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Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto interministeriale, che disciplina l’organizzazione del contingente di Corpi Civili di Pace, parte la sperimentazione che coinvolgerà 500 giovani.
Questo modello sperimentale si propone l’obiettivo di ricercare soluzioni alternative all’uso della forza militare per la risoluzione dei conflitti. Competenze, capacità e sensibilità particolari, che non mancheranno ai giovani che sceglieranno di impegnarsi su “nuovi fronti”, saranno anche sviluppate da una formazione mirata e qualificata.
Il concetto di Intervento civile di pace, si sviluppa dall’inizio degli anni Ottanta.
A seguito delle guerre in ex-Jugoslavia, nel 1995 l’europarlamentare Alex Langer propone l’istituzione
di un Corpo Civile di Pace Europeo, concepito come un gruppo di specialisti capaci di intervenire in fase di prevenzione, gestione e risoluzione del conflitto, con azioni “generatrici di pace”, finalizzate alla mediazione, alla promozione della fiducia fra le parti, all’assistenza umanitaria, alla re-integrazione di combattenti specie mediante disarmo e smobilitazione, alla ri-abilitazione nonché alla ri-costruzione ed alla promozione dei diritti umani.
E' un'opportunità offerta dallo Stato Italiano.
Si può partecipare presentando la propria domanda durante il periodo di pubblicazione del bando, che esce una volta all'anno. Possono fare domanda tutti i cittadini italiani e non italiani soggiornanti regolarmente in Italia, che abbiano dai 18 ai 28 anni di età.
Attualmente i progetti sono in fase scrittura e valutazione da parte del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, nel corso del 2016 dovrebbe uscire il bando per la presentazione delle domande di candidatura.
Ci si può tenere informati sulla pagina ufficiale www.serviziocivile.gov.it e sul portale www.antennedipace.org
I Caschi Bianchi sono giovani volontari e volontarie in servizio civile all'estero, che svolgono il loro servizio in uno dei progetti della Rete Caschi Bianchi, formata dalle associazioni Comunità Papa Giovanni XXIII, Caritas Italiana, Focsiv volontari nel mondo e Gavci. Questa Rete porta avanti un'idea di Servizio Civile ancora strettamente legata ai valori dell'obiezione di coscienza, quindi al rifiuto delle armi ed alla volontà di costruire una cultura di pace attraverso la pratica quotidiana della nonviolenza
Accanto all'impegno Europeo e delle Nazioni Unite, l’associazionismo italiano ha implementato nel frattempo, in autonomia rispetto alle istituzioni, esperienze di accompagnamento protettivo a tutela di difensori di diritti umani e importanti missioni di attivisti volte a scongiurare la violenza sui civili in zone di guerra. Tra le più importanti vanno ricordate:
- dal 1989 ad oggi centinaia di volontari/e italiani/e nei diversi progetti delle Peace Brigades International (ONG internazionale nata in Canada nel 1981) grazie all’istituzione della Onlus Pbi Italia nel 1988;
- dal 1992 ad oggi oltre mille persone nei progetti di Operazione Colomba, corpo nonviolento di pace dell'ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, attualmente presente in Colombia, Albania, Libano e Palestina, le cui principali caratteristiche di intervento sono la nonviolenza (che si concretizza in azioni di interposizione, accompagnamento, mediazione, denuncia, protezione, riconciliazione), l'equidistanza (condivisione con le vittime dei conflitti, indipendentemente dall’etnia, la religione, l’appartenenza politica) e la partecipazione popolare;
- 500 volontari a Sarajevo nel 1992 e 2000 per la marcia Mir Sada nei Balcani, nel 1993;
- 250 attivisti di Action for Peace in Palestina nel 2001 e altre migliaia negli anni successivi, per interposizione nonviolenta e monitoraggio elettorale;
- 300 volontari dei Beati Costruttori di Pace in Congo nel 2001 al Simposio per la Pace, altri 110 nel 2006 per monitoraggio e sostegno al processo elettorale;
- Nel 2011-2012 il progetto sperimentale di Servizio Civile Nazionale, sui temi della DCNAN: Caschi Bianchi Oltre le vendette, realizzato dalla Rete Caschi Bianchi in Albania;
- nel 2002 nasce Nonviolent Peaceforce (NP), una ONG internazionale che comprende circa 100 associazioni di tutti i continenti. Da circa dieci anni NP forma ed invia nelle zone di conflitto operatori di pace professionisti al fine rafforzare azioni di prevenzione e trasformazione della violenza.
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Spesso si sente parlare di educazione alla pace, di costruzione della pace, ma cosa significa nel concreto? Cosa si può fare quotidianamente? Come si influisce sui grandi conflitti di cui ogni giorno sentiamo parlare e sulle discriminazioni con cui quotidianamente veniamo in contatto?
La parola conflitto può farci pensare ad un litigio o molto in grande ad una guerra.
Prova a cambiare punto di vista, e pensare che il conflitto sia una situazione da trasformare e che si possa trasformare in diversi modi,
o con l'utilizzo della violenza
o della nonviolenza.
Nonviolenza non significa essere buoni.
Ha un significato più profondo, che include l'ascolto attivo, la comprensione, la consapevolezza personale, una comunicazione di qualità dove si rispettano
sé stessi e l'altro.
La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l'esercizio dei diritti politici. L'ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica.
Capo I - Disposizioni relative alla istituzione del Servizio Civile Nazionale, princìpi e finalità:
a) concorrere, in alternativa al servizio militare obbligatorio, alla difesa della Patria con mezzi ed attività non militari;
b) favorire la realizzazione dei princìpi costituzionali di solidarietà sociale;
c) promuovere la solidarietà e la cooperazione, a livello nazionale ed internazionale, con particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi alla persona ed alla educazione alla pace fra i popoli;
d) partecipare alla salvaguardia e tutela del patrimonio della Nazione, con particolare riguardo ai settori ambientale, anche sotto l`aspetto dell`agricoltura in zona di montagna, forestale, storico-artistico, culturale e della protezione civile;
e) contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani mediante attività svolte anche in enti ed amministrazioni operanti all`estero.
Art. 1
Gli obbligati alla leva che dichiarino di essere contrari in ogni circostanza all'uso personale delle armi per imprescindibili motivi di coscienza, possono essere ammessi a soddisfare l'obbligo del servizio militare nei modi previsti dalla presente legge. I motivi di coscienza addotti debbono essere attinenti ad una concezione generale della vita basata su profondi convincimenti religiosi o filosofici o morali professati dal soggetto.
Hai mai pensato che anche dal modo in cui si comunica può dipendere la gestione positiva o negativa di un conflitto?
Art. 1.
I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nell`esercizio del diritto alle libertà di pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell`uomo e dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, opponendosi all`uso delle armi, non accettano l'arruolamento nelle Forze armate e nei Corpi armati dello Stato, possono adempiere gli obblighi di leva prestando, in sostituzione del servizio militare, un SERVIZIO CIVILE [...]
In situazioni conflittuali, pensare al modo in cui si comunica è un buon esercizio per capire un pò di più sé stessi e per aiutare gli altri a non frainterdere ciò che vogliamo dire:
es. "Quando fai così sbagli! Non capisci niente!" può diventare: "Quando fai quella determinata cosa, mi sento a disagio e non so come reagire, puoi provare la prossima volta a dirmelo o agire diversamente?"
Come vedi il messaggio è più completo e comprensibile e questo aiuta noi a tirare fuori quello che sentiamo, e l'altro a capire meglio e non sentirsi solo attaccato, il che lo metterebbe in una posizione di difesa, contrattacando a sua volta.
Quando ascolti qualcuno, lo ascolti veramente?
Ecco alcuni consigli per un buon ascolto:
- Mostrare interesse annuendo ed utilizzando parole neutre, né di approvazione né di disapprovazione
- Chiarire il contenuto tramite domande aperte
(a cui non si risponde solo con un si o un no)
es. e tu cosa hai fatto in quel momento?
- Ripetere il messaggio come lo si è ricevuto, per verificare che abbiate capito ciò che vuole essere comunicato
- Riflettere e cercare di comprendere il punto di vista dell'altro
- Cercare di non dare consigli, a meno che non siano richiesti, e rimanere in ascolto
Il concorso è dedicato alla memoria di Sergio Finardi, scomparso prematuramente il 2 dicembre 2015. Esperto di logistica militare e di commercio di armamenti, Sergio ha condotto un’intensa attività di ricerca investigativa sui conflitti armati in varie parti del mondo, testimoniata in numerosi libri, report ed articoli. Dirigeva il centro di ricerca “TransArms” a Chicago e ha prestato servizio in Congo (DRC) nel Gruppo degli Esperti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per l’aviazione.