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POSTIMPRESSIONISMO

1885-1890

Giorgia Oliva VA

IL POSTIMPRESSIONISMO

Tra il 1885 e il 1890 la pittura impressionista esaurisce la propria spinta innovativa, ma i suoi principi le sue regole non cessano di influenzare il mondo della pittura.

Alcuni artisti, infatti, riferendosi alle teorie sul colore studiate già a partire dal 1840 dal chimico Michel Eugène Chevreul, cercano di dare valore scientifico alla pittura impressionista Chevreul, un chimico impiegato in una fabbrica di tessuti, aveva notato che l’accostamento di due fili di lana di diverso colore, guardati da una certa

distanza, apparivano del colore risultante dalla somma dei colori dei due fili di lana.

Notò anche che l’accostamento di due colori complementari esalta la loro luminosità ed ogni colore richiede il suo complementare (contrasto simultaneo). Un aspetto saliente dell' impressionismo fu la pennellata rapida, irregolare, vivacemente colorata alcuni artisti sentirono il bisogno di andare oltre, ponendo una regola alla sua base.

Georges Seurat

Fondò le sue opere sull'attenta costruzione di una visione obiettiva: rifiutò l'emozione soggettiva come fonte dell'opera e teorizzarono una simbiosi tra arte e scienza ottica, il puntinismo. Questa tecnica pittorica consiste nel coprire la tela con piccoli puntini di colore puro accostato, non mescolato, al proprio complementare (per esempio rosso-verde, giallo-viola, blu-arancio). Tale procedimento permetteva una forte intensità cromatica, come una vibrazione che riproduceva la scomposizione fisica della luce da vicino il quadro appariva come un caleidoscopio di colori che si ricomponevano osservando il dipinto a giusta distanza).

Su queste basi il colore veniva diviso nelle sue componenti primarie e accostato al suo complementare in miriadi di pennellate a puntini. Il luogo dove si mescolavano diverse tinte non era più la tavolozza, ma l'occhio dell'osservatore, che ricomponeva la visione di punti fisicamente distinti. Attento all'evoluzione della ricerca scientifica, Seurat applicava la teoria del contrasto simultaneo dei colori di Michel-Eugène Chevreul: partendo dall'idea che ciascun colore influenza la visione del colore vicino, la ricerca pittorica prevaleva sulla scelta dei soggetti, niente affatto en plein air.

Les poseuses

In questo dipinto emerge la consapevolezza dell'autonomia della pittura dalla fotografia e dalla realtà. Le figure sono statiche ed evocano il modello classico delle Tre Grazie. La scena segue il principio della scatola cinese: siamo nello studio del pittore e allo stesso tempo vediamo un quadro nel quadro si tratta di una citazione dell'opera principale di Seurat, La Grande jatte Anche la cornice, dipinta a puntini che delimitano un "buio"da cui emerge per contrasto il luminoso dipinto, appare parte integrante dell'opera.

Una domenica pomeriggio all'isola della Grande Jatte

Non è più il tono azzurro, mobile e iridescente, dell'acqua a inquadrare la scena della Grande Jatte, ma appunto il verde piatto del prato, alternato in zone astratte più chiare o più scure un prato popolato da una folla, Le figure sono collocate a coppie, in gruppi di tre, da sole, prevalentemente disposte di spalle o di profilo, sedute ad angolo retto, distese orizzontalmente o rigorosamente verticali come colonne. Anche le oblique sono tra loro in relazione geometrica ortogonale.

Più che persone reali, appaiono manichini inseriti in uno scenario teatrale. l'opera fu eseguita in atelier ma gli schizzi ed i bozzetti dimostrano che furono effettuati dei sopralluoghi e studiati dal vero. Nella composizione Seurat si è particolarmente preoccupato di curare l'armonia, tra le linee verticali (alberi, persone in piedi), le linee oblique (ombre) e le curve create soprattutto dal curioso gioco degli ombrelli e dei cappellini. Enfatica ed elegante, la donna con la scimmietta al guinzaglio è tratta dalle caricature tipiche dei giornali satiricì, impietosi con le ultime eccentriche mode dell'alta società. II centro del dipinto è occupato dalle uniche due figure in posizione frontale, che procedono verso lo spettatore. Lo sguardo della bambina è appunto l'unico di tutto il quadro che sia rivolto a chi guarda l'opera, come una sorta di mediazione tra il "mondo possibile" del quadro e il mondo reale, Ciò che emerge con chiarezza è lo sforzo e l'obiettivo di una ricerca formale, di un rinnovamento interno al linguaggio dell'arte l'immobilità dell'insieme valorizza la vibrazione della luce e dunque il sistema puntinista. Seurat anticipa il procedimento dell'immagine a colori del "pennello elettronico" : il suo puntino è infatti un progenitore del pixel nello schermo televisivo.

Paul Cézanne

Figlio di un banchiere autoritario, trascorse buona parte della sua vita in conflitto con il padre, che lo costrinse a iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza. Nel 1861, da Aix-en-Provence va a Parigi dove incontrò Pissarro e Hortense Fiquet modella con la quale decise di fare ritorno ad Aix .

La sua frequentazione dei pittori impressionisti fu dunque entusiastica, ma breve : dopo una prima adesione al gruppo parigino, con cui espose alla prima mostra impressionista del 1874 e poi nel 1877, intraprese un percorso solitario che lo portò lontano dai riflessi di luce mutevole e cangiante di Monet e Renoir per indagare, invece, la struttura delle forme in cui la realtà si presenta.

Per la struttura della visione Cézanne si propose di superare lo sfarfallio della visione impressionista per dare sostanza e solidità alle cose seguendo ciò che chiamava "la mia piccola sensazione'; a partire da quella depurava l'immagine del suo aspetto momentaneo, studiando in profondità il soggetto in modo da superare l'apparenza delle cose. Sulla tela rimaneva quello che si deposita nella nostra coscienza, non ciò che scorre veloce nei nostri occhi. Per far questo Cézanne si affidava alle forme certe della geometria. La sua ricerca lo spinse a interessarsi, negli ultimi vent'anni della sua attività, quasi esclusivamente a tre generi di soggetti: nature morte, figure e paesaggi

La casa dell'impiccato

Si tratta di un paesaggio senza abitanti, senza ombre e fatto di pochi colori, variazioni tra ocra e avorio, il verde e l'azzurro : una tavolozza povera rispetto a quella impressionista che mostra l'interesse dell' artista per la struttura delle cose, più che per la loro superficie. Sotto questa pennellata mossa, però, affiorano le linee che dividono il quadro secondo diagonali incrociate in modo irregolare: la linea che scende da sinistra accompagna e il sentiero fino a destra e viceversa il profilo della casa a destra taglia come una lama in due il dipinto. Sono case,alberi, strade di campagna, ma per Cézanne sono piani solidi che si incastrano uno nell' altro, sagome tridimensionali accentuate dalla pennellata che, pur spezzata, è carica di colore, come se fosse carica della materia stessa della natura.

Il decoro floreale della brocca di maiolica, piatti e alzate dai profili dorati, drappi e tendaggi dai grandi racemi a contrasto. Sulle tovaglie bianche piegate e sgualcite con cura, l'artista colloca sfere colorate, sospese sul candore astratto sottostante. Sono arance e mele e sono allo stesso tempo solidi piani inclinati. L'artista cerca il punto di equilibrio, superando la descrizione prospettica tradizionale e fornendo di ogni oggetto molteplici punti di vista

Natura morta con mele e arance

Giocatori di carte

E' una delle cinque versioni di un soggetto a lungo studiato da Cézanne, prese a modello i contadini di Aix-en-Provence. L'interesse non è rivolto al mondo contadino o ad altri aspetti sociali e simbolici, bensì alla logica del gioco che si rintraccia anche nel rigore della rappresentazione pittorica. Non a caso, se la prima opera compiuta di questa serie prevedeva cinque figure (di cui solo tre impegnate nel gioco) con una gamma di colori più ampia e una profusione di linee curve, questa versione si concentra sulla sfida mentale di una partita a due.

Lo schema geometrico della composizione conferisce ai due personaggi una dignità classica. Lo spazio è costruito su una griglia orizzontale (piani del tavolo e linee della finestra) ed una verticale (gambe del tavolo, bottiglia, sedia del giocatore di sinistra, pieghe della tovaglia a sinistra). In questo schema si inseriscono le diagonali incrociate, costituite dal corto tratto bianco della pipa a sinistra, dalla caduta della tovaglia a destra, dalla lieve inclinazione delle braccia dei giocatori. Nonostante questa attenzione al realismo, l'opera è frutto di una costruzione mentale basata su due aspetti : la simmetria e la specularità. Le pennellate si dispongono a tasselli, a volte sono tratti isolati che marcano un'area di colore a contrasto.

Tra I paesaggi la Montagna Sainte - Victoire

1904-1906

1887

1890-1894

La veduta del 1904-1906 mostra la montagna come un'apparizione, una vena azzurrina irraggiungibile. Forse anche metaforicamente i contorni sono sfumati e le macchie di colore accennano solo sommariamente agli oggetti reali : la superficie è quasi astratta, resa attraverso una griglia geometrica che scompone la natura in tanti piccoli cubi. Ciascuna pennellata

controllata meticolosamente, costruisce blocchi solidi a valle, ma ormai distanti dal modello naturale.

Paul Gauguin

Paul Gauguin (1848-1903), pittore francese, è stato uno dei protagonisti della fase artistica che definiamo post-impressionismo. Egli incarna un altro archetipo di artista: l’artista che vuole evadere dalla società e dai suoi problemi per ritrovare un mondo più puro ed incontaminato. Egli, al pari di tutti gli altri artisti e poeti francesi di fine secolo, vive sullo stesso piano la sua vita privata e la sua attività artistica. E le vive con quello spirito di continua insoddisfazione e di continua ricerca di qualcosa d’altro che lo portò a girovagare per mezzo mondo, attratto soprattutto dalle isole del Pacifico del Sud. La pittura di Gauguin è una sintesi delle principali correnti che attraversano il variegato e complesso panorama della pittura francese di fine secolo. Egli partì dalle stesse posizioni impressioniste, comuni a tutti i protagonisti delle nuove ricerche pittoriche di quegli anni. Superò l’impressionismo per ricercare una pittura più intensa sul piano espressivo. Fornì, dunque, soprattutto per i suoi colori forti ed intensi, stesi a campiture piatte, notevoli suggestioni agli espressionisti francesi del gruppo dei «Fauves». Ma, soprattutto per l’intensa spiritualità delle sue immagini, diede un importante contributo a quella pittura «simbolista», che si sviluppò in Francia ed oltre, in polemica con il naturalismo letterario di Zola e Flaubert e con il realismo pittorico di Courbet, Manet e degli impressionisti. Il suo contributo al «simbolismo» avvenne attraverso la formazione del gruppo detto «scuola di Pont-Aven». Fonte di

Il Cristo giallo

E' una tela di intenso valore mistico. La scena è dominata da un grande crocefisso, come spesso compaiono nella campagna, sotto il quale tre donne, nei tradizionali costumi bretoni, sono inginocchiate a pregare. Fa da sfondo un paesaggio rurale che trasmette un sentimento di calma e di serenità. La composizione riprende quello della «Crocefissione» comune a tante immagini medievali, dove però al posto del Cristo vi è un Crocefisso e al posto della Madonna, la Maddalena e gli apostoli, vi sono delle contadine moderne. Il significato è ben chiaro: rivivere nell'esperienza quotidiana il mistero del sacrificio come dimensione sacra della rinascita della vita.

La visione dopo il sermone

Appartiene alla fase simbolista e sintetista dell’arte di Paul Gauguin. Il quadro è idealmente diviso in due parti dalla diagonale del tronco d’albero. Nella parte in alto a destra compaiono Giacobbe che combatte con un angelo. Nella metà inferiore sinistra vi sono le donne che assistono alla scena. Il quadro è costruito con la stessa tecnica di scorcio che utilizzava Degas per rappresentare il palco di un teatro visto dai palchetti degli spettatori. Solo che, in Degas, le immagini conservano un preciso naturalismo. Qui non vi è assolutamente naturalismo. Il rapporto prospettico tra le figure è molto equivoco e dubbio. Già il soggetto, di per sé, non può essere considerato naturalistico. Non appartiene alla normale esperienza visiva vedere un angelo e un demonio che lottano Il contenuto dell’opera è quindi un’allegoria dell’eterna lotta tra il bene e il male che è uno dei fondamenti su cui si basano tutte le religioni.

Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?

La grande tela, realizzata da Gauguin negli ultimi anni della sua attività, costituisce quasi un testamento spirituale della sua arte. La sua pittura, pur di grande qualità decorativa, non si limita all’apparenza delle cose, ma cerca di scavare nel profondo, soprattutto della dimensione umana, per cercare il confronto. La tela si presenta a sviluppo orizzontale con un percorso di lettura che va destra a sinistra. Lungo questa direzione, Gauguin dispone una serie di figure che ripropongono in sostanza le "Allegorie delle età della vita". Dal neonato nell’angolo a destra si giunge alla donna scura a sinistra passando attraverso le varie stagioni della vita. Ma straordinaria in questo quadro è soprattutto l’ambientazione. Il percorso della vita si svolge in un giardino che sa proprio di Eden. Come dire che, secondo Gauguin, in fondo la vita e la realtà non sono poi male, se non fosse per l’angoscia di non sapere con certezza a cosa serve tutto ciò.

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