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Transcript

SER CIAPPELLETTO

Giovanni Boccaccio

Lavoro svolto da:

Chiaromonte Cristina

De Biase Maria Soccorsa

Sderlenga Giulia

LA VITA

LA VITA

Boccaccio nasce nel 1313 a Certaldo, vicino Firenze e muore nel 1375 nella sua città natale. Si trasferisce a Napoli con il padre mercante presso i d’Angiò e impara le arti mercantili. Andrà a lavorare presso la Compagnia dei Bardi, ma poco dopo inizia a studiare letteratura. Dopo pochi anni fallisce la compagnia e torna a Firenze, dove svolgerà incarichi diplomatici.

Durante la metà del 300’, nel pieno dell'Umanesimo, stringe amicizia con Petrarca con cui condividerà la passione per i classici. Nel 1360 diventa chierico a seguito di una crisi interiore che lo spingono ad abbandonare la vita politica.

IL DECAMERON

DECAMERON

L’opera principale di Boccaccio è il DECAMERON, chiamato anche decamerone perchè dal greco "deka" significa dieci mentre "emeròn" significa giorni. Esso, scritto tra il 1348 (anno della peste nera) e 1353, è una raccolta di 100 novelle legate da un antefatto. Vi partecipano 10 persone, 7 donne e 3 uomini , che si rifugiano sulle colline fiorentine per sfuggire alla peste. Resteranno lì per 14 giorni, 4 di riposo e 10 nei quali ognuno di loro racconta una storia. L’opera si compone di un proemio, le giornate e la conclusione dell'autore. I temi principali sono la fortuna, l’amore felice e infelice, beffe, inganni, l’ingegno e nobiltà d'animo.

introduzione

SER CIAPPELLETTO

SER CIAPPELLETTO

Il tema della prima giornata è libero e la regina è Pampinea e il narratore è Panfilo. Lo scopo di questa storia è dimostrare come Dio ascolti lo stesso le preghiere dei fedeli nonostante questi si affidino a dei falsi santi. Il protagonista è il notaio Ciappelletto, un furfante e un depravato, che si fa passare per santo.

IL PERSONAGGIO DI SER CIAPPELLETTO

PROTAGONISTA

Il vero nome di Ser Ciappelletto è Ser Cepparello da Prato. Egli è un notaio chiamato così perché

i francesi sono in realtà convinti che il suo nome sia un diminutivo di cappello. L’uomo ha una pessima reputazione, è dedito all’omosessualità, al gioco e ha compiuto diversi atti violenti. Insomma è veramente una persona poco affidabile, tanto che le righe 18-23 citano: "Pronto a rogare atti falsi, spergiuro e violento, bestemmiatore e frequentatore di taverne, era sempre disposto a dar mano in ogni malefatta. Aveva avuto parte perfino in omicidi e ferimenti. schernitore di Dio e dei santi, ladro e farabutto, sconcio bevitore e giocatore di vantaggio, si può dire che fosse il peggiore uomo che mai nascesse.

LA VERA NATURA DEL PROTAGONISTA

VERA NATURA

Anche ser Ciappelletto usa il proprio ingengno per risolvere la trama della complessa vicenda, infatti egli rappresenta l'incarnazione stessa del male. Una nota caratteristica del personaggio è la sua spregiudicatezza nel confessare i suoi peccati. Inoltre Panfilo sottolinea che non sappiamo se effettivamente egli bruci o meno all'inferno perchè potrebbe darsi che, nel profondo del suo cuore si sia pentito delle malefatte e che quindi Dio, nella sua infinita misericordia, le accoglie perchè provengono da cuori puri che hanno scelto l'intermediario sbagliato. Proprio per questo la novella ha una morale laica.

RIASSUNTO

La storia si apre con il mercante francese Musciatto Franzesi che deve lasciare la Francia ma non vuole farlo prima di aver trovato qualcuno che si occupi di riscuotere dei crediti che lui ha presso dei borgognoni, persone veramente di malaffare. Pensa quindi di rivolgersi a Ser Ciappelletto e affidargli l'incarico che quest'ultimo accetta. Così, Ser Ciappelletto parte per la Borgogna e viene ospitato da due fratelli fiorentini che fanno gli usurai. Mentre Ser Ciappelletto è ospite della casa si ammala.

Il problema risiede nel fatto che, qualora Ser Ciappelletto morisse da loro, dovrebbe essere seppellito in terra sconsacrata, causando problemi alla fama dei due fratelli. D’altro canto i due non se la sentono nemmeno di lasciare il povero Ser Ciappelletto fuori di casa in quelle condizioni e sanno che qualora chiamassero un prete e lui si confessasse, nessuno potrebbe mai perdonarlo per tutti i suoi peccati. Ser Ciappelletto però sente i due discutere nella stanza accanto: li chiama e propone loro il suo piano. Chiamare un frate, confessarsi e fingere di essere colui che non è. E così viene fatto.

ANALISI

La novella è racchiusa in due meditazioni sul tema della volontà di Dio e quella degli uomini, mentre il racconto vero e proprio si divide in tre sequenze:

  • 1 ritratto di Ser Cepparello (Ciappelletto) e descrizione della ragion di mercatura e della vita dei mercanti;

  • 2 la malattia di Cepparello che dà il via all’azione articolata in due dialoghi: il primo tra gli usurai e poi tra gli usurai e Cepparello, il secondo tra Cepparello e il Frate confessore;

  • 3 la conclusione della novella con la morte di Cepparello e la sua santificazione.

TEMI SER CIAPPELLETTO

TEMI

-L'IPOCRISIA DELLA BORGHESIA

Il motivo dominante della novella di Ciappelletto si occupa in particolare dell’ipocrisia della borghesia mercantile che tenta di conciliare ideale cristiano e ragion di mercatura (profitto).

-L'INGANNO

Il tema che conduce la narrazione e che sarà uno dei punti fermi dell’intera opera è l’inganno. Tutta la realtà cambia a seconda del modo in cui le cose vengono raccontate ed è proprio degli artisti (degli affabulatori in questo caso) riuscire a imbrigliare le persone nella propria trama come fa Ciappelletto con il confessore.

-L'INGEGNO

Inoltre il Cristianesimo è religione del logos, della parola, ed è qui volutamente parodiata: spesso erano proprio i frati con le loro omelie o con finte reliquie a ingannare i fedeli raccontando storie inventate su santi e diavoli; qui invece è un laico, addirittura un avanzo di galera, ma pieno d’ingegno, a raggirare il frate. Il quale a sua volta, essendo convinto da Cepparello, convince tutti i fedeli a venerare quell’uomo. Non manca il tema dell’ingegno, come sempre.

FIGURE RETORICHE

La figura perversa ed abietta di Ciappelletto permette a Boccaccio di divertirsi con una serie di giochi retorici, funzionali ad instaurare un sottile sottofondo ironico tra il narratore e il lettore: l'iperbole sottolinea le malvagità di Ciappelletto ("il piggiore uomo forse che mai nascesse") mentre l'antifrasi evidenzia le convenzioni sociali del tempo, e l'ottica con cui la classe mercantile era sogguardata dalla maggior parte dei benpensanti.

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