’impasto: entrambi hanno l’effetto di catalizzare le reazioni chimiche.

"Nemici" esterni: Luce, umidità e inquinamento atmosferico sono i principali fattori che intervengono dall’esterno. La luce è energia che, assorbita dalle molecole, ne

accelera le trasformazioni. Le sostanze inquinanti (come zolfo e azoto) in presenza

di acqua si trasformano in acidi (solforico e nitrico), imbrunendo i bordi della carta. L’umidità favorisce la proliferazione di batteri e funghi che producono pigmenti

colorati. La polvere, infine, assorbe tutte queste sostanze e le deposita sulla carta.

COMBUSTIONE DEL LEGNO

COMBUSTIONE LEGNO

il legno, il più antico combustibile utilizzato dall’uomo per il riscaldamento delle abitazioni e la cottura dei cibi.

Due cose sono necessarie perché il legno possa bruciare: ossigeno ed alta temperatura.

Affinché la combustione all'interno di una stufa possa avvenire, il legno deve mantenere alta la temperatura interna e disporre di ossigeno sufficiente per consumare quanta più legna e gas possibile. Mediamente il potere calorifero del legno con 15% di umidità è stimabile

sui 4,3 kWh/kg mentre quello del gasolio è di 10,00 kWh/l e quello del gas

metano è di 9,5 kWh/m3

; si può quindi valutare che approssimativamente

con 2,3 kg di legno secco si sostituisce un litro di gasolio e 1 m3

di gas naturale.

PROCESSO

LA COMBUSTIONE DEL LEGNO PASSA ATTRAVERSO TRE FASI DISTINTE:

  • L'essiccazione: fino a temperature di 220 °C il calore assorbito provoca

emissione di vapore acqueo, eliminando l’umidità presente nel legno;

quanto più il legno è umido, tanta più energia sarà necessaria per L'ESSICAZIONE e tanto più basso risulterà il rendimento.

  • Nella fase di degradazione termica tra i 220 °C e i 270 °C iniziano a formarsi aeriformi (gas e vapori) e carbonio solido; a 500 °C l’85% della massa si presenta sotto di composti volatili.
  • La fase della combustione che inizia tra i 500 e i 600 °C e si protrae fino ai 1000 °C circa, consiste nella completa ossidazione dei gas. La combustione del legno è completa quando tutte le parti del combustibile hanno reagito con l’ossigeno

RESIDUI DELLA COMBUSTIONE

Il legno è costituito da una parte organica combustibile (la cui composizione chimica media è Carbone 50%, Ossigeno 42,5%, Idrogeno 6,5%, Azoto 1%), da una parte minerale inerte, e dall'acqua. Le sostanze organiche, cioè le resine, i tannini, ed i polimeri (cellulosa, emicellulosa e lignina), per azione della ossidazione ad alta temperatura durante la combustione, subiscono delle profonde modificazioni chimiche, liberando energia e producendo dei residui che, a seconda della qualità della combustione, possono variare entro certi limiti.

principali residui sono:

  • Le ceneri costituiscono dal 2 al 3% della massa anidra del legno e sono il residuo della sua parte minerale (silicio, calcio, magnesio, potassio, acido fosforico, etc.)
  • Ossidi di Azoto.
  • Ossidi di Zolfo ( presente in quantità minime nella legna).
  • Ossidi di carbonio. Costituiscono la massa principale dei gas di risulta della combustione. Il monossido di carbonio si produce sulla superficie della legna come primo risultato della combustione, e brucia poi ad anidride carbonica per successiva ossigenazione.
  • L'anidride carbonica (Biossido di carbonio) si forma per ossigenazione del monossido di carbonio, ed è un gas innocuo.
  • Idrocarburi incombusti.
  • La fuliggine CHE E'costituita fondamentalmente da carbone puro (98%)

valori per alcune specie arboree

il potere calorico interno del legno viene generalmente espresso in KJ/Kg e rappresenta la quantità di calore sprigionata dalla completa combustione di un chilogrammo di legna. Il potere calorico dipende fortemente dalla qualità del legno e dal suo tasso di umidità.

POTERE CALORIFICO DEL LEGNO

SPECIE ARBOREA Potere calorifico superiore

IN KJ/KG DEL LEGNO SECCO

Abete bianco 19 465

Abete rosso 20 331

Acero Napoletano 19 285

Betulla 20 796

Carpino Nero 19 423

Castagno 19 251

Cerro 19 457

Cipresso 24 781

Douglasia 21 056

SPECIE ARBOREA Potere calorifico superiore

IN KJ/KG DEL LEGNO SECCO

Faggio 19 327

Frassino 22 395

Larice 16 953

Ontano 18 209

Ontano Napoletano 19 674

Pioppo Nero 17 288

Pioppo Marittimo 20 729

Robinia 18 837

Roverella 19385

Diversi argomenti depongono a favore di un utilizzo del legno come fonte DI ENERGIA :

FINE PRESENTAZIONE

argomenti a favore sull'utilizzo del legno

  • è una fonte di energia rinnovabile;
  • presenta rischi pressoché nulli per l’ambiente durante la produzione, il trasporto e lo stoccaggio;
  • produce, se la combustione è corretta, emissioni comparabili a quelle del gas naturale, ma senza contribuire all’effetto serra;
  • diversifica l’approvvigionamento energetico e riduce la dipendenza dall’estero, valorizzando allo stesso tempo la produzione del legno, con possibili positive ripercussioni economiche e occupazionali.
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