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REAL ALBERGO DEI POVERI
L'illuminismo italiano era particolarmente attivo a Napoli, in questo periodo capitale dell'omonimo Regno di Napoli.
La città partenopea, con la capitale francese, fu quella che meglio espletò il "secolo dei lumi"; infatti, non assorbì semplicemente questa corrente, anzi, la generò in buona parte dando vita a nuove forme architettoniche, a nuovi pensieri filosofici e ponendo le basi dell'economia e del diritto moderno.
In realtà Napoli era già stata il centro vitale della filosofia naturalistica del Rinascimento, ed ora tornò a dare nuovo impulso al pensiero di diversi esponenti, quali ad esempio Mario Pagano, uno dei più importanti giuristi e politici italiani dell'epoca rivoluzionaria.
Rilevanti furono le costruzioni di imponenti edifici pubblici, fra tutti il Real Albergo dei Poveri, che è tra le più notevoli costruzioni settecentesche, tipicamente illuminista:.
Politicamente, le prese di posizione del governo napoletano divennero modelli d'ispirazione che riscossero successo anche all'estero.
Da ricordare anche la nascita della scuola economica di Antonio Genovesi, che portò diverse innovazioni nel campo dell'economia nazionale. Altri nomi di spicco che posero le basi delle discipline economiche e monetarie sono: Ferdinando Galiani e Gaetano Filangeri.
Quest'ultimo in particolare, con la sua scienza della legislazione, farà da ispirazione agli artefici della Rivoluzione francese.
Gli ultimi illuministi napoletani, come Mario Pagano e Domenico Cirillo aderirono alla Repubblica Napoletana, finendo quindi giustiziati il 29 ottobre 1799 a seguito del ripristino del potere borbonico. Altri come il canonico Onofrio Tataranni, ebbero salva la vita, perché protetti dalla stessa chiesa..
Mario Pagano Antonio Genovesi Gaetano Filangeri
L’aspetto più interessante della produzione del Regno di Napoli fu quello giuridico/legislativo. Giambattista Vico con la sua Scienza nuova, aveva dato avvio a un filone di riflessione sulla società civile che raggiunse il massimo sviluppo proprio durante l’Illuminismo. Non è un caso, del resto, che dieci anni dopo lo scoppio della Rivoluzione francese ci sarà una rivoluzione partenopea che ne ricalcherà, per molti aspetti, le orme, essendo fondata su presupposti teorici di origine, appunto, francese e partenopea. Il Discorso sopra il vero fine delle lettere e delle scienze (1753) di Antonio Genovesi per esempio, dètta gli ambiti di interesse della nuova classe degli intellettuali, che ha, secondo l’autore, la finalità di raggiungere la pubblica felicità, il bene comune, svecchiando il panorama culturale italiano e liberandolo da tutti gli orpelli della retorica classica. La scienza della legislazione (1780-1791), la principale opera di Gaetano Filangieri nata dall’analisi delle opere di Vico e Giannone, , fu profondamente apprezzata in ambito europeo, dal momento che la situazione di ingiustizia sociale in essa denunciata era di fatto assimilabile a quella di tutte le altre metropoli
Questo edificio, chiamato anche palazzo fuga, per via del suo costruttore, Ferdinando Fuga, venne commissionato nel 1749 dal carlo III di Borbone, con lo scopo di fornire un alloggio ai meno abienti.Il suo scopo iniziale non venne però mai realizzato, tanto che gli venne affibiato il nome di "serraglio"(prigione), dovuto alla terribile situazione che vi si viveva all'interno.
è riconosciuto come il più assiduo indagatore delle condizioni politiche ed economiche del Regno di Napoli. Il suo contributo però va inserito nel più ampio quadro dell’Illuminismo napoletano.
Galanti nasce il 25 novembre 1743 a Santacroce di Morcone, primogenito di dodici figli, riceve un’educazione della scuola gesuita in un ambiente di provincia.
“l’Elogio storico del signor abate Antonio Genovesi pubblico professore di civil economia nella Università di Napoli”
Galanti decide di avvivare una nuova impresa editoriale, fondando la Società letteraria e tipografica
Nato nel 1668 in una famiglia di modeste condizioni, a causa di una caduta verificatasi forse nel 1675, si procurò una frattura al cranio che gli impedì di frequentare la scuola per tre anni Ripresa la via degli studi, si recò nuovamente dai gesuiti per seguire le lezioni di padre Giuseppe Ricci, ma, rimasto ancora una volta insoddisfatto, si appartò nuovamente a vita privata per affrontare la metafisica.dal 1689-1690, nonostante l'Autobiografia riporti indietro la data d'inizio del suo magistero al 1686, svolse attività di precettore dei figli del marchese Domenico Rocca presso il castello di Vatolla nel Cilento, usufruendo della grande biblioteca padronale, ebbe modo di studiare Platone. Nel gennaio 1699 vince, con striminzita maggioranza, il concorso per la cattedra di eloquenza e retorica presso l'Università di Napoli, da cui non riuscì, con suo grande rammarico, a passare a una di diritto. Nel 1699 può finalmente prendere in affitto in vicolo dei Giganti una casa di «tre camere, sala, cucina, loggia e altre comodità, come rimessa e cantina» e prendere in moglie la giovane donna, Teresa Caterina Destito dalla quale ebbe otto figli. Nel 1703 il governo partenopeo commissiona al Vico la scrittura del Principum neapolitanorum coniuratio e, nel 1709, in una cena a casa del Doria, espone le sue idee sulla filosofia della naturaDopo la fama ottenuta dalla pubblicazione della Scienza Nuova, nel 1735 ottenne dal re Carlo III di Borbone, la carica di storiografo regio. Alla "Scienza Nuova" Vico lavorò per tutto il corso della sua vita. Non riconosceva più i suoi stessi figli e fu costretto ad allettarsi. Solo in punto di morte riacquistò la coscienza come svegliandosi da un lungo sonno; chiese i conforti religiosi e recitando i salmi di Davide morì il 20 gennaio 1744. Nell'ambiente culturale napoletano, molto interessato alle nuove dottrine filosofiche questa varietà di interessi farebbe pensare alla formazione di un pensiero eclettico in Vico che invece giunse alla formulazione di un'originale sintesi tra una razionalità sperimentatrice e la tradizione platonica e religiosa.
Il sapere metafisico non è il sapere in assoluto: esso è superato dalla matematica e dalle scienze è infinito e di natura spirituale poiché è antecedente a tutti i corpi e che quindi si identifica con Dio. In Lui sono presenti le forme, simili alle idee platoniche, modelli della creazione divina.
l'uomo non può considerarsi creatore della realtà naturale ma piuttosto di tutte quelle astrazioni che rimandano ad essa come la matematica.
La concreta realtà dell'uomo è comprensibile solo riportandola al suo divenire storico. È assurdo credere, come fanno i cartesiani o i neoplatonici, che la ragione dell'uomo sia una realtà assoluta, sciolta da ogni condizionamento storico.
Genovesi fu uno dei maggiori promotori dell'illuminismo a Napoli. la misura ultima per Genovesi sarà l'utilità per la vita , evidenziando che la ragione deve essere sempre più autentica e presente nella vita degli uomini.
Gaetano Filangieri nacque a Cercola, nel 1752 da nobile famiglia, iniziò a dedicarsi fin da subito agli studi. A soli 19 anni scrisse la sua prima opera Pubblica e privata educazione. Nel 1774 si laureò in giurisprudenza presso l’Università di Napoli ed esercitò per breve tempo l’avvocatura.
Mente illuminata, si adoperò brillantemente a favore del progetto di riforma della giustizia riscuotendo successo e acquisire diversi incarichi. Nel 1783 sposò la contessa Carolina Fremdel di Presburgo e subito dopo si trasferì a Cava de’ Tirreni dove elaborò la sua famosa Scienza della Legislazione.
Nel 1787, rientrò a Napoli chiamato al Supremo Consiglio delle Finanze, ma la tubercolosi lo stava stroncando. Si ritirò a Vico Equense, dove morì il 21 luglio 1788. Per la Napoli borbonica il Filangieri aveva pensato ad un modello di monarchia illuminata, in cui il re guidasse una "rivoluzione pacifica", da attuarsi attraverso la riforma della legislazione. Ne dovevano scaturire riforme essenziali: uguaglianza civile e pubblica istruzione per tutti i cittadini del Regno, libertà commerciale, codificazione delle leggi, riforma della giustizia, ridistribuzione delle proprietà terriere per creare un vasto ceto di piccoli proprietari, fiscalità basata su di un'imposta unica sul reddito prodotto, ma non tutte le richieste furono accolte.
L’opera del Filangieri, La Scienza della Legislazione, per forza innovatrice illuministica e consistenza giuridica, fu universalmente apprezzata, tranne dalla Chiesa cattolica che nel 1784 provvide a metterla all’indice.
I padri costituenti degli Stati Uniti d’America, invece, la presero a riferimento per la Costituzione americana ed uno di essi, lo scienziato-pensatore Benjamin Franklin, si avvalse più volte del parere del Filangieri.
L’atteggiamento ostile della Chiesa era ampiamente motivato. Filangieri non aveva solo criticato il parassitismo ed i troppi privilegi del clero, ma aveva messo in campo proposte miranti al progresso. Il potere ecclesiastico puntava invece sul mantenimento dello status quo, e poteva sperare di sopravvivere solo se permanevano le ingiustizie, miserie ed ignoranze.
Francesco Mario Pagano nacque a Brienza l'8 dicembre 1748.
Fu uno dei maggiori esponenti dell'Illuminismo italiano e grazie alle citazioni filosofiche gli venne attribuito il soprannome di "Platone di Napoli".
Dopo essersi laureato in legge, si dedicò agli studi letterari e filosofici.
Insegnò nell'università napoletana, dal 1785, diritto criminale. Continuava intanto anche nell'attività letteraria, pubblicando fra il 1787 e il 1792 alcuni drammi (Gerbino, Agamennone, Corradino, L'Emilia). Nel 1792 nacque la “Società patriottica” a cui il Pagano aderì divenendone uno dei maggiori artefici; si trattava di una società di uomini illuminati che intendeva accrescere l’interesse verso la cultura intesa come caposaldo della crescita del Regno. Nel 1794 tre giovani patrioti vennero processati per cospirazione antimonarchica e condannati a morte. Il Pagano ne assunse la difesa nella “Gran causa dei rei di Stato” ma non riuscì a dimostrare l’infondatezza dell’accusa. I tre giovani furono condannati al patibolo e ad altre 48 persone fu inflitto l’ergastolo o l’esilio A seguito di accuse complottistiche venne imprigionato (1796) e costretto a dimettersi dall'insegnamento e dalla professione.
Liberato nel 1798 ed emigrato prima a Roma, poi a Milano, tornò a Napoli quando vi fu proclamata la Repubblica partenopea (gennaio 1799). Partecipò dal 5 giugno alla lotta armata per la difesa della repubblica e poi alle trattative di resa, e in seguito al tradimento di Nelson fu condannato a morte.