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Prof.ssa Lina Pezzuti
Ass. Prof.
lina.pezzuti@uniroma1.it
Felipe Lopez
Psy. D.
felipe.lopez@uniroma1.it
Materiale riservato alla formazione promossa da Hogrefe Editore
Roberts – 2 e assessment
Approccio multimethod e cooperative
Obiettivo: valutazione della personalità e delle competenze sociali e interpersonali
Range di età: 6-18 anni
Test: test perfomance-based di tipo narrativo
Come si differenzia dagli altri strumenti di performance (proiettivi)?
Roberts – 2 e assessment
Punteggio: T standard
Campione normativo di riferimento: 738 bambini (6-19 anni), suddivisi in un campione italiano (563 ss) e due campioni di origine straniera (99 nordafricani e 76 latinoamericani in 3 fasce d’età)
Campione normativo di riferimento: 738 bambini (6-...
Novità dello strumento: 2014 | Oggi , come revisione del Roberts Apperception Test for Children (RATC) analogia immediata con la famiglia dei test di appercezione tematica (TAT e CAT)
Cornice teorica
I pensieri di Anna Freud, Erik Eriksson e Melanie Klein sono configurati in una cornice metodologica che nasce in maniera simile alla tradizione ink blot (Rorschach in primis e Hotlzman, progetto del laboratorio work in progress) con un obiettivo unico; proporsi come test “oggettivo” seguendo la tradizione della famiglia Minnesota (ora PAI e PAI -A sono il punto di riferimento self report del gruppo di lavoro) capace di cogliere i percetti di bambini e adolescenti.
Cornice teorica
Test performance-basedd
Il concetto di performance-based personality test (PBPT) è strettamente legato alla possibilità di spiegare il processo di risposta del soggetto a fronte del compito che gli viene proposto. Se lo applichiamo ai test narrativi, il compito di “raccontare” diventa una prova di “problem solving”, in cui assume importanza il ruolo degli schemi mentali preesistenti nell’or¬ganizzazione dello stimolo attuale e, in linea con l’ipotesi proiettiva, si enfatizza l’influenza dei pro¬cessi inconsci in queste strutture mentali.
Test performance-basedd
Il concetto di Arena: Clinica a confronto
Il concetto di Arena: Clinica a confronto
L’arena è un concetto figlio di una tradizione proiettiva nuova ed inedita in cui vengono sintetizzate interazioni del ragazzo/a con risorse (rete) e modalità di funzionamento.
- Self: funzionamento cognitivo, intelligenza, coping e capacità di problem solving, credenze, convinzioni ed attitudini, emozioni e comportamenti, caratteristiche di personalità, livello di sviluppo psicosociale.
- Family: diade (madre /padre), unità e coerenza familiare, indicatori di conflitto, stabilità affettiva, concettualizzazione di altri caregiver, condizione di vita / abitativa, famiglia allargata
- Social: rapporto con i pari, adattamento e fit scolastico, insegnanti e figure educative, rete allargata, inquadramento culturale.
Il vantaggio della prospettiva evolutiva
Specificità delle tavole: il Roberts-2 si compone di tre diversi set di tavole in base alla provenienza etnica. Ci sono tavole costruite per bambini e ragazzi italiani, africani e latinoamericani, e – in ogni set – ben 11 tavole su 16 sono differenziate per maschi e femmine, in modo tale che il personaggio principale rappresentato nell’immagine rispecchi il genere del soggetto.
Approccio multiculturale alla valutazione: l’attenzione alla dimensione multiculturale, attraverso set di tavole e norme differenti in base all’etnia, pone al centro dell’attenzione il rapporto tra le procedure di assessment e le caratteristiche di personalità in diverse culture, e consente di declinare l’utilizzo del test nell’assessment multiculturale.
Stimoli e Performance
Lo stimolo non ambiguo: si tratta infatti di uno stimolo visivo, le risposte narrative (le storie) e i comportamenti verbali, percettivi, interattivi a esse associate in modo da definire un profilo di funzionamento psicologico.
Questa analisi avviene attraverso una serie di passaggi clinici, riassumibili in tre diversi step metodologici:
la fase di somministrazione
la codifica
l’interpretazione dei dati
Stimoli e Performance
Riflessioni sul perché il R-2 è una prova di performance: prova di performance (Kubiszyn, Meyer, Finn, Eyde, Kay, Moreland et al., 2000; Meyer, Finn, Eyde, Kay, Moreland, Dies et al., 2001) perché il compito proposto consiste nel “raccontare” che si declina in un compito di “problem solving” in cui il soggetto deve.
•identificare i protagonisti del racconto, o meglio scegliere le par...
Riflessioni sul perché il R-2 è una prova di performance
•identificare i protagonisti del racconto, o meglio scegliere le parti della tavola (personaggi e oggetti) che contribuiscono a precisare l’oggetto della narrazione;
• individuare l’idea o contenuto per comprendere e spiegare la situazione raffigurata in termini di evento, collocando più sequenze legate alla scena centrale lungo una dimensione temporale, sia verso il passato sia verso il futuro, in direzione di una soluzione o di un finale.
• comprendere e mettere in relazione gli stati interni dei personaggi raffigurati, in termini di pensieri, affetti e sentimenti, con quanto accade e con altri personaggi relazionandoli tra loro.
Le strutture mentali, costituite dalle rappresentazioni, guidano l’interpretazione delle nuove esperienze: consentono all’individuo di confrontare l’informazione attuale con ciò che la persona conosce già e, pertanto, influenzano le interpretazioni delle successive esperienze (Cantor & Kihlstrom, 1987, 1984; Taylor & Crocker, 1981).
Diventa centrale il concetto di pensiero narrativo, inteso come un modo strutturare l’esperienza propria e altrui in forma di racconto, coordinando la successione degli eventi (lo scenario dell’azione, il mondo esterno) con i pensieri, stati affettivi, mentali e intenzionali: la soggettività dei personaggi (lo scenario della coscienza, il mondo interno), al fine di attribuire all’esperienza stessa un significato (Grazzani, 1999).
Perché il R-2 è particolarmente indicato:
• Tavole che riflettono situazioni d’interazione “ad alta stimolazione” o relativamente strutturate che rappresentano eventi riconoscibili della vita reale.
• Un sistema di scoring completo.
• Scale che indicano la competenza socio-cognitiva del bambino nel riconoscere temi e sentimenti comuni legati all’interazione.
• Un campione di standardizzazione rappresentativo a livello nazionale.
• Un rapporto completo dell’affidabilità test-retest.
• Prove di validazione che indicano un progresso nello sviluppo delle competenze socio-cognitive del bambino.
• Prove di validazione che documentano differenze sistematiche tra i risultati del test in bambini affetti da disturbi psicologici e non.
Le 16 tavole illustrate vengono proposte ad ogni soggetto e un foglio per lo scoring, per ogni profilo diventa l’unico strumento indispensabile al clinico oltre ad un foglio di “raccolta”. Le tavole, in bianco e nero, sono costituite da disegni rappresentanti scene di interazione sociale tra due o più personaggi o situazioni coinvolgenti un solo individuo. Le scene illustrate si riferiscono alla vita quotidiana e dovrebbero, pertanto, risultare familiari ai soggetti; i personaggi sono ben definiti, chiari ed in grado di suscitare nell’osservatore emozioni e stati d’animo ben precisi. Ogni tavola, inoltre, è stata costruita per suscitare, nei bambini e nei ragazzi, determinate reazioni ed emozioni grazie alle tematiche e agli argomenti proposti dalle situazioni rappresentate, scenari frequenti nella vita di ogni bambino e ragazzo.
Una peculiarità del materiale del Roberts-2, nonché un punto di forza del test, è costituito dalla differenziazione delle tavole basata sull’appartenenza etnica e sul genere del soggetto; vi sono, infatti, tavole costruite per bambini e ragazzi bianchi, neri e ispanici, e ben 11 tavole su 16 sono differenziate per maschi e femmine, in modo tale che il personaggio principale rappresentato nell’immagine rispecchi il genere del soggetto.
Popolazioni cliniche appropriate: 13 esempi normativi
- ADHD
- Disturbo depressivo maggiore
- Disturbo bipolare (forma infantile / precoce)
- Disturbo bipolare (adolescente)
- PTSD
- Disturbo d’ansia generalizzata
- Schizofrenia
- Disturbo della condotta
- Asperger
- Autismo
- Ritardo cognitivo (lieve)
- Disturbo schizo affettivo
- ODD
Gli obiettivi raggiunti: il perché il Roberts 2 è uno strumento davvero cooperative
1) Indaga lo sviluppo delle funzioni adattive del bambino, prodotto dalle diverse esperienze sociali con cui egli entra in contatto durante la crescita
2) Evidenzia eventuali aspetti clinicamente rilevanti.
Summary di una rappresentazione non clinica di un adolescente
- Il comportamento in fase di testing risulta appropriato, il clinico non ha necessità di porre dei limiti e l’alleanza diagnostica viene creata con facilità
- L’approccio dell’adolescente è spontaneo e privo di difese rispetto all’assessment
- La capacità di percepire correttamente i problemi di vita risulta appropriata e realistica, spunti positivi caratterizzano la volontà di problem solving
- L’ambiente ed il contesto sono percepiti come benevoli e positivi, le aspettative sono alte
lettura delle scale | contenuti | profilo narrativo
- Scale di descrizione del tema
- Scale di risorse disponibili
- Scale di identificazione del problema
- Scale di risoluzione
- Scale delle emozioni
- Scale di esito
- Risposte Insolite o Atipiche
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Le tavole 1 e 2 sono particolarmente importanti
Bisogna assicurarsi che il bambino/a abbia correttamente compreso le consegne al fine di formulare storie effettivamente complete l’obiettivo e la siglatura e questa viene garantita da elementi domande
- Che cosa sta succedendo?
- Come si sente /come si sentono?
- Che cosa sta/stanno facendo o di cosa sta / stanno parlando?
- Che cosa è accaduto prima?
- Che cosa succederà dopo oppure cosa è accaduto prima?
I suggerimenti (prima, dopo, durante e sentimenti) sono ammessi solo nelle prime due (2) tavole al fine di chiarire le consegne ma dalla tavola 3 alla 16 debbono essere chiariti gli elementi vaghi e problematici.
Il valore nelle domande di chiarificazione
Sono da chiarire gli aspetti indefiniti nelle storie; è importante determinare gli elementi che risultano necessari alla codifica. Talvolta è necessario concedere più tempo al bambino per creare una storia qualora non si sia instaurata una corretta alleanza diagnostica con il clinico.
La procedura standard non incoraggia l’insistenza del professionista il quale non dovrebbe far altro che riproporre al termine della somministrazione la/le tavole rifiutate così da comprendere ulteriormente il senso del rifiuto oppure al fine di recuperare una risposta.
Breve memorandum
Breve memorandum