Sofia Di Bartolomeo II B
L'ironia è una figura retorica che consiste nella sfasatura tra il significato letterale e quello autentico di una frase o un discorso: spesso, dunque, si afferma qualcosa per intenderne l'opposto con effetti umoristici e parodici.
Tra le figure retoriche più ricorrenti nell'opera manzoniana ritroviamo l'ironia, presente in molteplici forme.
L'ironia del Manzoni mira a ridicolizzare i personaggi e le situazioni per permettere al lettore di immedesimarsi nelle vicende e compatire la sorte degli stessi personaggi.
Lo scrittore, inoltre, si avvale della dimensione ironica per condannare i potenti, mentre, ironizzando sulle situazioni che affliggono i più deboli, fa scaturire nel lettore un moto di comprensione.
La dimensione ironica all'interno dell'opera del Manzoni si sviluppa in diverse modalità:
Semplicemente attraverso l'utilizzo del linguaggio o giochi di parole, il narratore riesce a sviluppare una dimensione ironica testuale nella quale viene utilizzata una parola con un significato opposto rispetto a quello che essa possiede,
Si tratta di un tipo di ironia che scaturisce quando il lettore ne sa più dei personaggi stessi ed è in grado di interpretare ironicamente una determinata situazione.
(cap. XIV)
Si ha una dimensione ironica narrativa quando i fatti narrati permettono al lettore di cogliere situazioni paradossali che, diventando parte integrante della narrazione, vanno a costituire un tipo di ironia strutturale.
L'ironia non risparmia nessuno dei personaggi del romanzo, neanche il narratore o l'anonimo. In tal modo si crea una dimensione autoironica che viene riproposta in più sezioni del romanzo
"Ma noi cominciamo a temere di non aver già buscato il titolo di seccatore, da dividersi con l'anonimo sullodato, per averlo seguito in cosa estranea al racconto principale, e nella quale probabilmente non s'è tanto disteso, che per isfoggiar dottrina, e far vedere che non era indietro del suo secolo"
(cap. XVII)
L'ironia, per essere compresa, ha bisogno della collaborazione del lettore il quale è chiamato a comprendere che vi è una sfasatura tra il significato letterale e quello reale.
Manzoni, mediante l'uso dell'ironia, si espone al rischio di non essere compreso e lo fa perché vuole un lettore giudice e non complice, che non si faccia incantare dal flusso delle parole
E' lecito, da parte di un cristiano l'utilizzo dell'ironia che confina con la menzogna e che provoca derisione nei confronti del prossimo?
L'uso dell'ironia è legittimo poiché costituisce una forma di carità che permette all'uomo di ridere dei propri errori e fuggirli.