Introducing
Your new presentation assistant.
Refine, enhance, and tailor your content, source relevant images, and edit visuals quicker than ever before.
Trending searches
GAIO GIULIO CESARE
Gaio Giulio Cesare nacqe a Roma il 13 luglio 100 a.C.
E' stato un militare, console, dittatore, pontefice massimo, oratore e scrittore romano, considerato uno dei personaggi più importanti e influenti della storia.
Ebbe un ruolo cruciale nella transizione del sistema di governo dalla forma repubblicana a quella imperiale. Fu dittatore (dictator) di Roma alla fine del 49 a.C., nel 47 a.C., nel 46 a.C. con carica decennale e dal 44 a.C. come dittatore perpetuo,ebbe per quattro volte il consolato e per una volta il tribunato.
Con l'assunzione della dittatura a vita diede inizio a un processo di radicale riforma della società e del governo, riorganizzando e centralizzando la burocrazia repubblicana. Il suo operato provocò la reazione dei conservatori, finché un gruppo di senatori, capeggiati da Marco Giunio Bruto, Gaio Cassio Longino e Decimo Bruto, cospirò contro di lui uccidendolo, alle Idi di marzo del 44 a.C. (15 marzo 44). Nel 42 a.C., appena due anni dopo il suo assassinio, il Senato lo deificò ufficialmente, elevandolo a divinità. L'eredità riformatrice e storica di Cesare fu quindi raccolta da Ottaviano Augusto, suo pronipote e figlio adottivo.
Nel 58 a.C. Giulio Cesare ottenne il proconsolato della Gallia Narbonense e della Gallia Cisalpina e ne intendeva avviare una grande campagna di conquista.
Nel 58 a.C. Giulio Cesare si recò nelle province assegnate. Prese a pretesto per iniziare la guerra, come alleato dei Galli, alcuni sconfinamenti degli Elvezi, una popolazione dell’attuale Svizzera occidentale, e li sconfisse nella battaglia di Bibracte (58 a.C.), e poi dei Suebi (o Svevi), un popolo germanico proveniente dall’area del Mar Baltico. Dopo ancora le sue legioni attaccarono i Galli belgi, veneti, aquitani, tanto che sul finire del 57 a.C. gran parte della Gallia sembrava sotto il controllo romano.
ll triumvirato con Pompeo e Crasso si era sciolto nel 53 a.C. con la morte di quest'ultimo e Pompeo, approfittando dell'assenza di Cesare e grazie all'aiuto del Senato, era divenuto il padrone di Roma.
Nel 50 a.C. il Senato ordinò a Cesare di lasciare il comando dell'esercito e di tornare a Roma, ma il conquistatore della Gallia, che mirava a stabilire il suo comando personale e per questo voleva riformare le istituzioni della Repubblica in senso monarchico, decise sì di muoversi verso Roma, ma alla testa dell'esercito a lui fedele.
Nel 49 a.C. varcò il fiume Rubicone, che segnava il limite oltre il quale era vietato a un generale di procedere verso Roma seguito dalle sue truppe, dichiarando ufficialmente guerra al Senato e a Pompeo.
Iniziata la guerra, Pompeo fuggì in Puglia e poi in Grecia per riorganizzare l'esercito. Occupata Roma e l'Italia, Cesare si recò in Spagna dove sconfisse le legioni di Pompeo prima di volgersi contro lo stesso Pompeo, che in Oriente aveva allestito un grande esercito, sconfiggendolo nel 48 a.C. a Farsalo. Fuggito in Egitto per trovare protezione, Pompeo fu ucciso da Tolomeo XIII, faraone egizio fedele a Cesare.
Tra 47 e 46 a.C. Cesare sbarcò in Africa e in Oriente: pose sul trono d'Egitto Cleopatra, una valida alleata per Roma e pronunciò la celebre frase «veni, vidi, vici» dopo la vittoria a Zela.
8 libri
Struttura annalistica
7 libri(58-52 a.C)
Ottavo libro(51-50 a.C)
Il De bello Gallico,appartiene a una tipologia che prima non costituiva un genere letterario.
Ebbe successo tra i contemporanei
Guerra civile
1 GENNAIO 49 a.C.
fino alla fine del 48 a.C.
Libro 1 Libro 2 Libro 3
Lo stile del De bello civili è semplice, di facile fruizione, celebrato da antichi e da moderni.
Lo scopo principale è garantire l’oggettività o l’obiettività di un testo il cui fine principale è la giustificazione di una guerra civile.
La narrazione, a differenza del De bello gallico, non è analistica e la struttura è più complessa, poiché più complesso è lo stesso argomento che Cesare si accinge a trattare: non c’è alcun nemico di Roma, nessun barbaro da sconfiggere, ma un civis, davanti al cui cadavere Cesare piange, per aver perso un concittadino. Cesare si presenta come il bonus civis che mai oserebbe calpestare il mos maiourum e le leggi di Roma.