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Transcript

Processi di una progettazione trasformativa e virtuosa

Evoluzione del magistero salesiano

Cap. IV - Sistema Preventivo di don Bosco

Intervento

Ideale

Situazione

Intervento

Progetto

Situazione

Progetto educativo-pastorale

non bastano né le sole scienze dell’educazione, né solo quelle della fede, e nemmeno una nostra esperienza più o meno acritica sorretta per anni da una mentalità ormai richiamata alla conversione

Il punto chiave verso cui convergono le sue linee dottrinali ed operative è parte sul «Progetto educativo e pastorale salesiano».

«L’idea che lega le varie parti, quella che è la fonte della loro unità è la nostra vocazione di evangelizzatori che si fa reale quando è vissuta nel progetto educativo e pastorale salesiano, ricompreso e attualizzato».

Unire la comunità

Stile salesiano

modalità tipiche dell'attuazione

in criteri comuni a cui tutti si ispirano e in cui tutti si riconoscono

Castighi

Metodi d'insegnamento

  • LA FORMAZIONE DEL NOSTRO PERSONALE
  • L’ANIMAZIONE SALESIANA DEI COLLABORATORI LAICI
  • LO STUDIO E LA DIFFUSIONE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA
  • ASSISTENZA - stare tra i giovani
  • La creazione di un AMBIENTE EDUCATIVO
  • La formazione della COMUNITÀ EDUCATIVA
  • I GRUPPI e i MOVIMENTI GIOVANILI

Itinerari

di educazione alla fede

Educare evangelizzando

Evangelizzare educando

Egidio VIGANO'

Che regola tenere nell'infliggere castighi? Dove è possibile, non si faccia mai uso dei castighi; dove poi la necessità chiede repressione, si ritenga quanto segue:

I. L'educatore tra gli allievi cerchi di farsi amare, se vuole farsi temere. In questo caso la sottrazione di benevolenza è un castigo, ma un castigo che eccita l'emulazione, dà coraggio e non avvilisce mai.

II. Presso ai giovanetti è castigo quello che si fa servire per castigo. Si è osservato che uno sguardo non amorevole sopra taluni produce maggior effetto che non farebbe uno schiaffo. La lode quando una cosa è ben fatta, il biasimo, quando vi è trascuratezza, è già un premio od un castigo.

III. Eccettuati rarissimi casi, le correzioni, i castighi non si diano mai in pubblico, ma privatamente, lungi dai compagni, e si usi massima prudenza e pazienza per fare che l'allievo comprenda il suo torto colla ragione e colla religione.

IV. Il percuotere in qualunque modo, il mettere in ginocchio con posizione dolorosa, il tirar le orecchie ed altri castighi simili debbonsi assolutamente evitare, perché sono proibiti dalle leggi civili, irritano grandemente i giovani ed avviliscono l'educatore.

Don Bosco esclude, di fatto, nella sua attività pastorale-pedagogica, una qualsiasi dissociazione tra educazione ed evangelizzazione

Prima assemblea - Il contesto e la situazione

L'atmosfera festiva si riverberava sui metodi d'insegnamento e di scrittura. L'Archivio Centrale Salesiano conserva i dialoghi buffi composti da don Bosco e utilizzati attorno al 1848 per fare apprendere il sistema metrico decimale. Lui stesso scrisse qualche piccolo pezzo da teatro, come La casa della fortuna (1865), e utilizzava volentieri nei suoi opuscoli la forma dialogica. Già prima del 1848 era alla ricerca di uno stile semplice e di un linguaggio accessibile anche a lettori e uditori analfabeti, stile che si confaceva tra l'altro con il clima di serenità e di attrattiva che tendeva ad alimentare in tutti i modi e che consapevolmente egli connetteva con l'intento di «guadagnare il cuore», chiave del suo sistema educativo

impegno educativo è fortemente finalizzato da quello pastorale dell’evangelizzazione

educazione come area e modalità della propria attività pastorale

educazione ed evangelizzazione sono attività distinte nel loro ordine. Sono però strettamente connesse sul piano pratico dell’esistenza

  • Chiara presenza del fine ultimo
  • Un processo educativo positivamente orientato a Cristo
  • pedagogia della «Penitenza» e della «Eucaristia», in un caratteristico «clima mariano»
  • santità come l’espressione di pienezza del Sistema
  • Coscienza critica e senso del dovere alla luce del Vangelo
  • La Parola di Dio, per sua natura, rivela e interpella

165-169

  • La forza di spinta che stimola l’azione educativa
  • La sollecitudine positiva per i valori e le istituzioni culturali
  • Legare profondamente il Vangelo con la cultura
  • Il senso realista della gradualità

Ragione

157-161

«le necessità sociali ed ecclesiastiche dei tempi moderni sembrano più che mai corrispondere al genio dell’apostolato dei Figli di S. Giovanni Bosco»

Progetto

161-165

Ricerca di una PRASSI

Documenti -> Vita

Contesto

non pochi difetti...

difficoltà e deviazioni...

ubriacature deludenti...

coinvolgimento di amicizia

privilegiare nel mio intimo la sensibilità per il bene che cresce

dono della predilezione verso i giovani

Ragione

Ripensamento

CONCILIARE

155-157

Sequela del Cristo amico dei giovani

accorta valorizzazione della ragione umana

Ragione

conoscenza dei singoli e della «condizione giovanile»

Educativo

Ragione

Scuola che avvia alla vita

Senso comune

Salesiano

L’equilibrio, la misura, la ragionevolezza dei regolamenti,

delle prescrizioni, delle relazioni interpersonali sono costantemente motivati e integrati dalla sincerità della pietà religiosa e dalla partecipazione empatica dell’educatore attivamen-

te presente...

RAGIONEVOLEZZA come buon senso, semplicità e il rifuggire da ogni artificio e da ogni “montatura”, stranezze, artifici, complicazioni. Lo vuole il clima della famiglia e di ogni convivenza normale.

NORMALITA', naturalezza. Seguire la norma, la regola comune, fare quello che tutti fanno (eccetto il peccato); non uscire dall’ordinario, mantenersi nei limiti del ragionevole

ORDINE: Don Bosco è ragionevole, non solo, ma vuole che i suoi educandi afferrino la ragione-volezza dell’ordine dato, né vuole che per

motivi legittimi spirituali si

comandino cose

irragionevoli...

Don Bosco usava dire ai suoi figli spirituali: «I giovani si accorgano di essere amati»; «studia di farti amare, se vuoi farti temere». E suor Maria Domenica Mazzarello ammoniva le consorelle alludendo implicitamente alla intima religiosa consonanza di cuore: «Viviamo alla presenza di Dio e di don Bosco». Come in altri scritti, anche in questo sul sistema educativo egli usa alternativamente le parole «vigilanza» e «assistenza»; ma le sue preferenze andavano verso quest'ultimo termine in quanto rispetto all'altro meno si prestava ad assumere connotazioni negative. L'assistenza infatti per lui è un atto di amore, postulato da quella che egli chiama «mobilità giovanile», caratteristica che per sé non denota qualità negative

Comunità Educativo-Pastorale

Comunità Salesiana

dalla VITA COMUNE

preventivo

“Vita in comune” vuol dire “abitare insieme nella propria casa religiosa legittimamente costituita” e compiere insieme gli stessi atti (pregare, mangiare, lavorare, ecc.) secondo le stesse norme. Per la vita comune è importante radunarsi fisicamente.

Assistenza

Casa che accoglie

Ambiente

Nucleo Animatore

Juan Edmundo VECCHI

in comunità

Amorevolezza

alla VITA FRATERNA

Progetto Educativo-Pastorale

“Vita fraterna in comunità” vuol dire anzitutto accoglienza della persona, qualità dei rapporti interpersonali, amicizia, possibilità di vero affetto, gioia di stare e lavorare insieme, partecipazione attiva di tutti alla vita del gruppo

Amore-

«L’animazione vocazionale è nel cuore del PEPS»

È una comunità

non soltanto per i giovani

ma

«Il MGS partecipa del carisma salesiano, ne è l’espressione nell’ambito laicale giovanile»

Animazione missionaria e del volontariato

Familiarità

con i giovani

Animazione delle vocazioni apostoliche

«La comunicazione sociale investe tutte le presenze salesiane»

condivide la vita di questi e si adegua alle loro esigenze. La presenza dei giovani determina gli orari, lo stile di lavoro, la modalità della preghiera. Restare con Don Bosco significa voler stare tra i giovani, offrire loro tutto ciò che si

è e si ha: cuore, mente, volontà; amicizia

e lavoro; simpatia, servizio.

«L’impegno missionario ad gentes è parte integrante del carisma»

Movimento Giovanile Salesiano

Comunicazione sociale

È un gruppo di persone che si identifica con la missione, il sistema educativo e la spiritualità salesiana e assume solidalmente il compito di convocare, motivare, coinvolgere tutti coloro che si interessano di una opera, per formare con essi la comunità educativa e realizzare un progetto di evangelizzazione ed educazione dei giovani.

comunità

volezza

Amorevolezza

unita attorno

alla persona del

Animazione delle vocazioni apostoliche

Esperti, Testimoni e Artefici di Comunione

Visione

DIRETTORE

condizione che Don Bosco considerava fondamentale per l’efficacia apostolica. Egli si sforzava quindi di favorire la creatività, di convogliare tutti, mediante forme spontanee e stabilite di partecipazione, verso l’unità dell'azione, l’armonia delle persone e la concordanza dei criteri

Interpretazione

Don Bosco

nell'Oratorio

Missione

Antropologia del cuore - affetti

cuore

Fin dall’inizio Don Bosco coinvolge molte persone con la sua testimonianza e la novità del suo lavoro

  • a fare catechismo, a mettere su scuole e laboratori, ad animare il cortile, a sistemare i più bisognosi presso qualche onesto padrone.
  • dà origine a gruppi e forme occasionali di cooperazione
  • necessità di accogliere alcuni giovani in casa,
  • crea una famiglia con la collaborazione di Mamma Margherita, con la quale condivide il governo della casa.
  • disegno dell’unione di tutti i “buoni” e l’allargamento massimo della collaborazione - la sogna, la propone, si dà a realizzarla con inviti orali, amicizia e lettere...

Cortile per incontrarsi tra amici

offre alle nostre comunità il criterio per risolvere eventuali tensioni. Ciò non diminuisce nessun aspetto della fraternità, ma dà a questa il suo volto concreto. Se cadesse il senso della missione giovanile, educativa, la nostra stessa fraternità perderebbe originalità e forza

di comunicazione

Quando rivolgeva ai giovani collaboratori appelli come questo: «Ti parlo colla voce di un tenero padre che apre il cuore ad uno de' più cari suoi figliuoli. Ricevili adunque scritti di mia mano come pegno dell'affetto che io ti porto», è palese che per cuore egli intende la sfera affettiva

Amorevolezza

Tutte le condizioni esterne sono però state

solo il detonante. La ragione determinante che ci ha portato a concepire la comunità come nucleo animatore è la nuova stagione che vive la Chiesa. Essa rivela una acuta consapevolezza di essere comunione con Dio e tra gli uomini

comunione come via

principale per realizzare

la salvezza dell’uomo

Nuova evangelizzazione

È una comunità a forte carica spirituale caratterizzata dal

“Da mihi

animas”

Empatia

come capacità di immedesimarsi con il mondo giovanile

e vivere in allegria

Interpretazione della situazione

"Mi pareva di essere nell’antico oratorio nell’ora della ricreazione. Era una scena tutta vita, tutta moto, tutta allegria. Chi correva, chi saltava, chi faceva saltare. Qui si giuocava alla rana, là a bararotta ed al pallone. In un luogo era radunato un crocchio di giovani che pendeva dal labbro di un prete il quale narrava una storiella. In un altro luogo un chierico che in mezzo ad altri giovanetti giuocava all’asino vola ed ai mestieri. Si cantava, si rideva da tutte parti

e dovunque chierici e preti e intorno ad essi i giovani che schiamazzavano allegramente. Si vedeva che fra

i giovani e i Superiori regnava la più

grande cordialità e confidenza".

Antropologia del cuore - relazioni

la dolcezza dell’amorevolezza non è debolezza, sentimentalismo, sciatta sensibilità, ma coinvolgimento emotivo costantemente illuminato e purificato dalla ragione e dalla fede

Formazione

Antropologia del cuore

Sfide del territorio

sfide:

eccellenza, non ripetitività

fare conti con il passato

diminuire attività x formarsi

autovalutazione

Amore

uscire dal Borgo - conoscere il territorio e farsi conoscere

sfida relazionale e affettiva

all'ascolto

noi al Borgo siamo bravi e ognuno di noi è il più bravo di tutti gli altri...

senso critico

accettazione del nuovo

dispersione scolastica

rapporto con le famiglie

come attenzione affettiva ed effettiva alla pesona

Trasferito nel discorso pedagogico e inserito nell'espressione «guadagnare il cuore» il termine serve a indicare il processo che porta a stabilire la massima simbiosi e la massima intesa interiore e operativa tra chi sta svolgendo il ruolo di educatore e chi è (o e stato) un allievo. Il «guadagnare» o «rubare» reciprocamente il «cuore»; il creare, in altre parole, la massima compenetrazione interpersonale tra educatore e allievo è in sostanza il presupposto per realizzare l'impresa educativa nel suo complesso; vale a dire la condivisione sia dei fini sia dei mezzi prescelti

dimensione valoriale

come affrontarle?

prevenzione unioni instabili

scelta di fede chiara

proporre progetti formativi in scuole come risposta alle problematiche emergenti: affettività, bullismo, nuove dipendenze

modalità

buona pratica: gruppo giovani famiglie - appartenenza, confronto, costruzione di comunità

essere cristiani

esperienziale

weekend di spiritualità

L’educatore, “colle parole, e più ancora coi fatti, farà conoscere che le sue sollecitudini sono dirette esclusivamente al vantaggio spirituale e temporale de’ suoi allievi”; “nell’assistenza poche parole, molti fatti”

Carità

attenzione al linguaggio dei ragazzi

dall'esperienza alla competenza

incontri su spirito salesiano

mondi giovanili inconsapevoli anche a loro

come virtù teologale

nuove culture

scontro sociale?

accompagnamento personale

dei formatori

domande di senso della vita

BORGO

è il “fondamento” a cui don Bosco si àncora, la vera “regina delle virtù”: “La pratica di questo sistema è tutta appoggiata sopra le parole di S. Paolo che dice: La carità è benigna e pazi-ente; soffre tutto, ma spera tutto e sostiene qualunque disturbo”.

Casa e Famiglia

Relazionalità

Giovani poveri

Antropologia del cuore - unità dell'uomo

appuntamenti comuni - eucarestia di DB e MA

conflitti non risolti

siamo tornati alle origini - prevenzione

collaborazione c'è

non comprensione...

Cari Salesiani, Siate Santi !

spazi e tempi x la vita d'insieme

preghiera tiene insieme i pezzi

viene gestito solo il plateale

Religione

accettarli

se ci sono relazioni sane, flessibilità dei progetti è possibile

rischio di abbassare l'obiettivo per andare incontro al ragazzo

ma non

poche relazioni tra le aree

Passione condivisa

Giovani più poveri

Che cosa manca ?

cuore

riscoprire la VOCAZIONE DELLA CASA

sfida della famiglia

In altri contesti con queste espressioni e con altre simili don Bosco ci porta nel mondo lessicale di un'antropologia diversa da quella filosofica medievale imperniata sulla antropologia ilemorfica: in quella del «cuore» distinto dalla «ragione», che in scrittori spirituali del Seicento francese aveva avuto la sua massima espressione. Quando scrive che fin da giovani occorre «dare il cuore a Dio», quando parla di «corruzione» o di «purificazione del cuore» designa con il termine «cuore» ciò che nell'uomo è capacità di intuizione intellettuale e di amore intenso e istintivo, capacità d'intendere e d'amare che scaturisce dal più intimo dell'unità psicologica dell'uomo

progetto di vita

che include:

mettersi in discussione

Lavoro

Spirito salesiano

accogliere

creare per loro un ambiente sano che dia dignità e li valorizza

accetare l'imperfezione

senso di appartenenza RADICI da dare

accettarsi, prima di accettare

superare una visione settoriale

seminare, non raccogliere

comunicazione efficace

raggiungere insieme quello che da soli non possiamo ottenere

figure di riferimento - modelli

saper fare un passo indietro per fare famiglia

visione comunitaria

e sopratutto:

gestione dei conflitti

Dio deve essere la nostra prima ‘occupazione’

educazione al LAVORO

darsi delle regole

Meta più alta !

fiducia

obiettivi, metodi e stili comuni a livello di Borgo

appartenenza

accompagnamento dopo il percorso - reinserimento

Ho superato un’importante tappa spirituale: sono riuscito a conside- rare la santità non come un lusso, ma come la sola possibilità della nostra vita terrena

«Amarti, farti amare e vederti amato, mio Dio adorato, è l’unica mia brama, lusinga, ambizione, preoccupazione e ossessione»

Maria Romero Meneses

umiltà

(Henri d’Hellencourt)

chiara idea di famiglia

Scelte coraggiose !

...nella fragilità...

riconoscere i ruoli

Pascual Chávez Villanueva

Religione

Ascolto delle

passioni e dei carismi

Giovani adulti

educare all'ascolto nella complessità

protagonisti possibili

potenzialità non espressa - manca una proposta concreta

ascolto e memoria del carisma e della missione

valorizzare e chiedere passioni e competenze ad ognuno x mettersi in gioco

tirocinanti e volontari risucchiati nel servizio e non ci sono proposte per loro

Religione

accompagnamento personale e vocazionale

accompagnamento personale

educare le emozioni

i Santi – ci procurano una profonda e misteriosa nostalgia, perché ci rimandano alle radici del nostro essere e ci fanno intuire che tutti siamo fatti per questo cammino eccellente. Seguire tale nostalgia è il segreto della vera grandezza e diventa fonte di energie insospettate

educare alla genitorialità

ascolto di Dio

farsi domande fondamentali

affettività

poveri di prospettive

corpo

relazioni sane

lavoro sulle

buona pratica - giovani e gruppo comunicaizone

elaborazione emozioni

motivazioni

Comunicazione

Religione

passione dei giovani - nativi digitali

problemi:

cyber bullismo, dipendenze

ricerca della verità è la finalità della comunicazione,

non il modello della società relativista...

equilibrio nel rapporto con le istituzioni:

farci conoscere

Noi, educatori alla santità

competenze:

- ascolto attivo

- mettersi in discussione

- apertura al nuovo e diverso

Accoglienza e paternità

Sapienza pedagogica

umiltà operosa

Parrocchia che evangelizza

coinvolgimento nell'avventura come protagonisti

martirio, come il dono della propria vita nel sacrificio quotidiano, è connaturale allo spirito salesiano

Percorsi personali alla santità

carità pastorale, che manifesta la paternità di Dio

sintesi tra lavoro e temperanza

La «religione» viene indicata anch'essa quale fondamento di una buona e compiuta educazione. Nella sua genericità infatti il termine «religione» poteva essere avallato anche da chi - come Rattazzi o altri liberali simpatizzanti per l'opera degli oratori - non dava rilevanza al poco di contenuto dogmatico e confessionale accennato nell'opuscolo. La religione alla quale don Bosco alludeva è chiarissimamente quella da lui professata come cattolico e come sacerdote. Indicativi del resto erano i riferimenti dell'opuscolo a testi del Nuovo Testamento («la carità è benigna...»: citazione dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi) e ai sacramenti della confessione e comunione. Ancora più esplicitamente don Bosco dichiarava nel suo discorso: «Soltanto il cristiano può con successo applicare il sistema preventivo»

Percorso vocazionale ?

spiritualità che armonizza contemplazione e azione

"Tappe" del cammino

spiritualità con la dimensione oblativa

Presenza materna di Maria

spiritualità del quoti-diano e del lavoro

spiritualità dello

equilibrio tra i doni

di natura e di grazia

speranza impastata di gioia

spiritualità dello spirito di famiglia, che riveste tutto di gioia

forte e personale amicizia con il Signore Risorto

Stare insieme e appartenere

alla Chiesa

“apostolato” come impegno concreto e operoso di bene

Unità nella diversità

Sono questi i petali del fiore della nostra santità la quale – grazie a loro – si presenta stimolante e convincente nella policromia delle età, delle forme di vita e di servizio, dei tempi, dei messaggi, delle etnie, delle culture. Sotto tale diversità di origine, stati di vita, ruolo e livello di istruzione, provenienza geografica c’è un’unica ispirazione: la spiritualità salesiana. Questa si può proporre in forma dottrinale; ma si può anche raccontare con vantaggio attraverso le biografie, che avvicinano molto di più i suoi tratti alle circostanze quotidiane dell’esistenza

Image by Tom Mooring

La serietà dell’impegno morale e religioso - dovere, “pietà”, vivere in grazia, fuggire il peccato - è proposta e promossa in base a rapporti e processi ragionevoli e amorevoli.

La santità,

per noi salesiani, si costruisce nella risposta quotidiana, come espressione e frutto della mistica e dell’ascesi del “da mihi animas cetera tolle”.

Dono e SFIDA

Discernimento

La nostra santificazione è “il compito essenziale” della nostra vita, secondo l’espressione del Papa. Raggiunto questo, tutto è raggiunto; fallito questo, tutto è perduto, come si afferma della carità (cf. 1 Cor 13, 1-8), essenza stessa della santità.

DONO e Sfida

???

La santificazione è dono di Dio. L’iniziativa è stata e resta sempre di Dio: la certezza di poter cambiare la nostra vita si radica nella certezza di essere già stati oggettivamente trasformati in Lui, per cui la santità è «un’assunzione prima di essere un’ascensione»

Contro la tendenza alla mediocrità spirituale, abbiamo bisogno di ribadire ogni giorno la priorità di questa meta: la nostra santificazione, che altro non è che quella “misura alta della vita cristiana ordinaria”. Se la nostra vita è illuminata da questo anelito, essa ha tutto, nonostante le sue carenze; ma se questa spinta si attenua, il nostro cammino diventa incolore, e inutile la fatica nel percorrerlo, nonostante l’apparenza di una certa efficienza...

Nella santità ricercata splende, indiscusso, il primato di Dio: la santità non è mai un progetto personale, che va programmato ed eseguito secondo tempi, metodologie ed opzioni da noi fissati; più che un generico desiderio di Dio, è la sua volontà espressa su ciascuno di noi (1 Ts 4,3); resta, però, la nostra parte: possiamo aiutare Dio a completare in noi la sua opera creatrice Non ci chiede di più; ma non si aspetta di meno

Concetto base della santità

  • Santità è un messaggio certamente esigente, perché addita “la meta più alta” ... meta per eccellenza
  • I nostri Santi sono certamente “i testimoni” più qualificati della nostra spiritualità perché l’hanno vissuta e l’hanno vissuta eroicamente
  • Ciascuno dei santi salesiani incarna un aspetto specifico del nostro carisma - sono “approfondimenti monografici” del Fondatore
  • Sono "note" diverse che contribuiscono a formare un’unica armonia

Secolarizzazione

Interna ?

Santità

Tendere alla santità è «la principale risposta alle sfide del mondo contemporaneo», e che «si tratta, in definitiva,

non tanto di intraprendere nuove attività e iniziative, quanto piuttosto di vivere e testimoniare il Vangelo,

senza compromessi, sì da stimolare alla santità i giovani»

Quello che rende significative le associazioni e le comunità religiose, la loro forza di attrazione,

non risiede tanto in quello che hanno e fanno, nelle opere e nel lavoro,

quanto in quello che vivono, nel loro stile di relazioni, nella loro unità

J.E. Vecchi

Santità condivisa

Think tank

Gruppo che coltiva la riflessione su argomenti importanti x il Borgo

ascolta le passioni

Cap. V - Comunità Educativo-Pastorale

Realismo pratico nel quotidiano

“i doveri”

Ricreazione

In tempi a noi vicini un pedagogista belga fu colpito dal chiasso che proveniva dal cortile interno dell’oratorio salesiano a Tournai. È lo stile italiano - pensava. Ma poi, riflettendo, comprese che si trattava di qualcosa di più: di una pedagogia che assegnava particolare importanza a quelle forme di svago. A metà Ottocento, in clima liberale, don Bosco mostrava di condividere le istanze di libertà che animavano quella che era appunto ormai individuata come la «classe» giovanile; e per lo meno egli a suo modo percepiva l'insito senso di benessere e di socialità che nell'età giovanile si esplicavano ampiamente nel gioco

Cap. VI - PEPS: Strumento operativo

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