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CIRCE

Circe:

la maga incantatrice che offre da bere (come aveva fatto con i suoi compagni), ma Ulisse, avendo avuto la precauzione dal dio Hermes di mescolare il moly con la bevanda, non si trasforma in porco. Egli minaccia di ucciderla, al che riconosce la propria sconfitta e ridà forma umana ai compagni di Ulisse e anche a tutti gli altri tramutati in porci. Con lei l’eroe, prima di riprendere il suo viaggio, trascorrerà un intero anno e secondo Omero avranno un figlio, Telegono (nato lontano), e sarà proprio Circe, ormai ammansita, a guidarlo e a metterlo in guardia da altre possibili seduzioni.

NAUSICAA

NAUSICAA

Nausicaa "dalle bianche braccia" accoglie Ulisse con eleganza e cortesia regalandogli dei vestiti e gli suggerisce la via per la dimora del padre Alcinoo.

In questo Nausicaa non agisce sola, ma spinta dal consiglio della dea Atena, che le compare in sogno e le infonde un coraggio e una maturità insoliti in una ragazza della sua età. Lei rappresenta a tutti gli effetti un’ancora di salvezza per Ulisse.

I personaggi femminili dell'Odissea

CALIPSO

CALIPSO: donna bellissima e immortale fu costretta a rimanere e a vivere sull'isola di Ogigia in una grande grotta, dove le ninfe Moire mandavano uomini bellissimi ed eroici di cui non faceva che innamorarsi, ma che poi dovevano partire. Un giorno Odisseo, scampato al vortice di Cariddi, approdò sull'isola e Calipso se ne innamorò.

ATENA

ATENA:

o Pallade, figlia prediletta di Zeus, è la dea greca della sapienza, delle arti e della guerra.

Dea guerriera e vergine, ha varie funzioni: difende e consiglia gli eroi, istruisce le donne industriose, orienta i giudici dei tribunali, ispira gli artigiani, protegge i fanciulli.

Atena è l’aiutante per eccellenza che assiste Odisseo e gli dà utili consigli.

Protegge anche suo figlio Telemaco.

PENELOPE

PENELOPE: Le sue doti e virtù diventano simbolo dell’idea e del modello di donna greca: essa deve essere bella, regale, abilissima nella tessitura e fedele al marito e alla famiglia.

Penelope è sempre stata vista come il simbolo di una fedeltà incrollabile e virtuosa, che la porta ad aspettare il marito che tutti credevano morto per vent’anni, crescendo da sola il piccolo Telemaco ed evitando di scegliere uno tra i proci, nobili pretendenti alla sua mano, anche grazie al famoso stratagemma della tela: di giorno tesseva il sudario per Laerte, padre di Ulisse, mentre di notte lo disfaceva.

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