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Clown therapy

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03. 04. 2017.

Che cos'é?

Che cos'é?

è una tecnica di terapia d’appoggio praticata da clown ospedalieri che, attraverso tecniche derivate dal circo e dal teatro di strada, cercano di alleviare il ricovero ai pazienti,

Clown ospedalieri

Artisti appartenenti a enti privati come associazioni, cooperative, fondazioni

Clown ospedalieri

Come diventare clown?

Come diventare clown?

è possibile seguire dei corsi professionali che prevedono una formazione teorica e pratica

il corso

Si articola in due fasi:

  • Fase Teorica: il partecipante imparerà l’approccio ludo-psicologico con il paziente
  • Fase Pratica: l'allievo conoscerà le tecniche psicomotorie e di clowneria

il corso

Chi può partecipare al corso?

Il corso è aperto a tutti quanti.

I requisiti fondamentali sono:

  • Equilibrio della personalità,
  • attitudini artistiche,
  • solarità,
  • capacità di lavorare in equipe.

Figura del clown dottore

L'intervento dei Clown Dottori coinvolge tutta la comunità ospedaliera: la loro presenza è in grado di mutare radicalmente l'atmosfera dei reparti, coinvolgendo oltre i bambini anche i genitori presenti : spesso infatti, alla paura dei piccoli degenti, si unisce anche l'ansia e l'angoscia dei genitori, in una spirale che si autoalimenta.

La figura del Clown Dottore, così, relazionandosi con le figure di riferimento dei piccoli, è in grado di stemperarne l'ansia e far defluire lo stress del ricovero.

Anche il personale sanitario riceve beneficio dal loro servizio, oltre che direttamente (il Clown Dottore sa interagire con gli adulti), anche indirettamente, poiché facendo calare i livelli dell'ansia, facilita il rapporto terapeutico dei sanitari con i piccoli pazienti. Questo significa che il Clown Dottore è anche un Creatore di Comunità.

origini

origine della clownterapia moderna, è erroneamente attribuita al medico Hunter Adams (noto come Patch Adams). La presenza ufficiale di clown professionisti all’interno dei contesti di cura ha avuto infatti inizio nel 1986, quando Karen Ridd a Winnipeg (Canada) e Michael Christensen a New York (USA), in maniera indipendente uno dall’altra, hanno dato avvio a questa particolare attività di intrattenimento in ospedale.

Una clownterapia “ante litteram” veniva applicata da Angelo Paoli (1642-17...

Una clownterapia “ante litteram” veniva applicata da Angelo Paoli (1642-1720), sacerdote carmelitano italiano beatificato nel 2010 anche per le sue molteplici attività caritative: si travestiva da buffone e si truccava per far sorridere i malati.

Ante litteram

L'espressione latina «ante litteram» (letteralmente «prima della lettera», inteso però come «prima della didascalia» per indicare la stampa di prova che veniva fatta prima di incidere la didascalia sulla matrice di rame) si usa per definire opere, personaggi, correnti di pensiero e movimenti culturali che precedano e in qualche modo facciano da precursori a fenomeni o eventi più diffusi e con caratteristiche del tutto simili.

perchè fare clown terapia?

"Sono un clown, vivo di attimi"

Esiste una forte utilità formativa nell’impersonare il ruolo del clown per una persona adulta. In un’associazione di questo tipo si riesce facilmente a sorridere alla vita di ogni giorno.

Le persone si sentono spronate ad un’assidua ricerca interiore per individuare le particolarità che contraddistinguono ognuno di loro rendendoli unici e speciali.

In questo modo, inventandosi una vita parallela, ovvero quella del clown, potranno riflettere proprio sulle attitudini del proprio carattere. Sulle qualità specifiche che contraddistinguono ogni individuo dall’altro e che lo rendono differente.

E’ proprio questo il primo passo per sentirsi unici nell’insieme, un principio fondamentale dei gruppi adulti e in particolare di quelli gestiti da clown di corsia.

Riconoscendo e accentuando, di conseguenza, i difetti, i pregi e le peculiarità gestuali di ognuno, si può rendere goffo, bizzarro e particolarmente divertente il proprio personaggio di clown.

Esiste una forte utilità formativa nell’impersonare il ruolo del clown p...

Le tecniche:

  • lasciare, alla fine del proprio intervento, un oggetto (un palloncino, un fiore, una cartolina) che possono far ancorare l’adulto o il bambino all’esperienza appena vissuta caricandolo di aspettative per l’incontro successivo
  • affabulare: inventare, raccontare, interpretare storie e racconti fantastici
  • giochi di prestigio, di magia in cui si cerca di valorizzare la bellezza estetica dell’effetto el’abilità nel proporlo
  • giochi con i palloncini, che presuppongono l’utilizzo del palloncino, con cui non solo si possono realizzare splendide sculture, ma anche raccontare storie immaginarie, fare magie e far ridere
  • improvvisare giochi in base alle diverse situazioni ed esigenze
  • utilizzare l’armonia e la dolcezza della musica
  • oppure una serie di ricercati e bizzarri rompicapo, rebus, enigmi, indovinelli
  • servirsi per suscitare risate e buonumore della mimica, della gestualità, del modo di parlare, di gag ed oggetti comici

Le tecniche:

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