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Platone nacque tra il 428 e il 427 a.C. ad Atene ed era figlio di Aristone e Perictione ed insieme al maestro Socrate e all'allievo Aristotele ha posto le basi del pensiero filosofico occidentale. Platone era di famiglia nobile e come tale era destinato ad un'importante vita politica; viene però deluso dalla sua società e la condanna a morte del maestro Socrate, che per il filosofo rapppresentava un modello, lo segnò profondamente e iniziò a pensare che la filosofia fosse l'unica cosa che avrebbe potuto riformare la politica. Platone entrò nella scuola socratica all'eta di circa vent'anni e iniziò a scrivere dialoghi a partire dal 395 circa. Viaggiò molto, recandosi nella Magna Grecia almeno tre volte, e nel 387 ad Atene fondò la sua Accademia. Morì nel 348 a.C. circa e la guida dell'Accademia fu presa dal nipote Speusippo.
Platone lasciò molte opere scritte, al contrario di Socrate, ma così come il maestro pensava che l'unico strumento in grado di riportare l'argomento alla concretezza storica di un dibattito fra persone e di mettere in luce il carattere di ricerca della filosofia fosse il dialogo. Delle sue opere ce ne sono arrivate 36, di cui 34 dialoghi, una raccolta di 13 lettere e l'Apologia di Socrate. I suoi scritti sono suddivisi in base all'epoca in cui vengono scritti, infatti abbiamo i dialoghi giovanili, i dialoghi della maturità e i dialoghi della vecchiaia.
Platone dovrebbe aver cominciato a scrivere i primi dialoghi quando ancora Socrate non era stato condannato a morte, infatti i dialoghi giovanili sono anche detti socratici. In queste prime opere Platone risente molto dell'influenza del maestro sulla quale scrive svariati dialoghi. Altro tema cardine dei primi dialoghi di Platone riguardano la funzione dei sofisti. Delle opere giovanili le opere più importanti sono l'Apologia di Socrate, che però non è un dialogo, e il Critone
Il Critone è un dialogo giovanile di Platone e per questo motivo la figura di Socrate che vi ritroviamo è verosimilmente vicina a quella che doveva essere nella realtà. I personaggi di questo dialogo sono Socrate e il suo amico e discepolo Critone. La scena ha luogo dopo la condanna a morte di Socrate, accusato di empietà e corruzione di giovani. Il tema dell'opere è la condanna a morte del filosofo
Ecco un elenco delle opere giovanili di Platone, oltre alle già citate:
-lo Ione in cui Socrate dialoga sul significato di Arte umana e Arte divina con un attore, il rapsodo
-l'Eutifrone sui temi della giustizia e della pietà;
-il Carmide
-il Lachete
-il Liside
-l'Alcibiade primo
-l'Alcibiade secondo
-l'Ippia maggiore
-l'Ippia minore
-il Menesseno
-il Protagora in cui discute l'insegnabilità della virtù;
-il Gorgia (in cui attacca l'arte retorica)
L'Apologia di Socrate fu elaborata tra il 399 e il 388 a.C., è la più credibile fonte di informazioni sul processo a Socrate. L'Apologia è inoltre uno scritto platonico particolare: come gli altri, è in forma di dialogo tra due o più persone ma è il resoconto di un processo. Socrate infatti non poteva dialogare, in un tribunale di Atene: egli doveva presentare un discorso per difendersi dalle accuse di corrompere i giovani, non riconoscere gli dèi della città e di introdurne di nuovi. La particolarità dei dialoghi presenti nell'Apologia è proprio in questo: per mantenere una parvenza di dialogo, sono usati degli interlocutori fittizi.
L'apertura dell'Accademia segna l'inizio del periodo della maturità di Platone. In questi anni Platone continua a nascondersi dietro la figura del maestro, formulando però quella che poi sarà ricordata come la dottrina delle idee.La gnoseologia di Platone, messa a punto in vari dialoghi come il Menone, deve combattere contro l'opinione che sostiene che la ricerca della conoscenza sia impossibile. Tra le altre dottrine troviamo l'eros filosofico e la questione sull'anima e sul corpo Tra le opere principali della maturità sono il Fedro, il Simposio e la Repubblica.
Il Fedro è un dialogo tra due personaggi, Socrate e Fedro ed è strutturato in tre discorsi sull'amore che fungono da metafora per la discussione sul corretto uso della retorica. Una delle parti più salienti del dialogo è il mito della biga alata con la quale Platone descrive la suddivisione delle anime in tre gruppi. L'anima degli uomini è tripartita in una parte razionale, una passionale e una volitiva: può essere perciò rappresentata come una biga dotata di ali, retta da un auriga che rappresenta la ragione e da due cavalli, uno nero ribelle e difficilmente governabile, che si identifica con l'anima concupiscibile, cioè con i desideri intensi, come quelli dovuti alla sessualità o alla gola, e uno bianco, che rappresenta l'anima irascibile,tipica. L'aggressività positiva o "grinta" o determinazione è rappresentata dal cavallo bianco, più obbediente alla ragione. Sembra esservi in questa analogia una ripresa della tripartizione dell'anima di cui si parla nella Repubblica, ma vi è una differenza fondamentale: nella Repubblica si fa riferimento all'anima mortale, mentre nel Fedro si dice chiaramente che si sta parlando dell'anima immortale.
Il Simposio è uno dei dialoghi più conosciuti di Platone e si differenzia dagli altri per la sua struttura, che si articola nelle varie parti di un agone oratorio, in cui ciascuno degli interlocutori espone con un ampio discorso la propria teoria su Eros ("Amore"). La cornice del dialogo è un banchetto offerto dal poeta Agatone.
Secondo Platone l'amore può essere di tre tipi:
- il 1° grado di amore è l'accoppiamento, che è puramente fisico ed è tipico dell'istinto animale.
-il 2° grado è l'amore carnale che però nasce dall'attrazione delle anime. Questo è il primo tipo di attrazione spirituale.
-il 3° grado è l'amore "platonico", ovvero l'innamoramento tra le anime. Alla base di questo amore, che è riservato solo a una ristretta fascia di persone, c'è l'amore per la sapienza
La Repubblica è uno dei dialoghi più importanti di Platone e in quest'opera sono presenti più teorie del filosofo come:
-il mito allegorico della caverna
-la dottrina delle idee
-la concezione della filosofia come dialettica
-la suddivisione dell'anima trattata anche nel Fedro
- il progetto di una città ideale
L'opera è divisa in 10 libri e dalla lettura si può evincere il primo abbozzo di socialismo e comunismo, ma non si può assolutamente parlare di un Platone comunista.
Secondo la dottrina platonica uno Stato può diventare grande solo se è governato con saggezza e se regna la giustizia al suo interno. Per giustizia s'intende quel momento in cui qualunque parte dello Stato svolge il proprio dovere, e regna quindi l'armonia e l'equilibrio tra le parti. Le parti dello Stato sono 3:
-i filosofi, le anime razionali, contraddistinti dalla saggezza, con il dovere di governare, poiché sono gli unici che dispongono dei mezzi intellettuali appropriati per non far sprofondare la città nel caos e nel conflitto interno ed estero.
-i guerrieri, ovvero le anime irascibili, contraddistinti dalla forza e dal coraggio.
-gli artigiani e i produttori, ovvero le anime concubiscibili, caratterizzati dalla temperanza.
Questa divisione non è però operata dagli stessi uomini, bensì dalla natura, una forza superiore all'uomo, che rende lo stesso cittadino tale fin dalla nascita.
La dialettica è genericamente definita l'arte di argomentare con logica serrata, in modo particolarmente abile e persuasivo. La dialettica per Platone è la tecnica propria della filosofia e la filosofia stessa, tant’è vero che egli è generalmente considerato il padre della dialettica. Il termine identifica un metodo basato sull'uso di concetti, parole e proposizioni in cui le idee vengono spiegate mettendole in relazione le une con le altre. Quando descriviamo una cosa usando le parole, infatti, non facciamo altro che mettere in relazione questa cosa con le altre, individuando che cosa di essa può essere detto e che cosa no.
La dottrina delle idee rappresenta probabilmente l’aspetto più noto del pensiero di Platone. In realtà, nei dialoghi essa viene raramente esposte e discussa in forma completa. Le idee rappresentano la massima espressione dell’essere, sono cioè il genere di realtà più alto. Per Platone le idee sono realtà pure, cioè non miste, ingenerate e incorruttibili e dunque eterne, in se stesse unitarie e semplici, sottratte a ogni forma di mutamento e infine intelligibili, vale a dire coglibili solamente attraverso la facoltà intellettuale e razionale dell’anima. Platone giunse poi ad ipotizzare che le idee vivessero in un proprio mondo diverso dal nostro, chiamato iperuranio (al di là del cielo). Secondo Platone il mondo sensibile è una copia di quello intellegibile ed inoltre è soggetto a mutamenti, mentre il mondo delle idee è complesso ed infinito.
Si possono avere 3 tipi di rapporti tra le idee e le cose:
-Mimesi: la cosa è un'imitazione dell'idea
-Metessi: la cosa partecipa all'idea
-Parusia: la presenza dell'idea stessa
Il mito della caverna di Platone è uno dei più conosciuti quelli del filosofo. Il mito è raccontato all'inizio del libro settimo de La Repubblica. Platone immagina gli uomini chiusi in una caverna, gambe e collo incatenati, impossibilitati a volgere lo sguardo verso l'inizio della caverna.Quando un uomo passa davanti all'entrata della caverna la sua ombra è vista dagli uomini incatenati, che però non possono conoscere la vera esistenza dell' uomo poiché ne percepiscono solo l'ombra proiettata dal fuoco sulla parete di fronte e l'eco delle voci, che scambiano per la realtà. Se un uomo incatenato potesse finalmente liberarsi dalle catene potrebbe volgere lo sguardo e arrivare all'entrata della caverna, venendo così a conoscenza dell'esistenza degli uomini di cui prima conosceva solo le ombre. In un primo momento, l'uomo liberato, verrebbe abbagliato dalla luce, la visione delle cose sotto la luce lo spiazzerebbe in forza dell'abitudine alle ombre maturata durante gli anni, ma avrebbe comunque il dovere di mettere al corrente i compagni incatenati. I compagni, in un primo momento, riderebbero di lui, ma l'uomo liberato non può ormai tornare indietro e concepire il mondo come prima, limitandosi alla sola comprensione delle ombre.
Per comprendere il mito si deve conoscere la teoria platonica sulla conoscenza. La conoscenza si può dividere secondo Platone in 2 tipi: la doxa e l'episteme. Nella doxa si distinguono eikasia (immaginazione che coglie le immagini sensibili) e pistis (percezione, credenza, che coglie gli oggetti sensibili), nell’episteme si hanno dianoia (conoscenza fondata su ipotesi, capace di cogliere gli enti matematici) e noesis (intellezione, ossia conoscenza delle Idee vere e proprie).
il mito di Er si trova alla fine dell'opera. Attraverso di esso, Platone intende argomentare intorno al concetto di anima e a quello di metempsicosi, oltre che mostrare come nella vita dell'uomo coesistano il caso, la libertà e la necessità. Nel mito, Er, un soldato morto in battaglia che ha l'avventura di resuscitare, racconta che nell'al di là le anime vengono a caso sorteggiate per scegliere tra quali vite reincarnarsi. Chi è stato sorteggiato tra i primi è avvantaggiato, perché ha una scelta maggiore ma anche chi sceglie per ultimo ha molte possibilità di libera scelta perché il numero dei paradigmi di vita possibili offerto è più grande di quello delle anime e poi non è detto che la possibilità di scelta sia determinante poiché ciò che importa è che si scelga bene. Quindi il caso non assicura una scelta felice mentre determinanti potranno essere i trascorsi dell'ultima reincarnazione. Scegliere, nella visione platonica, significa infatti essere coscienti criticamente del proprio passato per non commettere più errori e avere una vita migliore.
Il mito di Gige è descritto nel II libro e parla di Gige, che era un bovaro al servizio del re di Lidia, Candaule. Dopo un nubifragio e un terremoto, nel luogo dove Gige stava pascolando il suo armento, si aprì una voragine; meravigliato e spinto dalla curiosità, il pastore entrò e scoprì che tra le meraviglie di quel luogo sotterraneo vi era anche un enorme cavallo di bronzo nel quale si trovava il cadavere di un individuo di proporzioni sovrumane con un bellissimo anello d'oro al dito, di cui si impadronì. Uscito dalla caverna, nel metterlo, scoprì per caso che diventava invisibile a chiunque avendo quell'anello al dito. Godendo del potere dell’invisibilità grazie all’anello, andò così al palazzo del Re e, giunto, seducendo la moglie di Candaule, con il suo aiuto uccise il re, divenendo perciò il Re della Lidia. Il mito di Gige è stato usato per dimostrare che nessun uomo è così virtuoso da poter resistere alla tentazione di fare azioni anche terribili, se gli altri non lo possono vedere.
Nei dialoghi della vecchiaia, anche detti dialettici, Platone sembra dedicarsi a riformulare sotto una nuova luce le dottrine avanzate negli anni precedenti. Inoltre lo stile cambia, infatti dal dialogo narrato si passa alla forma drammatica. Tra i dialoghi più importanti troviamo il Timeo e il Sofista. L'ultima opera che il filosofo scrisse a quanto pare è Le Leggi
Il timeo è una delle opere più importanti di Platone e delle opere della vecchiaia la più letta ed importante. Scritto intorno al 360 a.C. in esso vengono approfonditi essenzialmente tre problemi: quello cosmologico dell'origine dell'universo, quello fisico della sua struttura materiale, ed infine quello della natura umana. Ai tre argomenti corrispondono altrettante parti in cui è possibile suddividere l'opera, alle quali va aggiunto il prologo. Viene introdotta la figura del Demiurgo, un divino artigiano cui è affidato il compito di plasmare la materia, eterna, caotica e preesistente, ad “immagine e somiglianza” delle idee (mito del demiurgo). Anzitutto il cosmo è un magnum animal, un immenso organismo dotato di un’anima, l’anima mundi; è inoltre circolare ed è composto dai 4 elementi, ordinati grazie ai numeri. In secondo luogo è vivificato dagli astri, “dei visibili“, in un certo senso aiutanti, coadiutori del Demiurgo nella formazione e nel governo del cosmo.
La Terra, sferica, è al centro, ed è immobile.
La materia è vista negativamente, come eterna, e come causa di ciò che vi è di male nell’Universo.