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prima c’erano maschere fisse nel teatro, si recitava a
soggetto, cioè ognuno recitava la propria parte potendo
improvvisare; ora invece ci sono tantissimi personaggi
che rispecchiano la vita, la parte viene scritta e viene
recitata uguale al testo.
Goldoni mira a una rappresentazione realistica delle
vicende quotidiane.
Sceglie con cura gli attori dopo aver scritto il testo ed è
necessario che si descriva la psicologia dei personaggi
se un attore deve recitare una parte.
Nel 1748 tornò a Venezia come drammaturgo. Portò avanti la sua
riforma ed ebbe come rivale l’abate Pietro Chiari.
Lavorò per il teatro San Luca 10 anni. I primi 6 anni furono i peggiori
della sua vita a causa di varie malattie e difficoltà.
nel1761 gli arrivò un invito da Parigi a dirigere la Comédie Italienne
ed accettò.
Dal 1783 al 1786 compose un’autobiografia, e la dedico a Luigi XVI.
re Luigi XV gli affidò l’educazione delle sue figlie;
in questi anni Goldoni ebbe anche modo di
stringere rapporti di amicizia con
molti degli intellettuali illuministi, tra cui Diderot.
Iniziò anche a stendere in francese “le sue Memorie”,
pubblicate nel 1787. Lo scoppio della Rivoluzione
francese gettò Goldoni sul lastrico allorché gli venne
revocata la pensione concessagli da Luigi XV, sua
unica entrata. Malato e oberato dai debiti morì il 6
febbraio 1793 a Parigi, quattro giorni prima che la
pensione gli venisse riconfermata.
Nel 1736 si sposò con Nicoletta Connio.
Tra il 1737 e il 1741 diresse il teatro d’opera veneziano,
componendo tragicommedie e libretti melodrammatici. Nel
frattempo, con la sua commedia “Momolo cortesan”, inaugurò la sua
riforma del teatro, rinunciando alla tecnica dell’improvvisazione
nella commedia dell’arte.
Nel 1743 produsse la sua prima commedia scritta per intero, “La
donna di garbo”. Dovette poi lasciare la città perché aveva troppi
debiti.