G. Pellegrino 3^E
Infatti il platino veniva considerato allora un'impurezza indesiderata dell'argento e spesso veniva gettato via. La scoperta del platino è attribuita all'astronomo Antonio de Ulloa e a Don Jorge Juan y Santacilia, entrambi incaricati dal re Filippo V di Spagna di unirsi ad una spedizione in Perù che durò dal 1735 al 1745. I corsari britannici, però, intercettarono la nave di Ulloa durante il ritorno in Europa e gli fu impedito di pubblicare notizie riguardo al metallo, rimasto sconosciuto fino al 1748. Prima che questo succedesse, nel 1741 Charles Wood isolò indipendentemente l'elemento reclamandone la scoperta.
l platino nativo e le sue leghe naturali sono note da lungo tempo. Il metallo era noto e usato dalle popolazioni precolombiane del Sudamerica e la prima menzione in documenti europei è del 1557, ad opera dell'umanista italiano Giulio Cesare Scaligero (1484-1558) che lo descrive come un misterioso metallo trovato nelle miniere del Darién (Panama) e del Messico. Gli spagnoli chiamarono il metallo platino, piccolo argento, quando lo incontrarono per la prima volta in Colombia.
Il platino è un elemento metallico molto raro, di simbolo Pt e numero atomico 78; appartiene al gruppo VIIIB (o 10) della tavola periodica ed è pertanto tra gli elementi di transizione.
È il più importante del gruppo dei platinoidi, che comprende inoltre rutenio, rodio, palladio, osmio e iridio.
Il platino si trova allo stato nativo nella sabbia, mescolando con l’oro e con altri metalli dello stesso gruppo, cioè rutenio, rodio, osmio, iridio; quando è associato a ferro e a rame lo si trova in tenori anche notevoli. Negli ultimi anni la produzione è aumentata a causa dell’aumento della richiesta delle industrie a più alta densità tecnologica (industria elettronica, aeronautica e aerospaziale) nonché del settore della strumentalizzazione per la depurazione dei gas di scarico dalle vetture e per il controllo delle alte temperature. I vari metalli sono estratti sul posto attraverso una serie di lavaggi; l’oro è in qualche caso separato per amalgamazione. Si ottiene così il platino minerale, che , attaccato con acido nitrico, viene separato da ferro e rame. Dopo filtrazione il residuo solido è trattato con acqua regia, la quale scioglie il platino, l’iridio e il palladio sotto forma di cloruri, lasciando una sabbia ricca di lega di osmioiridio. Un’addizione di cloruro di ammonio fa precipitare il platino allo stato di cloroplatinato di ammonio. Calcinando tale miscela si ottiene una massa spugnosa, la spugna di platino, che viene fusa al cannello ossidrico in un crogiolo di calce: la lega che si ottiene viene generalmente venduta tal quale (platiniridio). Il platino puro è ottenuto, dopo la trasformazione della miscela in nitrocomposti complessi solubili, per precipitazioni sotto forma di cloroplatino di ammonio. Una certa quantità di platino viene anche estratta dai residui di minerali canadesi di rame e di nichel e dai fanghi dell’affinazione elettrolitica del rame.
Per la sua inalterabilità all’aria, sia alla temperatura ambiente sia ad alta temperatura, e la sua resistenza alla maggior parte degli agenti chimici (acqua regia esclusa), il platino è utilizzato per la fabbricazione di numerosi apparecchi di laboratorio e attrezzature dell’industria chimica (crogioli, capsule, catalizzatori in lega al 10% di rodio, ecc…). Per ovviare alla sua eccessiva malleabilità è spesso necessario unirlo in lega ad altri metalli, come oro, rame, rodio, iridio, palladio, tugsteno. Nell’oreficeria il platino è impiegato in lega col rame (10%) o col rutenio (5%) oppure con l’iridio (10%).
Il platino si verifica in cinque isotopi stabili (Pt 192, Pt 194, Pt 195, Pt 196, Pt 198) e uno molto longevo (Pt 190). Ci sono anche 31 radioisotopi artificiali, il più longevo dei quali è Pt 193 con un tempo di dimezzamento di 50 anni. Tutti gli altri isotopi hanno vite di meno di un anno, la maggior parte in un giorno.
Tabella di vita degli isotopi
Il nome deriva dallo spagnolo "platina", che a sua volta deriva da "plata"=argento, e simboleggia gli errori che si facevano in antichità, fino a quando nel 1750 Sir Brownrigg ne diagnosticò la differente composizione; è un metallo che, per le sue caratteristiche, ha visto negli anni aumentare a dismisura il suo valore.