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Questo nuovo stile doveva rispecchiare la grandezza del regime.
L’architettura può essere divisa in 2 fasi: razionalista e monumentalista.
La prima era usata a scopo propagandistico: gli edifici erano freddi, statici senza decorazioni perchè il regime doveva essere portatore di solidità, ordine e rigore.
La seconda invece mirava alla costruzione di edifici spettacolari perchè dovevano stupire sia per la loro grandezza sia per il maggior uso del marmo a ricordo dell’Impero Romano.
Nato nel 1881 e morto nel 1960 a Roma
Divenne fautore di un’architettura basata su un neoclassicismo semplificato che doveva essere tra classicismo e razionalismo.
Venne chiamato a Roma per eseguire numerose opere.La sua grande fama nella capitale lo aiuterà ad affermarsi come uno dei migliori architetti e tra i più legati al regime.
Tra le sue opere più importanti ricordiamo il Palazzo di Giustizia a Milano e il Quartiere dell’EUR a Roma.
Il regime nel 1935 espresse la volontà di candidare Roma quale sede dell’Esposizione Universale da tenersi nel 1941. Il governatore di Roma, Giuseppe Bottai, propose a Mussolini di ospitare l’evento nella capitale ed il duce ne fu subito entusiasta. Si decise successivamente di spostare l’esposizione al 1942 per farla coincidere con le celebrazioni dei venti anni dalla marcia su Roma.
Con l'entrata in guerra l'esposizione non fu mai fatta.
Il Palazzo di Giustizia di Milano, si trova in via Carlo Freguglia al 4, a poche decine di metri da Piazza Cinque Giornate.
Il Palazzo di Giustizia è una costruzione di stile fascista che occupa un'area quadrilatera di circa 30.000 mq. Edificato tra il 1935 e il 1940, è la sede del Tribunale di Milano.
Ha una pianta a forma di trapezio, aperta da otto cortili di differente ampiezza. Al centro del cortile d'onore è collocata la più grande statua del complesso, la "Giustizia", opera in porfido rosso di Attilio Selva.
Edificato nel 1940, è riconoscibile dal proprio rivestimento in travertino e marmo di Carrara.La facciata è quasi piatta.
Nella sala di rappresentanza furono realizzati monumentali pannelli decorativi. Le decorazioni del palazzo Littorio riferite al regime come frasi mussoliniane, fasci littori, M, labari, massiccia balaustra marmorea e sculture sulla balaustra del lungo balcone vennero tolte negli anni sessanta.
Sull'edificio, ex palazzo Littorio, c'è un grande bassorilievo marmoreo allegorico del lavoro, anch'esso è un gioiello artistico scolpito dallo scultore messinese Antonio Bonfiglio. Su una parete in un angolo al piano terra dell'edificio, lato mare, è ancora oggi visibile un celebre motto fascista scritto in lettere di marmo: »OSARE DURARE VINCERE«.