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L'eredità della Grande guerra

Un'esperienza

di massa

Un'alba di speranza

La Prima guerra mondiale rappresentò la più grande esperienza di massa mai vissuta fino ad allora dall'umanità e uno dei più significativi catalizzatori di trasformazioni sociali

  • Circa 65 milioni di uomini erano stati coinvolti in una tragedia collettiva senza precedenti, esposti quotidianamente al pericolo di morire di morte violenta
  • Chi aveva rischiato la vita sui campi di battaglia tornava a casa con una nuova coscienza dei propri diritti e con la convinzione di aver maturato un credito nei confronti della società

Il rinnovamento

dei costumi

Il rinnovamento dei costumi

Tornati alla vita civile, i combattenti si trovarono di fronte a una realtà molto diversa da quella che avevano lasciato

  • L'espansione dell'industria di guerra aveva spostato dalle campagne alle città una miriade di lavoratori non qualificati, soprattutto donne e fanciulli
  • L'assenza prolungata dei capifamiglia aveva messo in crisi le strutture tradizionali della famiglia patriarcale, provocando mutamenti profondi nei costumi e nella mentalità
  • Il desiderio di riscatto per le sofferenze patite pervase l'intera società

Il rinnovamento

della politica

Il rinnovamento della politica

Per far valere i propri valori e interessi, sorsero ovunque associazioni di ex combattenti, che agivano come veri e propri gruppi di pressione

  • La guerra aveva infatti dimostrato l'importanza del principio di organizzazione applicato alle masse, stimolando così il desiderio di associarsi
  • Partiti e sindacati videro aumentare ovunque il numero di iscritti e i loro apparati organizzativi divennero più complessi e centralizzati
  • La partecipazione diretta dei cittadini aumentò ovunque e, con essa, il numero di manifestazioni pubbliche

Nonostante l'accresciuto impegno delle masse, i gravissimi problemi finanziari che assillavano gli Stati europei limitarono l'elargizione di provvidenze nei confronti degli ex-combattenti

Un'idea di giustizia

Un'idea di giustizia

Terminata la guerra, la consapevolezza dei sacrifici subiti sostenne l'aspirazione per un ordine nuovo

  • A tal proposito, la Russia, con la Rivoluzione d'ottobre, rappresentò per molti l'icona di una società più giusta, equa e democratica
  • In tanti, poi, auspicavano che il progetto wilsoniano potesse realizzarsi, favorendo la nascita di un ordine internazionale fondato sull'autodeterminazione dei popoli e sui pacifici rapporti tra le nazioni

Al centro della società

Una timida emancipazione

La mobilitazione di tutte le energie nazionali e il massiccio invio di uomini al fronte travolsero il tradizionale ordine sociale e familiare, aprendo nuovi spazi e opportunità per le donne

  • Nel mondo del lavoro le donne finirono spesso per sostituire gli uomini, assumendo responsabilità e compiti fino ad allora preclusi
  • Tra le mura domestiche, inoltre, da esecutrici delle mansioni della casa divennero titolari delle decisioni del capofamiglia

Una timida

emancipazione

Una timida emancipazione

La maggiore disponibilità economica e la crescente consapevolezza delle proprie capacità contribuirono ad accrescere l'autostima e l'autonomia di milioni di donne

  • Anche sul piano dei diritti si affermò un processo, pur timido, di emancipazione, segnato dal riconoscimento in vari Paesi del diritto di voto
  • Inghilterra (1918), Germania (1919), Stati Uniti (1920)

Nonostante l'irreversibilità del processo di emancipazione femminile, numerose furono le resistenze di ampi settori dell'opinione pubblica, preoccupati del ridimensionamento del predominio maschile

Debito e inflazione

I frutti economici della Guerra

Ad eccezione degli Stati Uniti e del Giappone, tutti i Paesi belligeranti uscirono dalla Prima guerra mondiale in condizioni di gravissimo dissesto economico

  • Per far fronte alle ingenti risorse che il conflitto aveva inghiottito, ovunque venne aumentata la pressione fiscale
  • Il debito pubblico verso i privati o altri Paesi - in particolare gli Stati Uniti - esplose
  • Per sopperire al fabbisogno di denaro, venne stampata carta moneta in eccedenza, favorendo un rapido processo inflazionistico, distruggendo posizioni economiche solidissime ed erodendo i risparmi dei ceti medi

Ancora protezionismo

Per non aggravare le tensioni sociali e favorire le istanze dei lavoratori organizzati, i governi furono costretti ad accompagnare dolcemente la transizione da un'economia di guerra a una di pace, intervenendo su materie un tempo destinate alla libera iniziativa

  • Venne così mantenuto il blocco sui prezzi dei generi di prima necessità e sui canoni d'affitto
  • Rimasero in vita molti apparati burocratici destinati al controllo pubblico della produzione e della distribuzione dei beni
  • Furono riproposte politiche protezionistiche, così da difendere le industrie nazionali

  • Tutte queste misure, se sostennero una breve stagione espansionistica, finirono per preludere, sin al 1920, a una lunga fase depressiva, provocando la crisi di molte imprese e un conseguente rapido aumento della disoccupazione

Il biennio rosso

Il biennio rosso

Tra la fine del 1918 e l'estate del 1920 il movimento operaio europeo, uscito dalla forzata costrizione degli anni di guerra, fu protagonista di un'impetuosa avanzata politica che assunse, a tratti, l'aspetto di una grande ondata rivoluzionaria

  • Operai - e marginalmente braccianti - diedero vita a un'imponente ondata di agitazioni per rivendicare il miglioramento delle condizioni lavorative
  • Ovunque sorsero consigli degli operai che si proponevano come rappresentanze dirette del proletariato e come organi di governo della futura società socialista

Il riflusso

L'ondata rossa del 1919-20, nonostante il coinvolgimento di masse di lavoratori, non riuscì a sortire effetti considerevoli

  • In Francia e in Gran Bretagna le classi dirigenti riuscirono a contenere facilmente la pressione del movimento operaio
  • In Germania, Austria e Ungheria, dove le tensioni sociali si sommavano ai traumi della sconfitta e del cambiamento di regime, la borghesia e gli strati più conservatori della società riuscirono a frenare la spinta rivoluzionaria, traendo vantaggio dalle divisioni interne alla classe operaia
  • Sempre più netta appariva infatti la separazione tra le avanguardie rivoluzionarie, attirate dall'esperienza russa, e i partiti socialdemocratici, sostenuti dai grandi sindacati

Il riflusso

La stabilizzazione moderata

La Francia e la

Gran Bretagna

Con la fine del biennio rosso e l'allontanarsi del pericolo rivoluzionario, le classi dirigenti si preoccuparono di ricostruire, nei limiti del possibile, i tradizionali equilibri politici e sociali

  • I governi delle potenze vincitrici si preoccuparono di frenare i fenomeni inflazionistici e assicurare la stabilità dell'assetto internazionale
  • Almeno sul piano della politica interna, la stabilizzazione venne raggiunta con la riscossa delle forze moderate e un ritorno alle soluzioni conservatrici in campo politico ed economico

L'altalena tra moderati e radicali

Francia

In Francia, una maggioranza conservatrice, che faceva ricadere sulle classi popolari il peso di una difficile ricostruzione, venne presto soppiantata dalla sinistra

  • Alle elezioni del 1924, infatti, i radicali di sinistra alleati ai socialisti riuscirono a strappare il parlamento e il governo ai moderati e a portare alla presidenza del consiglio Edouard Herriot

Sulla scia di una grave crisi finanziaria, l'esperienza riformista ebbe vita breve, e già nel 1926 la guida del governo fu di nuovo assunta dai moderati

  • Raymond Poincaré riuscì a stabilizzare il corso della moneta e a risanare il bilancio statale, aumentando tuttavia la pressione fiscale sui consumi popolari

Il confronto tra moderati e labour party

Anche in Gran Bretagna le forze moderate guidarono il paese nel primo dopoguerra, trovando come principale antagonista non più i liberali ma il labour party

  • I governi conservatori si fecero fautori di una politica di austerità finanziaria e di contenimento dei salari, inducendo i sindacati allo scontro
  • Quando, nel 1926, un imponente sciopero di minatori sembrò poter bloccare l'intero paese, gli imprenditori e il governo non cedettero e i lavoratori furono costretti a sospendere l'agitazione, durata ben sette mesi, senza aver ottenuto alcunché

Gran Bretagna

Ipotesi rivoluzionarie

La Germania

Al momento dell'armistizio, la Germania si trovava ad attraversare un'esperienza potenzialmente rivoluzionaria:

  • L'esercito si disgregò, con migliaia di soldati che si riversarono nel Paese portando con sé le armi
  • Il governo era esercitato da un Consiglio di commissari del popolo presieduto dal socialdemocratico Ebert e composto esclusivamente da socialisti
  • Potendo vantare una lunga tradizione democratica e sindacale, erano contrari a una rivoluzione di tipo sovietico e invece favorevoli alla democratizzazione del sistema politico
  • Nelle città spadroneggiavano i consigli degli operai e dei soldati, responsabili della gestione dell'intero apparato amministrativo e produttivo

L'insurrezione spartachista

L'insurrezione spartachista

La linea moderata scelta dalla SPD, unico argine contro la rivoluzione, portò fatalmente allo scontro con le correnti più radicali del movimento operaio tedesco:

  • I rivoluzionari della Lega di Spartaco, approfittando della protesta che, tra il 5 e il 6 gennaio 1919, aveva portato migliaia di berlinesi nelle strade, diffusero un comunicato con cui si invitavano i lavoratori a rovesciare il governo
  • La reazione governativa fu durissima:
  • In pochi giorni l'insurrezione berlinese venne schiacciata nel sangue
  • I leader del movimento spartachista, Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, furono arrestati e uccisi da ufficiali dei corpi franchi

La Repubblica di Weimer

La Repubblica di Weimar

Il 19 gennaio, al termine della rivolta spartachista, si tennero le elezioni per l'Assemblea costituente

  • I socialdemocrati si affermarono come il primo partito, anche se furono costretti a trovare un accordo con i cattolici del Centro e i democratici per consentire a Friedrich Ebert di assurgere alla carica di presidente della neonata Repubblica tedesca e garantire la formazione di un nuovo governo a guida socialista
  • Venne anche varata una nuova Costituzione repubblicana, che prevedeva:
  • Il suffragio universale maschile e femminile, il mantenimento di una struttura federale dello Stato, un esecutivo responsabile davanti al Parlamento e un presidente della Repubblica eletto dal popolo

Le minacce alla stabilità

Le minacce alla stabilità

Nonostante la nascita di una nuova Costituzione, la situazione politica in Germania non si normalizzò facilmente, minando alle fondamenta la neonata Repubblica tedesca

  • Scoppiarono nuove insurrezioni comuniste a Berlino e in Baviera, stroncate soltanto attraverso l'intervento dell'esercito
  • Corpi franchi composti da ex militari attraversavano il Paese al di fuori di qualsiasi autorità
  • Buona parte dei generali dell'esercito, infine, iniziò a diffondere la leggenda della pugnalata alla schiena, secondo la quale l'esercito tedesco sarebbe stato in grado di vincere la Grande guerra se non fosse stato tradito da una parte del paese, gettando così discredito sulla classe dirigente che si era assunta l'onere di firmare la pace

I fattori di instabilità

I fattori di instabilità

Il travaglio politico e sociale che attraversò la Germania nel primo dopoguerra rappresentò l'effetto di una pluralità di fattori che, legati assieme, contribuirono a insidiare la vita democratica e a indebolire il sistema repubblicano:

  • La frammentazione politica
  • La sfiducia nella democrazia
  • L'offensiva propagandistica della destra
  • Le riparazioni di guerra
  • L'occupazione della Ruhr
  • La crisi finanziaria
  • La grande inflazione

La frammentazione

politica

La frammentazione politica

Il più evidente motivo di debolezza era rappresentato dall'accentuata frammentazione dei gruppi politici

  • Se la Spd rimase per un decennio il partito più forte, non riuscì tuttavia mai ad egemonizzare la scena politica tedesca
  • I ceti medi, infatti, si riconoscevano in parte nel Centro cattolico e in parte nel Partito tedesco-nazionale e nel Partito tedesco popolare
  • L'assenza di una stabile forza egemone rendeva così instabili le maggioranze e i governi

La sfiducia nella

democrazia

La sfiducia nella democrazia

Ulteriore fattore di debolezza era la diffusa diffidenza nei confronti del sistema democratico

  • L'estrema destra, gli esponenti della vecchia classe dirigente, parte della media e della piccola borghesia associavano la Repubblica alla sconfitta patita nella Grande guerra e, con essa, all'umiliazione di Versailles e a quella tragedia nazionale rappresentata dalle riparazioni di guerra

L'offensiva propagandistica

della destra

L'offensiva propagandistica della destra

Protagonisti della propaganda contraria alla nuova classe dirigente repubblicana, i gruppi dell'estrema destra nazionalista scatenarono una vera e propria offensiva terroristica

  • I governanti vennero accusati di aver tradito il Paese, rendendosi responsabili di essersi piegati alle imposizioni dei vincitori
  • Fra il 1921 e il 1922 caddero vittime di attentati:
  • Il ministro delle Finanze Matthias Erzberger, leader del Centro cattolico, colpevole di aver firmato nel novembre 1918 l'armistizio in rappresentanza del governo provvisorio
  • Il ministro degli Esteri, il democratico Walther Rathenau, ebreo, grande imprenditore, che si stava adoperando per raggiungere un accordo con le potenze vincitrici

Le riparazioni

di guerra

Le riparazioni di guerra

Nella primavera del 1921 una commissione interalleata stabilì l'ammontare della riparazioni di guerra

  • La somma delle riparazioni venne fissata nella cifra, spaventosa per quei tempi, di 132 miliardi di marchi-oro da pagare in 42 rate
  • L'annuncio delle entità delle riparazioni e lo scandalo per l'umiliazione subita suscitarono in tutta la Germania un'ondata di proteste

L'occupazione della Ruhr

L'occupazione della Ruhr

Nel gennaio 1923 la Francia e il Belgio, traendo pretesto dalla mancata corresponsione di alcune riparazioni in natura, inviarono loro truppe nel bacino della Ruhr

  • Impossibilitato a reagire militarmente, il governo tedesco incoraggiò la resistenza della popolazione
  • Imprenditori e operai della Ruhr abbandonarono le fabbriche, rifiutando ogni collaborazione con gli occupanti
  • Per le già dissestate finanze tedesche, l'occupazione della Ruhr, in Renania, rappresentò il tracollo definitivo

La crisi finanziaria

La crisi finanziaria

I governi di coalizione che si succedettero fra il 1921 e il 1923 si impegnarono a corrispondere le prime rate delle riparazioni ma, per non rendersi impopolari, evitarono interventi troppo drastici sulle tasse e sulla spesa pubblica

  • Furono così costretti a stampare carta-moneta, innescando uno spaventoso processo inflazionistico

La grande inflazione

La grande inflazione

Il marco precipitò a livelli impensabili e il suo potere d'acquisto fu praticamente annullato

  • Un chilo di pane giunse a costare 400 miliardi, un chilo di burro 5.000
  • Gli effetti della polverizzazione della moneta furono sconvolgenti:
  • Lo Stato stampava banconote in quantità sempre maggiore e con valore nominale sempre più alto
  • Chi possedeva risparmi in denaro o in titoli di Stato perse tutto
  • Chi viveva del proprio stipendio dovette affrontare grossi sacrifici
  • Soltanto i possessori di beni reali e tutti coloro che avevano contratto dei debiti furono avvantaggiati

Il governo Stresemann

Il governo Stresemann

Nell'agosto 1923 si formò un governo di coalizione comprendente tutti i gruppi costituzionali e presieduto da Gustav Stresemann

  • Leader del Partito tedesco-popolare, Stresemann era convinto che la rinascita della Germania sarebbe stata possibile solo attraverso accordi con le potenze vincitrici
  • Venne così ordinata la fine della resistenza passiva nella Ruhr e furono riallacciati i contatti con la Francia
  • Furono sciolti quei governi regionali dominati dal comunisti e dai socialdemocratici di sinistra (Sassonia e Turingia)

Il complotto di Monaco

Il complotto di Monaco

Contraria a ogni forma di compromesso con le potenze vincitrici, la destra rispose senza tentennamenti ai tentativi di normalizzazione operati dal governo Stresemann

  • A Monaco, nella notte tra l'8 e il 9 novembre 1923, alcune migliaia di aderenti al Partito nazionalsocialista cercarono di organizzare un'insurrezione contro il governo centrale
  • Il complotto, capeggiato da Hitler e dal generale Ludendorff, non ottenne lo sperato appoggio dei militari e venne facilmente represso dalle autorità locali
  • Hitler fu condannato a cinque anni di carcere, poi in buona parte condonati

La stabilizzazione

monetaria

La stabilizzazione monetaria

Ristabilita l'autorità dello Stato, il governo cercò di porre rimedio al caos economico

  • Venne emessa una nuova moneta, il Rentenmark (marco di rendita), il cui valore era garantito dal patrimonio agricolo e industriale della Germania
  • Fu inoltre avviata una politica rigorosamente deflazionistica, limitando il credito, diminuendo la spesa pubblica e aumentando le imposte
  • I tedeschi dovettero così accollarsi ulteriori sacrifici, consentendo tuttavia un graduale ritorno alla normalità monetaria

Il piano Dawes

Il piano Dawes

Finalmente, dopo una lunga trattativa, venne trovato un accordo con i vincitori sulle riparazioni

  • Protagonista dell'impresa fu Charles G. Dawes, un finanziere e uomo politico statunitense
  • Il piano prevedeva che l'entità delle rate da pagare fosse graduata nel tempo e che la finanza internazionale sovvenzionasse lo Stato tedesco con una serie di prestiti a lunga scadenza
  • La Germania rientrava così in possesso della Ruhr, vedeva alleviato l'onere dei suoi debiti e otteneva un massiccio aiuto per la sua ripresa economica

Il sistema di

alleanze francese

La distensione

Garante dell'assetto europeo uscito dai trattati di pace, la Francia aveva legato a sé una rete di alleanze con tutti i paesi dell'Europa centro-orientale avvantaggiati dai trattati di Versailles

  • Polonia, Cecoslovacchia, Jugoslavia e Romania si unirono nel 1921 in un'alleanza, detta Piccola Intesa, con lo scopo di allontanare lo spettro di una rivincita tedesca
  • Allo stesso scopo, i francesi fecero di tutto per pretendere il rispetto integrale delle clausole di Versailles, visto come il mezzo più sicuro per mettere in ginocchio la Germania

Il piano Young

Stresemann e Briand

Stresemann e Briand

La linea di politica estera inaugurata dalla Francia nell'immediato dopoguerra subì un deciso mutamento nel 1924, con l'accettazione del piano Dawes

  • Venne così inaugurata una fase di distensione fra le due potenze ex nemiche, con l'emergere di due figure chiave:
  • Gustav Stresemann e Aristide Briand
  • Alla base della loro intesa c'era la volontà di normalizzare i rapporti tra vincitori e vinti, al fine di sostenere un più vasto progetto di sicurezza collettiva

Gli accordi di Locarno

Gli accordi di Locarno

Il risultato più importante del riavvicinamento franco-tedesco fu rappresentato dagli accordi di Locarno (1925)

  • La Francia, la Germania e il Belgio riconobbero le frontiere comuni tracciate a Versailles, con la Gran Bretagna e l'Italia che si impegnarono a farsi garanti contro eventuali violazioni
  • Per la prima volta dopo la fine della Grande guerra, la Germania partecipò attivamente a un trattato internazionale
  • Nel 1926, inoltre, la Germania fu ammessa alla Società delle nazioni (si ritirò, poi, nel 1933)

Il piano Young

Nel giugno 1929 un nuovo piano, elaborato da un finanziere americano, Owen D. Young, ridusse ulteriormente l'entità delle riparazioni tedesche e ne graduò il pagamento in sessant'anni

  • Nel 1929 gli ultimi reparti francesi si ritirarono dalla Renania
  • Il clima di distensione internazionale aveva trovato una conferma eloquente quando, nel 1928, su iniziativa di Briand i rappresentanti di quindici Stati, fra cui Germania e Unione Sovietica, firmarono un patto con cui si impegnavano a rinunciare alla guerra come mezzo per risolvere le controversie

Primi scricchiolii

Primi scricchiolii

La stagione di concordia si interruppe bruscamente in coincidenza con l'inizio della grande crisi economica

  • Già nel 1930 la Francia decise di dare il via alla costituzione di un imponente complesso di fortificazioni difensive lungo il confine con la Germania
  • La situazione stava evidentemente volgendo verso un nuovo abisso
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