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Linea del tempo

La Francia della fine del ’700

La rivoluzione francese

La Francia di fine Settecento, malgrado fosse la patria dell’Illuminismo, era un Paese con forti disuguaglianze sociali, dove sopravvivevano antichi privilegi feudali.

Nobiltà

Terzo stato

Clero

Terzo stato

La nobiltà

La maggior parte dei francesi faceva parte del Terzo stato, che comprendeva le più diverse categorie sociali.

Non meno cospicui erano i privilegi della nobiltà: anch'essa possedeva immensi patrimoni fondiari (il 30 per cento della terra di Francia era proprietà dei nobili) e godeva di molte agevolazioni fiscali. I nobili per investitura feudale, nelle loro terre, continuavano a riscuotere piccole tasse e pedaggi e a esercitare le funzioni di giudice. Ai nobili erano poi riservati i gradi maggiori dell'esercito e le massime cariche dello Stato.

I contadini

Il terzo stato era costituito da un insieme eterogeneo di persone , ne facevano parte umili contadini, piccoli proprietari e contadini benestanti, che avevano quindi un patrimonio superiore a quello della maggior parte dei lavoratori delle città; più spesso erano mezzadri o piccoli affittuari che possedevano un po’ di bestiame da lavoro e con esso coltivavano le terre di grandi proprietari.

Tutti quanti, contadini, mezzadri, affittuari e braccianti erano sottoposti alle giurisdizioni feudali, pagavano le tasse ai feudatari e le decime agli ecclesiastici, talvolta erano ancora costretti a effettuare le corvées.

La media borghesia

Sotto la ricca borghesia c'era un ceto medio composto di commercianti all'ingrosso, imprenditori, intellettuali e impiegati, nonché dei membri di particolari gruppi professionali, come i librai, gli stampatori, i farmacisti e i chirurghi.

Più giù nella scala del prestigio sociale c'erano gli artigiani, i commercianti al dettaglio e quei lavoratori della città che esercitavano lavori manuali.

Osserviamo questi grafici

La ricca borghesia

Il clero

Al vertice del Terzo stato, quasi a contatto con l'aristocrazia, vi era un ceto alto-borghese di grandi proprietari che vivevano di rendita, di funzionari dello Stato, di finanzieri e di banchieri: uomini che avevano tratto vantaggio dallo sviluppo economico francese del XVIII secolo.

Al clero francese erano riservati notevoli privilegi: i conventi e i vescovadi avevano grandissime proprietà terriere ed erano esenti dal pagamento delle tasse. I sacerdoti, se commettevano reati, non potevano essere giudicati dai tribunali ordinari e secondo le leggi civili: essi potevano comparire solo davanti a un tribunale ecclesiastico per essere giudicati secondo il diritto canonico. Il clero gestiva tutte le scuole, i collegi e le università e quindi controllava l'istruzione, tanto quella popolare che quella dell'aristocrazia

I tre stati francesi: clero-nobiltà- terzo stato

Struttura trinitaria della società

Gli Stati generali

Clero

Nobiltà

Terzo Stato

Gli Stati Generali erano un'assemblea consultiva del Regno di Francia. Furono convocati la prima volta da Filippo IV nel 1302, durante il conflitto tra papa Bonifacio VIII e il re francese (1301-1302), e furono riuniti ventidue volte in 487 anni.

Dopo il 1614 , non furono più convocati sino alla vigilia dello scoppio della Rivoluzione.

Prima della rivoluzione i religiosi e i nobili erano in Francia rispettivamente 130.000 e circa 300.000: un'esigua minoranza su una popolazione di 26 milioni di abitanti, la maggior parte dei quali facevano parte del terzo stato.

5 maggio 1789

Convocazione

degli Stati

generali

Le cause della Rivoluzione

Commentiamo un’immagine………

L’immagine è una caricatura del Terzo Stato. Come puoi osservare sulle spalle di un uomo, che rappresenta il terzo stato, siedono altri due uomini, che rappresentano, rispettivamente, il clero e la nobiltà.

Cosa vuole comunicarci l’autore della caricatura? Che in Francia il Terzo Stato era l’unico l’ordine su cui gravava la pressione fiscale, gli altri 2 Stati, clero e nobiltà, godevano del privilegio di non pagare le tasse.

14 luglio 1789

Presa della

Bastiglia

Luigi XVI

Chi è Luigi XVI ?

Lo Stato francese sull'orlo del fallimento

Luigi XVI era figlio del delfino Luigi e di Maria Giuseppina di Sassonia. Nipote di Luigi XV, fu il suo successore (1774). Il fallimento della politica finanziaria attuata dai ministri R.J. Turgot e J. Necker per ridurre il deficit pubblico, a cui mancò un deciso sostegno da parte del sovrano, aggravò la crisi finanziaria francese e costrinse Luigi XVI a convocare gli Stati generali nel maggio del 1789. Da allora la storia del suo regno coincise con quella della Rivoluzione francese , durante la quale egli cercò dapprima di convivere con il nuovo regime costituzionale per poi passare decisamente nel campo controrivoluzionario. Il suo tentativo di fuga con la moglie Maria Antonietta e la famiglia reale (giugno 1791) compromise in maniera definitiva la monarchia, tantochè il 21 settembre 1792 fu dichiarata decaduta dalla Convenzione. Dopo pochi mesi, nel gennaio 1793, Luigi XVI fu ghigliottinato

La bancarotta

Disuguaglianze e profonde ingiustizie furono acuite dalla grave crisi economica iniziata nel decennio 1770/80 e dai cattivi raccolti degli anni 1787/89. Ad aggravare la situazione sopraggiunse il rischio della bancarotta, determinato da:

  • minori entrate fiscali dovute alla crisi economica
  • spese per il mantenimento della corte di Versailles
  • sostegno economico e militare alla rivoluzione americana

Alla fine del Settecento l’economia della Francia era ferma, perché i ceti benestanti non investivano le proprie ricchezze in attività produttive.

Il bilancio dello Stato era disastroso, perché le spese superavano le entrate, anche a causa del fatto che nobili e clero non pagavano le tasse.

Per arginare la crisi economica re Luigi XVI, nel 1788, cercò di imporre una nuova tassa sulla terra e per questo dovette convocare gli Stati generali (l’Assemblea dei tre ordini sociali).

Tutto ciò determinò una vera e propria voragine nei conti dello Stato francese.

Il bilancio del 1788

Luigi XVI per evitare la bancarotta tentò di imporre una nuova imposta sulla proprietà terriera, il Parlamento di Parigi, roccaforte della nobiltà, si rifiutò di registrare il decreto del re impedendo così di renderlo esecutivo; pretese invece la convocazione degli Stati generali, l'assemblea degli ordini che non si riuniva dal 1614.

Il re e i ministri delle finanze avevano tentato di mettere ordine nei conti dello stato, ma la netta opposizione del clero e della nobiltà aveva messo fine ad ogni progetto di riforma.

La Rivoluzione

4 agosto 1789

abolizione

della feudalità

Dagli Stati generali all’Assemblea Costituente

La Presa della Bastiglia

A Parigi si era diffusa la notizia che il re stesse raccogliendo l’esercito intorno a Versailles per sciogliere con la forza l’Assemblea Costituente. In preda alla paura numerosi esponenti del terzo stato si armarono e andarono a costituire un esercito popolare, la Guardia nazionale, il cui comando venne affidato a La Fayette.

Il 14 luglio 1789 la folla in armi assaltò e espugnò la Bastiglia, il carcere dove solitamente erano rinchiusi i detenuti politici, simbolo del potere assoluto della monarchia francese. Nei giorni successivi scoppiarono insurrezioni nelle altre città francesi e divampò una violenta rivolta contadina. Iniziava così la Rivoluzione francese.

L’inizio della rivoluzione

Nel settembre del 1791 venne varata la "Costituzione civile del clero" che riformando l’organizzazione del clero stabiliva l'abolizione di tutti gli ordini religiosi privi di un’utilità sociale. Il clero venne sottoposto allo Stato e non più al Papa ed ebbe l’obbligo di giurare fedeltà alla Costituzione.

Libertà, uguaglianza e fraternità

La Costituzione del 1791

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Il 26 ottobre 1789 l’Assemblea Nazionale Costituente approvò la

" Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino"

in cui si affermavano i seguenti principi:

  • Diritto a manifestare il proprio pensiero, libertà di organizzarsi politicamente e libertà economica.
  • Abolizione delle distinzioni basate sulla nascita.
  • Affermazione della sovranità popolare.

Costretto dalla protesta della folla, Luigi XVI fu costretto a firmare il documento.

Nel Giugno del 1791 l’Assemblea Nazionale Costituente approvò la prima Costituzione, trasformando la Francia in una monarchia costituzionale veniva stabilito che:

  • il potere esecutivo era esercitato dal re, che doveva agire in nome dello Stato applicando le leggi
  • il potere legislativo era dato a un’assemblea eletta a suffragio censitario
  • il potere giudiziario era affidato a dei giudici, anch’essi con carica elettiva.

Il tentativo di fuga del re

Voto per testa o per ordine ?

Luigi XVI giurò fedeltà alla Costituzione ma al contempo tramava in segreto per riprendere il potere. Il clima di sospetto che circondava il re trovò conferma il 20 giugno 1791, quando il sovrano, assieme alla sua famiglia, fu fermato a Varennes mentre tentava di raggiungere i Paesi Bassi austrici dove regnava Leopoldo II, fratello della regina Maria Antonietta. Riconosciuto fu riportato a Parigi dove venne accolto da una folla ostile.

5 maggio 1789: gli Stati generali si riuniscono a Versailles.

Il giuramento della Pallacorda

Negli Stati generali i rappresentanti del terzo stato, superiori per numero, rivendicarono il diritto di votare per persona anziché per ordine, sistema che li poneva sempre in minoranza rispetto a clero e nobiltà.

Di fronte al rifiuto del re, il terzo stato si riunì separatamente e giurò di non sciogliersi sino a che non fosse stata votata una nuova Costituzione. Il 9 luglio 1789 i rappresentanti del terzo stato si proclamarono Assemblea Nazionale Costituente.

Il 20 giugno 1789 il re ordinò la chiusura della sala dove si riuniva abitualmente l'Assemblea con il pretesto di eseguirvi dei lavori di manutenzione, cercando in questo modo di impedire qualsiasi riunione. L'Assemblea Nazionale, su proposta del deputato Joseph-Ignace Guillotin, spostò le proprie deliberazioni in una sala vicina adibita al gioco della pallacorda, dove i deputati giurarono di non separarsi in nessun caso e di riunirsi ovunque le circostanze lo avessero richiesto, fino a che la Costituzione francese non fosse stata stabilita e affermata su solide fondamenta (Giuramento della Sala della Pallacorda o Giuramento della Pallacorda)

Successivamente molti rappresentanti del basso clero e alcuni nobili liberali si unirono all'Assemblea, la quale si autoproclamò Assemblea Nazionale Costituente il 9 luglio 1789.

Il 5 maggio del 1789 da tutta la Francia giunsero i rappresentanti eletti nei tre ordini.

Vennero presentati, dai rappresentanti del terzo stato, i cahiers de doléance, documenti in cui venivano esposte le critiche e le richieste del popolo.

Il Terzo stato, che costituiva la maggioranza dei rappresentanti, chiese che si votasse per testa per l'approvazione decreto.

Il sovrano respinse la richiesta.

26 agosto 1789

"Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino"

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/5a/Couder_Stati_generali.

Il primo Parlamento francese:

le fazioni politiche

La composizione del Parlamento

Le donne e la rivoluzione

1792/93 : la proclamazione della Repubblica e la condanna a morte del re

Approvata la Costituzione, venne sciolta l’Assemblea Nazionale Costituente ed eletta l’Assemblea Legislativa, cioè il Parlamento.

  • A destra sedevano i conservatori e i foglianti, più vicini agli aristocratici e al re
  • Al centro i moderati e la palude, detta anche pianura, che votavano un po’ a favore della destra e un po’ della sinistra
  • A sinistra i progressisti e i giacobini, più sensibili agli interessi del popolo.

Anche le donne parteciparono alla Rivoluzione, con le armi in mano o lavorando in sostituzione degli uomini impegnati nella guerra.

Il governo rivoluzionario non riconobbe loro il diritto al voto, ma solo la parità tra figli maschi e femmine sull’eredità e tra uomo e donna per quanto riguarda il divorzio.

I sanculotti

I giacobini

La fine della monarchia

La condanna a morte del re

Nella Convenzione più della metà dei deputati appartenevano al partito dei giacobini, che era diviso in due fazioni: i girondini, guidati da Brissot, e i montagnardi, capeggiati da Robespierre.

Le due fazioni del partito giacobino giunsero ad un aspro confronto quando dovettero discutere del processo del re.

Contro il parere dei girondini, Robespierre riuscì a far approvare la condanna a morte di Luigi XVI , che venne giustiziato il 21 gennaio del 1793.

L’entrata in guerra della Francia contro le monarchie europee, gli insuccessi militari, la crescente impopolarità del re e la crisi economica portarono, nel settembre 1792, all’abbattimento della monarchia e alla instaurazione della repubblica.

Nel 1792 iniziò per la Francia rivoluzionaria un lungo periodo di guerre che si sarebbe concluso solo nel 1815.

Fu creata un’alleanza politica e militare tra Prussia, Austria e Regno di Sardegna con l’obiettivo di restituire a Luigi XVI il suo potere assoluto.

La reazione dei francesi non si fece attendere: accorsero da tutto il Paese per arruolarsi nell’esercito in difesa della Rivoluzione.

Sanculotti era il nome usato dagli aristocratici per definire i rivoluzionari perché non indossavano le "culottes" ( i (pantaloni al ginocchio) ma calzoni lunghi.

Avevano un abbigliamento semplice, simbolo del principio di uguaglianza tra le persone.

Avevano abolito il servile “voi” e tra loro si davano del “tu”.

Si trattava per lo più di artigiani, piccoli commercianti e salariati.

Erano organizzati nei club e nelle sezioni dei giacobini.

Nel corso della Rivoluzione i giacobini si divisero in due fazioni.

  • I Girondini, che rappresentavano la ricca borghesia commerciale, si spostarono verso posizioni più moderate.
  • I Montagnardi (da montagna perché andarono a sedersi nei banchi posti in alto), che rappresentavano i più violenti tra i sanculotti, che assunsero una posizione più radicale. Ne facevano parte Robespierre, Danton e Marat.

I Parigini attaccarono il palazzo reale e catturano il re e la sua famiglia, sospettati di collaborare nascostamente con il nemico insieme ai generali dell’esercito.

Venne eletta una nuova assemblea legislativa, la Convenzione Nazionale, che come primo atto proclamò la Repubblica (21 settembre 1792).

1792

Proclamazione

della Repubblica

francese

Nel giugno del 1793 la Convenzione approvò una seconda Costituzione, che stabiliva l’elezione dell’Assemblea Legislativa a suffragio universale maschile. La drammaticità del momento non permise mai la sua applicazione.

La Francia in guerra

La guerra in Vandea

Negli anni che vanno dal 1793 al 1796 l'esercito fu impegnato anche nella repressione di una rivolta scoppiata nella Vandea . L'insurrezione ebbe inizio nel marzo 1793, quando la Convenzione Nazionale ordinò la leva obbligatoria per 300.000 uomini da inviare al fronte e proseguì per i successivi tre anni, con brevi tregue durante le feste come il Natale e la Pasqua. Il periodo più acuto degli scontri, in cui spesso gli insorti ebbero ragione delle truppe repubblicane, terminò con la vittoria di queste ultime nella battaglia di Savenay. La repressione compiuta tra l'estate del 1793 e la primavera del 1794 fu particolarmente feroce e costituirebbe, a giudizio di alcuni storici, il primo genocidio della storia contemporanea.

Robespierre, Danton e Marat.

Sconfitte a Valmy, le potenze europee diedero vita a una seconda coalizione antifrancese di cui facevano parte Austria, Prussia, Inghilterra, Russia e Spagna.

Oltre alle minacce dall’esterno, la Convenzione dovette affrontare all’interno le rivolte controrivoluzionarie nelle campagne guidate da clero e aristocrazia.

Il terrore

1793-94

Governo giacobino

Il Termidoro

1793 - 1794: il Terrore

Queste sono le parole pronunciate da Robespierre per ottenere la condanna del re:

Progettata per un’ “esecuzione perfetta”, cioè con l’idea di non provocare sofferenze, la ghigliottina divenne lo strumento con cui la Rivoluzione eliminò tutti i suoi nemici, come nel caso di Luigi XVI e Maria Antonietta, che furono ghigliottinati nel gennaio 1793.

Usata per la prima volta nel 1792 e per l’ultima nel 1977 a Marsiglia, fu ufficialmente abolita nel 1981.

"Qui non c’è da fare un processo. Luigi fu re e la Repubblica è stata fondata; per risolvere la questione sono sufficienti queste parole. Luigi ha denunciato il popolo francese e ha chiamato in suo aiuto, per castigarlo, le armi dei tiranni europei. La vittoria del popolo ha deciso che soltanto lui era ribelle. Luigi non può dunque essere giudicato; è già stato giudicato".

Le scelte del Comitato di Salute Pubblica portarono la Francia a una decisiva vittoria contro la coalizione antifrancese (Fleurus, 26 giugno 1794).

La Rivoluzione era salva, ma il popolo stanco del “Terrore”.

  • 27 luglio 1794 (9 Termidoro): La borghesia moderata guidò la popolazione alla rivolta. Robespierre, accusato di tirannia, fu arrestato e il giorno dopo ghigliottinato.
  • 1795: Approvazione della terza Costituzione, insediamento di un governo, chiamato Direttorio, composto da 5 persone. Il Parlamento diviso in due camere venne eletto a suffragio censitario.

Per fronteggiare gli attacchi interni ed esterni, tutti i poteri vennero affidati a un Comitato di Salute Pubblica, in cui primeggiava Robespierre, che non esitò a mettere in atto le seguenti misure:

MISURE INTERNE

  • Dura repressione del dissenso e imposizione di un clima intimidatorio:
  • legge sui sospetti, che permetteva l’arresto di chi era reputato colpevole di attività controrivoluzionaria: più di 46.000 persone, spesso innocenti, furono giustiziate dai tribunali rivoluzionari.
  • Opera di scristianizzazione, che incontrò l’opposizione di una parte della popolazione (rivolta della Vandea):
  • culto della dea Ragione e dell’Essere Supremo
  • introduzione del Calendario rivoluzionario con nuovi nomi ai mesi e abolizione della domenica.

MISURE VERSO L’ESTERNO

  • Imposizione della leva di massa.
  • Comando dell’esercito, prima riservato ai nobili, affidato a generali che avevano mostrato valore sul campo.
  • Economia del Paese concentrata sul finanziamento bellico.

Con l’esecuzione di Robespierre e dei suoi seguaci si concluse l’esperienza giacobina, dando inizio alla terza fase della rivoluzione, quella repubblicano-moderata, o della repubblica termidoriana. Il potere passò nelle mani della convenzione, nei suoi esponenti borghesi, moderati e repubblicani; vennero chiusi i club giacobini e messa fuori legge tutta la fazione giacobina nel novembre ’94. Al terrore di Robespierre si sostituì il terrore bianco, che colpiva coloro che erano stati direttamente coinvolti nel potere giacobino. La Convenzione termidoriana varò una nuova Costituzione, predisposta per impedire un possibile potere della minoranza

http://www.slideshare.net/accioelisa/biografia-robespierre

La ghigliottina

E ora un piccolo ripasso.......

La fine della rivoluzione giacobina

Napoleone

Il Direttorio

Il video è di Paolo Scorzoni lo trovate nel canale youtbe ScuolaInterattiva

Negli anni del Direttorio, un giovane ufficiale,Napoleone Bonaparte, iniziò quella folgorante carriera che lo avrebbe fatto diventare imperatore dei Francesi.

Ma questo è un altro capitolo di storia,

lo affronteremo nel prossimo Prezi.

1795-1799 : Il Direttorio

Il Direttorio fu un organismo politico istituito nella Francia rivoluzionaria dopo lo scioglimento della Convenzione nazionale e durò dal 26 ottobre 1795 al 10 novembre 1799. Si fondò sulla Costituzione dell'anno terzo elaborata dal gruppo dirigente termidoriano, timoroso di una nuova dittatura, secondo i principi di una rigida divisione dei poteri. Il potere legislativo fu affidato a due Consigli, quello dei Cinquecento e quello degli anziani, e quello esecutivo a cinque Direttori.

1795-97

Governo

del Direttorio

Le immagini usate per questa presentazione Prezi sono riproduzioni di opere pittoriche di artisti deceduti da oltre 70 anni, a partire dal 1º gennaio dell'anno corrente, e quindi, secondo la normativa vigente, non sottoposte alla legge sul copyright.

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