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Testo domanda: «Secondo la sua opinione, da quali dei seguenti ambiti di ricerca la vostra azienda potrebbe ricevere maggiori benefici per aumentare la propria competitività?».
A partire dai dati dell’Osservatorio, si è calcolata una serie di indicatori, distinguendoli fra:
L’analisi è stata condotta sull’intero campione ed anche per dimensioni d’impresa, settore economico di attività e appartenenza o meno alla green economy.
E si è sostanzialmente constato che le imprese appartenenti a categorie con migliori risultati in termini di input sono quelle che hanno migliori risultati sugli indicatori di output.
In cosa le imprese hanno effettivamente investito?
A Modena minore quota imprese non innovative (49,5% contro 53,6%); dato provinciale in netto miglioramento rispetto a biennio precedente. Prevale innovazione di prodotto e di processo di tipo incrementale. Innovazioni radicali introdotte da una minoranza di imprese.
Prevale innovazione di prodotto e di processo di tipo incrementale.
Innovazioni radicali introdotte da una minoranza di imprese.
L’innovazione è generata principalmente all’interno dell’azienda; in collaborazione con altri soggetti pubblici o privati da una minoranza dei casi (in calo); interamente esternalizzata per una quota rilevante di casi (in crescita).
Caratteristiche delle imprese che hanno introdotto innovazione radicale di prodotto nell’ultimo triennio
Caratteristiche delle imprese che non hanno introdotto alcuna innovazione nell’ultimo triennio
Hanno introdotto innovazioni radicali di prodotto più le imprese medie e grandi (9,7%) che quelle piccole (5,4).
La quota di imprese che non ha introdotto alcuna innovazione nell’ultimo triennio è più elevata fra la piccola impresa (sia a Modena che nel resto della regione).
Rispetto al settore, maggiore capacità d’innovazione per le aziende dell’elettricità/elettronica, seguite, a distanza, da quelle del chimico/farmaceutico.
Rispetto al settore, a Modena si registra maggiore capacità d’innovazione per le aziende dell’industria dei materiali non metalliferi, dell’agro-alimentare, della carta/editoria, mentre a livello regionale fra quelle dell’elettricità/elettronica, del chimico/farmaceutico, plastica, gomma e della meccanica.
Pavitt: la quota di imprese che negli ultimi tre anni non hanno innovato diminuisce all’aumentare del grado di specializzazione e di dotazione tecnologica.
Anche in questo caso, molto rilevante l’indice di apertura a valle:
Molto rilevante la relazione con l’indice di apertura a valle (relazione bidirezionale):
Anche le imprese della green economy hanno introdotto più di frequente innovazione radicale di prodotto, anche se la distanza dalle altre imprese è maggiore a livello regionale.
Più innovative imprese della green economy: solo il 28,9% non ha innovato contro il 52,8% delle imprese non convertite al green.
Anche da analisi multivariata (logit) emerge ruolo di primo piano di dimensioni aziendali, internazionalizzazione; minore peso del settore economico.
Varie dimensioni rilevate e utilizzate in sede di analisi per caratterizzare il campione di imprese e studiare al meglio i processi di innovazione:
% imprese che hanno investito nelle rispettive aree/ambiti. % ordine decrescente 2012
Fatturato: è la dimensione su cui si registrano le più forti flessioni. Quasi la metà (49,7%; 46,6% a livello regionale) delle imprese modenesi intervistate (307) dichiara una contrazione del proprio volume d’affari. Netto miglioramento rispetto al 59% del 2012.
Occupazione: contrazione inferiore a quella registrata per il fatturato. Situazione altamente stabile, ma riduzione per oltre un quarto dei casi (29% sia a Modena che in ER).
Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) sono considerate uno dei principali fattori abilitanti dell’innovazione.
Investimenti:li ha ridotti un quarto delle imprese, dato però in peggioramento rispetto al 2012.
Ormai ridotta all’1,6% (2,5% nel campione regionale) la quota di imprese che dichiara di non avere alcuna connessione internet: erano oltre l’8% nelle due precedenti rilevazioni.
Poco diffusa la connessione analogica, a vantaggio di connessioni più veloci, in primis l’Adsl.
Esportazioni: andamento meno critico, con un quarto dei casi in crescita sia a livello provinciale che regionale.
Ambiti di sviluppo legati alla banda ultra larga
Servizi che le imprese usano o intendono usare prossimamente (%)
Testo domanda: «Avendo a disposizione un collegamento a 100 Mb/s (banda ultra larga), in quali ambiti potreste trarne giovamento?»
Le funzioni a cui le imprese sono prioritariamente interessate sono la navigazione internet, la gestione della posta elettronica e, distaccato, l’invio e la ricezione di file di grandi dimensioni.
Il rapporto fa riferimento a:
Oltre a considerare i dati di sfondo sulla qualità dell’ambiente e urbana (rifiuti, aria, energia, ecc.), quest’anno ci si è concentrati sulla green economy.
Dall’indagine risulta che il 15,8% delle imprese di Modena già convertite alla green economy, cui aggiungere 6,4% che dichiara che intende farlo a breve. Si tratta di valori percentuali leggermente superiori a quelli medi regionali .
Andamento negli ultimi tre anni delle seguenti quattro dimensioni
Sono green più le imprese medie/grandi (29,0%) che le piccole (14,2%) e lo sono di più quelle appartenenti a reti d’imprese (33,3%).
I settori più verdi a Modena sono l’agro-alimentare e l’industria dei materiali non metalliferi, anche se si nota ormai una “trasversalità” del green.
Stretta connessione con il grado di internazionalizzazione: si va dal 12,6% di imprese green fra quelle con apertura a valle nulla al 22,2% fra quelle con apertura elevata.
Stretta relazione poi fra conversione al green e innovazione: fra le imprese convertite al green il 72% ha introdotto almeno un’innovazione nell’ultimo triennio, mentre fra le altre imprese ha innovato il 47,2%.
Aspetto più critico sono gli input energetici, aumentati più delle altre tre dimensioni (11,5%), anche se meno rispetto al livello regionale (16,4%), a fronte di un aumento delle emissioni inquinanti nell’atmosfera per appena lo 0,4% dei casi, della produzione di rifiuti del 3,1% e di una diminuzione del recupero di rifiuti dell’11,3%). Tutti valori migliori di quelli medi regionali.
volto allo studio del grado di innovazione delle imprese emiliano-romagnole, all’analisi dei punti di forza, delle aree di miglioramento e delle criticità, nonché delle esigenze espresse dalle imprese del territorio.
Da notare comunque anche elementi positivi: quasi un quarto delle imprese indica una riduzione della produzione di rifiuti (23,3%), oltre il 21% della produzione di rifiuti e quasi il 18% delle emissioni nell’atmosfera. Da questo punto di vista sicuramente la tendenza meno favorevole è quella che riguarda il recupero dei rifiuti, aumentati appena per il 4,3%dei casi.
L’indagine viene realizzata tramite un questionario strutturato (attivato per la prima volta nel 2006) sottoposto a un campione di imprese della regione.
La rilevazione è stata realizzata nel periodo aprile-giugno 2013 e ha visto coinvolte 1.596 imprese e a livello emiliano-romagnolo e 307 per Modena.
I dati regionali sono confrontati, laddove possibile, con quelli nazionali ed europei dello IUS (Innovation Union Scoreboard)
Caratteristiche demografiche, offerta formativa, sistema economico-produttivo, mercato del lavoro, dotazione infrastrutturale, “infrastrutture sociali” (servizi sanitari, sociali, culturali, ricreativi, ecc.), tutela del territorio, ecc. contribuiscono a determinare l’attrattività e la competitività di un territorio e la qualità della vita dei cittadini.
La stessa attrattività del territorio fa sì che giungano risorse umane, competenze, capitali, ecc., che a loro volta arricchiscono ulteriormente quel territorio, ecc.
Si è voluto studiare il territorio come un sistema, sul quale insistono queste diverse componenti, fra loro interrelate.
Si è fatto riferimento a diversi indicatori delle diverse dimensioni dell’ampio concetto di qualità della vita:
le condizioni di salute, il benessere economico, l’offerta di servizi, la dotazione di capitale sociale e il rendimento istituzionale.
Emerge un quadro assai positivo per l’Emilia-Romagna e la provincia di Modena, seppur siano presenti diverse sfide importanti: mutamenti demografici, crisi economico-finanziaria e relative ripercussioni sul sistema economico e sul mercato del lavoro, ecc.
Seguendo sempre questo doppio registro (dati e indicatori di contesto e dati tratti da Osservatorio Innovazione), il rapporto è stato organizzato rispetto
ad alcune direttrici e aree tematiche, legate al tema dell’innovazione:
Il quadro – complesso e positivo – che caratterizza l’Emilia-Romagna, unito anche alle sfide e ai mutamenti in atto, richiede un ruolo di primo piano per le imprese e l’innovazione.
E le imprese difatti riconoscono sempre più importanti ricadute positive dell’innovazione anche per la collettività.
Oltre un quarto delle imprese modenesi (e ancor più di quelle del campione regionale) che hanno introdotto innovazione indica benefici ambientali, economici, sociali per il territorio/collettività:
Le imprese ritengono però che ciò sia scarsamente colto dalla collettività.
Se il mondo dell’impresa deve avere un ruolo centrale per far fronte alle sfide in essere sopra evidenziate, ci si è domandati: quanto le imprese sono consapevoli delle attuali tendenze macro-economiche?
Si sono pertanto presentati alle imprese i c.d. mega-trend mondiali (Singh), raggruppati nei quattro scenari/aree di interesse della Regione Emilia-Romagna (green economy, innovazione del manifacturing, tecnologie per la salute, pervasività delle Ict); e si è domandato alle imprese quanto li considerano importanti.
Rilevanza attribuita dalle imprese all’impatto che i mega-trend potranno avere sull’azienda (% Molto + Abbastanza)
Costruendo 4 indici per le 4 aree sulla base dei punteggi nei singoli mega-trend, si osserva che la dimensione più rilevante è la green economy, seguita da innovazione nel manifacturing; terza Tecnologie per la salute e infine Ict.