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DELFI

lavoro di Buffa Marta, Noli Martina, Sinesi Sara

La

storia

L'antica

Delfi

Dov'è

situata

Delfi o Delphi è un importante sito archeologico, nonché una storica città dell'antica Grecia, sede del più importante e venerato oracolo del dio Apollo, assieme a Dydyma.

Situata nellaFodice sulle pendici del monte Parnaso, a circa 130 km a nord-ovest da Atene Nei tempi antichi si pensava che Delfi fosse il centro del mondo, quindi era sede

Dov'è

situata

La costruzione

Verso la fine del II secolo d.C. era iniziata la costruzione di case negli spazi liberi a nord e a ovest del tempio. Nacque allora un piccolo nucleo urbano che successivamente venne ampliato approfittando dei

crolli causati da un terremoto nel 365. Dopo la chiusura dei templi pagani dell’impero romano, avvenuta nel 391, gli antichi edifici furono smantellati per riutilizzarne la pietra o per costruirvi sopra. In poco tempo nessuno di questi era più visibile.

Secoli dopo, in epoca moderna, nella zona dove una volta sorgeva il famoso santuario era rimasto solo un villaggio di misere abitazioni di nome Kastri.

La

costruzione

Gli

scavi

Sarebbero dovuti iniziare nel settembre del 1892. Tuttavia, gli abitanti del villaggio, furiosi per non essere ancora stati pagati, impedirono l’accesso alla zona. Gli archeologi furono costretti a lavorare sotto la protezione della polizia fino a quando, l’11 ottobre, non vennero effettuati i pagamenti. Quattro giorni prima si era svolta l’inaugurazione ufficiale.

Gli

scavi

I lavori si protrassero per dieci anni, dal 1892 al 1901, sotto la direzione di Théophile Homolle, futuro direttore del Museo del Louvre.

Gli

scavi

Data l’enorme estensione del sito, circa 20mila metri quadrati, furono impiegati 200 operai per dieci ore al giorno e vennero installati quattro chilometri di rotaie su cui circolavano 75 carrelli, che trasportavano 28.500 metri cubici di terra. Nonostante le difficoltà– vento, pioggia, smottamenti – l’opera diede ben presto i suoi frutti. Nel 1893 vennero scoperti l’altare di Chio, la roccia della sibilla e il tesoro degli ateniesi.

Gli

scavi

Un edificio, offerto alla dea Atena per commemorare la vittoria di Maratona sui persiani nel 490 a.C.: sui suoi blocchi erano incisi il testo e le notazioni musicali dell’Inno ad Apollo.

Gli

scavi

Nel 1894, invece, furono scoperte la statua di Antinoo e di Bitone (quella di Cleobi era stata rinvenuta l’anno prima) e i tesori degli cnidi e dei sicioni, mentre nel 1896 fu rinvenuta l’inimitabile figura di bronzo dell’auriga. Tra il 1895 e il 1897 vennero portati alla luce il teatro e lo stadio, quindi il ginnasio e la fonte Castalia.

Gli

scavi

Gli

scavi

A partire dal 1898 fu la volta del terrazzo inferiore, detto Marmarià, con il tempio di Atena Pronaia. La metodologia usata era quella dell’epoca, molto sbrigativa. D’altro canto, la scrupolosità del diario degli scavi, l’ampio uso della fotografia e la pubblicazione di riassunti annuali rappresentavano una novità. Forse perché si trattava di un luogo ampiamente descritto dagli autori antichi, l’approccio fu più letterario che archeologico.

Gli

scavi

Il marmo di Atena

Il santuario dedicato ad Atena Pronaia

e la Tholos

I resti della Tholos di Delfi

Qualche centinaio di metri più a est del Santuario di Delfi, in una zona battezza nel Novecento Marmarià per i numerosi blocchi di marmo che la costellavano, si trovano i resti del secondo recinto sacro di Delfi, dedicato ad Atena Pronaia.

La dea Atena

Atena

Athena Varvakeion, copia romana dell'Atena Parthenos di Fidia, Museo archeologico nazionale di Atene.

Atena era la dea greca della sapienza ,della gurra e delle arti.

Essendo atena la dea protettrice delle acropoli erano dedicati a lei santuari spari in tutto il mondo ellenistico e in tutta la Grecia, adorata anche nei santuari di Delfi ed Epidauro per le sue capacita profetiche e mediche.

Il gruppo di edifici comprende templi e tesori, nonché la famosa tholos di Delfi.

 Il santuario di Atena "Pronaia" è il primo che il visitatore incontrava arrivando a Delfi dalla strada orientale. Gli scavi hanno dimostrato che in questo punto giaceva un sito di culto più antico, forse dedicato alla terra (Gaia). Poco più a ovest si trova la tholos, un elegante tempietto dorico dalla pianta rotonda, databile alla prima metà del IV sec a.C.

Il sito

La Tholos

La Tholos

La tholos è una tra le antiche strutture del santuario di Athena Pronaia e fa parte del sito del patrimonio mondiale dell'UNESCO di Delfi.

  • La costruzione del tempio è attribuita, da Vitruvio, a Theodorus Phocecus
  • Costruita intorno al 380 a.c.
  • L'edificio è realizzto in marmo pentelico, e calcare scuro alla base
  • La Tholos ha un diametro di 8,60 metri
  • Nel 1938 l'edificio è stato parzialmente ricostruito, con l'elevaione delle tre colonne e della trabeazione appoggiata su di esse.

L’edificio era dedicato ad Atena e aveva funzione votiva.

La Tholos presenta una cella circolare, posta al centro della struttura. Questa era accessibile solo al sacerdote ed era circondata dalla peristasi, cioè un perimetro di colonne, all’esterno del quale potevano sostare i fedeli. Il tempio a Tholos deriva da un’antica tipologia costruttiva, diffusa in Grecia e in tutte le zone Mediterranee a partire dal XV secolo a.C. Era utilizzata per edifici funerari ed era sormontata da una cupola di pietre formata da anelli dal diametro decrescente man mano si procedeva verso la punta.

la struttura e la funzione delle Tholos

Esternamente, sul perimetro, venti colonne doriche sostenevano un fregio con triglifi e metope, le colonne rimaste sono solamente tre. La parete circolare della cella, cioè la camera centrale dell'edificio, è stata coronata da un fregio, metope e triglifi simili ma in misura minore. All'interno si ergevano dieci pilastri in stile ionico.

L’edificio era privo di facciata, perché circolare e di conseguenza omogeneo su tutti i lati. Il ritmo regolare è dato dai pieni (le colonne) e dai vuoti (le zone “d’ombra” tra le colonne).

La combinazione multipla e la fusione di vari stili architettonici nello stesso edificio è stata completata attraverso un naturale effetto policromatico, derivante dall'uso di diversi materiali. L’effetto cromatico è dato dell’utilizzo di lastre sottili di calcare di Eleusino e di marmo pentelico nella sovrastruttura e calcare sulla piattaforma.

L’edificio presenta misure attentamente calibrate: il diametro dell’edificio è uguale alla sua altezza.

Il tetto, oggi scomparso, era a forma di cono ribassato con otto archi, era di marmo ed era sostenuto dalla trabeazione circolare. Era decorato da otto statue femminili scolpite in un netto e vivace movimento.

Gli antichi credevano che Delfi fosse stata costruita nel punto in cui le due aquile, lasciate libere da Zeus, atterrarono insieme. Esse sarebbero dovute atterrare al centro del mondo.

Il mito dell'ombelico del mondo nasce tuttavia da un altro mito; secondo esso Rea obbligò Crono di ingoiare una roccia per nascondere i fratelli di Zeus; quando egli divenne adulto, deciso a liberare i suoi consanguinei, fece bere una bevanda calda al padre liberando sia i suoi fratelli, sia quella roccia che, sputata su Delfi, divenne simbolicamente l'ombelico del mondo.

Tempio di Apollo

Nei tempi antichi si riteneva che Delfi fosse il centro del mondo, e si pensava che lì fosse posto l'Omphalos o ombelico del mondo.

La Stoà

degli Ateniesi

La Stoà è un antico portico che conduceva al Tempio di Apollo.

Il nome deriva dagli Ateniesi che la costruirono in seguito alle guerre persiane.

La Stoà

degli Ateniesi

L'iscrizione

Venne costruita dopo la vittoria navale degli Ateniesi su Persiani nella battaglia di Ellesoponto avvenuta nel 478 a.C. .

Essa era dedicata a Apollo, che aveva contribuito nella battaglia, e agli Ateniesi caduti in battaglia.

Il monumento è stato identificato grazie all'iscrizione presente sullo stilobate.

L'iscrizione

"Gli Ateniesi dedicarono il portico le funi e le teste delle figure delle navi che afferrarono dai nemici."

Non solo

un memoriale

Venne costruita principalmente per esibire i bottini di guerra, in quanto i memoriali non erano solo un omaggio agli dei e ai soldati, ma fungevano anche da monumenti della vittoria.

Non solo

un memoriale

I resti della Stoà vennero ritrovati nel 1880 da Bernard Haussoullier.

La

struttura

Presenta una sola navata con un colonnato ionico, composto da sette colonne scanalate monolitiche, fatte di marmo pentelico.

Alla base di esse si erge uno stilobate a tre gradini in marmo di Paros.

La distanza tra le colonne è abbastanza ampia, quindi si presume che la Stoà fosse coperta da un tetto in legno.

Nella parte occidentale si possono notare delle incisioni, le quali rappresentano probabilmente le vendite degli schiavi al dio.

La

struttura

3

1

2

Apollo sbarcò al porto di Delfi, grazie a una nave a forma di delfino, e andò direttamente al tempio, dove purificò tutto il suo equipaggio

La città venne costruita dal re Delfio, figlio di Melanto e Poseidone, il quale, invaghito della dea, si trasformò in un delfino per giacere con lei

Di Apollo si parla anche nel mito della fonte Castalia, una ninfa degli alberi abitante del monte Parnaso; in seguito all'amore del dio dalla ninfa non ricambiato, ella si buttò dal monte Parnaso formando una fonte

6

4

5

A Delfi vennero sepolti i resti di Zagreo, figlio di Persefone e Zeus, che venne fatto a pezzi dai Titani a causa dell'invidia che essi provavano nei suoi confronti

Coronide, figlia di Flegias, venne sedotta e messa incinta da Apollo; non contento del gesto il padre, infuriato, cercò di incendiare il tempio del dio. Apollo dunque, adirato, lo colpì con le sue frecce e lo gettò nel Tartaro

Apollo uccise Pitone, figlio di Gea, a causa di un insulto che egli fece a Latona. Il serpente viveva nel monte Parnaso, ma venne cacciato dal dio a Delfi, città che prendeva il nome da Delfine, compagna di Pitone

Miti sulla fondazione

Miti riguardanti

Delfi

Le fasi

della costruzione

Si possono distinguere tre diverse fasi di costruzione del tempio, che dovette essere numerose volte ricostruito o ristrutturato a causa di incendi o di catastrofi naturali.

2

1

3

Il primo tempio venne costruito intorno al 548 a.C. dai due architetti Trofonio e Agamede

Il tempio di Apollo

Alla fine del VI secolo a.C. il tempio venne sostituito da quello commissionato dalla famiglia ateniese degli Alcmenoidi

Nel 373 a.C. il tempio venne distrutto da un violento terremoto,

e i lavori di ricostruzione durarono fino al 340 a.C.

La

struttura

La struttura

del tempio

L'ultima versione del tempio presenta sei colonne di tufo in stile dorico davanti (esastilo) e altre quindici sui lati (periptero), le quali sorreggevano un tetto andato distrutto; alla parte superiore del tempio si accede tramite tre gradini in pietra calcarea, mentre la parte meridionale era occupata da un muro che poggiava su una terrazza inferiore, secondo alcuni antica sede della Pizia.

All'interno

del tempio

Nella parte anteriore si trovano, o trovavano:

  • un portale, sulla cui architrave erano posti gli scudi presi a Platea (a est), ai Persiani (a ovest) e ai Galli (a sud), e vi erano iscritti i motti dei Sette Savi
  • un pronao
  • una statua raffigurante Omero
  • un opistodomo (spazio intorno alla cella)

All'interno dell'opistodomo erano custoditi:

L'interno

del tempio

L'altare di Poseidone

Le statue delle tre Moire

La sedia di Pindaro

Secondo Pausania Poseidone era uno dei custodi dell'Oracolo di Delfi prima che Apollo ne assumesse il controllo, mentre Plutarco, al contrario, sostiene che l'Oracolo appartenesse a Gea, la Madre della terra.

Apollo e Poseidone collaborarono nella fondazione di nuove colonie: Apollo, tramite l'Oracolo, autorizzava i coloni a partire indicando loro anche il luogo in cui stabilirsi; Poseidone si prendeva cura di loro mentre navigavano in mare procurando loro anche le acque lustrali utilizzate per celebrare i riti e i sacrifici propiziatori per la fondazione della nuova città.

Il Focolare Eterno

Le tre Moire, le tessitrici della vita, decidevano, al momento della nascita, il destino assegnato a ogni persona. Neppure gli dei potevano modificarlo.

La

Pizia

La Pizia non necessitava di essere colta in quanto “l'anima non ha bisogno di idee, ma di spazio”: la donna non doveva pensare a delle risposte, ma aveva il solo compito di “donare il suo corpo e la sua anima” al dio, che, tramite il suo corpo, avrebbe risposto alle domande.

I vaticini della Pizia, espressi tramite degli urli incomprensibili, venivano trascritti e “tradotti” dai sacerdoti del tempio.

La Pizia veniva scelta tra le donne pure, e dunque vergini, e meno colte del popolo

Per proferire una risposta la Pizia si sedeva sull'Omphalos, in cerca di ispirazione, nelle vicinanze di un calderone sacrificale poggiato su un tripode.

Successivamente, spostatasi su un tripode, cadeva in uno stato di trance continuando a masticare delle foglie di alloro, pianta simbolo di Apollo, e aspirando vapori eccitanti ricchi di etilene, che entravano nella stanza tramite delle fessure presenti nel terreno.

La

Pizia

“L'oracolo non dice né nasconde: dà segni”

De Pythiae oraculis, Plutarco

I Sette

Sapienti

I Sette

Savi

Chiamati anche "Sette Savi", erano dei personaggi pubblici dell'Antica Grecia che vissero tra il 620 e il 550 a.C. circa. La gente li descriveva come modelli di saggezza pratica, soprattutto in seguito alle massime che essi scrissero, diventando insegnamenti fondamentali per la cultura greca.

I nomi dei Savi

certi

"I più sono cattivi"

I cattivi non erano degni di ricevere responso; era consigliabile dunque tenere un basso profilo di fronte al dio

Nonostante le numerose fonti, si conoscono con certezza solamente i nomi di quattro Savi:

  • Biante di Priene
  • Pìttaco di Mitilene
  • Solone di Atene
  • Talete di Mileto

Essi scrissero quattro delle sette massime incise sull'architrave del Tempio di Apollo.

"Sappi cogliere il momento giusto"

Secondo la credenza nel Kairòn, il tempo giusto, anche le cose impossibili possono diventare possibili

I nomi

certi

"Niente di troppo!"

Invitava chi si recava a consultare il dio a non porre troppe domande

"Promesse - ed è già danno"

Consigliava di non fare voti o promesse legati a cose o impegni non mantenibili in futuro

I nomi dei Savi

incerti

Al contrario dei primi quattro, questi ultimi tre nomi sono incerti, e sono giunti a noi tramite alcune fonti:

  • Cleobulo di Lindo
  • Chilone di Sparta
  • Misone di Chene

"Ottima è la misura"

La misura era trattata anche nel mondo poetico; poteva significare che la migliore espressione era attraverso la poesia

I nomi

incerti

"Conosci te stesso"

Nel momento in cui si interrogava l'oracolo era necessario cercare dentro sé stessi le domande che si volevano fare

"Pensa al tutto"

Esortava a aprire la propria mente per avere una più ampia visione dell'insieme

Il Teatro di Delfi

Dove

è situato

Teatro

E’ il luogo dove si svolgevano i concorsi musicali (canto e musica strumentale) dei giochi pitici e delle altre feste religiose, che resero il santuario, intellettualmente e artisticamente, più famoso di Olimpia

Il teatro di Delfi

è situato all’interno del temenos di Apollo verso l’angolo nord-est del peribolos, o muro di cinta.

inoltre per i Greci lo spettacolo teatrale non era solo un intrattenimento ma aveva funzioni educative e religiose

La forma e la struttura originarie del teatro sono sconosciute, è possibile che gli spettatori fossero seduti su sedili di legno o per terra.

La

struttura

Composto da 3 parti ptincipali :

Architettura dell' antico teatro Greco

La

cavea

La cavea (koilon), è a pianta di settore circolare o ellittico nella quale sono disposte le gradinate, suddivise in settori, con i sedili di legno; in genere la cavea è addossata ad una collina per sfruttarne

l'inclinazione del piano rivolto verso la naturale;

Cavea

La

scena

La scena (skené), è costruita a pianta allungata, disposta perpendicolarmente all’asse della cavea, inizialmente semplice in legno, era situata ad un livello più alto dell’orchestra con la quale comunicava mediante scale; la sua funzione originaria era soltanto pratica, cioè forniva agli attori un luogo appartato per prepararsi senza essere visti , ma ben presto ci si rese conto che offriva molte possibilità se utilizzata come sfondo scenico. Divenne quindi sempre più complessa e abbellita da colonne, nicchie e frontoni. Dal 425 a.C. fu costruita in pietra e con maggiori ornamenti

Scena

L'orchestra

L’orchestra (orkhestra, viene dal verbo orkeomai, che significa ballare, infatti indicava il luogo del teatro antico dove si danzava, circolare, collocata tra il piano inferiore della cavea e la scena, situato nello spazio centrale del teatro greco, quello riservato al coro. Al centro di essa era situato l’altare di Dioniso.

Orchestra

Suddivisione dello spazio

La scena

L'orchestra

La distribuzione degli spazi nell’architettura teatrale greca. Inoltre lo spazio veniva deputato alle danze e al canto del coro, l’orchestra determina i due spazi cardine del teatro: lo spazio degli spettatori e lo spazio degli attori, la scena: skené, tenda.

L’orchestra è, in origine, uno spazio di terra battuta rettangolare, già presente nell’agorà di Atene dal VII secolo, in cui venivano cantati cori bacchici, effettuate danze dionisiache, recitati metri ditirambici nel corso delle feste in onore di Dioniso, dette dionisie cittadine o grandi dionisie. Di fronte a questo spazio era posto il héatron, costituito da una compatta ed alta gradinata formata da panche di legno

In seguito, già nel V secolo e in via definitiva nel IV secolo, l’orchestra lascia spazio alla scena che diviene centro generatore di spazi aggregati autonomamente che si qualificano come veri e propri ambienti.

Sicuramente nella prima metà del V secolo la scena, in legno, è infatti un ambiente quadrangolare lungo quanto lo è l’auditorio e piuttosto stretto, praticabile dagli attori che vi accedono da aperture poste sul fronte della scena stessa (tyromata). La funzione non è più solo quella di servire da spogliatoio per cambiarsi in corso di spettacolo, ma anche quella di offrire uno schermo fonoriflettente e uno spazio chiuso o cassa armonica, necessario a diffondere parole e suoni; inoltre la fronte scenica il quale verrà mantenuta fino al teatro del ‘500, serve anche come sfondo scenico del dramma

L'architettura approfondimento

Approfondimento

sullo spazio

Approfondimento sullo spazio

Questo spazio teatrale originario era rettangolare o poligonale, con le gradinate a trapezio, davanti ad un’orchestra della stessa forma, come farebbero pensare alcune forme teatrali arcaiche in pietra, come il teatro di Torikos, che è della fine del V secolo.

Questi spazi dovettero ospitare le opere dei grandi tragici e del commediografo Aristofane nel corso del V secolo.

L'eredità

Greca

I Greci furono le prime comunità Europee a innalzare gli spettacoli drammatici a livello di arte e i drammaturghi che fissarono le forme delle tragedia.

L'eredità Greca

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