Introducing
Your new presentation assistant.
Refine, enhance, and tailor your content, source relevant images, and edit visuals quicker than ever before.
Trending searches
Architettura funeraria romana
introduzione
introduzione
la nascita e la morte sono sempre state per tutti i popoli antichi i due momenti essenziali della vita di un uomo e come in ogni epoca , anche l'uomo romano sperimentò la paura della morte .
tuttavia il trapasso rappresento per lui un momento di aggregazione familiare e rafforzamento dei vincoli di sangue.
a circostanza della morte ,in particolare ,non faceva emergere soltanto l'identità sociale del defunto , ma era l'occasione in cui venivano espressi con maggior chiarezza i valori morali e civili che cementano la vita della collettività.
Il rituale funebre in epoca romana diviene , dunque , occasione di comunicazione sociale .
"Tomba" è un termine generale per ogni luogo che contiene dei resti umani, mentre i corredi tombali sono degli oggetti che sono stati collocati all'interno della tomba. Tali oggetti possono comprendere i beni personali del defunto, oggetti appositamente creati per la sepoltura, o versioni in miniatura di cose che si pensa siano necessarie in una vita ultraterrena.
Le tombe
mausoleo a tamburo cilindrico
Tipi di tombe
le tombe a mausoleo appaiono a Roma a partire dal II sec. a.C.; si tratta di un particolare tipo di sepolcro in cui l'altezza e le grandi dimensioni servivano ad attirare l'attenzione dei passanti sulla persona defunta.
Il mausoleo poteva essere del tipo più grande, a tamburo cilindrico e camera interna (come il mausoleo di Cecilia Metella), a dado se costituito da un nucleo quadrangolare in calcestruzzo, a pilastro se costituito da una struttura molto più alta che larga , oppure a tumulo .
I mausolei, a camera sotterranea oppure col sarcofago sulla cima, erano sempre rivestiti con blocchi in opera quadrata di materiale nobile, quasi sempre scomparsi perché già nel Medioevo venivano staccati per essere riutilizzati.
Si può vedere che la massa di calcestruzzo è composta da strati di 60-90 cm; infatti l'architetto antico collocava per prima cosa il rivestimento lungo il perimetro della tomba, poi colava il calcestruzzo liquido all'interno; una volta solidificato collocava il secondo strato e così via fino alla cima.
sepolcro per inumati
tombe della
via latina
Il sepolcro laterizio a tempietto
il sepolcro laterizio a tempietto
Oltre che per il costo inferiore, se paragonato con quello di un mausoleo in opera quadrata, un motivo della diffusione delle tombe laterizie a tempietto può essere anche il più ampio spazio interno, che poteva accogliere l'arcosolio e il sarcofago, e quindi era adatto ad una tomba famigliare, oppure, dietro acquisto del posto, ad un uso "condominiale"!
Sta di fatto che l'aspetto di queste tombe tende a essere meno monumentale se paragonato con quello dei grandi mausolei
Oltre che per il costo inferiore, se paragonato con quello di un mausoleo in opera quadrata, un motivo della diffusione delle tombe laterizie a tempietto può essere anche il più ampio spazio interno, che poteva accogliere l'arcosolio e il sarcofago, e quindi era adatto ad una tomba famigliare, oppure, dietro acquisto del posto, ad un uso "condominiale"!
Sta di fatto che l'aspetto di queste tombe tende a essere meno monumentale se paragonato con quello dei grandi mausolei.
monumento funerario molto caratteristico e diffuso del mondo romano, di norma è costituito da un podio rettangolare o quadrato (ma anche circolare) su cui si elevano un torrione o tamburo cilindrico che può contenere la camera sepolcrale e, infine, al di sopra di questo, un coronamento conico, l’elemento che perpetuava simbolicamente il concetto della tomba a tumulo, da cui questi sepolcri a corpo cilindrico derivano; basamento, corpo centrale e coronamento potevano essere variamente decorati con stucchi, rilievi, etc. e il passaggio di piano tra di essi segnato da cornici e modanature; numerose e molto diverse sono le varianti cui questa classe monumentale diede luogo, dovute al rapporto reciproco e alle rispettive proporzioni che ciascuno dei tre ordini sovrapposti, di volta in volta, assumeva, in una evoluzione attraverso il tempo.
Necropoli di Porta Ercolano, tomba monumentale a tamburo cilindrico, pittura murale e bassorilievi - prospetti
incisione
acquaforte
mm 360 x 334
Didascalie:
in basso a sinistra: F. Mazois del.t in basso a destra: Balzar & Testa sculps.t
Se nel regno di Augusto, per ragioni di spazio, si preferiva cremare (benché costasse un occhio), dal II sec. d.C. si ricominciò a inumare. L'affermarsi del nuovo rito dell'inumazione dovette causare ancora seri problemi di spazio, ai quali si rispose inizialmente con i sepolcri per inumati (poi sostituiti dalle catacombe), come nel caso del sepolcro Baccelli.
Questo è infatti un genere intensivo di sepoltura: sul pavimento si alzavano due muretti paralleli, tra i quali si deponeva il defunto, che poi veniva coperto con tegole; al di sopra si poteva deporre un altro defunto e così via, fino ad ottenere vari strati di defunti uno sopra l'altro, come su una rastrelliera.
In fondo all’area del parco archeologico, sul lato destro della via Latina e in posizione leggermente arretrata e rialzata rispetto al tracciato stradale, si staglia la facciata di un sepolcro noto con il nome di tomba Baccelli, dal nome del ministro della Pubblica Istruzione (Guido Baccelli) che agli inizi del XX secolo curò l’intera area archeologica. L’edificio, che per molti secoli rimase integro e che nel XVI secolo fu usato come chiesa, subì successivamente un rovinoso crollo a seguito del quale rimase in piedi solo la facciata NO.
Il sepolcro era a due piani con un vano ipogeo comunicante con la camera superiore mediante un sistema di rampe interne. L’ambiente sotterraneo consta di due vani, attualmente non accessibili, e al di sotto del pavimento trovavano posto delle sepolture disposte su due file e tre strati di deposizione. La camera superiore presentava pareti articolate in nicchie e arcosoli impreziositi da eleganti trabeazioni e frontoni. Nonostante lo stato di conservazione alquanto precario è ancora oggi apprezzabile l’eleganza compositiva della facciata e delle sue modanature fittili. Al centro in basso si apre l’ingresso sormontato dalla targa marmorea moderna che ricorda il ministro Baccelli, a sua volta affiancata da due aperture simmetriche inquadrate da eleganti cornici in cotto. La trabeazione del timpano è andata perduta ma dai pochi lacerti visibili se ne può apprezzare l’eleganza modulata nella successione delle cornici sagomate nel laterizio rosso e giallo.
L’ingresso all’area archeologica è sul lato destro di via dell’Arco di Travertino, a poca
distanza dalla via Appia Nuova; nel parco è visibile un tratto di circa 450 metri dell’antica
via Latina, fiancheggiato da una serie di importantissimi monumenti funerari. La messa
in luce dell’area si deve all’iniziativa di Lorenzo Fortunati, che a sue spese, tra il 1857
ed il 1858, eseguì i lavori di scavo, completati poi per volere di papa Pio IX; subito dopo
l’Unità, il nuovo Stato Italiano, nel 1879, si occupò dell’esproprio dei terreni, di proprietà
della famiglia Barberini. Agli inizi del ‘900, dopo una campagna di restauri diretta
da Rodolfo Lanciani, l’area fu destinata a parco archeologico per iniziativa del ministro
Guido Baccelli.
Si trova sul lato destro della via Latina tra il III e il IV miglio, quasi al termine del tratto compreso nel parco archeologico, e può essere datato al 160-170 grazie al rinvenimento su frammenti di mattoni della volta della camera ipogea di bolli consolari.
La camera ipogea
È caratterizzato da una pianta rettangolare e da un portico frontale a due colonne (solo quella di sinistra in marmo cipollino è originale) con una finestra rettangolare sul piano superiore e una copertura a tetto spiovente. Alla camera ipogea si accede per mezzo di due scale simmetriche. Tra il 1859 e il 1861 l'elevato fu in buona parte ricostruito sui resti della muratura originaria al fine di salvaguardare gli intonaci e gli stucchi della camera sotterranea.
La volta e
le pareti
La camera funeraria ipogea principale - è infatti preceduta da un vestibolo anch'esso destinato ad accogliere le sepolture - conserva l’originaria decorazione in stucco bianco, articolata in 35 medaglioni e riquadri di dimensioni variabili, che orna le lunette e la volta a botte con rappresentazioni di creature fantastiche, eroti, figure femminili.
Tra gli stucchi si nota - al centro della volta – quello raffigurante l'anima della defunta (avvolta nel velo mortuario) trasportata in cielo sulle ali di un grifone. Sulle pareti rimangono visibili le impronte delle lastre di marmo di rivestimento e i relativi fori delle grappe di ferro che le sostenevano, mentre il pavimento della camera risulta ancora in parte rivestito in marmo. Per quanto non sia certa l'attribuizione della tomba alla famiglia dei Valerii, è invece certo che si tratti di una tomba di famiglia per la presenza all'interno della camera funeraria di un'altana destinata ad accogliere il sarcofago del capofamiglia.
sepolture e tombe
Sepolture e tombe
varia è stata l'arte e la tipologia funeraria romana.
Le sepolture a cremazione sono costituite da vasi di terra cotta in cui si conservavano le ceneri e le ossa del cremato. Il vaso era riposto in una sorta di scatola formata da tegole di argilla. All'interno di essa potevano trovare posto oggetti di corredo.
Per quanto riguarda l'inumazione il metodo più semplice era quello di deporre il corpo sulla terra nuda,coprendolo con una coppia di tegole piatte.
Il materiale con cui erano fatte queste deposizioni era relativamente poco costoso . Cremazione ed inumazione costituiscono infatti il tipo di sepoltura economicamente accessibile a tutti. Sempre di tipo molto semplice, ma più costose, sono le piccole camere costruite i cemento o in laterizio, destinate ad ospitare i resti di un'unica persona.
Catacombe
Le catacombe nascono a Roma tra la fine del II e gli inizi del III secolo d.C., con il pontificato del papa Zefìrino (199-217) che affidò al diacono Callisto, il quale diverrà papa (217-222), il compito di sovrintendere al cimitero della Via Appia, dove saranno seppelliti i più importanti pontefici del III secolo. L’uso di seppellire i defunti in ambienti sotterranei era noto già agli etruschi, ai giudei e ai romani, ma con il cristianesimo nacquero dei sepolcreti ipogei molto più complessi ed ampi, per accogliere in un’unica necropoli tutta la comunità.
Il termine antico per designare questi monumenti è coemeterium, che deriva dal greco e significa "dormitorio", sottolineando con ciò il fatto che per i cristiani la sepoltura non è altro che un momento provvisorio, in attesa della resurrezione finale. Il termine catacomba, esteso a tutti i cimiteri cristiani, definiva, in antico, soltanto il complesso di S. Sebastiano sulla Via Appia
Le catacombe sono, per lo più, scavate nel tufo o in altri terreni facilmente asportabili ma solidi. Per questo le catacombe si trovano specialmente laddove ci sono terreni di tipo tufaceo e, cioè, nell ’Italia centrale, in quella meridionale e in quella insulare.
Le catacombe comportano la presenza di scale che conducono ad ambulacri chiamati, come nelle miniere, gallerie. Nelle pareti delle gallerie sono sistemati i “loculi”, ossia le sepolture dei cristiani ordinari realizzate nel senso della lunghezza; questi sepolcri sono chiusi con lastre di marmo o con mattoni. I loculi rappresentano il sistema sepolcrale più umile ed egualitario per rispettare il senso comunitario che animava i primi cristiani.
La maggior parte delle catacombe si trovano a Roma, tanto da raggiungere il numero di una sessantina, mentre altrettante se ne contano nel Lazio.
In Italia, le catacombe si sviluppano specialmente nel meridione.
La catacomba situata più a settentrione è quella che si sviluppa nell’isola di Pianosa, mentre i cimiteri ipogei più a sud sono quelli dell’Africa settentrionale e in Tunisia.
Altre catacombe si trovano in Toscana , Umbria (presso Todi), Abruzzo ( Aquila), Campania (Napoli), Puglia , Basilicata , Sicilia (Palermo, Siracusa,e Agrigento), Sardegna (Cagliari).
Nelle catacombe si sviluppa, sin dalla fine del II secolo, un’arte estremamente semplice, in parte narrativa e in parte simbolica.
Le pitture, i mosaici, i rilievi dei sarcofagi, rievocano le storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, come per presentare gli esempi della salvezza del passato ai nuovi convertiti. È così che viene spesso rappresentato Giona salvato dal ventre della balena, dove il profeta era rimasto per tre giorni, con questo rievocando la resurrezione del Cristo.
Dal Nuovo Testamento si selezionano i miracoli di guarigione (il cieco, il paralitico, ) e di resurrezione (Lazzaro), ma anche altri episodi, come la moltiplicazione dei pani.
Roma, Catacombe dei Ss. Marcellino e Pietro - Giona rigettato
L’arte delle catacombe è anche un’arte simbolica, nel senso che vengono rappresentati con semplicità alcuni concetti difficili da esprimere.
Sulle lastre di chiusura dei loculi sono spesso incisi dei simboli di diverso significato. In qualche caso viene rappresentato un attrezzo relativo al mestiere svolto in vita dal defunto.
Alcuni simboli, come i bicchieri, i pani,... alludono ai pasti funebri consumati in onore dei defunti, i cosiddetti refrigeria.
I simboli erano :
PESCE: simbolo di riconoscimento ,le lettere del termine greco che significa pesce costituivano le iniziali delle parole che componevano la frase "Gesù Cristo,figlio di Dio, salvatore";usato e per indicare Cristo.
ANCORA: simbolo di salvezza e stabilita, rappresenta la fede cristiana.
PAVONE: rappresenta la resurrezione, la vita eterna
COLOMBA BIANCA: simbolo di purezza e pace.
AGNELLO: significa "creatura pura,candida,innocente"
Una delle immagini più rappresentate nell’arte delle catacombe è quella del buon pastore. Il Cristo viene, così, rappresentato come un umile pastore con una pecorella sulle spalle, mentre vigila un piccolo gregge, talvolta costituito da due sole pecore poste ai suoi fianchi.Nell’immagine si vede il pastore che si prende sulle spalle la pecora smarrita. Questa immagine allude anche alla partenza da questo mondo. Per questo si trova spesso negli affreschi e nei rilievi dei sarcofagi e inciso sulle tombe.
Nelle catacombe vennero sepolti i martiri uccisi durante le cruente persecuzioni volute dagli imperatori Decio, Valeriano e Diocleziano. Intorno alle tombe dei martiri si sviluppò, ben presto, una forma di culto da parte dei pellegrini che lasciavano i loro graffiti e le loro preghiere presso questi sepolcri eccezionali. I cristiani cercavano di sistemare le sepolture dei loro defunti il più vicino possibile alle tombe dei martiri perché si riteneva che anche in paradiso si sarebbe stabilita questa mistica vicinanza.
Roma, Catacombe di S. Sebastiano - graffiti devozionali
Le CATACOMBE DI S.SEBASTIANO, situate al III miglio della via Appia, sono un vasto complesso costituito da 12 km di gallerie, quelle che furono le prime ad essere chiamate con il termine di "catacombe", nome poi esteso alle altre simili necropoli . Dunque catacombe uguale a cimiteri, una funzione prettamente funeraria, dove la presenza dei fedeli era contemplata solo per celebrare la memoria di un defunto e non nascondiglio o luogo segreto in cui la comunità cristiana si riuniva per sfuggire alle persecuzioni. Dapprima vasto luogo funerario pagano con tombe ad incinerazione ed inumazione, nel corso del I secolo d.C. e fino all'inizio del II, nel settore settentrionale sorsero una serie di colombari in doppia fila.
E' un tipo di costruzione funeraria divisa in ampi loculi, ciascuno dei quali generalmente atto ad ospitare una bara contenente un unico defunto. È altresì possibile che uno di questi ampi loculi contenga cassettine con resti esumati o urne con ceneri derivate da cremazione; in questo caso, dato lo spazio disponibile, non più di un singolo, ma di vari defunti. Un loculo può essere esteso in profondità, risultando chiuso da una lastra tombale quadrata, o in lunghezza, chiuso da una lastra tombale rettangolare. Possono esistere loculi di coppia
Le necropoli
In età romana era uso comune collocare le sepolture al di fuori dei confini della città e lungo le sue vie di accesso: per questo motivo il rinvenimento di necropoli appartenenti a questa fase definisce il limite del centro abitato.
Le necropoli romane sono databili dall'inizio della romanizzazione fino al II secolo d.C., con una massima concentrazione della loro diffusione tra la fine del I secolo a.C. e il I secolo d.C., periodo che coincide con quello di massimo sviluppo di Este, a cui seguì una rapida decadenza.
Il rito più rappresentato è quello della incinerazione (o cremazione), prevalente nel I secolo d.C. e usato almeno fino agli inizi del II secolo d.C., quando iniziò a diffondersi il rito della inumazione .
La maggior parte delle tombe rinvenute erano collocate all'interno di recinti destinati alla sepoltura di interi nuclei familiari.
La loro estensione era identificata da cippi che riportavano le misure del recinto in larghezza (sul fronte strada) e in profondità (verso la campagna). Un esempio interessante è quello della Necropoli Rebato, in cui erano presenti ben 52 sepolture della stessa famiglia di cui 11 erano segnalate da cippi circolari con coperchio.
I cippi sepolcrali indicavano il simbolico collegamento tra l'Oltretomba, dove è andata l'anima del defunto, ed il Cielo, dove l'anima doveva andare per raggiungere l'immortalità. Impiegati su tutto il territorio romano si differenziavano per forma, materiale e decorazioni scolpite. Queste erano frequentemente di tipo animalistico e dotate di funzione apotropaica. Il tipo detto "a cipolla" era costituito da un bulbo sferico ed era particolarmente diffuso in area centrale. A Vulci erano più diffusi tra IV e III secolo a.C. i cippi "a dado", a forma di parallelepipedo, che riprendevano la struttura degli omonimi sepolcri e recavano sulla faccia anteriore una decorazione a forma di porta, talvolta sormontata dall'iscrizione. A Ferento, in area viterbese, una simile tipologia veniva posta su un basamento e si sviluppava in senso monumentale con complesse modanature ed elementi di coronamento. A Caere si distinguono ancora i cippi "a colonnetta" e quelli "a casetta" rispettivamente per le sepolture maschili e femminili. Anche tra il VI e V secolo a.C., era presente una notevole produzione di segnacoli per le sepolture, come cippi in marmo dalle forme di colonnina e clava, oppure emisferici e decorati da protomi zoomorfe.
inoltre i cippi ricordavano la vita del defunto , o tramite un dipinto oppure con delle scritte che indicavano la classe sociale .
Notevole testimonianza delle vaste necropoli che sorgevano in età romana lungo la strada che conduceva al porto della città e dove, dopo il martirio, trovò sepoltura l’apostolo Paolo, intorno al 67 d.C. La sua tomba, originariamente inserita in un colombario pagano, costituì il fulcro del primo luogo di culto e della successiva basilica paleocristiana, voluta dall’imperatore Costantino.
La necropoli, scoperta nel Settecento e indagata in più riprese tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento, non risulta ancora completamente nota nella sua estensione complessiva. La parte esplorata e visitabile, annessa all’area verde del Parco Schuster dimostra una continuità d’uso dal I sec. a.C. fino al IV secolo d.C.
LA NECROPOLI DI SAN PAOLO
sitografia
Sitografia
wikipedia,arte funeraria,7/12/18 https://it.wikipedia.org/wiki/Arte_funeraria
santa sede,catacombe,7/12/18,http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_commissions/archeo/italiano/documents/rc_com_archeo_doc_20011010_cataccrist_it.htm
caffarella,l'architettura funeraria,7/12/18,https://www.caffarella.it/SitoMario/storarc/arch_fun.ht
ministro per i beni e le attività culturalile necropoli,7/12/18,http://www.atestino.beniculturali.it/index.php?it/157/sala-viii-le-necropoli-romane
gruppi archeologici, materiali7/12/18,http://www.professionearcheologo.it/
parco archeologico di pompei,introduzioni,7/12/18,http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=L%27architettura+funeraria&idSezione=6961