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Lavoro di:
Rossi Arnaldo - 4 LS Liceo D. Alighieri
Trevisi Martino - 4 LS Liceo D. Alighieri
Bonettini Davide - 3^A Liceo C. Sigonio
Durante la guerra e la Resistenza -
Coscritti, volontari e partigiani
Le universitá inoltre attuarono diverse campagne di agevolazione per qualsiasi studente che avesse dovuto lasciare gli studi per andare in guerra. In vari giornali universitari si legge di come le universitá stesse abbiano indetto nuove date di esami straordinari. Tra i tanti, venivano recuperati non solo esami universitari, anche le scuole superiori, i licei, promettevano a tutti i ragazzi combattenti il recupero degli esami di maturitá. É estremamente importante interpretare questi episodi poiché ci danno varie notizie su i giovani modenesi. Per quale motivo i licei, le universitá hanno attuato queste manovre? L'affluenza dei giovani nell'esercito. Sempre piú ragazzi lasciavano volontariamente gli studi per combattere per la patria sul fronte, rimandando cosí gli esami. Le universitá, che desideravano (come anche lo stato stesso) agevolare l'arruolamento degli studenti, cercarono di rendere loro piú semplice il rientro, il completamento degli esami e del percorso scolastico. Anche se, la maggior parte di coloro che partirono per il fronte non ebbe la fortuna di tornare.
Il 9 settembre 1943 venne costituito il C.L.N. Comitato di Liberazione Nazionale: la Resistenza partigiana italiana ha ufficialmente inizio. Questi gruppi denominati G.A.P svolsero il ruolo di resistenza armata al nazi-fascismo soprattutto nell'appennino Tosco-Emiliano, dove venne organizzata da repubblicani e nazisti la linea gotica in difesa della repubblica di Salò da parte degli alleati. oltre ad essere molto attivi sull'appennino le GAP svolgevano ache numerose azioni di sabotaggio nella pianura, in cittá come Modena. Anche la maggior parte della propaganda e del reclutamento da parte delle brigate partigiane si svolgeva in pianura, per poi proseguire con la lotta di resistenza in montagna. Le formazioni partigiane svolgevano inoltre la funzione di organi esecutivi e semi-legislativi, arrestando banditi o promulgando condanne per ufficiali repubblicani e membri delle SS che venivano catturati nelle caserme delle cittá. I partigiani, supportati dagli alleati anglo-americani, erano comunque soldati clandestini, e come tali non avevano una grande scelta di armi, equipaggiamenti e mezzi per combattere, erano le persone comuni che li aiutavano, dando loro qualche soldo, un po' di cibo, armi o munizioni. La Resistenza non comprende quindi solo i combattenti, ma é anche la storia della gente comune che nel suo piccolo, ma colletivamente, fece la differenza.
"...Modena ha accolto il Fondatore dell'Impero, il resuscitatore dell'Impero di Roma col cuore aperto, come il cuore della fedeltá che non dubita, della passione che non mente, nella certezza che sembra fusa nel durevole bronzo..."-"Modena Lo aspettava. Modena gli ha detto: -Torna! Torna presto. Piú a lungo. Ti vogliamo tra noi!-. Egli sorrise. E comprese: comprese che quella invocazione era una voce scaturita dal profondo: di dove sorgono e nascono sempre tutte le cose sincere, tutte le fedeli parole." con queste parole il notiziario "La Valanga" descrive l'arrivo del duce a Modena il 5 agosto. Questo notiziario era redatto da giovani universitari modenesi, e proprio per questo ci descrive con chiarezza la posizione politica di questi giovani. Gli universitari, soprattutto nel periodo della guerra svolgono quindi un lavoro fondamentale nella propaganda fascista, esaltando le truppe dell'asse e, come avveniva per i quotidiani, nascondendo i bilanci dell'esercito italiano e tedesco. Le ramificazioni della propaganda arrivavano quindi anche negli atenei, facendo si che i giovani, piú colti della media (da ricordare inoltre che questi giovani sono coloro che vissero l'infanzia sotto una martellante propaganda fascista) fossero impregnati di ideologia fascista.
Nel 1922 Mussolini sale al potere e, dopo l'omicidio di Matteotti il regime diviene palesemente dittatura. Inizia cosi a muoversi l'imponente macchina di propaganda e istruzione fascista. La scuola si trasforma nello strumento piú importanre per l'indottrinamento dei giovani, fin dalla piú tenera etá. Ad accentuare la militarizzazione dell'istruzione é la sostituzione degli insegnanti con veterani reduci dalla grande guerra o con persone fortemente legate alla ideologia fascista. I bambini venivano in questo modo inquadrati in un contesto ben preciso, il fascismo, senza lasciare spazio alla sola esistenza, anche se solo concettuale di qualsiasi altro tipo di ordinamento politico e sociale.
Immaginando come un gruppo partigiano potesse essere si pensa subito a uomini adulti, guerriglieri ed ex combattenti. Ma nelle brigate partigiane abbondavano i ragazzi, di qualsiasi etá, da bambini di 14 anni a ragazzi di 18/20 anni, ognuno di loro aveva un ruolo ben preciso, anche le donne giocavano un ruolo importante nelle brigate sia come combattenti che non. I bambini piú giovani solitamente recapitavano messaggi o traspovano qualche oggetto di valore da un posto all'altro per esempio, mentre quelli piú grandi erano membri effettivi delle brigate, combattenti a tutti gli effetti. La punizione per chi si rivelasse partigiano era semplice e chiara: fucilazione sul posto. chiunque venisse sorpreso in attivitá illecite riconducibili alla Resistenza sarebbe stato ucciso all'istante, senza nemmeno un minimo processo.
l'aspetto che abbiamo voluto centrare con questa ricerca é l'impatto che la propaganda aveva sulla popolazione italiana ed in particolare sui ragazzi piu giovani nel periodo 43-45 poiché fu il momento che vide la piú importante e massiccia propaganda e censura politica. lLa propaganda politica fascista era molto funzionale al suo scopo : far si che la guerra fosse vinta, spingendo sempre piu persone all'arruolamento e mistificando la realtá in modo tale che la popolazione credesse determinate cose. si voleva screditare l'efficienza degli eserciti nemici, screditare il nemico sotto l'aspetto umano e di costumi, il suo patrimonio culturale. inoltre non sono mai, letteralmente, presenti riferimenti ad una sola perdita dell'esercito italiano o tedesco, le uniche volte che abbiamo la possibilita di vedere dei caduti é quando vengono posti come "exempla" (come i caduti universitari mostrati in precedenza). il clima che la propaganda aveva creato fu quello che portó cosi tante persone a morire, l'italiano medio era fermamente convinto della superioritá italiana, sotto tutti gli aspetti, era convinto della concreta possibilitá di vincere la guerra, della inviolabilitá e sacralitá della parola del Duce. Ma l'obbiettivo di fondo del fascismo non era tanto convincere gli adulti, quanto plasmare i giovani, creare una popolazione succube del fascismo, senza piú identitá se non quella nazionale. si cercava di omologare tutti (per questo motivo é impegnativo delineare la storia di Modena in particolare, tutte le citta fasciste erano simili, venivano dette le stesse cose, venivano fatte le stesse cose) rendendo cosí piú semplice per lo stato, se tutti pensano nello stesso modo, si comportano nello stesso modo, controllare la massa. La propaganda fascista é subdolamente programmata per far si che i giovani abbocchino all'esca. Da un'approfondita lettura di vari quotiniani fascisti e giornali universitari é emerso il modus operandi di questa propaganda, si é notato che fa leva su alcuni punti costanti:
-i sensi di colpa (chi non va acombattere, o non partecipa attivamente alla vita fascista viene fatto sentire come l'unico tra tanti) che fanno sentire il singolo al difuori dell'uniformitá della popolazione, sfruttando cosi alcuni degli istinti primordiali dell'uomo (si é studiato che l'uomo, involontariamente, trova conforto nel sentirsi parte di un gruppo, di un insieme di individui. Pertanto cercherá sempre di rientrare in quello che puó essere definito "gregge")
- l'orgoglio, riconducibile al discorso precendente, é un'altra causa per la quale la propaganda colpiva nel segno. Il messaggio che arrivava alle menti del popolo era quello di portare onore e rispetto per chi era venuto prima, e aveva donato la propria vita alla patria, si proponeva come necessitá quella di portare orgoglio ai fratelli italiani, al Duce, alle famiglie.
- l'odio, anche questo motivo di riflessione, poiche i giornali crearono un'immagine ben definita del nemico nelle menti della gente: veri e propri mostri.
Ovviamente le notizie riportate sui giornali erano false, ma servirono perfettamente allo scopo, in questo modo anche l'odio avrebbe spinto le persone ad arruolarsi.
-la menzogna, il regime fascista aveva creato una realtá parallela nella quale far vivere gli italiani, riportando notizie false riguardando lla situazione della guerra (tanto da arrivare a scrivere che il famosissimo sbarco in normandia non avvenne, e che le truppe tedesche avevano completamente respinto gli alleati)
-il coraggio, la forza di volontá, l'amore per la patria
Questi ultimi punti sono collegati tra loro poiche fanno leva sulla psicologia umana (in un modo simile al senso di colpa ed all'orgoglio) basti pensare a quando qualcuno viene chiamato codardo, esso cercherá di riscattarsi con atti coraggiosi. Questa propaganda funzionava allo stesso modo, facendo credere che tutti dovessero essere coraggiosi e dovessere assolutamente dimostrarlo
-l'impeccabile retorica. Quest'ultimo punto é forse il piú importante, il modo con il quale viene trasmesso un messaggio é spesso importante quanto il messaggio stesso, e la propaganda fascista eccelleva in retorica e forma. basta solamente leggere i titoli per capire come le parole venivano usate, si faceva in modo che fosse semplice perdere il filo del discorso senza nemmeno essersene resi conto.
Abbiamo detto che i giovani erano l'obbiettivo della propaganda, questo perche tutti i punti elencati precedentemente acquisiscono ancora piú valore se riferiti a dei ragazzi, che sono piú ricettivi e la loro mente vergine puó essere ancora plasmata
La situazione italiana rimane stabile fino a quando, nel luglio del 1943 il re d'italia Vittorio Emanuele III il 25 di luglio ordina l'arresto di Benito Mussolini (dicendo che il duce si era dimesso) e nomina a capo del governo Petro Badoglio. Questi avvenimenti fecero si che la Germania nazista, temendo una defezione da parte del nuovo governo italiano (che aveva inizialmente riconfermato l'alleanza al Führer) cominció ad inviare forze militari nel paese. Il 3 settembre, Badoglio firmó segretamente lármistizio con gli alleati e, l'8 settembre ci fu la svolta principale con il proclama di Badoglio in cui si rendeva pubblico l'armistizio con gli anglo-americani firmato pochi giorni prima. Per i soldati italiani all'estero ora i nemici diventarono i tedeschi, si susseguirono cosí numerosi conflitti tra l'esercito tedesco e italiano ma la scarsa preparazione militare italiana vide trionfanti i tedeschi, che catturarono e deportarono un cospicuo numero di soldati italiani. Il 12 settembre Mussolini venne liberato con l'operazione Quercia da un gruppo di soldati tedeschi. In seguito, con il supporto della Germania riprese il potere nel nord italia, costiduendo il 23 settembre 1943 la Repubblica Sociale Italiana (di Salò), alleata con il terzo Reich. La situazione italiana vedeva il paese diviso in due parti, il nord ritornato ora nazi-fascista ed il sud, liberato dagli alleati anglo-americani. La tensione politica di questo momento era elevatissima, il popolo era diviso in due, i partigiani cominciarono ad agire in questo periodo cercando di contrastare i tedeschi ed i fascisti italiani.
Gli universitari fascisti, che erano la maggior parte, ebbero un ruolo molto importante nella propaganda fatta da studenti per studenti all'interno delle stesse universitá. Questi giornali universitari, spesso simili per contenuti e forma ai quotidiani del regime, rendevano ancora piú validi e credibili i temi trattati poiché gli studenti si fidavano piú facilmente di altri studenti.
Di seguito riproporremo i giovani caduti in guerra riportati dai giornali universitari e non. Questi ragazzi erano un esempio per gli altri giovani ancora in vita. Soprattutto leggiamo di giovani martiri, che vengono elevati quasi ad eroi nazionali, elogiando la loro dedizione, il loro onore ed il loro immenso amore per la patria, tanto da donarle la vita stessa. Queste rubriche venivano inserite per mostrare come altri, anche se non sopravvissuti alla guerra, vengano ricordati ed onorati.
Il 1^ Settembre 1939, con l'aggressione da parte della Germania nazista nei confronti della Polonia ha inizio la seconda guerra mondiale. Il 18 marzo dell'anno successivo Benito Mussolini si incontra con Hitler per discutere sulle modallitá della guerra. L'Italia inizia cosí la mobilitazione delle proprie forze armate e, il 10 Giugno 1940 dichiara ufficialmente guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. Colti dall'iniziale entusiasmo migliaia di giovani italiani si arruolano per andare a combattere. Sfortunatamente peró, dopo qualche tempo l'esercito italiano subisce una battuta d'arresto e diventa via via sempre piú dipendente dall'appoggio tedesco.
Nato a Parma nel 1925, visse a Bruxelles dal '30 al '32, per poi ritornare a Parma dove conseguí il maturitá classica con un anno di anticipo. Cominció la facoltá di medicina, lasciandola per la facoltá di legge dell'universitá di parma. In questo periodo Ulivi maturò le proprie convinzioni antifasciste. Libero da obblighi di leva, dopo l’8 settembre 1943 entrò in contatto con la Resistenza locale. Nel febbraio 1944 venne incaricato
"Il Duce ha parlato! E con la sua abituale incisivitá, ora ironico ora commosso, ha fatto il consuntivo dei primi trenta mesi di guerra... ...Ma dalla vibrante voce di Mussolini, ancora una volta abbiamo ricavato motivi di assoluta certezza nella Vittoria, di orgoglio e di fierezza per la guerra che combattiamo... ...Compito dell'ora é combattere: per i vivi, per il futuro, ma soprattutto per i morti, affinché vano non resti il loro sacrificio..."
Citazioni dall'articolo "il nostro compito: combattere" del notiziaro mensile "La Valanga"
che avevano portato cosí tanti giovani ad arruolarsi cominciano ad affievolirsi. Mentre, entro i confini italiani, la propaganda continuava inesorabilmente a mascherare le reali perdite umane, perpetrando cosí l'ideale fascista in tutti coloro rimasti in patria.
L'esercito italiano si trovó in grave difficoltá durante la guerra, questo perché era inadeguatamente addestrato e i soldati avevano evidenti carenze sia come formazione militare sia di equipaggiamento. Con il prolungarsi della guerra questa situazione si tradurrá in ingenti perdite italiane su tutti i fronti di combattimento, alla morte di molti si aggiunge il crescente malcontento dei reduci che faticano per arrivare al giorno seguente. Cosí il morale e le convinzioni
Una storia di giovani molto interessante è quella di Lella e Luciano. Dopo l’armistizio numerosi prigionieri italiani furono catturati dai tedeschi nella zona di Modena e provincia e vennero portati dentro la cittadella. Mentre i nazisti scortavano i prigionieri all’interno della cittadella, questi gettavano a terra bigliettini con il loro nomi con rassicurazioni per i famigliari. I passanti raccoglievano questi bigliettini e se li mettevano in tasca. Intanto Fuori si pensava a come aiutarli, le donne iniziarono già a dare da mangiare ai prigionieri, ma bisognava farli uscire. Si scoprì che dalla Cittadella uscivano almeno tre condotti di fognature, che i tombini d’uscita erano praticabili, a da questi si poteva raggiungere il cortile. Da lì i soldati potevano e dovevano uscire. Si interpellarono gli stradini, gli spazzini e tutti confermarono. Qui Lella e Luciano con la loro incredibile idea, salvarono migliaia di vite di soldati italiani. Alla fine i tedeschi si accorsero della fuga di molti prigionieri, e quindi quelli restanti vennero spostati nella Casa del GIL e succesivamente trasferiti coi treni nei campi di prigionia in Germania.
Sotto il nuovo governo di Mussolini assistiamo alla piú sfrenata propaganda politica. I giornali cominciarono a riportare gli stessi fatti in ripetizione e non solo, gli articoli diventarono ridondanti, ripetendo sempre lo stesso messaggio in modi diversi. Si descrivevano il nemico e le sue orribili gesta, si incitava il popolo a prendere in mano le armi, a combattere per la libertá, la felicitá e per l'amore della patria. Si cercava in tutti i modi di dare validitá al nuovo governo ed al fascismo, i giornali iniziarono ad incitare la popolazione a non scambiarsi opinioni ed idee, con l'espediente delle possibili spie nemiche nascoste ovunque. gli articoli di carattere encomiastico apparivano ogni giorno, da 1 a 3 o 4 nella stessa stampa, si elogiava il Duce e tutta la sua stirpe, proponendoli come esempi e modelli di vita. Facevano leva sull'odio e sulla diffamazione del nemico cercando di infiammare gli animi e portare nuove braccia all'esercito che era ormai smembrato e inefficente. L'obiettivo principale della propaganda era uno peró: riempire le file dell'esercito, e chi erano i piú adatti ad impugnare le armi? I giovani ancora rimasti in patria, i ragazzi diventarono la preda del governo, che cercava in tutti i modi di averli dalla propria parte.
di tenere i collegamenti tra il C.L.N. di Parma e quello di Carrara. Contribuì poi all’organizzazione di renitenti alla leva sull’Appennino tosco-emiliano. Fu catturato l’11 marzo 1944 ma riuscì a fuggire. Nascostosi a Modena, riprese la propria attività clandestina in questa provincia ma fu nuovamente catturato. Riuscito ad evadere una seconda volta dal carcere, ritornò a svolgere incarichi per il C.L.N. di Modena. Il 30 ottobre, all’uscita dell’Accademia Militare in cui aveva sede il 42º Comando provinciale della repubblica fascista, fu arrestato da elementi della BN subito dopo aver ricevuto dal maresciallo Bassi alcuni documenti falsi. Sottoposto a torture, non rivelò informazioni utili ai brigatisti. Il 9 novembre, in seguito all’occupazione partigiana di Soliera avvenuta sei giorni prima, i fascisti condannarono a morte tre prigionieri politici fra i quali Ulivi. Fu fucilato il giorno dopo alle ore 10 sulla Piazza Grande di Modena insieme ad Alfonso Piazza e ad Emilio Po. Fu insignito della medaglia d’argento al valore militare alla memoria.
Ma i giovani protagonisti di questo periodo storico non furono solo universitari, molto importante é anche studiare le figure di quei ragazzi che spontaneamente, e abbracciando tutti i lati dell'ideologia fascista, si arruoralorono nell'esercito oppure nelle camicie nere, le forze speciali dello stato fascista. Questi giovani erano estremamente convinti delle idee fasciste e si fidavano ciecamente delle parole del Duce, proprio per questo le camicie nere erano le piú violente ed estremiste tra le forze armate.
"specialista di bordo di provato valore partecipava a numerose azioni belliche di bombardamento contro importanti e muniti obbiettivi"
I giovani erano quindi manovrati da un terzo, lo stato, senza che loro se ne rendessero conto. Fu cosí creata una gioventú educata alla violenza, all'attacco e alla reazione, estremamente ricettivi ai messaggi del Duce, che facevano leva sui punti deboli di queste generazioni. Dai giornali universitari emerge un forte senso di patriottismo, di voglia di combattere e soprattutto voglia di vincere. Spesso si trovano fotografie di studenti caduti in battaglia da prendere come esempio, anche le opere d'arte che riportano sui giornali sono tutte di ambito bellico. Tra i tanti atenei italiani quello di Modena é quasi un emblema di come le universita assorbiscano integralmente la radicalitá del fascismo, e di come universitá e stato fossero intimamente unite.
Spostiamo adesso il nostro sguardo sulla situazione dei giovani studenti e universitari di Modena. Questi ragazzi hanno vissuto sotto il regime fascista dalla loro infanzia, ormai l'ideologia insegnata loro era permeata fino al midollo, almeno per la maggior parte. Gli organi di istruzione, a tutti i livelli, erano sotto il diretto controllo dello stato fascista perció tutti i ragazzi erano stati instradati verso una direzione ben precisa gia da tempo. L'educazione di stampo militare ricevuta diede vita ad una generazione di giovani belligeranti, che si sentivano pronti alla guerra e, avendola normalizzata, non la temevano ma ci convivevano nella vita quotidiana
Questo oscurantismo dei fatti effettivi portó gli italiani a sentirsi invincibili e credersi in vantaggio rispetto al nemico. Come giá accennato in precedenza l'obiettivo principale di questo tipo di propaganda erano i giovani. Non é un caso che gli argomenti perno dei discorsi propagandistici fossero tutti atti ad accendere gli spiriti combattenti poiché, chi sono i piú propensi a rispondere a questo tipo di chiamata? nientemeno che i ragazzi e gli studenti, colmi di spirito di iniziativa, facilmente plasmabili ed estremamente ricettivi ai sentimenti chiamati in causa quali: l'orgoglio, il senso di colpa, il coraggio, l'amore della patria.
"...la nostra caserma é, in questi giorni un animatissimo cantiere di giovinezza in armi. I giovani hanno sentito il peso del compito che la patria affidava loro ed hanno, in massa, risposto all'appello... ...per combattere ancora. Per offrire ancora la loro giovane vita sull'altare della piú giusta rivendicazione nazionale... ...E tutti sono contenti. Lavorano e s'addestrano con entusiasmo, lieti del dovere giornalmente compiuto... ...e intanto aspettano con orgogliosa fermezza d'essere inviati in linea per il battesimo del fuoco...
Dalla "Gazzetta dell'Emilia" anno 1943
articolo "Tra le giovani camicie nere, ospiti della caserma Fanti"
Come vogliamo mostrare da alcuni dei titoli scelti per questi articoli (titoli originali presi da quotidiani del '43) lo stato lasciava credere alla popolazione che la vittoria fosse sempre a portata di mano e che i nemici fossero costantemente sconfitti o in minoranza militare.