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La rivoluzione che provocò il mutamento più significativo nella vita dei popoli europei e, nei secoli successivi, dell’intero pianeta, avvenne nell’arco di alcuni decenni e riguardò la sfera economica, è la RIVOLUZIONE INDUSTRIALE che consistette essenzialmente nell’invenzione di un sistema che consentì di produrre i tessuti attraverso un processo di meccanizzazione, ovvero con strumenti che, in modo autonomo, eseguivano il lavoro che prima doveva essere svolto dall’uomo.
La Rivoluzione industriale si verificò, nella seconda metà del XVIII secolo, in Inghilterra.
Solo nei decenni successivi, questo processo economico si diffuse anche nelle altre nazioni.
INGHILTERRA
Nel 1769 James Watt inventa la macchina a vapore.
La macchina a vapore utilizza come combustibile il legno o il carbone per scaldare l’acqua e produrre vapore; l’energia del vapore fa funzionare i
macchinari.
La macchina a vapore viene utilizzata nell’industria tessile e
nell’industria siderurgica per produrre più merci in meno tempo.
L’Inghilterra ha materie prime e ricchi commerci L’Inghilterra controlla i commerci internazionali e ha un grandissimo
impero coloniale: dalle colonie arrivano le materie prime a basso
costo.
Il Parlamento sostiene il commercio e l’agricoltura Nel Parlamento inglese sono presenti molti borghesi, soprattutto
commercianti e proprietari terrieri che fanno leggi per sviluppare il commercio e l’agricoltura.
L’Inghilterra è un Paese moderno e avanzato
In Inghilterra ci sono importanti istituzioni che finanziano le applicazioni pratiche delle scoperte scientifiche, e favoriscono così il progresso tecnologico.
La popolazione cresce e aumenta la domanda di prodotti
In Europa, e soprattutto in Inghilterra, c’è una forte crescita
demografica: diminuiscono guerre e carestie, migliorano le condizioni
igieniche e la medicina fa progressi nella cura delle malattie.
La popolazione diventa più numerosa e aumenta la domanda di prodotti.
In Inghilterra i proprietari terrieri, unici in Europa, avevano la mentalità della borghesia commerciale. I prodotti coltivati erano destinati a essere in parte esportati per ricavare un alto profitto. Questo comportava alcune importanti conseguenze:
Rotazione quadriennale
I proprietari terrieri furono in grado di accrescere la produzione grazie a un significativo miglioramento delle tecniche agricole che si sviluppò lungo l’intero arco del XVIII secolo.
L’innovazione più importante fu l’introduzione della rotazione quadriennale, che sostituì quella triennale, diffusasi in Europa dopo l’XI secolo che determino un importante aumento della produzione, le cui conseguenze furono:
Per venire incontro alle nuove esigenze dei proprietari terrieri, nel corso del XVIII secolo fu intensificata la politica delle “recinzioni”.
in Inghilterra i terreni di uso comune, lasciati a disposizione delle persone povere, vennero espropriati, ceduti ai proprietari i quali così ingrandirono i loro possedimenti e, una volta recintati, messi a coltura secondo le nuove, più efficienti tecniche.
Questo provvedimento consentì un aumento della produzione agricola ma , causò la rovina dei poveri che non potevano più sfruttare le terre comuni. Alcuni di loro diventarono braccianti salariati, altri emigrarono nelle periferie delle città e molti si diedero al vagabondaggio. Fu tra tutti questi uomini che vennero reclutati gli operai delle prime fabbriche.
Il progresso industriale non sarebbe stato possibile se alcuni uomini non avessero introdotto delle invenzioni capaci di far lavorare le macchine in modo autonomo.
Non si trattò di scienziati, bensì di artigiani, cioè di uomini che cercavano nuovi sistemi per rendere più semplice e meno faticoso il proprio lavoro.
Le invenzioni riguardarono due aspetti decisivi:
costruire delle macchine che svolgessero i processi di filatura e di tessitura;
individuare delle fonti di energia che permettessero alla macchina di lavorare da sola.
Tale modernizzazione, che in un primo tempo interessò specificamente la lavorazione dei tessuti, si estese poi alla lavorazione del ferro; per cui, dopo l’industria tessile, si svilupparono quella siderurgica e meccanica.
Vengono inventate le macchine tessili
L’industria tessile, cioè l’industria che produce tessuti, si sviluppa
perché gli allevamenti forniscono molta lana e le colonie forniscono
cotone.
Con la crescita della popolazione, aumenta la domanda di tessuti,
perciò servono nuovi macchinari che producono di più e più
Macchina tessile velocemente.
Così vengono inventate le nuove macchine tessili.
Nel 1769 James Watt inventa la macchina a vapore. La macchina a
vapore utilizza come combustibile il legno o il carbone per scaldare
l’acqua e produrre vapore; l’energia del vapore fa funzionare i
macchinari.
La macchina a vapore viene utilizzata nell’industria tessile e nell’industria siderurgica per produrre più merci in meno tempo.
La Rivoluzione industriale determinò profondi cambiamenti oltre che nel sistema di produzione anche nella organizzazione delle città, nella società e nella economia.
Il luogo di lavoro per eccellenza della Rivoluzione industriale fu la fabbrica, un edificio dove erano radunate le macchine che servivano a produrre un determinato tipo di merci e dove si raccoglievano gli operai.
Le prime fabbriche erano spesso edifici improvvisati, che sorgevano vicino ai fiumi, allo scopo di sfruttarne l’energia idraulica per muovere le macchine.
Con l’introduzione del motore a vapore le fabbriche potevano essere costruite ovunque, in quanto per azionare i macchinari bastava una modica quantità d’acqua e non la continua corrente di un fiume.
Nasce una nuova classe sociale: il proletariato urbano
Nelle fabbriche lavorano molti operai, compresi donne e bambini,che formano una nuova classe sociale: il proletariato urbano.
Nelle fabbriche il lavoro è durissimo: gli operai lavorano fino a14-16 ore al giorno e hanno salari molto bassi. Il padrone puòlicenziare gli operai se protestano o si ammalano, perché non esistono leggi che difendono i lavoratori.
Ben presto gli operai non sopportano più le terribili condizioni di lavoro e si ribellano contro i padroni delle fabbriche. Scoppia così la questione sociale, cioè il conflitto tra operai e capitalisti.
In seguito i lavoratori si organizzano nel movimento operaio: gli operai protestano insieme e fanno sciopero contro i proprietari delle fabbriche.
Nel 1799 il Parlamento inglese vieta gli scioperi e le associazioni operaie, ma le proteste non si fermano. Per questo motivo molti lavoratori che
scioperano vengono arrestati o uccisi.
Nel 1824 gli operai si uniscono in associazioni di lavoratori
(in inglese, Trade Unions), chiamate poi sindacati. I sindacati
cercano di migliorare i salari e le condizioni di lavoro degli operai.
Durante il 1800 i sindacati lottano per dare ai lavoratori potere nella
politica contro la borghesia capitalista.
La Rivoluzione industriale cambia l’aspetto delle città.
Infatti si costruiscono fabbriche vicino alle vie di comunicazione
(strade, ferrovie, porti).
In poco tempo le città si ingrandiscono perché i contadini e gli abitantidelle campagne si trasferiscono nelle città per lavorare nelle fabbriche.
Quindi nelle periferie delle città si costruiscono grandi quartieri operai.
Nei quartieri operai molti uomini, donne e bambini vivono in casefatiscenti (rovinate e sporche) senza luce né acqua e in cattive condizioni igieniche.