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Collezione Burri

La Fondazione Palazzo Albizzini "Collezione Burri", istituita nel 1978 per volontà dello stesso Burri, possiede e gestisce l'unica completa raccolta esistente delle opere dell'artista esposte a Città di Castello in due sedi museali: Palazzo Albizzini ed Ex Seccatoi del Tabacco. Il Palazzo Albizzini dal 1981 ospita una raccolta delle opere del Maestro Alberto Burri realizzate tra il 1948 e il 1989 e donate alla sua città natale.La Collezione comprende circa 130 opere (pittura, scultura, grafica, bozzetti per scenografie e teatri) suddivise in venti sale e presentate secondo un ordine cronologico mentre l'altra sede espositiva degli Ex Seccatoi del Tabacco inaugurata ospita 128 opere dal 1970 al 1993 ed è la raccolta più esaustiva sull'artista, con opere di altissima qualità selezionate dal pittore stesso. I Musei Burri a Città di Castello, costituiscono il più esteso Museo d’Artista al mondo, uno dei più importanti luoghi del contemporaneo in Europa.

edifici e Alberto Burri

L'artista esponente dell'arte informale italiana Alberto Burri nasce a Città di Castello il 12 marzo 1915.Dopo essersi laureato nel 1940 in medicina, viene fatto prigioniero dagli alleati in Tunisia, dov'è come ufficiale medico, nel 1943 e viene inviato nel campo di Hereford, Texas.Rientra in Italia nel 1946 dopo aver iniziato a dipingere e Da qui la scelta di lasciare la medicina proprio per la pittura.Si trasferisce a Roma e fra il 1947/48 ed comincia ad espore in alcune mostre romane.Nel 1951 fonda insieme con Capogrossi, Colla e Ballocco il gruppo Origine con l'obiettivo di superare l'accademismo astratto.In questo periodo i soggetti preferiti da Burri sono i Sacchi, esposti nelle mostre personali che, dopo Roma, si tengono anche in varie città europee e americane.Dopo il 1957 Burri presenta i Legni, le Combustioni, i Ferri nelle mostre che si tengono in alcune città americane.

Realizza fra gli anni Sessanta e i primi Settanta alcune importanti mostre in tutta europa

Agli inizi degli anni Settanta Burri si impegna anche nell’attività grafica.Una delle sue grandi passioni è il teatro per il quale realizza le scenografie per Spiritualis e per November Steps.Nel 1981 a Città di Castello c'è l'inaugurazione di una raccolta permanente delle sue opere a palazzo Albizzini.Negli anni Ottanta Alberto Burri espone in tutto il mondo le sue opere, da New York, a Parigi, a Nizza e a Roma.

Nel 1990 a Città di Castello si apre il complesso museale interamente dedicato a Burri.

Alberto Burri muore a Nizza il 13 febbraio 1995.

Alberto Burri

Il Palazzo Albizzini risale alla seconda metà del XV secolo, ha una superficie totale di 1660 mq. ripartita in tre piani ed ha un'impronta che rimanda alla sobria architettura rinascimentale di ascendenza fiorentina. Degli Albizzini si hanno notizie fino dal XIV° secolo e i suoi componenti sono stati protagonisti di rilievo nelle vicende storiche della città. Sul loro altare all'interno della chiesa di San Francesco era lo "Sposalizio della Vergine" di Raffaello, oggi a Brera. L'edificio, acquisito dalla Cassa di Risparmio di Città di Castello che ne ha promosso il restauro, iniziato nel 1979 e terminato nel 1981, è stato poi consegnato in comodato gratuito novantanovennale alla Fondazione.Le 130 opere esposte, comprese in un arco cronologico dal 1948 al 1989, sono Catrami, Muffe, Gobbi, Sacchi, Legni, Ferri, Combustioni, Cretti e Cellotex, oltre ai bozzetti per scenografie ed alcuni esempi della produzione grafica.

Palazzo

Albizzini

Gli Ex Seccatoi del Tabacco, inaugurati nel 1990, collocati nell’immediata periferia di Città di Castello, costituiscono un esemplare recupero di archeologia industriale operato per volontà di Alberto Burri che li ha immaginati come luogo adatto ad ospitare le sue ultime creazioni. Vi sono esposte 128 opere realizzate fra il 1974 e il 1993.

L’enorme complesso, che risale all’immediato dopoguerra, era destinato a raccogliere il tabacco coltivato nell’Alta Valle del Tevere e assolve, nel 1966, il nobile compito di accogliere i volumi della Biblioteca Nazionale, e del Tribunale di Firenze dopo l’alluvione.In questa sede si sono tenute conferenze d’arte moderna e contemporanea, sul restauro del contemporaneo, convegni d’aggiornamento in collaborazione con autorevoli istituzioni parallele, nazionali e internazionali.

EX seccatoi del tabacco

Nelle opere esposte l’interesse del pittore si concentra primariamente su un unico materiale: il cellotex, una sorta di impasto di legno impiegato sin dai primi quadri degli anni Cinquanta come supporto, che ora viene svelato e sulla cui superficie l’artista interviene a volte scalfendo, incidendo o sollevandone la pellicola più esterna, altre volte dipingendolo. Le opere sono collocate per “cicli” in hangar distinti. Ognuno di essi ha una sua sinfonia composta da più elementi, tutti in armonia fra loro e l’uno imprescindibile dagli altri. I cicli segnano la svolta di Burri verso un’arte più complessa e monumentale, l’artista è stimolato dal rapporto di queste opere con gli spazi suggestivi e affascinanti degli Ex Seccatoi.

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