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IL PARINI,OVVERO DELLA GLORIA
''Il Parini, ovvero della gloria'' fa parte delle operette morali che sono una raccolta di ventiquattro componimenti in prosa, divise tra dialoghi e novelle dallo stile medio e ironico, scritte tra il 1824 ed il 1832 da Giacomo Leopardi.
L’operetta, incentrata sulla figura di Giuseppe Parini, è la composizione più lunga del corpo: divisa in dodici capitoli sul tema della gloria e composta dal 6 luglio al 13 agosto del 1824.
Giuseppe Parini è stato un poeta e abate italiano. Membro dell'Accademia dei Trasformati, fu uno dei massimi esponenti dell'illuminismo e del neoclassicismo in Italia.
In quest’opera Leopardi definisce Parini come ''uno dei pochissimi Italiani che all'eccellenza nelle lettere congiunsero la profondità dei pensieri e molta notizia ed uso della filosofia presente’’.
I primi 6 capitoli si occupano delle difficoltà da affrontare per il raggiungimento della gloria.
'' Giuseppe Parini fu alla nostra memoria uno dei pochissimi Italiani che all'eccellenza nelle lettere congiunsero la profondità dei pensieri, e molta notizia ed uso della filosofia presente: cose oramai sì necessarie alle lettere amene, che non si comprenderebbe come queste se ne potessero scompagnare, se di ciò non si vedessero in Italia infiniti esempi. Fu eziandio, come è noto, di singolare innocenza, pietà verso gl'infelici e verso la patria, fede verso gli amici, nobiltà d'animo, e costanza contro le avversità della natura e della fortuna, che travagliarono tutta la sua vita misera ed umile, finché la morte lo trasse dall'oscurità. Ebbe parecchi discepoli: ai quali insegnava prima a conoscere gli uomini e le cose loro, e quindi a dilettarli coll'eloquenza e colla poesia. '' (Cap. I)
Viene narrato da Leopardi come Parini si sia rivolto ad un suo discepolo che ricercava la gloria, per renderlo consapevole delle difficoltà che incontrerà per ottenere la fama nelle lettere o nella filosofia. Nell'antichità la gloria era legata alla pratica, ma oggi avviene il contrario, Vittorio Alfieri è l'esempio di letterato per indole predisposto alla gloria
VITTORIO ALFIERI (1749-1803)
CAPITOLO II
Parini espone il tema che intende trattare nel corso del dialogo.
Parla di Baldassare Castiglione come un esempio di stile da tramandare e di Virgilio che introduce il tema della fama casuale.
Baldassarre Castiglione (1478-1529)
CAPITOLO III
Nel capitolo presente si vuole dimostrare come intervengano vari impedimenti tali che non si riesca capire la validità di un'opera quasi perfetta: in particolare chi ha l'animo freddo e privo di immaginazione non può giudicare correttamente uno scritto.
CAPITOLO IV
Molto importante è l'influenza che l'età nella lettura.
Parte un'analisi dell'arte nelle città, sprecata nelle grandi perché non è più in grado di muovere grandi sentimenti per abitudine. La città ha una duplice natura.
CAPITOLO V
In questo capitolo si torna al tema principale. Le opere vicine alla perfezione risultano più piacevoli dopo una seconda lettura, mentre avviene il contrario con gli scritti mediocri.
Successivamente viene toccato il tema del primo giudizio che difficilmente viene poi modificato.
Parini fa un confronto tra libro moderno e antico, facendo anche riferimento all'Iliade.
CAPITOLO VI
In questo capitolo si parla di chi legge per semplice diletto e passatempo e spiega che a questi la lettura annoierà, infatti qualsiasi azione se aiutata dalla speranza risulta utile, senza la speranza causa fastidio e noia.
Nel capitolo settimo vengono analizzati gli scritti filosofici e pensa che per comprendere la filosofia è necessaria tanta immaginazione, infatti ci furono grandi filosofi che sarebbero potuti essere anche grandi poeti e viceversa. Solamente un filosofo può comprendere appieno il pregio ed il diletto di un'opera filosofica in quanto ha la capacità di vedere e comprendere tutte le cause che portano a quel giudizio.
''Diciamo ora particolarmente della filosofia; non intendendo però di separar quelle da questa; dalla quale pendono totalmente. Penserai forse che derivando la filosofia dalla ragione, di cui l’universale degli uomini inciviliti partecipa forse più che dell’immaginativa e delle facoltà del cuore; il pregio delle opere filosofiche debba essere conosciuto più facilmente e da maggior numero di persone, che quello de’ poemi, e degli altri scritti che riguardano al dilettevole e al bello. ''
Gli ultimi 5 capitoli dimostrano come sia impossibile ottenere la gloria in vita e si potrà avere gloria solo nelle generazioni future.
"Non potendo godere [...] alcun beneficio della tua gloria, la maggiore utilità che ne ritrarrai, sarà di rivolgerla nell'animo e di compiacertene teco stesso nel silenzio della tua solitudine, [...] e fartene fondamento a nuove speranze. [...] La gloria degli scrittori, [...] riesce più grata da lungi che da vicino, ma non è mai, si può dire, presente a chi la possiede [...]. "(cap. X)
CARTESIO
Infatti gli uomini dotati di sapienza elevata sono condannati ad essere incompresi e derisi per la diversità delle loro opinioni, infatti il genere umano percorre una strada di continuo progresso verso il sapere in maniera lenta.
A questo punto parte un parallelo con la geometria e si cita Cartesio: le verità geometriche sono accettate per assuefazione.
CAPITOLO IX
Nell'ipotesi in cui si ottenesse in vita la gloria, essa sarà trattata diversamente da città piccola a città grande.
CAPITOLO X
Poiché è impossibile ottenere la gloria al presente, l'uomo impara a rivolgerla nel proprio animo, compiacendosene nella propria solitudine.
1) saranno i posteri migliori dei contemporanei nel ragionare? 2) potranno giudicare meglio di noi le nostre opere? 3) poiché è stato dimostrato che solamente i grandi poeti ed i veri filosofi possono giudicare le grandi opere si crede forse che in futuro ci sarà un numero maggiore di tali personalità? 4) e anche se così fosse forse il loro giudizio avrà maggiore efficacia nei confronti della maggioranza? 5) forse l'uomo medio, in futuro, sarà dotato di maggiore facoltà del cuore, dell'immaginativa, dell'intelletto, rispetto ad oggi?
"il nostro fato ... è da seguire con animo forte e grande ..."
Quest’opera raggiunge la dimensione di un trattatello e presenta delle caratteristiche tipiche di un trattatello.
La critica ha notato che Leopardi vuole farci ''desiderare'' la gloria.
La scelta della lingua nelle Operette Morali va inquadrata all'interno di un ambizioso progetto letterario:
«Chiunque vorrà far bene all'Italia, prima di tutto dovrà mostrarle una lingua filosofica, senza la quale io credo ch'ella non avrà mai letteratura moderna sua propria, e non avendo letteratura moderna propria, non sarà mai più nazione.»
(Lettera a Pietro Giordani del 13 luglio 1821, n°201.)
Nel tempo si è andata perdendo l'idea della gloria come aspirazione all'”immortalità” , già con il cristianesimo, ci si è spostati dalla gloria terrena alla gloria di Dio, e la virtù è diventata l’umiltà: ogni forma di gloria veniva considerata superbia. Alla base dell’idea di gloria c’era quindi l’idea di persone eccezionali, che compivano grandi imprese. Rimane una traccia di tutto questo nell’inchino che ancora oggi fanno i giapponesi, tanto più profondo quanto più è importante l’individuo a cui ci si rivolge: bisogna chinarsi per non essere abbagliati dall’aureola del potere che costui rappresenta.
''Leopardi, tuttavia, aveva in qualche modo declassato la gloria, che definiva ‘un ideale troppo alto’. Oggi la gloria si presenta come qualcosa di leggermente degradato: si è trasformata in celebrità, termine che alla radice ha l’aggettivo ‘celeris’, cioè che passa in fretta.''
-Remo Bodei
I giovani di oggi vogliono diventare astronauti, autori di best-seller, musicisti, sportivi, divi del cinema, così come in passato volevano essere santi o eremiti. Essere eroi di grande visibilità vuol dire avere una luce che vuol dire farsi notare, venir fuori dal grigiore (etimologia termine ‘egregio’)…
La declinazione contemporanea della gloria è lo splendore provvisorio del presentarsi davanti alle telecamere.
https://it.wikipedia.org/wiki/Operette_morali#Lingua_e_stile
https://doc.studenti.it/altro/storia-della-lingua-italiana/parini-ovvero-gloria-leopardi.html
http://guide.supereva.it/italiano_e_didattica/interventi/2011/01/il-parini-ovvero-della-gloria
https://it.wikipedia.org/wiki/Analisi_delle_Operette_morali
https://www.clarusonline.it/2014/09/02/gloria-celebrita-questione-non-terminologica-remo-bodei/