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Figura femminile scolpita, usata in luogo di colonna o pilastro a sostegno di sovrastanti membrature architettoniche. Il nome deriva secondo la tradizione dalle donne della città della Laconia Carie
L'ERETTEO
Nonostante la grande importanza del culto tributato ad Atena nel grande tempio sulla sommità dell'Acropoli, questo santuario, dedicato alla dea Atena Poliade(protettrice della città), era legato a culti arcaici e alle più antiche memorie della storia leggendaria della città, costituendo il vero nucleo sacro dell'Acropoli e dell'intera città. In questo luogo si sarebbe infatti svolta la disputa tra Atena e Poseidone. Qui il re Cecrope, metà uomo e metà serpente, avrebbe consacrato il Palladio, la statua della dea caduta miracolosamente dal cielo. Il santuario ospitava inoltre le tombe di Cecrope, di Eretteo e un luogo di culto dedicato a Pandroso, la figlia di Cecrope. Iniziata da Alcibiade nel 421 a.C. in un momento di relativa pace, la costruzione fu interrotta durante la guerra del Peloponneso. L'interno era suddiviso in due celle a livello diverso e non comunicanti tra loro: quella orientale, più alta, che ospitava il Palladio, e quella occidentale più in basso, suddivisa in tre vani: un vestibolo comune dava accesso a due vani gemelli che ospitavano i culti di Poseidone e del mitico re Eretteo. Al corpo centrale si addossano la loggia con le Cariatidi* a sud, che custodisce la tomba del re Cecrope, e un portico a nord, più sporgente del corpo centrale verso ovest, costruito per proteggere la polla di acqua salata fatta sgorgare da Poseidone.
I PROPILEI
I Propilei sorgono nel luogo in cui era sorto prima l'ingresso delle fortificazioni micenee, poi di quelle di Pisistrato e infine di quelle costruite tra il 510 e il 480 a.C. Quest'ultimo ingresso fu distrutto nel 480 dai Persiani, venne riparato da Temistocle e da Cimone e infine fu smantellato per far posto ai Propilei attuali, che rientravano nei grandi lavori di rifacimento dell'acropoli promossi da Pericle. I Propilei di Pericle furono eretti tra il 437 a.C. e il 432 a.C. secondo l'audace progetto dell'architetto Mnesicle, ma nel 431 a.C., allo scoppio della guerra del Peloponneso, i lavori furono interrotti e mai portati a termine; I Propilei, consistono di un corpo centrale con due ali laterali, una verso nord, la Pinacoteca e una verso sud, un semplice portico. All'interno dell'ala sud, i blocchi di marmo presentano ancora le bozze lasciate a rilievo per il sollevamento e la messa in opera, il che mostra come l'edificio non abbia mai ricevuto la pulitura finale.
IL PARTENONE
A metà del V secolo a.C., Pericle avviò un progetto di ricostruzione ambizioso de-stinato a durare per tutta la seconda metà del secolo. Nel corso di tale periodo fu-rono eretti tutti gli edifici più importanti visibili sull'a-cropoli oggi: il Partenone, i Propilei, l'Eretteo e il tempio di Atena Nike.
Il primo tentativo di costruire un santuario per Atena Parthenos sul sito dell'attuale Partenone ebbe inizio poco dopo la battaglia di Maratona. Questo edificio, spesso indicato come pre-Partenone, era ancora in costruzione quando i Persiani saccheggiarono la città nel 480 a.C., bruciando praticamente ogni edificio sull'acropoli.
Il Partenone fu costruito sotto la supervisione generale dell'artista Fidia, che era incaricato anche della decorazione scultorea. Della progettazione venne incaricato Ictino, uno dei più importanti architetti nell'Atene dell'epoca, che lavorò dal 447 al 438 a.C.
L'edificio venne sostanzialmente completato nel 432 a.C., allo scoppio della guerra del Peloponneso, anche se il lavoro sulle decorazioni proseguì almeno fino all'anno successivo.
IL TEMPIETTO DI ATENA NIKE
Questo esempio di architettura dell'epoca classica, probabile opera dell'architetto Callicrate, coautore del Partenone, è stato il primo edificio in stile completamente ionico dell'Acropoli; tutti gli altri edifici presentano originali fusioni di stile ionico e dorico. I rilievi, ora al museo dell'Acropoli, eseguiti in un momento storico gravido di cattivi presagi per Atene, costituiscono un passo indietro sul versante dell'attenzione alla resa naturalistica del corpo umano e delle vesti, e sembrano indicare che l'artista ricercava effetti diversi, di carattere pittorico, che ha spinto alcuni critici a parlare di protoellenismo. Il fatto che potessero venire osservati dalla ripida salita ai Propilei, unica via d'accesso all'acropoli, consentì la ricerca di particolari effetti prospettici. La statua di culto, come ci viene descritta da Pausania, era di legno e portava in mano una melagrana. La statua era aptera, cioè senz'ali, il che si spiegava col fatto che la dea non avrebbe dovuto mai più lasciare la città.
IL TEATRO DI DIONISO
Secondo i pochi documenti storici noti, pare che quando ad Atene cominciarono le rappresentazioni teatrali esse avvenissero nell'agorà. Tra la fine del VI e l'inizio del V secolo a.C., però, si verificò un incidente: il crollo delle impalcature dove sedevano gli spettatori. Si decise allora di spostare le rappresentazioni in un luogo ad esse dedicato, che venne identificato sulle pendici meridionali dell'acropoli, presso il santuario di Dioniso. Sfruttando il naturale pendio dell'Acropoli stessa, in un imprecisato anno all'inizio del V secolo a.C. fu costruito il teatro. Al tempo dei più grandi autori teatrali dell'antica Grecia, il teatro era formato da una orchestra del diametro di 25 metri, in cui recitavano gli attori e il coro. Probabilmente non esisteva un palcoscenico riservato agli attori, sicché questi ultimi e il coro erano sullo stesso livello e interagivano tra loro. Alle spalle degli attori stava la skené, ossia alcuni pannelli di legno dove era rappresentata l’ambientazione dell’opera. All'orchestra si accedeva tramite due corridoi laterali, i paradoi e tramite una porta centrale, situata nel centro della skené.