Introducing
Your new presentation assistant.
Refine, enhance, and tailor your content, source relevant images, and edit visuals quicker than ever before.
Trending searches
Il simbolo per eccellenza della città di Pozzuoli è ormai divenuto il Macellum, o anche chiamato tempio di Serapide. Questo edificio nel corso del tempo e della sua storia ha rivestito numerose funzioni di grande rilevanza in tantissimi ambiti
cartolina ritraente il Tempio di Serapide
L’attività geologica, che in quegli anni andava intensificandosi insieme a una fase discendente del bradisismo, resero possibili il rinvigorimento delle fonti termali. Sulle taberne ai margini del ‘macellum’ vennero pertanto realizzate delle rozze camere con vasche di fortuna, dedite alle cure balneari. L’attività acquistò molta popolarità, in quanto destinata principalmente ai poveri.
1
La costruzione fu resa possibile grazie all’attività geologica, che in quegli anni andava intensificandosi insieme a una fase discendente del bradisismo, che resero possibili il rinvigorimento delle fonti termali. Sulle taberne ai margini del ‘macellum’ vennero pertanto realizzate delle rozze camere con vasche di fortuna, dedite alle cure balneari. L’attività acquistò molta popolarità, in quanto destinata principalmente ai poveri.
nonostante fosse stato ideato per il popolo, vi era una netta distinzione, come riportato nella figura al fianco, tra 4 classi: da questa variazione, derivava una variazione tra prezzi.
A Pozzuoli in particolare, il centro portuale più popoloso e importante, le sollecitazioni di una attiva opinione pubblica locale ebbero come pur tardivo risultato la creazione di un Antiquario Flegreo, installato in alcune sale di un dismesso edificio termale di età borbonica, annesso a quel “Tempio di Serapide” che restava il più celebre complesso dell’archeologia flegrea
Grande archeologo italiano i quali principali centri d'indagine della sua attività furono i Campi Flegrei, Pompei ed Ercolano, e Capri. Per quanto riguarda i Campi Flegrei si ricordano gli scavi di Maiuri a Cuma, dove sotto l'Acropoli si credette di identificare l'antro della Sibilla cumana (1932), l'inizio dello scavo sistematico del vasto comprensorio che è oggi il Parco Archeologico di Baia e sempre a Baia, nel 1959, l'avvio delle esplorazioni subacquee delle costruzioni sommerse dal bradisismo già in epoca antica, gli scavi a Liternum per tentare di trovare la villa e la tomba di Scipione l'Africano.
Amedeo Maiuri
Quanto al Castello di Baia, i recenti scavi, che P. Miniero presenta hanno rivelato come l’altura, con le sue splendide vedute del golfo flegreo, fosse occupata fin dall’età repubblicana da una villa sopra i cui resti venne costruito, alla fine del Quattrocento, il castello aragonese. Quel che oggi si vede è il risultato di una serie di modificazioni successive, a partire dal sostanziale rifacimento vicereale di don Pedro di Toledo verso il 1530, e poi via via ai più recenti utilizzi e più o meno auliche
Dunque voluto dal Maiuri e allestito da A. De Franciscis, l’Antiquario Flegreo, affrettatamente inaugurato nel 1953 e rimasto privo di una vera documentazione scientifica, ebbe del resto breve vita, perché la inconsistenza strutturale dell’edificio non resse agli effetti del bradisismo del 1969/70, l’evento geosismico che provocherà anche lo sgombero di tutto il Rione Terra di Pozzuoli, cioè il promontorio sul mare dove, sovrapponendosi al primitivo insediamento coloniario romano, nel Medioevo si era installato il nucleo storico dell’abitato cittadino. Svuotato e abbattuto l’Antiquario, i materiali archeologici finiranno ammassati nelle al tempo non ancora risanate “cavaiole” del Museo di Napoli.
Le mura del Castello racchiudono però una realtà più antica, i resti di una grandiosa villa romana, un eccezionale esempio di impianto residenziale marittimo che dal mare risale per quasi cento metri sino alla cima del promontorio, ora occupato dal Padiglione Cavaliere, il maschio del castello, dove si conservano in ottimo stato i pavimenti romani in signino decorato e in mosaico bianconero.
Abbiamo ritenuto opportuno citare e spendere due parole per quanto riguarda il castello di Baia, che come abbiamo precedentemente citato ad oggi ospita nella sua sezione dedicata a Pozzuoli i reperti dell’Antiquarium flegreo.
La visita delle sezioni del Museo, dislocate in parti diverse e distanti del Castello stesso, comporta un percorso dinamico e vivace tra rampe e scale suggestive e terrazze panoramiche sino alla spettacolare Piazza d’Armi, dalla quale il visitatore può godere di un amplissima e splendida veduta dell’intero Golfo di Napoli.
Il Castello di Baia, edificato tra il 1490 e il 1493 dagli Aragonesi e ingrandito tra ‘500 e ‘700 durante il Viceregno spagnolo, domina la vetta del promontorio che chiude a sud il golfo di Baia.
Attualmente ospita il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, realizzato negli ultimi decenni del secolo scorso e aperto nella sua configurazione attuale nel 2010.