A causa delle scoperte geografiche del XVI secolo era iniziato il fenomeno del colonialismo che farà crescere la potenza delle nazioni europee.
Il traffico internazionale si sposta sulle rotte dell'Atlantico a svantaggio dell'Italia che resta esclusa dalla crescita delle altre potenze europee. Si esauriscono le fonti di commercio e le città iniziano a decadere; per questa ragione si ritorna alle forme di economia medievale e inizia un rocesso di rifeudalizzazione.
Durante il corso di questo secolo si abbattono sull'Italia anche guerre, carestie ed epidemie.
Francia: conclusa la guerra dei trent'anni con la pace di Westfalia Luigi XIV ha la supremazia sull'Europa
Paesi Bassi ed Inghilterra: con il declino della potenza spagnola queste potenze assumono importanza; in Inghilterra, grazie alle rivoluzioni (1640-1688) si pongono le basi per una monarchia parlamentare.
Milano e Napoli: rimanngono sotto il controllo spagnolo; a Napoli, nonostante vengano cacciati con una rivolta popolare quidata da Masaniello, ritornano subito dopo
Repubbliche marinare: Genova e Venezia si indeboliscono e sono impegnate a contrastare la Curia Papale
Papato: si pone come unico difensore della fede cattolica per contrastare il protestantesimo
Durante il corso del 1600 solo una mimoranza di letterati può ambire a una sistemazione a corte poichè i principi affidano sempre più spesso la diffusione della loro immagine ad artisti e architetti. Pochi riescono a svincolarsi dalla corte e quindi acquista importanza la produzione encomiastica rinunciando però così alla libertà di pensiero; una delle corti più attive fu quella di Carlo Emanuele I di Savoia.
A difforndere la cultura e l'insegnamento svolgono un ruolo importante i gesuiti creando scuole e allestendo spettacoli teatrali aperti al pubblico; questi spettacoli servivano a diffondere l'educazione, la morale e la fede. Ioltre i gesuiti sono importanti per la loro attività missionaria anche nei paesi oltreoceano, per la diffusione della fede.
Anche Venezia è un luogo importante per la diffusione della cultura poichè, grazie al suo spirito di indipendenza nei confronti dello Stato pontificio, sfugge alle regole della censura stampando i libri cosiddetti "proibiti".
Il 1600 è il secolo della rivoluzione scientifica grazie a nuovi metodi di indagine e ad una strumentazione sempre più sofisticata (come il c microscopio e il cannocchiale). Alcuni degli scienziati che
diedero maggior contributo a questa rivoluzone furono
Galileo Galilei, Isaac Newton e Giovanni Keplero.
Così come in letteratura, nell'arte si afferma lo stile Barocco (dal francese "baroque", "bizzarro","stravagante").
Apollo e Dafne
Gian Lorenzo Bernini
Particolare dell'opera
Nel 1600 diventano importanti l'Accademia della Crusca, nata a Firenze nel 1585 con l'intento di difendere la tradizione letteraria della lingua italiana, e l'Accademia dell'Arcadia, fondata a Roma nel 1690.
Altre accademie riconosciute all'epoca erano l'Accademia degli Incogniti di Venezia e l'Accademia del Cimento, fondata da degli allievi di Galileo
Nel 1612, dopo il dibattito sulla lingua letteraria già iniziato nel 1500 e concluso con l'adozione del modello fiorentino del 1300, viene pubblicato il primo Vocabolario degli Accademici della Crusca; questo offre un repertorio completo dei termini del fiorentino letterato.
Si perde l'equilibrio e la misura. Nelle arti figurative prevalgono le linee curve e sinuose e si ricerca il
movimento, ben rappresentato
nella torsione dei corpi; le opere
appaiono così molto dinamiche.
Gli edifici diventano opere
monumentali volte ad
impressionare
l'osservatore con la loro
grandiosità e lo sfarzo.
Nasce a Napoli nel 1569; si trasferisce a Roma, dove pubblica l'opera "Rime", e poi a Ravenna, dove pubblica "La lira". Si trasferisce poi a Torino dove ha una violenta contesa con il poeta Gaspare Murtola;
le invettive che si scambiano sono raccolte nelle "fischiate" della Murtoleide e nelle "risate" della Marineide.
nel 1615 si reca a Parigi dove ha molto successo e pubblica molte opere tra cui "La galeria", "La sampogna" e l' "Adone", poema mitologico.
Rientrato in Italia fu molto acclamato e poi morì a Napoli nel 1625.
Oggi, là dove il destro fi anco ad Ischia
rode il Tirren col suo continuo picchio,
vidi conca con conca e nicchio e nicchio
4 baciarsi, e come a l’un l’altro si mischia;
e la biscia del mar, che pur s’arrischia
venirne infi n colà presso il crocicchio,
ove del sole al luminoso spicchio
8 la chiama l’angue innamorato e fi schia.
E vidi ancor d’amor l’algente anguilla
arder fra l’acque, e gir di grotta in grotta,
11 i lor maschi seguendo, occhiate e salpe.
Né però vidi mai, perfi da Lilla,
te fatta a me cortese, e, se non rotta,
14 men dura, del tuo cor la rigid’alpe.
In letteratura gli scrittori ricercano lo stupore e l'effetto sorpresa.
Cercano di sperimentare nuove forme di linguaggio e quindi diventa molto frequente l'uso della metafora; questa mira a
produrre effetti sorprendenti dall'accostamento
di concetti o immagini diversi fra loro.
Emanuele Tesauro scrive l'opera "Il
cannocchiale aristotelico" ovvero un
trattato sulle figure retoriche che
contiene i fondamenti della poetica
barocca.
Il linguaggio è quindi metaforico,
ricco di concetti e a volte anche di
immagini iperboliche
"È del poeta il fin la maraviglia; / parlo dell'eccellente e non del goffo; / chi non sa stupir vada a la striglia"
- Giovan Battista Marino
Nasce a Castello di Pers, in Friuli, nel 1599 e studia a Bologna. Gli fu chiesto di andare alla corte di Vienna per la sua fama di letterato ma declinò l'invito. Le sue poesie si raccolgono in due fasi: la prima tipicamente marinista e la seconda caratterizzata da un impegno morale e civile,
Muore a San Daniele nel 1663
Mobile ordigno di dentate rote
lacera il giorno e lo divide in ore,
ed ha scritto di fuor con fosche note
a chi legger le sa: Sempre si more.
5 Mentre il metallo concavo percuote,
voce funesta mi risuona al core;
né del fato spiegar meglio si puote
che con voce di bronzo il rio tenore.
Perch’io non speri mai riposo o pace,
10 questo, che sembra in un timpano e tromba,
mi sfida ognor contro all’età vorace.
E con que’ colpi onde ’l metal rimbomba,
affretta il corso al secolo fugace,
e perché s’apra, ognor picchia alla tomba.
Questa poesia è inoltre importante poichè rappresenta l'interesse tipicamente barocco per gli oggetti meccanici. Gli orologi meccanici derivano dall'orologio medievale a ruota di inizio Trecento, la cui caratteristica era un "ritmico e continuo vibrare"; ancora al Seicento l'orologio continua ad affascinare. Quello descritto da Ciro di Pers è un orologio da petto. La mobilità e le ruote sono tipiche di tutti gli orologi meccanici ma si intende che è da petto poichè è "mobile", "concavo", "di bronzo" e che "risuoni al core".