Introducing 

Prezi AI.

Your new presentation assistant.

Refine, enhance, and tailor your content, source relevant images, and edit visuals quicker than ever before.

Loading…
Transcript

INVIATE

SPECIALI

Presentazione a cura di Giacomo Di Benedetto

tirocinante presso Toponomastica femminile

con il supporto di Danila Baldo, vicepresidente Tf

Testimonianze dal fronte

L'inviato/a speciale è un/una giornalista mandato/a in una località,

specialmente all'estero,

per seguire un avvenimento

o svolgere un'inchiesta

di particolare interesse e importanza.

Le inviate speciali qui ricordate

hanno contribuito in maniera sostanziale

all'abbattimento degli stereotipi di genere

nella professione giornalistica,

in particolare per quanto riguarda

la corrispondenza da zone di crisi umanitaria o di guerra.

Le loro testimonianze dal fronte

restituiscono alla collettività

il meglio e il peggio dell'umanità,

che solo giornaliste coraggiose

e talentuose possono raccontare.

Oriana Fallaci

Oriana Fallaci

Firenze, 1929 - 2006

Corrispondenza

dall'estero

Niente e

così sia

Giornalista e scrittrice, fu la prima donna italiana a recarsi al fronte in qualità di inviata speciale.

Tra il 1967 e il 1968 è in Vietnam per raccontare il sanguinoso conflitto tra Vietnam del Nord e

Vietnam del Sud.

Il diario dell'esperienza diventerà Niente e così sia, pubblicato nel 1969. Nel libro Oriana Fallaci riflette sulle cause e sugli effetti del conflitto, sugli essenzialismi dicotomici della guerra che uccidono gli innocenti, oltre che sul suo ruolo di giornalista, donna e testimone di simili atrocità.

Il viaggio della scrittrice alla scoperta dei perché della guerra diventa un esempio di vero giornalismo, di coraggio e di professionalità, nonché di autodeterminazione in un mondo - sia quello giornalistico che quello della guerra - ancora profondamente maschile.

"Io sono qui per provare qualcosa in cui credo:

che la guerra è inutile e sciocca,

la più bestiale prova di idiozia della razza terrestre.

Io sono qui per spiegare quanto è ipocrita il mondo

che si esalta per un chirurgo

che sostituisce un cuore con un altro cuore,

e poi accetta che migliaia di creature giovani,

col cuore a posto, vengano mandati a morire,

come vacche al macello, per la bandiera".

da Niente e così sia, Milano, Rizzoli, 2010.

Ilaria

Alpi

Ilaria Alpi

Roma, 1961 - Mogadiscio, 1994

Corrispondenza

dall'estero

Ilaria e Miran

Giornalista e fotoreporter, è stata inviata speciale

per il Tg3.

Nel 1992 arriva in Somalia per seguire l'operazione delle Nazioni Unite Restore Hope e la guerra civile.

Concentra le sue ricerche su un traffico illegale di armi e rifiuti tossici, che avrebbe visto coinvolti servizi segreti e istituzioni italiane. Ilaria Alpi avrebbe scoperto un traffico internazionale di rifiuti prodotti dai paesi industrializzati e trasportati nei paesi africani in cambio di armi e tangenti.

Di ritorno da un'intervista fondamentale nella sua indagine, Ilaria Alpi venne uccisa insieme al fotografo e operatore Miran Hrovatin. Era il 20 marzo 1994.

Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

stavano documentando una storia che non hanno mai potuto raccontare.

Ad oggi ancora non si conosce la verità dietro il loro omicidio.

Maria Grazia Cutuli

Corrispondenza

dall'estero

"Non è un lavoro

per donne"

Maria Grazia Cutuli

Catania, 1962 - Sarobi, 2001

Giornalista professionista, è stata inviata speciale

per Il Corriere della Sera.

Nel 2001 raggiunge l'Afghanistan in seguito agli attentati dell'11 settembre negli Stati Uniti.

L'ultima inchiesta di Maria Grazia Cutuli riguardava una terrificante scoperta: fiale di gas nervino ritrovate in una base di Al Qaeda sulle colline nei pressi di Farm Hada.

Si trovava nella zona di Jalalabad insieme a Julio Fuentes del Mundo per indagare uno dei più grandi campi base

di Osama Bin Laden.

Sulla strada per Kabul, precisamente a Sarobi, fu assassinata insieme a Fuentes e altri due colleghi dell'agenzia Reuters, Harry Burton e Azizullah Haidari.

Era il 19 novembre 2001.

"Nell’immaginario comune di questa società, qualcuno avrà anche pensato che quel lavoro che faceva Maria Grazia non era una lavoro per donne.

Per mia sorella non era soltanto un lavoro, era una missione:

la ricerca della verità delle cose. Un compito che diventava sempre più gravoso, districandosi in un’informazione sempre più confusa".

Mario Cutuli a Ossigeno per l'informazione, 2022.

Giuliana

Sgrena

Corrispondenza

dall'estero

Baghdad, i giorni

del sequestro

Giuliana Sgrena

Masera, 1948

Giornalista professionista e scrittrice, fu inviata speciale del quotidiano il manifesto.

Da sempre concentrata sul tema dell'Islam e sulla condizione della donna nei paesi a maggioranza islamica.

Viene rapita a Baghdad il 4 febbraio 2005 all'uscita di una moschea, dove si era recata per realizzare alcune interviste, e tenuta in ostaggio per un mese dall'Organizzazione per il jihad islamico. Si susseguono richieste di rilascio, appelli istituzionali e internazionali e mobilitazioni popolari, mentre i rapitori richiedono il ritiro delle truppe italiane dall'Iraq.

Il 4 marzo Giuliana Sgrena viene liberata grazie alla mediazione dei servizi segreti militari italiani. Sulla strada verso l'aeroporto di Baghdad, il veicolo su cui viaggia viene investito da una pioggia di proiettili.

Nicola Calipari, dirigente dei Servizi di sicurezza italiani, perde la vita facendole scudo con il proprio corpo.

"Ero stata privata di tutto. Non potevo né leggere né scrivere. Una terribile tortura psicologica. Non potevo controllare nemmeno lo scorrere del tempo. Mi avevano tolto anche l'orologio. L'unico riferimento che avevo per misurare il passare delle ore era il richiamo alla preghiera. Lo sentivo cinque volte al giorno, arrivava da una moschea vicina.

Per contare i giorni facevo dei nodi alla mia pashmina.

Il primo giorno ne ho fatti quattro, per ricordarmi che sono stata rapita il 4 febbraio.

Ma come avrei potuto dimenticarlo?"

Sgrena, G., Carbone, I., Giuliana Sgrena. Baghdad, i giorni del sequestro, Roma, Round Robin, 2022.

Stefania

Battistini

Corrispondenza

dall'estero

Una guerra

ingiusta

Stefania Battistini

Milano, 1977

Giornalista professionista, è inviata speciale e reporter

per il Tg1.

Le sue prime esperienze sul campo riguardano la guerra nei paesi del Kurdistan e della Siria.

Da marzo 2022 si trova in Ucraina per raccontare l'invasione militare russa. Fin dal suo primo collegamento, Stefania Battistini dimostra una sensibilità e una professionalità non scontate nell'universo della comunicazione televisiva contemporanea.

I suoi servizi restituiscono la realtà della guerra in maniera diretta e senza artefizi: interviste alle vittime innocenti e straziate dalla violenza del conflitto, panoramiche di paesaggi urbani e naturali completamente devastati dai bombardamenti

e dai combattimenti.

"Se non sentissi con le mie orecchie,

se non vedessi con i miei occhi,

farei fatica a credere tanto è l'orrore".

Stefania Battistini ha pubblicato Una guerra ingiusta. Racconti e immagini dall'Ucraina sotto le bombe, edito da Piemme.

Intitolazioni

toponomastiche

Oriana Fallaci

Ilaria Alpi

Sono numerose le intitolazioni

sul territorio italiano o estero

alle inviate speciali qui ricordate.

Nel caso di Giuliana Sgrena,

si riscontrano numerose intitolazioni

al funzionario e agente segreto

Nicola Calipari, ucciso dal 'fuoco amico'.

Maria Grazia

Cutuli

Via Oriana Fallaci, Raldon, San Giovanni Lupatoto (VR)

Piazzale Oriana Fallaci, Firenze

Via Oriana Fallaci, San Benedetto del Tronto (AP)

Giardino Ilaria Alpi, Milano

Piazzale Ilaria Alpi, Compiano (PR)

Piazza Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Firenze

Sala stampa Maria Grazia Cutuli, Tribunale Ordinario di Roma

Viale pedonale Maria Grazia Cutuli, Milano

Maria Grazia Cutuli Primary School, Kush Rod, Herat

Learn more about creating dynamic, engaging presentations with Prezi