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Furor Amoris
Stato di grande turbamento fisico e mentale provocato da una violenta passione, da un’ira furiosa; brama ardente, smania, frenesia.
“At regina gravi iamdudum saucia cura vulnus alit venis et caeco carpitur igni”
L’amore per Enea è visto come una sofferenza, come una malattia, come una ferita che alimenta nella regina un fuoco nascosto; tutti questi “sintomi” della passione d’amore rendono Didone “male sana” folle, non più in sé.
Le due figure femminili hanno molto in comune: entrambe sono innamorate di un’eroe straniero, entrambe confessano questa forte passione che tanto le tormenta alle sorelle ed entrambe soffrono per questo amore; domina in loro il furor che le porterà a compiere il tragico suicidio.
“Thesea cedentem celeri cum classe tuetur
indomitos in corde gerens Ariadna furores,
necdum etiam sese quae visit visere credit”
La donna innamorata di Teseo si ritrova abbandonata da lui stesso sulla spiaggia deserta di Dia, in preda al dolore e alla sofferenza
Fides: fiducia, fedeltà che lega i due amati
Foedus amoris: patto amoroso indissolubile sancito tra gli amanti;
per Catullo è un aeternum sanctae foedus amicitiae, un rapporto di profonda amicizia
Dopo che la regina percepì l'imminente partenza di Enea si rivolge a lui con toni violenti in quanto accecata dalla passione non riesce a cogliere le motivazioni dell'eroe.
Didone infatti nel quarto libro ai versi lo chiama “perfide” in quanto Enea ha violato il loro patto d’amore.
Catullo: carmen 87
"Nulla fides ullo fuit umquam foedere tanta in amore tuo ex parte reperta mea est"
Tibullo: carmina Tibulliana 3.6.1
“Nulla fides inerit: periuria ridet amantum Iuppiter et ventos inrita ferre iubet”
“Sicine me patriis avectam, perfide, ab aris, perfide, deserto liquisti in litore,Theseu?”
Le parole di Arianna diventano simili a quelle pronunciate da Didone; utilizzando toni violenti la donna definisce l’amato “perfide” in quanto,abbandonata, si sente profondamente tradita.
fonte di vita che sconfigge la morte
pura voluptas facilmente appagabile.
violenta e irrazionale passione, basata sulle illusioni fuggevoli e instabili dei "simulacra" , ("tenuia simulacra")
"Inde redit rabies eadem et furor ille revisit"
( v.1117, liberIV De rerum natura)
"Fluctuat incertibus erroribus ardor amantum"
(v.1077)
"Sic in amore Venus simulacris ludit amantis"
(v.1101)
"Lacrimans exclusus amator"
(v.1177)
Dementia del servitium amoris
Il miser amator repulsus e flebilis ante domum è spinto a tutto da Venere (furor,amens) pur di conquistare la donna-domina, saeva, crudelis, rapax.
"Me retinent victum formosae vincla puellae"
"Segnis inersque vocer (nequitia)"
(Elegia 1,1 Tibullo)
"Quae mentem insania mutat?
Nella vicenda di Enea e Didone vengono capovolti i ruoli di uomo e donna:
l'uomo da miser e stultus diventa pius
la donna da astuta e crudelis diventa demens e male sana
Nel libro IV delle Tuscolanae disputationes di Cicerone, il "furor amoris" è presentato come una vera e propria malattia dell'animo.
Ovidio, in risposta a Cicerone, propone i Remedia amoris, in cui l'eros è presentato come un capriccio di cui liberarsi.
"E ben lor disse il ver, ch'ella era inferma
ma non per febbre o corporal dolore: era il disio che l'alma dentro inferma e le fa alterazion patir d'amore.
(Orlando Furioso, XXX, 95 Ariosto)
"Se alcun fia amato da tal creatura.
Ma se speranza de ciòme abandona,
Ch'io sia spezzato da quel viso umano,
Morte me donarò con la mia mano.
(Inamoramento de Orlando, Libro I, Canto II, Boiardo)
"Chi mette il piè su l'amorosa pania, cerchi ritrarlo, e non v'inveschi l'ale;
che non è in somma amor, se non insania.
(Orlando Furioso, XXIV, Ariosto)
Il furor è messo in evidenza dalla pazzia di Orlando e dalla distruzione del locus amoenus
Il furor è rappresentato dalla gelosia
definita infernal peste, un'ira che rode
la propria vittima rendendola inferma.
Forse ch'io credo tacendo coprire
La fiamma che me rode il core intorno?
(Inamoramento de Orlando, Libro I, Canto II)