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Gorgia
Gorgia da Lentini rappresenta l’altra grande figura della sofistica, pur presentando, rispetto a Protagora, una dottrina più pessimistica circa le possibilità conoscitive e pratiche dell’uomo
• Tra le sue opere, ricordiamo:
◦ Sulla natura o Sul non essere
◦ Encomio di Elena
L'impensabilità e
l'inesprimibilità dell'essere
In quella che resta l’opera più significativa della riflessione di Gorgia, Sul non essere, il filosofo di Lentini stabilisce le sue tre tesi fondamentali:
1. Nulla è
2. Se anche qualcosa esistesse, non sarebbe conoscibile dall’uomo
3. Se anche fosse conoscibile, non sarebbe comunicabile
RAGIONIAMO PER ASSURDO.
Se l'essere fosse, sarebbe:
o essere, o non essere,
ma il non-essere non esiste.
Ragioniamo allora sull'essere.
Se l'essere fosse, sarebbe
generato o ingenerato.
Nel primo caso, dovrebbe essere stato generato o da "ciò che è" (quindi già sarebbe) o da "ciò che non è" (ma dal non-essere non si genera nulla).
Se invece fosse ingenerato ed eterno,
potremmo dire che se è eterno, non ha principio,
dunque è illimitato e, in quanto tale, non è in nessun luogo,
quindi non esiste.
Ne dobbiamo concludere che nulla è.
Con questa tesi, Gorgia intende sottolineare l’impossibilità
di sovrapposizione tra l’essere e il pensiero.
Infatti, se anche l’essere esistesse, non necessariamente l’uomo potrebbe pensarlo :
Con questa tesi, Gorgia intende dimostrare che il linguaggio è altra cosa dalla realtà
Tradizionalmente, lo scritto di Gorgia è stato interpretato alla stregua di una radicale affermazione di nichilismo filosofico, oppure come una sorta di facezia, un pezzo di bravura retorica attraverso il quale burlare gli autori precedenti
I critici moderni, invece, tendono a rivalutare il testo gorgiano:
La tecnica antilogica praticata da Protagora trovava pur sempre un banco di prova nel criterio dell’utile, non rompendo definitivamente il rapporto tra pensiero e linguaggio
Con la retorica di Gorgia, invece, la struttura essere-pensiero-linguaggio si spezza completamente
In mancanza di un criterio di giudizio extralinguistico – pur debole qual è quello dell’utile –, la parola è tutto e tutto può
La parola è un gran dominatore che con un corpo piccolissimo e invisibilissimo divinissime opere sa compiere
Gorgia, frammento 11
Con l’esaltazione dell’illimitata capacità ammaliatrice della parola, la retorica si trasforma da arte del ben parlare in arte della suggestione e della persuasione:
I sofisti, quindi, ritengono che ogni fenomeno possa essere considerato secondo prospettive antitetiche
Da quanto sin qui emerso, appare evidente l'intenzione di Gorgia di suggerire l'impossibilità umana e filosofica di affermare l’essere
Il risultato conclusivo della dottrina di Gorgia sembra perciò consistere nella distruzione di ogni possibile metafisica, cosmologia o teologia e nella sfiducia nelle possibilità conoscitive della mente umana, soprattutto quando, andando oltre l’esperienza, pretende di accedere a qualche assoluto metafisico
In Protagora è ancora possibile rinvenire un criterio di verità (l’utile) attraverso il il quale orientarsi nel mondo
In Gorgia, invece, non esiste più alcun criterio
In considerazione di quanto sinora emerso, Gorgia sembra ritenere che l’esistenza sia qualcosa di fondamentalmente irrazionale e misterioso
La profonda irrazionalità e incommensurabilità che travolge ogni esistenza umana rappresenta, presumibilmente, il senso profondo dell'Encomio di Elena
Fece ciò che fece o per volere del Caso e volere degli dei e decreto di Necessità, o rapita per forza, o convinta da discorsi, o presa d’amore
Gorgia, DK 82 B 2
In tutti i casi, dunque, Elena è incolpevole, poiché la sua volontà è stata soggiogata e soverchiata da forze irrefrenabili, nella consapevolezza della fragilità umana
Estremizzando il metodo antilogico di Protagora e la teoria gorgiana dell’autonomia del linguaggio nei confronti della realtà, la sofistica - in particolare con gli esponenti della seconda generazione - finisce per configurarsi come pura eristica, ossia come arte di avere la meglio nelle contese