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ll plasmix è un materiale ricavato dalla selezione, trattamento e miscela industriale di plastiche eterogenee derivate dal riciclo di materiali che prima non venivano differenziati. Con il recupero virtuoso del PLASMIX si chiude il ciclo di recupero della plastica, si va verso i “Rifiuti zero nella gestione degli imballaggi in plastica” da non confondere con “Rifiuti zero” della gestione dei rifiuti urbani prodotti complessivamente.
In Italia la valorizzazione degli imballaggi in plastica, come riporta la “Relazione sulla gestione 2010” a cura di Corepla, è problematica proprio per il PLASMIX, di cui nel 2010 le superfici pubbliche ne hanno prodotto 63.426 tonnellate. In Italia restavano inutilizzati. Solo in Toscana, questo genere di plastica è pari a circa 15mila tonnellate l’anno, ossia al 50% di tutte le plastiche provenienti dalla raccolta differenziata. Primo ed unico in Italia, il progetto Pro-Plasmix, realizzato da Pont-Tech con il cofinanziamento della Regione Toscana e grazie alla collaborazione e al contributo di REVET, ha reso possibile la trasformazione di queste plastiche eterogenee in manufatti industriali. L’attività di ricerca del progetto si è concentrata sullo studio di mescole polimeriche innovative in cui la percentuale di Plasmix potesse arrivare sino al 30-40% a seconda del prodotto da realizzare. Da questo punto di vista un apporto fondamentale è venuto da Pontlab, il laboratorio di eccellenza promosso da Pont-Tech nell’ambito del CERFITT di proprietà del Comune di Pontedera. I risultati del progetto sono meno rifiuti in discarica e costi inferiori rispetto all’ utilizzo del materiale vergine. I prodotti che si ottengono hanno qualità pari o superiore a quelli tradizionali come nel caso dei componenti veicoli che, a parità di resistenza e affidabilità, hanno però un peso minore.Sulla base dei risultati ottenuti nella regione Toscana, si è inoltre proceduto all’ampliamento e l’evoluzione del Progetto Plasmix in una seconda fase con lo scopo di apportare modifiche alle miscele plastiche già ottenute aumentando il contenuto di PLASMIX e di indagare su ulteriori sbocchi applicativi come l’automotive, le commodities, l’imballaggio e un’ indagine verrà estesa anche al settore Moda.
Con il consolidamento dell’industria del riciclo delle plastiche miste, il PLASMIX, e la commercializzazione su vasta scala dei prodotti ottenuti, come mostra l’esempio toscano, si potrebbe anche pensare ad un allargamento delle raccolte della plastica. Anche per la plastica una “raccolta congiunta” di imballaggi e altri oggetti plastici che attualmente finiscono nel rifiuto secco residuo a smaltimento.
In questo modo, senza rischiare di “sporcare” la plastica con il rifiuto residuo selezionato (modello Vedelago) si potrebbe recuperare quella frazione di plastica merceologicamente analoga agli imballaggi attualmente raccolti, si tratta degli stessi polimeri, che però in base agli accordi attuali costituisce una “impurezza della raccolta” e quindi deve essere raccolta con il rifiuto secco e avviata a smaltimento per non penalizzare economicamente la raccolta degli imballaggi e vanificare gli sforzi dei cittadini virtuosi.
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