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Flavia Cimagalli
31 luglio 1919 – 11 aprile 1987
“Distruggere l'uomo è difficile, quasi quanto crearlo.”
Dati sintetici
Scrittore italiano
DATA DI NASCITA
Giovedì 31 luglio 1919
LUOGO DI NASCITA
Torino, Italia
DATA DI MORTE
Sabato 11 aprile 1987
LUOGO DI MORTE
Torino, Italia
CAUSA
Suicidio
1934
Di origini ebraiche, cagionevole di salute, fragile e sensibile, la sua infanzia è contrassegnata da una certa solitudinei.
Si iscrive al Ginnasio - Liceo D'Azeglio di Torino, istituto noto per aver ospitato docenti illustri e oppositori del fascismo.
Si laurea con lode alla Facoltà di Scienze alla locale Università.
Si rifugia sulle montagne sopra Aosta dai nazisti.
Viene internato nel campo di concentramento di Fossoli e successivamente deportato ad Auschwitz.
Viene liberato il 27 gennaio in occasione dell'arrivo dei Russi al campo di Buna-Monowitz, anche se il suo rimpatrio avverrà solo nell'ottobre successivo
Pubblica "Se questo è un uomo"
Muore suicida
1941
1943
1944
1945
1947
1987
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
https://www.youtube.com/watch?v=1tffs51lj14
‘E infine, si sa che sono qui di passaggio, e fra qualche settimana non ne rimarrà che un pugno di cenere in qualche campo non lontano, e su un registro un numero di matricola spuntato. Benché inglobati e trascinati senza requie dalla folla innumerevole dei loro consimili, essi soffrono e si trascinano in una opaca intima solitudine, e in solitudine muoiono o scompaiono, senza lasciar traccia nella memoria di nessuno.’
‘Guai a sognare: il momento di coscienza che accompagna il risveglio è la sofferenza più acuta. Ma non ci capita sovente, e non sono lunghi sogni: noi non siamo che bestie stanche.’
‘Accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso.’
eugenetica
/eu·ge·nè·ti·ca/
sostantivo femminile
Disciplina che, basandosi su considerazioni genetiche e applicando i metodi di selezione usati per animali e piante, si poneva l'obiettivo del miglioramento della specie umana
Le prime espressioni del concetto di razze umane risalgono al periodo dell’espansione coloniale delle potenze europee, avvenuta durante il Rinascimento, e all’invenzione della tassonomia, ovvero la disciplina che si occupa della classificazione, sia di esseri viventi che di oggetti inanimati.
L’unico punto di disaccordo tra gli scienziati era nel determinare l’origine di queste razze, ovvero se si trattasse appunto di variazioni di un ceppo comune o di specie completamente separate.
Darwin pubblica:
"L’origine dell’uomo e la selezione sessuale"
1871
"Tutti gli uomini sono membri della stessa specie.
La supposta superiorità della razza bianca, non ha motivo di esistere.
L'origine geografica del g
enere umano è in Africa"
Darwin
È al 1932 che risale l’esperimento di Tuskegee, durante il quale centinaia di afroamericani di una cittadina dell’Alabama vennero usati come cavie per studiare l’evoluzione della sifilide; i “pazienti” ricevevano a propria insaputa solo dei placebo, in modo che i medici potessero studiare il decorso della malattia fino all’inevitabile morte. L’esperimento si protrasse per 40 anni, ignorando ogni considerazione etica, proprio perché i soggetti dello studio venivano considerati inferiori e perciò sacrificabili.
Negli anni successivi l’ascesa del regime fascista porta alla promozione di alcune misure di
“miglioramento della razza” e igienizzazione “morale”
che si presentavano come programmi a favore della protezione del nucleo famigliare e non avevano gli aspetti estremi riscontrabili in altre nazioni e che quindi erano considerate accettabili anche dalla Chiesa cattolica, che era invece fermamente contraria alle sterilizzazioni forzate.
In questo stesso periodo in Germania iniziano i programmi dei nazisti per il miglioramento della razza ariana.
Tutte le persone classificate come inadeguate o degenerate vennero prima segregate o collocate a forza in ospedali psichiatrici, e poi eventualmente sottoposte a sterilizzazione forzata e eutanasia per rimuovere tutti coloro che erano considerati fisicamente o mentalmente non idonei al proseguimento della “razza ariana”.
È ben noto infine come l’eugenetica e la protezione della purezza della razza siano stati usati come pretesto per il genocidio compiuto nei campi di concentramento.
È ben noto infine come l’eugenetica e la protezione della purezza della razza siano stati usati come pretesto per il genocidio compiuto nei campi di concentramento
È ben noto infine come l’eugenetica e la protezione della purezza della razza siano stati usati come pretesto per il genocidio compiuto nei campi di concentramento
Eugene Fischer ebbe modo di condurre i suoi esperimenti medici direttamente nei campi di concentramento attraverso prelievi di sangue e tessuti, nonché misurazioni craniali.
Ad Auschwitz il medico del campo di concentramento fu il tristemente noto Josef Mengele. I suoi esperimenti sui prigionieri si concentrarono principalmente sullo studio dei gemelli e del colore degli occhi, nonché sulla verifica delle capacità di sopravvivenza umana in ambienti estremi (freddo intenso, pressione atmosferica minima, assenza di ossigeno).
Ad Auschwitz, la scienza distorta del nazismo si macchiò dei crimini più efferati e scrisse la pagina più oscura della medicina moderna.
Ma quella del nazismo non fu né scienza né medicina, bensì pseudoscienza.
Il giorno della memoria è perciò anche un giorno per ricordare i danni catastrofici che la cattiva interpretazione della scienza può provocare.
“Per ogni Giovanna d'Arco c'è un Hitler appollaiato dall'altra estremità dell'altalena. La vecchia storia del bene e del male.”
Charles Bukowski
“Noi ebrei dovremmo essere e rimanere portatori e difensori dei valori spirituali. Ma dovremmo anche restare perennemente consapevoli del fatto che questi valori spirituali sono e sono sempre stati il fine comune di tutta l'umanità.”
Albert Einstein
“Per me quello che conta, in una persona, non è che sia ebrea o cattolica, ma che sia degna di rispetto.
E sono convinta che non esistano le razze, ma i razzisti.”
Rita Levi Montalcini
Dopo l'annessione dell'Austria alla Germania di Hitler, la diplomazia internazionale si mosse affinché all'ebreo Freud e alla sua famiglia fossero risparmiate le leggi razziali. Una delle condizioni per ottenere il visto di uscita fu quella di firmare un documento che diceva più o meno:
"Io prof. Freud dichiaro di essere stato trattato bene dalla Gestapo e con tutto il rispetto dovuto alla mia fama di scienziato". Ma Freud chiese il permesso di aggiungere di suo pugno:
"Posso vivamente raccomandare la Gestapo a chicchessia".
Il che gli fu concesso.
Sigmund Freud
Meitner Lise
Erwin Schrödinger
A lungo è stata proprio la scienza a dare fondamento quello che è sempre stato un nostro pregiudizio rispetto alla diversità umana: l’illusione di poter oggettivamente categorizzare Homo sapiens in una manciata di gruppi sulla base di differenze biologiche, e di conseguenza spiegare (cioè giustificare) presunte superiorità e inferiorità.
Il concetto di razza è piuttosto moderno, e la sua storia non è separabile da quella della scienza. Questo non vuol dire, però, che tra gli antichi non esistesse razzismo. Gli studiosi parlano a questo proposito di proto-razzismo: Greci e Romani, con l’occhio dei conquistatori, differenziavano tra loro le popolazioni attribuendo loro più o meno virtù sulla base di un complesso di caratteristiche, sia fisiche che comportamentali, in maniera arbitraria.
Le razze umane entrano in scena con l’espansione coloniale da parte degli europei, in epoca rinascimentale. A quel tempo si faceva largo una nuova disciplina: la tassonomia. Nel 1584 il medico, viaggiatore e filosofo François Bernier propone per l’umanità una divisione in 4 o 5 specie o razze.
Linneo per gli umani parlò di sottospecie, mentre l’antropologo Johann Friedrich Blumenbach parlò di cinque varietà. Quest’ultimo introdusse come metodo di distinzione la misurazione dei crani, rendendo apparentemente più oggettiva la supposta demarcazione.
Dopo la rivoluzione darwiniana le razze diventano sempre più categorie da definire con rigorose quantificazioni. Francis Galton, eclettico cugino di Darwin e pioniere delle scienze statistiche, era convinto che per classificare accuratamente le persone si dovessero misurare non solo crani e corpi, ma anche atteggiamenti e, addirittura, la bellezza.
Era sua ferma convinzione infatti che quasi tutte queste caratteristiche fossero ereditabili. Da queste convinzioni prende piede l’eugenetica, che si propone di migliorare le caratteristiche di un certo gruppo umano attraverso il controllo della riproduzione. L’eugenetica può essere positiva, per esempio incoraggiando matrimoni tra i individui con certe caratteristiche, oppure negativa (sterilizzazione e soppressione degli inadatti).
Il concetto biologico di razza umana, alla fine, è stato quindi smentito dalla scienza, e l’utilizzo corrente di altri termini come etnie (o gruppi etno-geografici) non è semplicemente politically correct. L’appartenenza a un’etnia, infatti, non è decisa esternamente con grossolane demarcazioni, ma riflette un’unità culturale, linguistica e geografica, ed è quindi scientificamente informativa (a differenza della razza)