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Nell’analisi del periodo, le proposizioni interrogative indirette sono proposizioni subordinate che servono a esplicitare una domanda, un dubbio, un quesito già presenti nella proposizione reggente sotto forma di verbo (domandare, chiedere, pensare, credere), nome (domanda, dubbio, problema) o aggettivo (curioso, dubbioso, pensoso).
Le proposizioni interrogative indirette sono introdotte dalle congiunzioni se, come, perché, quando, quanto e dagli aggettivi e pronomi interrogativi chi, che cosa, cosa, quale, quanto.
In forma esplicita presentano il verbo all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale
FORMA ESPLICITA:
Sai quanta gente ci vive coi cani e ci parla come gli esseri umani
(Nessuno vuole essere Robin, Cesare Cremonini)
In forma implicita, invece, presentano sempre il verbo all’infinito.
A differenza di quanto accade nelle proposizioni interrogative dirette, l’inversione del soggetto in questo caso è facoltativa.
È possibile l’omissione dell’intera proposizione interrogativa indiretta mantenendo soltanto l’elemento introduttore
Dubbi
L’uso dell’indicativo e del congiuntivo di solito non risponde all’alternanza indicativo = oggettività, congiuntivo = soggettività; dipende invece per lo più da fattori stilistici, per cui l’indicativo si usa negli scritti più informali, mentre il congiuntivo si usa in contesti più formali e letterari
FORMA IMPLICITA:
Perché comprare un mitra solo per sparare al vento (Lunedì, Salmo)
In forma implicita presentano il verbo all’infinito e sono introdotte dalla preposizione semplice di, oppure richiedono una reggenza assoluta senza preposizione
FORMA IMPLICITA:
Ho paura di lasciare al mondo soltanto denaro
( VENT'ANNI; Maneskin)
Svolge la funzione di complemento oggetto della proposizione reggente.
In forma esplicita sono introdotte dalla congiunzione che e hanno il verbo all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale, seguendo le regole della concordanza tra i tempi dei verbi.
FORMA ESPLICITA:
Dicono che sei cresciuto oramai
(Pinguini tattici nucleari, Scrivile Scemo)
Nell’analisi del periodo, le proposizioni soggettive sono proposizioni subordinate completive che svolgono, per così dire, la funzione di soggetto della proposizione reggente (principali, proposizioni).
Le proposizioni soggettive si costruiscono in maniera diversa a seconda che siano esplicite o implicite.
• In forma esplicita sono introdotte dalla congiunzione che, e hanno il verbo all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale
FORMA ESPLICITA: E' possibile abbia sogni sbagliati, un po' illusi al momento (Magnifico; Fedez)
• In forma implicita, invece, presentano il verbo all’infinito e possono essere introdotte dalla preposizione di oppure non essere precedute da nessuna preposizione.
Come nelle proposizioni oggettive, l’uso dell’indicativo e del congiuntivo non rispecchia solo una contrapposizione tra oggettività e soggettività, tra certezza e mera opinione personale ma anche una tendenza a un uso più popolare e parlato rispetto a un uso più formale e letterario.
In ogni caso, si costruiscono con il congiuntivo soprattutto i verbi che indicano un’apparenza (sembrare, parere, apparire ecc.), una necessità, un bisogno (bisognare, occorrere ecc.), uno stato d’animo (piacere, dispiacere, stupire ecc.)
Si costruiscono di solito con l’indicativo i verbi che indicano un fatto certo, una constatazione (risultare, constare ecc.), le espressioni impersonali si sa, si dice, si vede ecc., le costruzioni con il verbo essere + aggettivo o sostantivo.
In un registro più vicino al parlato, con il verbo al congiuntivo o al condizionale, si può omettere la congiunzione che
FORMA IMPLICITA: Non fa bene soffermarsi sui sogni e dimenticare di vivere ( Albus Silente, Harry Potter e la Pietra Filosofale)
E' la subordinata che spiega, chiarisce o specifica meglio un elemento della proposizione reggente, completando il significato dell'intero periodo.
Le proposizioni dichiarative sono introdotte dalle congiunzioni dichiarative cioè, ossia, ovvero, ovverosia, infatti, difatti e dalle locuzioni congiuntive vale a dire, per essere precisi, in altre parole, in altri termini
Quasi sempre la proposizione subordinata introdotta da che è preceduta dai due punti
In forma implicita sono introdotte dai due punti o da di e presentano il verbo all’infinito
FORMA IMPLICITA:
Dicono "finiscila con questa storia
Di essere romantico fino alla noia"
(Chiaro di luna; Jovanotti)
In forma esplicita spiegano un elemento della principale (spesso rappresentato da pronomi dimostrativi o aggettivi dimostrativi oppure da pronomi indefiniti o da aggettivi indefiniti oppure dall’avverbio così), sono introdotte dalla congiunzione che, e presentano il verbo all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale
FORMA ESPLICITA: Ecco qual è il tuo problema: non fai quello che vuoi... ( Le pagine della nostra vita; Nicholas Sparks)
Nell’analisi del periodo, le proposizioni relative sono proposizioni subordinate introdotte da un pronome o da un avverbio relativo che esprimono una qualità riferita a un elemento (detto antecedente) contenuto nella proposizione principale.
In base al loro significato, le proposizioni relative si distinguono in:
– relative restrittive, che forniscono un’indicazione indispensabile per precisare il significato dell’antecedente
– relative esplicative, che forniscono un’indicazione aggiuntiva, non essenziale per il significato dell’antecedente
Le proposizioni relative si costruiscono in maniera diversa a seconda che siano esplicite o implicite:
Le proposizioni relative esplicite sono introdotte da pronomi relativi come che, cui, chi, il quale ecc. e dalle congiunzioni relative dove, ove, donde e onde; hanno il verbo all’indicativo quando indicano un fatto certo, al congiuntivo o al condizionale quando indicano un fatto possibile
FORMA ESPLICITA:
Cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose, sulla gente.
(Centro di gravità permanente, Franco Battiato)
Le proposizioni relative implicite sono introdotte da pronomi relativi con funzione di complemento indiretto, come cui, a cui, di cui, con cui ecc., oppure dalle preposizioni da, a e con. Hanno sempre il verbo all’infinito
FORMA IMPLICITA: Capirò cosa hai dentro
E sarò l'acqua da bere ( Coraline; Maneskin)
Nell’analisi del periodo, le proposizioni temporali sono proposizioni subordinate che indicano il momento in cui si svolge quanto è detto nella proposizione reggente.
Le proposizioni temporali possono esprimere anteriorità, contemporaneità o posteriorità rispetto alla reggente e si costruiscono in maniera diversa a seconda che siano esplicite o implicite.
Le proposizioni temporali esplicite:
FORMA ESPLICITA:
Mentre il mondo cade a pezzi mi allontano dagli eccessi e dalle cattive abitudini
(Marco Mengoni, L'essenziale)
Le proposizioni temporali implicite si costruiscono in modi diversi a seconda del significato che esprimono:
FORMA IMPLICITA:
Aspettando a lungo che sorgesse il sole
Tra il sapore dei miei baci e del caffè
Noi distesi sopra un letto di parole
(#fuori c'è il sole; Lorenzo Fragola)
Nell’analisi del periodo, le proposizioni causali sono proposizioni subordinate che indicano la causa per cui avviene ciò che è espresso nella proposizione reggente.
Le proposizioni causali possono essere esplicite o implicite.
• Le causali esplicite sono introdotte da congiunzioni come perché, siccome, poiché, giacché, come, che (o ché) o da locuzioni congiuntive come per il fatto che, per il motivo che, dal momento che, dato che, visto che, in quanto (o in quanto che) e di solito vengono espresse all’indicativo
FORMA ESPLICITA :
Perchè sei un essere speciale
ed io, avrò cura di te
(la cura; Francesco Battiato)
Le causali implicite possono essere costruite con:
FORMA IMPLICITA: La voglia di tuffarsi
guardando entrare in acqua tutti gli altri (L'estate addosso, Jovanotti)
Nell’analisi del periodo, le proposizioni finali sono proposizioni subordinate che esprimono il fine, lo scopo, l’obiettivo di quanto viene detto nella proposizione principale. Le proposizioni finali subordinate si costruiscono in maniera diversa a seconda che siano esplicite o implicite.
Le proposizioni finali esplicite vengono introdotte da perché, affinché, acciocché, ché, onde, e hanno il verbo al congiuntivo
FORMA ESPLICITA:
Ma serve liberarsi dalle gonne perché la musica rap piaccia agli uomini
(17, Madame)
Le proposizioni finali implicite, più usate di quelle di forma esplicita, sono introdotte da per, a, di, onde, allo scopo di, al fine di, pur di, e hanno il verbo all’infinito.
Di solito la forma implicita presuppone l’identità del soggetto della proposizione reggente e della proposizione finale. Perciò, quando i soggetti sono diversi è sconsigliata perché può generare confusione. Le proposizioni finali possono essere poste sia prima delle proposizioni reggenti, sia dopo. Di solito quelle di forma implicita si trovano prima.
FORMA IMPLICITA:
E forse partirò per dimenticare, per dimenticarmi
Di te, di te, di te
(per dimenticare; Zero Assoluto)
Nelle consecutive esplicite, il verbo è all’indicativo (in casi particolari anche al congiuntivo o al condizionale), preceduto da una congiunzione consecutiva o da una locuzione congiuntiva formata con che
Nelle consecutive implicite, il verbo è all’infinito, preceduto dalle preposizioni da o per o da una locuzione congiuntiva formata con di
FORMA IMPLICITA:
E dopo un attimo era tutto chiaro
Era già amore!
Amore da non respirare
(Ti apetto, Alessandra Amoroso)
FORMA ESPLICITA:
Irene, questa sera la faccia te la strapperei via così faresti paura al mondo ma resteresti sempre mia.
(Pinguini tattici nucleari, Irene)
Nell’analisi del periodo, le proposizioni consecutive sono proposizioni subordinate nelle quali si esprime un fatto o una situazione che è la diretta conseguenza di quanto espresso nella principale.
Di solito, nella reggente che precede una proposizione consecutiva si trova un elemento che la anticipa. Questo può essere:
– un avverbio: così, talmente, tanto
– un aggettivo: tale, simile
– una sequenza di un avverbio e un aggettivo: così veloce, tanto furbo
– una sequenza di due avverbi: così tanto, talmente tanto
– un altro gruppo di parole: in modo tale, in maniera tale.
Le proposizioni modali sono proposizioni subordinate che servono a spiegare il modo con cui si compie un’azione.
FORMA ESPLICITA:
Tu mi parli, io ti guardo
Come se fossi su un altro pianeta
(8 miliardi di persone; Frah Quintale)
FORMA IMPLICITA:
Quante donne abbiam guardato abbassando il finestrino
( Nonno Hollywood; Enerico Nigiotti)
Le proposizioni comparative sono proposizioni subordinate che introducono una comparazione con la proposizione reggente (principali, proposizioni).
Le proposizioni comparative possono essere di maggioranza, di minoranza o di uguaglianza.
Quando sono esplicite sono introdotte dalla congiunzione che e dalle locuzioni congiuntive di quanto, di quello che, di come, che entrano in correlazione con alcuni elementi presenti nella proposizione reggente (più o meglio per quelle di maggioranza, meno o peggio per quelle di minoranza); il verbo può essere all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale (negli ultimi due casi può anche essere preceduto da un non rafforzativo)
FORMA ESPLICITA:
lascio la mia vita molto meglio di come l’ho trovata
( Accetto miracoli; Tiziano Ferro)
Quando sono implicite, il verbo è all’infinito, introdotto da che, piuttosto che, piuttosto di
FORMA IMPLICITA:
Quando essere invisibile è peggio che non vivere
(Io sì, Laura Pausini)
Le proposizioni concessive sono proposizioni subordinate nelle quali si esprime un fatto o una situazione che si verificano nonostante ciò che viene espresso nella proposizioni principale.
Le concessive esplicite sono introdotte da congiunzioni o da locuzioni congiuntive concessive come seppure, benché, ancorché, anche se, quand’anche, con tutto che oppure da pronomi e aggettivi indefiniti o avverbi come chiunque, qualunque, comunque, come che, checché. Il verbo è al congiuntivo, tranne quando è introdotto da anche se o da con tutto che
FORMA ESPLICITA:
Ricordati di me anche se di me non ci sarà niente (Ipernova, Mr. Rain)
Le concessive implicite prevedono diversi tipi di costruzioni:
– con il gerundio preceduto di solito da pure o da anche
– con il participio passato preceduto da una congiunzione concessiva
– con l’infinito preceduto da per o da locuzioni come nemmeno (neppure, neanche) a, a costo / rischio di
FORMA IMPLICITA:
Sono le bugie e tu le dici anche convinta sapendo che mi perdi
( Hype, Sangiovanni)
Nell’analisi del periodo, le proposizioni condizionali sono le proposizioni subordinate che esprimono un fatto o una situazione (la condizione o ipotesi) da cui dipende la possibilità che avvenga o no quanto espresso nella principale.
la proposizione condizionale viene detta pròtasi (dal greco pròtasis ‘premessa’), quella principale apòdosi (dal greco apòdosis ‘restituzione’). Le due frasi insieme formano il periodo ipotetico.
Si è soliti classificare tre tipi di periodo ipotetico.
• 1° tipo, della realtà: l’ipotesi è presentata come reale o vera. La protasi ha l’indicativo e l’apodosi può avere tutti i modi delle proposizioni principali
• 2° tipo, della possibilità: l’ipotesi è presentata come possibile. La protasi ha il congiuntivo imperfetto e l’apodosi il condizionale
• 3° tipo, dell’irrealtà: l’ipotesi è presentata come impossibile o irreale (perché sappiamo che non si può verificare o perché sappiamo che non si è verificata nel passato). La protasi ha il congiuntivo imperfetto o trapassato, e l’apodosi ha il condizionale presente o passato
In forma esplicita, introdotte dalle congiunzioni condizionali e con il verbo all’indicativo o al congiuntivo
FORMA ESPLICITA:
Se io potessi, sarei sempre in vacanza
( Jovanotti, Ragazzo fortunato)
– in forma implicita, con il verbo al gerundio, al participio passato o all’infinito (introdotto da a)
Nell’uso parlato e nello scritto informale è molto frequente, nelle proposizioni condizionali del 3o tipo, l’uso dell’indicativo imperfetto
Pur essendo un uso tutt’altro che sconosciuto alla nostra tradizione letteraria, sarà bene evitarlo (nel parlato e a maggior ragione nello scritto) in situazioni comunicative che richiedano un uso sorvegliato della lingua.
FORMA IMPLICITA:
Volendo si può, volendo si può
(Mina, Volendo si può)
Nell’analisi del periodo, le proposizioni eccettuative sono proposizioni subordinate che indicano una circostanza a eccezione della quale è vero quanto espresso dalla proposizione reggente. Le proposizioni eccettuative possono essere esplicite oppure implicite.
• Le proposizioni eccettuative esplicite sono introdotte da congiunzioni eccettuative o locuzioni congiuntive come sennonché, tranne che, eccetto che, salvo che, a meno che, se non che e possono essere costruite all’indicativo o, più spesso, al congiuntivo
FORMA ESPLICITA:
Adesso io voglio parlare con il direttore!
Sì sì sì sì sì voglio parlare con lui!
A meno che non voglia lasciare il figlio da solo, solo
Con la povera moglie a piangere con lui
(Ulisse, Lowlow)
Le proposizioni eccettuative implicite devono obbligatoriamente avere lo stesso soggetto della proposizione reggente e sono introdotte da congiunzioni e locuzioni congiuntive come che, fuorché, a meno di, se non
FORMA IMPLICITA:
Come sul lungomare senza parabrezza senza sentire quell'ansia che poi ti rigira lo stomaco
(Bene, Gemitaiz)
La proposizione strumentale ha solo la forma implicita, espressa dal gerundio presente o all’infinito preceduto dalla preposizione con + articolo o dalle locuzioni a furia di, a forza di: studiando , con lo studiare, a furia di studiare, a forza di studiare.
FORMA IMPLICITA: Acqua sarò
che spegnerà un momento
accanto a te
viaggiando controvento
(Arisa, Controvento)
FORMA ESPLICITA: Con le dita, Piggy calciava i rigori senza senso sulla sabbia. (Il signore delle mosche, William Golding)
La proposizione strumentale ha solo la forma implicita, espressa dal gerundio presente o all’infinito preceduto dalla preposizione con + articolo o dalle locuzioni a furia di, a forza di: studiando , con lo studiare, a furia di studiare, a forza di studiare.