Introducing 

Prezi AI.

Your new presentation assistant.

Refine, enhance, and tailor your content, source relevant images, and edit visuals quicker than ever before.

Loading…
Transcript

TORINO BAROCCA

REAL CHIESA

DI SAN LORENZO

SAN

LORENZO

Anno: 1680

Architetto: Guarino Guarini

Commissionata dalla famiglia reale dei Savoia (Emanuele Filiberto I, duca) per celebrare vittoria contro i Francesi.

Sebbene fosse prevista facciata, essa non venne mai realizzata, per non deturpare la simmetria di Piazza Castello (sembra facciata di un edificio laico, proseguimento di Palazzo della Regione).

.

l'

EDIFICIO

- pianta CENTRALE,

grande spazio ottagonale

dai lati curvilinei racchiuso in muratura quadrata; preceduto da un VESTIBOLO

- il presbiterio ELLITTICO (asse maggiore parallelo a facciata).

All'interno:

- in corrispondenza delle torrette laterali, 4 ARCONI

A TUTTO SESTO, rinforzati con una struttura lignea.

- di sguincio, 4 archi

A SESTO RIBASSATO.

-Tiranti in ferro legano

altra serie di archi vicino

alle finestre

(compartecipazione

di materiali)

-presente CAMPANILE

e due TORRETTE

LATERALI.

la

CUPOLA

All'esterno:

- TIBURIO OTTAGONALE

dalla superficie curvilinea concava, finestre ellittiche.

- LANTERNA, finestre rettangolari, coppie di colonnine, termine in cupola con finestre ovali.

All'interno, alta 55m:

-Cupola a CANESTRO ROVESCIATO, frutto dell'intersezione di 8 coppie di archi (motivo OTTAGONO, islamica), formano grande STELLA a otto punte (al centro la lanterna).

-nelle vele finestre ad arco fanno penetrare la LUCE che dilata lo spazio.

- percorribile internamente grazie a un'

INTERCAPEDINE

Realizzate da Guarini con marmi policromi, ospitano numerose statue e tele

le

CAPPELLE

-le cappelle curvilinee,

dilatano lo spazio e creano effetto di FORZA CENTRIFUGA.

Sono 6

  • CAPPELLA DELL'ADDOLORATA
  • CAPPELLA DI SAN GAETANO
  • CAPPELLA DELL'IMMACOLATA
  • CAPPELLA DELLA NATIVITA'
  • CAPPELLA DELL'ANNUNCIAZIONE
  • CAPPELLA DELLE ANIME DEL PURGATORIO

IMMACOLATA

NATIVITA'

ANIME DEL PURGATORIO

In questa cappella venne svolta la prima OSTENSIONE DELLA SACRA SINDONE

CAPPELLA DELL'

ADDOLORATA

CAPPELLA DI SAN

GAETANO

- Al centro: STATUA di SAN GAETANO, il santo della Provvidenza.

-sull'arcata d'ingresso vi sono due ANGELI : sx porta un grosso LIBRO (le SCRITTURE), dx indica la via da seguire, la Parola di Dio.

Sopra l'arco l'iscrizione:

QUERITE PRIMUM REGNUM DEI,

al di sotto NICCHIA resa prospetticamente da un intarsio di marmi policromi, che reca ai lati due ALLEGORIE delle VIRTU' CARDINALI:

sx: FANCIULLA che regge una CROCE (Fede)

dx: FANCIULLA che sostiene un CUORE e un' ANFORA

(Speranza e Carità)

l'

ALTARE

-Marmi, pietre

colorate figure

geometriche intrecciate, pannelli marmorei curvi ed intarsiati, colonne tortili.

-Sui pennacchi che raccordano il presbiterio all'imposta della cupola sono presenti allegorie delle 4 VIRTU' CARDINALI

(Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza)

-Su arco esterno due

ANGELI DORATI,

introducono al

MARTIRIO

DI SAN LORENZO

(pala)

CORO

20 STALLI intarsiati in legno

ANGELI

Il primo regge corona di alloro

il secondo regge palma del martirio

PALAZZO MADAMA

Il prospetto, scandito da ordini architettonici sovrapposti, ha la funzione di una grande scala traforata concepita per contenere lo scalone d'onore a doppia rampa simmetrica che conduce al piano nobile. La luce naturale, entrando dai serramenti inseriti tra le lesene del registro mediano, plasma le superfici interne distinte da eleganti stucchi di ottima fattura. Una composizione di leggere volte a vela caratterizza l'atrio di ingresso al piano terreno e costituisce il sostegno del pianerottolo al quale pervengono le due rampe di scale e dal quale si accede alla sala del Senato.

STRUTTURA

INTERNO

STORIA

E' un complesso architettonico situato nella piazza centrale di Torino, sede del Museo di arte antica. Ai tempi dei Romani qui sorgeva la Porta Decumana, che fu trasformata in fortezza dopo la caduta dell'impero. Nel XIV secolo la fortezza venne acquisita dai Savoia; Filippo I iniziò il progetto di ingrandimento, rendendo il palazzo non solo suo luogo d'alloggio, ma anche sede di eventi e matrimoni.

Il palazzo giunge il massimo splendore quando Maria Cristina di Borbone di Francia fa del palazzo la sua residenza.

Il nome odierno si deve a Maria Giovanna Battista di Savoia che, insieme a Filippo Juvarra, inizia un progetto in stile barocco.

LA BASILICA DI SUPERGA

BASILICA DI SUPERGA

LA COSTRUZIONE

STORIA

La tradizione la vuole costruita in adempimento ad un voto espresso dal Duca Vittorio Amedeo II nel 1706, alla vigilia della battaglia che lo vide fronteggiare le truppe franco-spagnole che assediavano Torino, se avessero vinto avrebbero trasformato la piccola chiesa di campagna in una sontuosa basilica in onore della Madonna delle Grazie.

Nel 1717 inizia, da parte dell’architetto messinese di Casa Savoia, Filippo Juvarra, la costruzione dell'edificio monumentale che viene inaugurato ed aperto al culto, nel 1731, dal re Carlo Emanuele III.

FILIPPO JUVARRA

Nasce a Messina nel 1678.

La sua formazione artistica avviene però a Roma dove si affermò per le sue qualità da scenografo. Juvarra si reca poi a Torino dove si guadagna la nomina a primo architetto di corte.

La Basilica di Superga è la prima grande opera a Torino dell’architetto.

Nel corso del lungo soggiorno torinese mette a punto la sua tecnica architettonica, tanto da acquisire una grande fama.

Viene infatti invitato nelle più importanti città europee (Parigi e Londra) e ovunque realizza progetti nei quali invenzioni e monumentalità riescono sempre a sposarsi con grande naturalezza.

Il pittore morirà improvvisamente nel 1736.

ANCHE META DI ESCURSIONI

OGGI

La presenza del Parco Naturale e del Bosco del Vaj assicurano un costante monitoraggio dell’area intorno alla basilica, e la riscoperta di alcune “rotte” di antico tracciato all’interno del bosco della collina, contribuiscono a rendere la zona mèta di escursioni di gruppi sempre più numerosi.

POSIZIONE STRATEGICA

POSIZIONE

La scenografica e precisa posizione, scelta dalla committenza rimarca e celebra la fede e la magnificenza di casa Savoia.

Inoltre l'architetto messinese colloca la chiesa, con una combinazione di neoclassico e tardo barocco, sulla sommità dell'omonima collina, al margine orientale della città, a quota 670 metri slm. 

LA CHIESA

CHIESA

INTERNO

La chiesa ha una pianta a ottagono irregolare, ai vertici del quale vengono disposte delle colonne di ordine corinzio addossate ai pilastri d'angolo.

All’interno si aprono sei cappelle, due principali e quattro secondarie, dove sono custodite importanti opere pittoriche.

Nella Cappella del Voto è conservata la Statua in legno della Madonna delle Grazie del Seicento, la stessa a cui si rivolse Vittorio Amedeo II per vincere la battaglia.

INTERNO

CRIPTA

CRIPTA

Per volontà di Vittorio Amedeo III, furono tumulati alcuni membri della Casa Savoia. Le spoglie sono conservate in una cripta sotterranea riccamente decorata e custode delle opere degli innumerevoli artisti che hanno lavorato alla corte. La pianta della Cripta si presenta a croce latina allungata e ospita 62 sepolture di Casa Savoia.

Primo ambiente della Cripta Reale è la Sala del Re (al centro il sarcofago di Carlo Alberto di Savoia).

Il progetto, affidato all’architetto Francesco Martinez nel 1774, nipote di Filippo Juvarra, è concluso nel 1778.

ESTERNO

ESTERNO

PRONAO

PRONAO

Il pronao quadrato imprime, insieme alla cupola e alle torri campanarie, un grande dinamismo grazie allo schema geometrico, secondo le regole vitruviane nella disposizione volumetrica degli edifici, che rende proporzionale le sue dimensioni a quelle della chiesa. Sovrastato da un timpano triangolare, presenta quattro colonne nella parte anteriore, a cui corrispondono quattro lesene giganti sulla facciata d'ingresso. È delimitato da otto colonne di marmo di gusto neoclassico.

DUE TORRI CAMPANARIE

TORRI

Le due torri campanarie, con le strutture portanti in laterizio, partono dalle ali del convento e si posizionano ai lati della cupola donando grande effetto dinamico alla struttura grazie allo sfalsamento dei campanili in una posizione più arretrata rispetto alla cupola e inglobando il basamento nella struttura del convento.

CUPOLA

Il passaggio dalla pianta ottogonale al cilindro del tamburo della cupola avviene gradualmente grazie all'uso di

un alto tamburo e di una trabeazione circolare, sorretta dalle colonne.

La cupola è costituita da due calotte in laterizio mentre quella esterna è a sezione costante, quella interna è rastremata verso l'alto.

E' possibile raggiungerla tramite una scala a chiocciola di 131 gradini.

CUPOLA

CHIOSTRO

CHIOSTRO

Il chiostro progettato da Juvarra posto lungo l’asse longitudinale della chiesa, con quattro facciate scandite da paraste ad interassi regolari e una doppia sequenza di archi a tutto sesto, è caratterizzato da un giardino all’italiana, decorato con siepi di bosso che creano un motivo a labirinto.

CONVENTO

CONVENTO

Il grande edificio, retrostante alla chiesa, piuttosto rigido nelle sue linee squadrate, il convento, è realizzato sempre su progetto di Juvarra.

In origine ospitava la Congregazione dei sacerdoti Regolari, istituita da Vittorio Amedeo II nel 1730, poi soppressa durante la Rivoluzione francese. Gestito poi dalla Reale Congregazione di Superga fino al 1966, oggi è dimora dei padri dell’Ordine dei Servi di Maria, che si occupano del culto di questo luogo sacro.

APPARTAMENTO REALE

APPARTAMENTO REALE

Il progetto prevedeva la costruzione di un intero edificio accanto al convento. Purtroppo l'architetto non riuscirà a concluderli.

Accantonato il progetto, alcune stanze del primo piano del Convento vengono destinate ai Reali come residenza d’appoggio.

Durante gli anni vengono usate come sostegno alla popolazione e oggi è possibile vedere una fedele riproduzione delle cinque stanze arredate dagli oggetti rimasti.

(Anticamera, Prima Sala di Ricevimento, Gabinetto da Toeletta, Sala Verde e Sala Rosa)

SALA DEI PAPI

SALA DEI PAPI

Vi si accede dal chiostro del convento gestito dei padri dell'ordine dei Servi di Maria. Qui si conserva la curiosa e pressoché unica raccolta di ritratti di tutti i pontefici della storia, a partire da San Pietro, compresi gli antipapi.

La sala dove sono esposti li espone in ordine cronologico lungo tutte le pareti

PER RICORDARE

IL 1949

RICORDI

La tragedia di Superga fu un incidente aereo avvenuto il 4 maggio 1949. Un aereo con a bordo l'intera squadra di calcio del Grande Torino, si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga;

le vittime furono 31.

In ricordo della squadra è stata posta una lapide che ancora oggi è meta di visite.

Galleria Subalpina

GALLERIA SUBALPINA

DESCRIZIONE

Progettato nel 1873 dall’architetto Pietro Carrera, l’ambiente propone il modello ottocentesco dell’area commerciale riservata allo svago borghese, piuttosto apprezzato in città, benché affermatosi in una versione più contenuta rispetto alla galleria Vittorio Emanuele II di Milano.

La galleria è collocata tra piazza Castello e piazza Carlo Alberto ed è caratterizzata da un ampio e luminoso salone lungo cinquanta metri, largo quattordici arricchito da un notevole apparato decorativo eclettico che fonde elementi in stile rinascimentale e barocco, opera dello scultore Pietro Rubino.

L'altezza di circa diciotto metri è stemperata da una balconata che percorre tutto il suo perimetro. La volta rappresenta un vero e proprio tributo alla modernità del tempo, con un largo utilizzo di vetro e ferro battuto, come testimoniano gli elementi strutturali riccamente decorati ad opera dei fratelli Loro e del Piattini.

STORIA

La struttura rappresenta il tipico modello ottocentesco di area commerciale urbana ispirata ai tipici passages parigini e destinata allo svago borghese.

Essa fu la terza galleria commerciale di Torino, dopo la Galleria Umberto I e la scomparsa Galleria Natta, demolita del 1922 nell'ambito del rifacimento di via Roma.

Progettata da Pietro Carrera nel 1873, i lavori furono avviati il 25 giugno dello stesso anno e la galleria fu inaugurata il 30 dicembre 1874. Deve il suo nome alla Banca dell'Industria Subalpina, che si assunse l'onere della costruzione.

SECONDA GUERRA MONDIALE

In parte danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, la galleria è stata ricostruita fedelmente sui disegni originali e, in tempi più recenti, l'area centrale è stata interamente occupata dalla grande aiuola, secondo il progetto iniziale del Carrera.

LA CONSOLATA

CONSOLATA

Il Santuario della Consolata sorge sul luogo in cui anticamente era situata la chiesa di Sant’Andrea.

ESTERNO

Il pronao tetrastilo, che introduce dall'antistante piazza all'ingresso principale del Santuario, presenta colonne corinzie e fu realizzato in gusto neoclassico nel 1853 su disegni di Gioacchino Marone e Antonio Boffa. Nel 1910 sono state aggiunte due statue di Luigi Calderini , raffiguranti "San Massimo"

LE PIANTE

INTERNO

Chiesa di sant'Andrea

1

La chiesa era a tre navate e al di sotto del presbiterio c'era la cripta sotterranea che ospitava l’altare maggiore dedicato al santo titolare della chiesa.

Fase 1 (1678-1704)

2

Guarino Guarini crea un’ampia aula ovale di accesso, che ricopre lo spazio dell’antica chiesa, cui verso nord aggiunge un ambiente a pianta esagonale che amplia il sito dell’antica cappella della Consolata e che costituisce il Santuario vero e proprio.

In questo modo dà un peso fondamentale nella struttura architettonica alla cappella dedicata alla Consolata che si trova in asse con l’ingresso laterale (lato sud). L’esecuzione dei lavori venne affidata all’ing. Antonio Bertola.

Fase 2 (1729-1740)

3

La seconda fase di ampliamento fu esguita da Filippo Juvarra e coinvolse la zona del nuovo presbiterio, dove si custodiva l’immagine della Consolata. Juvarra progettò l’altare maggiore, quello che vediamo ancora oggi, e lo collocò nella nicchia creata dallo sfondamento verso nord dell’esagono guariniano. Il nuovo ambiente venne coperto da una cupola e coronato da una lanterna che favorì una maggiore illuminazione di tutto lo spazio.

Fase 3 (1899-1904)

4

l'ultima fase di ampliamento venne affidata all’architetto Carlo Ceppi e all'ingegnere Antonio Vandone di Cortemiglia. Il Ceppi disegnò il progetto che prevedeva la costruzione di quattro cappelle ovali attorno all’esagono guariniano e di due coretti a lato del presbiterio della cappella della Consolata. L’ingresso da occidente che immetteva nell’aula di Sant’Andrea venne chiuso privilegiando così l’asse che dall’ingresso sud conduceva direttamente all’altare con l’immagine della Consolata.

Da via della Consolata venne aperto un altro ingresso che dava accesso direttamente alla zona del santuario. Vandone curò la progettazione e l’esecuzione dei nuovi altari per le nuove cappelle e la loro decorazione.

La Cappella di sant’Anna venne costruita tra il 1678 e il 1704, su progetto dell’architetto Guarino Guarini. All'interno si può trovare un altare in marmo decorato con le sculture in legno di Stefano Maria Clemente. Al centro dell’altare è collocata la pala raffigurante Sant’Anna con la Vergine Bambina, san Michele Arcangelo e l’Angelo custode, opera di un pittore della cerchia di Beaumont. Alle pareti laterali ci sono due scene della vita di Maria, di mano di Vittorio Amedeo Rapous, che raffigurano la Natività della Vergine e la Presentazione di Maria al Tempio.

CAPPELLA DI SANT'ANNA

Edificata sul finire del X secolo al completamento della precedente chiesa di Sant'Andrea, fu opera dell'architetto monaco Bruningo. Per questo infatti appare discostata dal corpo barocco della basilica. Per la sua costruzione fu utilizzato in gran parte del laterizio di epoca romana proveniente da rovine di abitazioni patrizie circostanti. La base è quadrata, con una lieve forma tronco-piramidale per aumentarne lo slancio, è di aspetto austero, tipicamente romanico; le facciate sono armoniosamente scandite da 7 ordini di archetti pensili, monofore, bifore e trifore. La cella campanaria contiene nove campane trifore.

TORRE CAMPANARIA

LE CHIESE GEMELLE

CHIESA DI S. CARLO E S. CRISTINA

La Chiesa di Santa Cristina fu costruita nel 1639 per volere di Maria Cristina di Francia, moglie di Vittorio Amedeo I di Savoia.

La Chiesa di San Carlo Borromeo fu invece costruita per volontà di Carlo Emanuele I di Savoia nel 1619. La chiesa venne dedicata a San Carlo Borromeo, dopo il suo pellegrinaggio a piedi per recarsi a pregare la Sacra Sindone.

Fanno entrambe parte di un progetto di ampliamento urbanistico.

STORIA

CHIESA DI SANTA CRISTINA

La chiesa nacque per volere della reggente del Piemonte, Maria Cristina di Francia.

Il progetto e i lavori della chiesa furono iniziati da Carlo di Castellamonte nel 1639, che però morì un anno dopo, e il cantiere fu proseguito dal figlio Amedeo

La stessa Cristina volle adibire il Monastero delle Carmelitane Scalze in cui negli ultimi anni di vita, si ritirava. Il monastero

venne poi distrutto da Napoleone nel

1802.

LA FACCIATA

La facciata attuale fu ultimata

nel 1718, ad opera di Filippo Juvarra: fu commissionata da Maria Giovanna Battista, il cui nome compare inciso alla base della lunetta della facciata, che è lievemente concava, e ripartita in due ordini sovrapposti, scanditi da colonne con capitelli di ordine composito. Una grande finestra ovale si trova nell’ordine superiore, con ai lati due statue rappresentanti la “Giustizia” e la “Carità”, opera di Giovanni Baratta.

Sul cornicione che separa gli ordini, sono posizionate le copie delle statue di Santa Teresa e di Santa Cristina, Sono invece opera dello scultore milanese Tantardini le altre statue, raffiguranti San Francesco

di Sales, Sant’Agostino e

San Maurizio.

INTERNO

La chiesa è ad unica navata, a croce latina, con finestre a tre luci di tipo “serliano”.

La cappella di destra è dedicata al Sacro Cuore di Maria. Quella di sinistra è dedicata a San Giuseppe, compatrono di Torino.

Tra gli affreschi parietali, a sinistra, spicca “Il voto di Superga”, opera di Edoardo Calandra: il quadro raffigura il duca Amedeo II di Savoia, accanto al cugino principe Eugenio di Savoia-Sassons, mentre è inginocchiato davanti ad un pilone con l’effigie della Vergine, sul culmine del Colle di Superga, ed esprime il voto di erigere una basilica in quel luogo, in caso di vittoria contro i Francesi assedianti.

La volta interna è di Pietro Somasso: un cornicione corre lungo tutto l’interno, delimitando il soffitto con volta a botte, ornato di pregevoli stucchi, che simulano volte a crociera, con motivi floreali e

figure di angeli.

STORIA

CHIESA DI SAN CARLO

Il progetto nacque nel 1618, come ampliamento urbano. Il duca Carlo Emanuele I di Savoia ordinò la trasformazione della città in stile barocco, e il cantiere per la chiesa iniziò nel 1619.

L'attribuzione del progetto è incerta: si parla di Carlo di Castellamonte, ma anche di Andrea Costaguta, del Galleani di Ventimiglia e, con maggior probabilità, di Maurizio Valperga, di cui è certa la conclusione dei cantieri.

La struttura della chiesa, provvista anche di campanile in condivisione con la chiesa gemella, fu terminata nel 1625.

Nel 1623, la chiesa fu annessa al preesistente convento dell'Ordine

degli Agostiniani Scalzi.

LA FACCIATA

La facciata, fu realizzata molto più

tardiva rispetto alla fine della realizzazione della Chiesa (1625).

Nel 1834 fu bandito un concorso per la realizzazione della facciata, il progetto vincente fu quello di Ferdinando Caronesi che proponeva una facciata ispirata a quella juvarriana della vicina chiesa di Santa Cristina.

Essendo la facciata ispirata a quella della Chiesa di Santa Cristina ci sono molte similitudini come la divisione tramite una trabeazione in due ordini.

Nella parte superiore si trova una finestra ovale e un timpano con raffigurato il Duca Carlo Emanuele I di Savoia.

INTERNO

L'interno presenta una navata unica e

quattro cappelle, due per lato.

Sono presenti vari dipinti, di scuola caravaggesca, tra cui ricordiamo la pala d'altare, che raffigura proprio il santo quando, nel 1578, si recò a Torino per vedere il Sudario del Cristo.

Nel 1655 per l'altare maggiore Giacomo Casella con il cognato Giovanni Andrea Casella dipinse la pala raffigurante San Carlo Borromeo in adorazione della Sacra Sindone.

Di grande pregio gli interni decorati sui colori del rosa, del rosso e dell’oro, come per la sua gemella, secondo la tradizione del barocco torinese.

.

La reggente Maria Cristina di Francia, che acquistò il terreno per edificare la chiesa adiacente "gemella", ordinò a Bernardino Quadri l'esecuzione dell'altare maggiore e le decorazioni a stucco dentro la chiesa di San Carlo nel 1653.

Gli altari della Madonna della Pace e di san Nicola da Tolentino sono invece opera dello scultore svizzero Giovanni Battista Casella (1649).

ALTARI

Learn more about creating dynamic, engaging presentations with Prezi