LA LINGUA
PARADIGMI
Gli antichi definirono Senofonte «musa dell'Attica» (Attikè Moùsa), perché la lingua da lui adoperata venne da sempre additata come espressione della civiltà e del suo popolo ; ma non va dimenticato che i lunghi soggiorni di Senofonte fuori Atene condizionarono a livello più o meno inconscio la sua parlata, spingendolo spesso a fare uso di forme non in uso nella sua patria. È stato scritto che Senofonte è autore «dal respiro corto e dalla frase allentata» (Fournier) a indicare la predilezione di questo autore per il fraseggio semplice e chiaro, decisamente diverso da quello in uso nell'opera di Tucidide. Senofonte fa, effettivamente, uso assai accorto della subordinazione; e la sua frase non è mai cerebrale e complessa, anche se questo può indubbiamente ingenerare a volte un senso di monotonia.
LA VITA
συνῆλθον= 3 p,p.ind.aor.att συνέρχομαι, συνήρχομαι, συνελεύσομαι, συνῆλθον, συνελήλυθα, συνεληλύθειν.
ὁρῶ= 1 p.s.pres.ind.att. ὁραῶ, ἑῶρων, ὄψομαι, εἰδον, οἶδα.
φυλαττόμενόν= acc m.s.part,pres.med.pass. φυλάσσω, ἐφύλασσον, φυλάξω, ἐφύλαξα, πεφύλαχα.
ὀρῶντες= n.f.s.part.pres.att. ὁραῶ, ἑῶρωυν, ὄψομαι, εἴδον, οἶδα.
ἀντιφυλαττόμεθα=1p.s.pres.ind.med.pass. ἀντιφύλασσω
αἰσθέσθαι= inf.aor.αισθάνομσαι, ἠσθανόμην, αἰσθήσομαι, ᾐσθόμην, ἠσθησάμην, ἤσθημαι, ᾐσθάνθην.
πείρωμενον= ac.m.s.part.pres.med.pass. πείραω, ἐπείρων, πειράσω, ἐπεόρασα, πεπείρακα, πεπειράκειν.
ποιεῖν= inf.pres.att. ποίεω, ἐποιη7σω, ἐποίησα, πεποίηκα, ἐπεποίηκειν.
ἐπινοοῦμεν= 1p.p pres ind.att. ἐπινοεω, επενόουν, ἐπινοήσω, ἐπεϜόησα, ἐπιϜεϜοηκα, ἐπεϜεϜοήμην.
ἔδοξε= 3p.s.aor att. δοκέω, ἐδόκουν, δόξω, εζδοξα, δεδο7κηκα, ἐδεδόχεσαν.
ἐλθεῖν=inf.aor.att. ἔρχομαι, ἠρχόμην, ἐλεύσομαι, ἦλθον, ἐλήλυθα.
ἐξέλοιμεν=1p.p ott.aor.att. ἐξαίρεω, ἐξήρουν, ἐξαιρήσω, εζξεῖλον, ἐξήρηκα, ἐξηρήκεσαν.
φοβηθέντες=ac.m.p.part.aor.pass. φοβέω, ἐφόβουν, φοβήσω, ἐφο7βηκα, πεφόβηκα, ἐπεφοβήμην.
φθάσαι=inf aor.att. φθάνω, ἔφθανον, φθήσομαι, ἔφθασα, ἔφθην, ἔφθακα, ἐφθάκειν.
βουλόμενοι=n.m.p.part.pres.med.pass. βου7λομαι, ἐβουλόμην, βουλήσομαι, ἐβουλήθην, βεβούλημαι.
παθεῖν= inf.aor.att. πάσχω, ἔπασχον, πείσομαι, ἔπαθον, πέπονθα, εζπεπόνθειν.
ἐποίησαν=3p.p.aor.att. ποίεω, ἐποίουν, ποιήσω, ἐποίησα, πεποίηκα, ἐπεποιήκειν.
Senofonte, figlio di Grillo del demo di Erchia, fu scrittore poligrafo e ci sono pervenute tutte le opere complete: una circostanza che ha fatto di lui una delle fonti maggiori per la conoscenza dei suoi tempi.
In particolare da lui, oltre che da Platone, provengono molte notizie riguardanti la vita e i detti
di Socrate, del quale fu alunno.
È stato soprannominato dalla Suda "l'ape attica", per la semplicità e la chiarezza della sua prosa.
Proveniva dal demo di Erchia, figlio di Grillo, un personaggio del quale nulla si può dire al di là di certe indirette supposizioni che lo farebbero rappresentante di una famiglia agiata, appartenente forse all'ordine dei cavalieri; ciò appare probabile sia in virtù della dimestichezza di Senofonte con l'arte equestre, sia dalla militanza di questi, e dei suoi figli, nella cavalleria ateniese.
L'agiatezza delle origini è comunque provata dalla buona educazione ricevuta, che lo vide allievo dei sofisti Prodico e Isocrate, inoltre in gioventù, poco più che ventenne, entrò in contatto con Socrate, di cui fu discepolo per almeno tre anni, un'esperienza che si rivelò determinante per la sua educazione. La sua Apologia di Socrate si discosta per certi versi da quella di Platone; questo ha dato luogo a molti dibattiti sulla figura storica di Socrate.
SITOGRAFIA
http://www.sapere.it
https://it.wikipedia.org/wiki/Senofonte
http://www.mondadorieducation.it
LO STILE E LE OPERE
Realizzato da
Martina Carbonaro
Giulia Di Fede
Riguardo alla prosa di Senofonte il giudizio tramandato dal lessico di Suda è positivo: Senofonte ha infatti goduto di unanime apprezzamento per la peculiare sobrietà e chiarezza della prosa, frutto di un istintivo senso della misura e del bello e di un'intenzionale e studiata ricerca della semplicità nella costruzione della frase; queste caratteristiche hanno fatto di lui un vero e proprio modello di stile per oratori e prosatori di epoche successive.
Quale naturale conseguenza delle sue vicende e frequentazioni, la lingua usata da Senofonte si caratterizza per l'accoglimento di elementi e costrutti provenienti dai più diversi ambiti dialettali e letterari del mondo greco: così vi si riconoscono in particolare gli influssi della prosa scritta ionica, ma anche elementi linguistici estranei addirittura provenienti dal registro linguistico parlato.
Il corpus delle opere di Senofonte, di cui non è agevole fissare la cronologia, è molto ricco ed eterogeneo e può essere così ripartito: opere storiche e memorialistiche, saggi pedagogico-politici ed infine scritti di argomento tecnico.
Le opere d'argomento storico sono: l'Anabasi, le Elleniche, l'Agesilao e la Costituzione degli Spartani.
Le opere memorialistiche, che si ispirano alla figura e all'insegnamento di Socrate, sono: l'Apologia di Socrate, il Simposio (o Convito), le Memorabili e l'Economico.
I saggi pedagogico-politici sono: il Gerone e la Ciropedia.
Gli scritti di argomento tecnico sono: le Entrate, l'Ipparchico, Sull'equitazione, il Cinegetico e altri trattati su svariate tematiche.
TRADUZIONE
TESTO
Ἐπειδὴ δὲ συνῆλθον, λέγειν ὁ Κλέαρχος τάδε· " Ἐγώ, ὦ Τισσαφέρνη, φυλαττόμενόν σέ τε ὁρω ὡς πολεμίουσ ἡμᾶς καὶ ἡμεῖς ὁρῶντες ταῦτα ἀντιφυλαττόμεθα. Ἐπεὶ δὲ σκοπῶν οὑ δύναμαι οὔτε σὲ αἰσθέσθαι πειρώμενον ἡμᾶς κακῶς ποιεῖν ἐγώ τε σαφῶς οἶδα ὅτι ἡμεῖς γε οὐδὲ ἐπινοοῦμεν τοιοῦτον οὐδέν, ἔδοξέ μοι εἰς λόγους σοι ἐλθεῖν, ὅπως, εἰ δυναίμεθα, ἐξέλοιμεν ἀλλήλων τὴν ἀπιστίαν. Καὶ γὰρ οἶδα ἀνθρθπους ἤδη τοὺς μὲν ἐκ διαβολῆς τοὺς δὲ καὶ ἐξ ὑποψίας οἳ φοβηθέντες, ἀλλήλους φθάασαι βουλόμενοι πρὶν παθεῖν, ἐποίησαν ἀνήκεστα κακὰ τοὺς οὔτε μέλλοντας οὔτ'αὖ βουλομένους τοιοῦτον οὐδέν.
Poichè si incontrarono, Clearco dice questo: " Io, Tissaferne, vedo che ti guardi da noi come se fossimo tuoi nemici e noi, vedendo questo, stiamo in guardia a nostra volta.
Ma poichè osservando, non posso non accorgermi che cerchi di farci del male e io so certamente che noi neppure pensiamo a niente di questo, mi parve opportuno venire a colloquio con te per togliere, se possiamo, la diffidenza reciproca.
E infatti so di uomini, alcuni per calunnia, altri per diffidenza che, avendo paura, volendo precedere (gli uni gli altri) prima di patire fecero mali irrimediabili a coloro che né avevano intenzione (erano sul punto di) né volevano (a loro volta) niente del genere
Le opere storiche
Le opere d'argomento storico sono: Anabasi; Elleniche; Agesilao; Costituzione degli Spartani,
Le opere memorialistiche
Questo gruppo di opere si ispira alla figura e all'insegnamento di Socrate; Apologia di Socrate e Simposio; Memorabili.
I saggi pedagogico-politici
Nel Gerone è dibattuto, mediante un dialogo tra il tiranno di Siracusa e il poeta Simonide, il rapporto tra il buon tiranno e i suoi sudditi. Nella Ciropedia (il titolo, che significa “educazione di Ciro”, si riferisce propriamente al primo libro dell'opera), in 8 libri Senofonte riflette sulla costituzione del regno di Ciro il Grande, fondatore della potenza persiana e ne tesse l'encomio.
Gli scritti di argomento tecnico
Di economia trattano Le entrate; l'Ipparchico; Sull'equitazione; Cinegetico
La concezione storiografica
Le Elleniche narrano le ultime fasi del conflitto tra Atene e Sparta e il sorgere dell’effimera egemonia di Tebe.
Del tutto originale è il taglio espositivo dell'Anabasi: la cronaca della lunga spedizione dell’esercito mercenario greco al seguito di Ciro.
Lingua e Stile Gli antichi definirono Senofonte «musa dell'Attica» (Attikè Moùsa), perché la lingua da lui adoperata venne da sempre additata come esempio di buona parlata dell'Atene del V-IV sec. Ora, non c'è dubbio che la lingua senofontea sia espressione della civiltà del suo popolo improntata come è a un «sano senso della semplicità e della schiettezza» (Norden); ma non va dimenticato che i lunghi soggiorni di Senofonte fuori Atene condizionarono a livello più o meno inconscio la sua parlata, spingendolo spesso a fare uso di forme non in uso nella sua patria. È stato scritto che Senofonte è autore «dal respiro corto e dalla frase allentata» (Fournier) a indicare la predilezione di questo autore per il fraseggio semplice e chiaro, decisamente diverso da quello in uso nell'opera di Tucidide. Senofonte fa, effettivamente, uso assai accorto della subordinazione; e la sua frase non è mai cerebrale e complessa, anche se questo può indubbiamente ingenerare a volte un senso di monotonia.