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Sin dall’antichità i girasoli rappresentavano il Dio Sole grazie al loro colore: proprio questa affinità del fiore con il sole, fa sì che ad esso venga associato un significato allegro e spensierato, in grado di infondere gioia e vivacità.
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L’origine del mito del girasole si trova in Ovidio, nel IV libro delle Metamorfosi, in cui viene raccontata la storia della ninfa Clizia, che era perdutamente innamorata del dio Apollo
La ninfa Clizia era perdutamente innamorata del dio Apollo. A un certo punto però il dio, innamoratosi della mortale Leucotoe, l’abbandonò e, per riuscire a conquistare la donna amata, si trasformò nella madre di lei. Entrato nella stanza dove stava tessendo con le ancelle, riuscì a rimanere solo con la fanciulla e a sedurla.
Tutto questo finché Apollo, impietosito, la trasformò in un fiore, in grado di cambiare inclinazione durante il giorno secondo lo spostamento del Sole nel cielo: il girasole appunto. Quindi Clizia, anche se aveva perso le sue sembianze umane, continuò ad amare Apollo come aveva fatto fino a quel momento, anzi forse di più: scrive Ovidio che “benché trattenuta dalla radice, essa si volge sempre verso il suo Sole, e anche così trasformata gli serba amore”.
E da Ovidio quest’immagine del girasole,passa a Eugenio Montale nella lirica “Portami il girasole ch’io lo trapianti”, scritta nel 1923 e inserita nella raccolta “Ossi di seppia”.
"Portami il girasole ch’io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l’ansietà del suo volto giallino.
Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.
Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce."
Egli invoca il girasole, pianta magica e dalle foglie gialle, per ricevere benessere interiore. Infatti nell’opera è presente tutta la forza di una preghiera e la debolezza del poeta, la cui anima è un terreno bruciato dal salino, una ferita di una terra dolorosa. Il fiore è quasi reso in maniera antropomorfica, con quel volto giallino che chiude la prima quartina. Ma più che un uomo è un angelo, una divinità, un mago, che tende verso il cielo azzurro: non un girasole, il girasole.
La parte centrale esprime tutto il disincanto tipico della poetica di Montale e per concludere, la parte finale riprende l'inizio del componimento per quanto riguarda l'invocazione e prosegue il tema del dissolvimento poiché trasparenze e verbi come per esempio vapora fanno capire quanto ci stiamo allontanando dalla materialità per giungere all'essenza.
Anche Vincent Van Gogh ritrae in una delle sue opere più famose il girasole
I Girasoli sono quelle tele realizzate dal pittore olandese Vincent Van Gogh nel periodo compreso tra il 1887 e il 1889 con la tecnica pittorica dell'olio su tela
Della serie di quadri sui girasoli ci sono pervenute numerose informazioni grazie allo scambio di lettere tra Vincent Van Gogh e suo fratello Theo.
I COLORI NEL QUADRO
Anche noi abbiamo provato a riprodurre la famosa opera del pittore olandese Van Gogh, rappresentante i girasole...
Concludiamo con una delle canzoni più ascoltate nell'ultimo periodo da noi adolescenti, che ha come protagonista...