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Argomentare vuol dire sostenere la propria opinione su un problema o una situazione, riportando fatti, prove e argomenti che servono a dimostrarne la validità.
La tesi è l’opinione, l’idea che si sostiene.
L’argomentazione è l'insieme dei ragionamenti, la serie di considerazioni che si fanno per dimostrare che quanto sosteniamo è giusto.
L'antitesi è l’opinione contraria, l’idea che è in contrasto con un’altra.
Confutare vuol dire smentire, ribattere un’opinione contraria e dimostrare che quest'ultima non è valida.
Il testo argomentativo è un testo nel quale chi scrive (o parla) sostiene la propria opinione (tesi) su un determinato problema e presenta fatti, ragionamenti o prove (argomenti) che servono a dimostrarne la validità.
Risponde allo scopo di persuadère il destinatario che la tesi che stiamo sostenendo è valida e giusta.
Tra i testi argomentativi possiamo incontrare:
•le arringhe degli avvocati;
•i discorsi dei politici;
•gli articoli di fondo dei giornali nei quali chi scrive espone le proprie opinioni;
•i saggi di tipo scientifico in cui l’autore sostiene la propria ipotesi interpretativa;
•il tema scolastico, in cui si chiede di sostenere le proprie opinioni sul “problema” proposto dalla traccia.
La struttura del testo argomentativo, nella sua forma classica, è la seguente:
Il linguaggio del testo argomentativo è caratterizzato da:
a) lessico settoriale e registro formale;
b) sintassi complessa e tendenzialmente ipotattica;
c) uso di connettivi ed espressioni per introdurre conseguenze e conclusioni (perciò, dato che, quindi…, insomma, ne deriva che…), esemplificazioni (ad esempio, in altre parole…), spiegazioni (infatti, basti pensare che…);
e) l’uso di verbi come ritenere, supporre, dubitare, considerare ecc.
Chaïm Perelman nel suo Trattato dell'argomentazione parte dalla considerazione, importante anche dal nostro punto di vista, che l’argomentazione rappresenta un campo esterno a quello della dimostrazione logico formale (in cui si può dire questo è vero e questo è falso con certezza).
Un'argomentazione può essere l'arringa di un politico ma può anche essere un discorso scientifico, dove si cerca di presentare la propria tesi, giustificandola attraverso un'informazione vagliata ed elaborata secondo un preciso criterio metodologico. In ogni caso è essenziale saper selezionare in modo pertinente e ragionevole i propri argomenti in funzione dell'ipotesi da dimostrare.
Il campo dell’argomentazione è quello del verosimile, che sfugge, quindi, alle certezze del calcolo. A questa tesi fa seguire una considerazione importante: ogni argomentazione si sviluppa in funzione di un uditorio (l’insieme di coloro cui il messaggio è diretto, di coloro sui quali l’oratore vuole influire per mezzo della sua argomentazione).
Pensare agli argomenti che possono persuadére il proprio interlocutore significa preoccuparsi di lui.
Ascoltare qualcuno significa essere disposti ad ammettere eventualmente il suo punto di vista.
Questo significa che, da un lato, è necessario che l'uditorio conceda la propria attenzione a chi argomenta e, d'altro canto, che chi argomenta si adatti al proprio uditorio e non ne trascuri le opinioni.
L'importanza dell'uditorio lo porta ad un'altra osservazione fondamentale: per argomentare occorre attribuire un valore all’adesione dell’interlocutore; non si rivolge la parola a chiunque così come non ci si sarebbe battuti a duello con una persona qualunque; il desiderio di convincere implica una certa modestia da parte di chi argomenta (perché considera il proprio punto di vista come qualcosa che può e deve essere reso convincente).